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La “comunicazione” con i nostri Cari

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… e di seguito ripropongo per le amiche dei "MESSAGGI ISPIRATI….! di FB…

…..e udirono parole…

 «La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede». Queste sono le parole dette da Benedetto XVI che suonano come la denuncia di una situazione drammatica. Questo Papa che ha lamentato «l' eclissi di Dio» e ha paragonato il nostro tempo a quello del «crollo dell' impero romano dichiara che il  problema è la «questione su Dio». E ribadisce: «Ripetutamente, nella storia, persone attente hanno fatto notare che il danno per la Chiesa non viene dai suoi avversari, ma dai cristiani tiepidi».  Ritorna poi su alcuni suoi punti fermi : «Noi siamo Chiesa!», ma la questione essenziale è un' altra: la Chiesa è in crisi di identità. E’ perciò opportuno che noi, Mamme della Speranza, popolo di Dio, mentre un integralismo conservatore, sembra volerci escludere dalla Comunità ecclesiale e attribuirci un’etichetta “spiritistica” che non ci appartiene, ribadiamo i cardini che supportano la nostra dichiarata fermezza, già promulgata da un Santo Sacerdote che ormai ha raggiunto la Gerusalemme Celeste.

 

LA GERUSALEMME CELESTE E LA COMUNIONE DEI SANTI

di Padre Zaccaria Bertoldo

 

Lo Spirito vivificante non è tale solo nella realtà attuale della Chiesa, cioè attraverso la comunicazione della grazia nei sacramenti o in altri modi (Parola di Dio, preghiera, etc.), ma è presente e dà la sua vita e il suo soffio vitale “ruah” anche al di là, nella nuova dimensione della sopravvivenza. Per cui la domanda:

”Rimangono il legame, l’unione, nel ricordo e nell’amore, il colloqui tra noi che siamo ancora sulla terra (i viandanti) e “loro”, che sono già dall’altra parte?”. E’ una domanda davvero interessante che è stata posta anche in un recente convegno a Torino, dal tema: “L’al di là ritrovato”, al quale assistevano anche insigni teologi.

La posizione della Chiesa qui è affermativa e si concretizza nei concetti – dogmi – di “Comunione dei Santi” e di “Chiesa” come totalità nei 3 stadi di: Chiesa itinerante sulla Terra, Chiesa purgante dei defunti e di Chiesa trionfante di quelli che si trovano già nella pienezza della gloria di Dio.

Tutto ciò è confermato nel “Catechismo della Chiesa Cattolica” che, al numero 1024 dice:”Questa Comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, con gli angeli e tutti i beati è chiamata il cielo”. E nel numero 1025 si dice, ancor più chiaramente:”Vivere in cielo è essere con Cristo. Gli eletti vivono “in Lui”, ma, conservando, anzi, trovando la loro vera identità, il loro proprio nome”.

Specialmente se si realizza l’unione del corpo sottile o spirituale con l’anima (vedi Prieur e Marta Toniolo). Importanti sono soprattutto i numeri 1029:”Nella gloria del cielo i beati continuano a compiere con gioia la volontà di Dio in rapporto agli altri uomini e all’intera creazione”. E nel numero 1027 si dice:”Questo mistero di comunione beata con Dio e con tutti coloro che sono in Cristo supera ogni possibilità di comprensione e di descrizione. La scrittura ce ne parla con immagini: vita, luce, pace, banchetto di nozze, vino del regno, casa del Padre, Gerusalemme celeste, paradiso”.

La parapsicologia sopravviventistica che studia la fenomenologia di questa continuazione di rapporto e di colloquio non appare quindi su posizioni conflittuali nè inconciliabili col magistero ecclesiale. Però sarebbe inesatto e riduttivo definire queste esperienze “paranormali”. In realtà siamo di fronte ad esperienze certamente spirituali. Sarebbe ingiusto negare l’evidenza di certi fenomeni che abbondano nella vita dei santi (Padre Pio, Lourdes, Medjiugorie, Paravati), così come i messaggi dei due giovani francesi Pierre Monnier e Roland De Jouvenel, e di latri giovani alle loro mamme. Sopra tutti vorrei segnalare Giampiero Campana, “Di là qualcuno ci scrive”, a cura di Guido Sommavilla, S.J. Purtroppo molti della Chiesa ufficiale ignorano questo problema o si manifestano ostili. Forse perché non hanno ancora letto bene gli articoli 2116 e 2117 del “Catechismo della Chiesa Cattolica”, laddove si proibiscono la divinazione e la magia: la fenomenologia di questi rapporti e colloqui – infatti – non appare su posizioni conflittuali né inconciliabili col magistero ecclesiale, perché in essi non si tratta di magia o di divinazione. Lo stesso prof. Collo (teologo dell’arcivescovo di Torino) nel convegno di Torino ha ammesso che il colloquio o il conversare con i propri cari in Cristo non è escluso dalla Chiesa e può aver luogo con il consenso di Dio. La stessa affermazione è stata fatta da una cattedra più importante, e cioè in una nota dell’Osservatore Romano dal teologo P. Igino Concetti o.f.m. colonnista della terza pagina dello stesso giornale vaticano.

Pertanto queste fenomenologie e questi colloqui (di cui abbiamo molte testimonianze) ci offrono alcuni concetti generali sul modo di essere di questa sopravvivenza e del mondo in cui si svolge. Si parla infatti generalmente in essi di un mondo di luce, di gioia, di missione per aiutare gli altri, spinti certamente dal soffio dello Spirito Santo. Cosa questa che supera certamente il paranormale ed entra nella sfera del soprannaturale. Da ciò la denominazione da noi data specialmente ai giovani rapiti alle loro mamme, di RAGAZZI DI LUCE, o meglio ancora di NUOVI ANGELI. Essi sino come dice stupendamente il prof. Gomerro “nel dinamismo di Dio”. Ciò vuol dire che essi cooperano e partecipano, o meglio, Dio li chiama a partecipare alla sua missione salvifica. Ora cos’è tutto questo (compreso il conforto che danno alle mamme desolate) se non quella missione di aiuto a comprendere e salire verso Dio di cui si è già detto e di cui ci parlano i nostri amici di lassù? Il cardinal Tonini, in una trasmissione TV ha accolto questa idea. Non si possono pertanto condannare – come avviene da parte di qualcuno – coloro

che fanno simili esperienze, perché essi vivono l’insegnamento della Chiesa nella realtà della Comunione dei Santi, in cui sono inseriti i nostri cari giovani, i nostri nuovi angeli di luce e di conforto.

Concludendo: le prescrizioni del Catechismo che riguardano la magia e la divinazione non toccano le nostre esperienze: infatti i nostri cari ragazzi di luce quando si manifestano lo fanno non per svelare futuri contingenti o cose occulte ma in un dialogo d’amore, in una tensione che finisce per essere altamente spirituale e religiosa sotto il soffio dello Spirito.

Come io stesso ho avuto la ventura di fare esperienza (vedi il mio scritto di testimonianza nel libro “Nella scia della luce” di Emma Capanna) le anime che si manifestano (in quel caso Alessandra) affermano di farlo col permesso di Dio, se no addirittura per sua volontà. E’ mai possibile che ci ingannino o ci inganniamo noi stessi fino a questo punto? O non è forse un inganno o una non ammissione di chi non vuol credere che lo “Spirito soffia dove, come e quando vuole?”.

Per tutte queste ragioni penso anche io, col P.Ferrarotti, “che dobbiamo andare avanti serenamente con fiducia, nella saggezza della Chiesa”. Vorrei però aggiungere che sono d’accordo con il teologo prof. Gozzellino quando dice che ci vuole “discernimento, discernimento e ancora discernimento. In questi contatti occorre discernimento e prudenza”.

Io direi a chi ha il dono della comunicabilità: hai ricevuto gratuitamente questo dono? Generosamente donalo agli altri, con la più grande onestà e lealtà. Concludo dichiarandomi pienamente d’accordo col P.Ferrarotti, che vede nel fenomeno dei ragazzi di luce un particolare momento di grazia, una vera carezza di Dio. In questi tempi di incredulità, quasi “una nuova Pentecoste”, destinata a prolungarsi nel tempo e a rinnovarsi di continuo. Io vedo l’affacciarsi del 2000, soprattutto per voi care mamme, illuminato dallo Spirito – “ruah” – di Dio, che agisce con lo stesso impeto e la stessa forza dei primi tempi della Chiesa.

 

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Edda CattaniLa “comunicazione” con i nostri Cari

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