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L’inferno degli angeli

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Di Max Frassi

Un paio di giorni fa si è tenuta la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Che, ricordiamolo, nel nostro paese fa milioni di vittime ogni anno. Dalla bimba in fasce, all’anziana maltrattata. Il campionario è vastissimo, diversissimo, unito solo da quell’unica matrice che risponde al nome di VIOLENZA.
A cui si aggiunge, purtroppo, ancora troppo spesso un aggettivo: IMPUNITA.
Che non deve farci venire meno la fiducia nelle forze dell’ordine, né quella verso la speranza in una seconda possibilità per molte di voi. Però….però è vero che ancora troppe storie terminano drammaticamente. E che la recente legge sullo Stalking, se riesce a frenare alcuni di questi soggetti, nulla fa/può contro i peggiori della specie.
Ricevo una mail Tra le tantissime ricevute in questi giorni. Che mi chiede di raccontare la violenza sulle donne anche in questo modo.
La riporto. Dando a voi il compito di risponderle:

“…ora ti racconto una storia, in seguito ti spiego che rabbia si prova.
E’ la storia di una bambina abusata che, arrivata all’eta’ di 18 anni decide di chiudere con qst schifo minacciando l’abusante con un coltello ma, purtroppo lo schifo poi arriva dall’esterno. La ragazza all’eta’ di 19 anni conobbe un ragazzo,sembrava piacevole simpatico ma,d opo 3 mesi di frequentazione si accorse che aveva degli atteggiamenti violenti e decise di lasciarlo con una conseguente violenza da parte sua e due suoi compari,la ragazza senza aiuto da parte di nessuno cercò di rifarsi una vita,si sposò mise al mondo 2 creature stupende. dimenticavo di dire che la violenza fu massacrante e mandò la ragazza all’ospedale per un bel po’ di giorni con cicatrici ancora addosso,arrivò l’anno 2003 e per caso la ragazza che divenne ormai donna vide la sua faccia stampata in tv. Lui e i suoi due compari avevano violentato una decina di donne,la donna fece armi e bagagli andò in ….,ci mise coraggio e faccia e i tre furono condannati ma, per la donna il calvario non finì qui, la donna una sera uscita dal lavoro fu aggredita e violentata di nuovo da un loro amico per fargliela pagare,da li la donna incominciò il suo percorso,cercò aiuto e non l’aveva mai fatto,voleva solo farla finita ma,aveva qls di importante per viveve, la vita stessa e i suoi figli. Ora qst sono già fuori di galera, lei pensa a cosa serve denunciare ed è delusa dal fatto che certi fatti accaduti per certa gente è paragonata a fatti di poco conto, poi c’è la rabbia,con scatti isterici di rabbia quando le viene detto da qualche stupido che non sei forte, la donna gira sempre con un’arma e pensa che se dovesse succedere ancora qls un omicidio lo commette, ed è sicuro che se qst accadesse farebbe la prigione a vita,ogni tanto viaggia in un mondo tutto suo ma, ama la vita vorrebbe solo in certi momenti avere avuto un destino diverso ma con il destino a volte bisogna farci a pugni(….)
…. tu sei qui per ascoltare, io con qst giornata il 25 novembre non sono solidale, ogni tanto si ricordano quello che certe donne devono subire e ci sono certi uomini che affermano che per la donna è più semplice vivere che un uomo, io penso proprio di no, ma non vorrei essere proprio un uomo, io su tutti qst fatti ci sto ancora lavorando il cantiere è sempre aperto.tu ascolti le storie di tutti e allora ti ho raccontato questa,e scusa se ti stresso con i mess, ho solo bisogno di alcune risposte che non riesco ancora a trovare ciao e buona giornata.

 Nota mia: una richiesta: smettetela di chiedermi scusa. Non dovete, non mi disturbate (non con lettere così almeno). Semmai è il mondo che deve chiedere scusa a voi. Ed io con lui…..

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