I sogni: linguaggio segreto di Dio
Impariamo a decifrare i nostri sogni come “linguaggio dimenticato di Dio”. I sogni hanno una grande rilevanza per la nostra vita. Non ci indicano solamente come stiamo e che passi dobbiamo compiere sulla strada della maturazione e del cambiamento. Possono anche essere delle guide alla consapevolezza interiore e – come linguaggio segreto di Dio – trasformarsi in luogo di esperienza profonda.
Possiamo farlo guardando innanzitutto alla sapienza dell’Oriente e dell’Occidente, alla tradizione biblica sui sogni e le visioni come rivelazioni divine, alla tradizione antica dei secoli cristiani, ma tenendo conto anche della interpretazione dei sogni data dalla psicologia junghiana. Nel loro linguaggio misterioso, irrazionale, numinoso, i sogni ci sollecitano a camminare nella direzione che corrisponde al nostro essere. Non sono regolati dalle leggi naturali e neanche dai nostri criteri morali. Possono essere molto importanti per il nostro percorso spirituale inteso come processo di trasformazione. Il mondo onirico svela la mia verità interiore e mi dice come sto. Con le loro immagini, i sogni indicano che passi devo compiere e, spesso, sono un monito a vivere con maggiore consapevolezza interiore. Sono, infine, una promessa di ulteriorità e un luogo dove fare esperienza di Dio.
Il fatto di sognare unisce gli uomini a tutto il mondo. Infatti, in tutti i popoli e in tutte le culture e le religioni, gli uomini fanno sogni. Secondo C.G. Jung con i sogni ci immergiamo nell’unus mundus, nell'”unico mondo”, nel quale siamo tutti uniti tra noi, nel quale tutto è uno. Da millenni gli uomini di tutte le culture si sono occupati dei sogni. E sull’argomento hanno scritto interi libri.
Le affermazioni sui sogni e sul modo di interpretarli si differenziano a seconda della cultura, a seconda dell’epoca storica e a seconda della prospettiva in cui li si osserva. Questo vale anzitutto per l’Occidente: gli scritti sui sogni dell’antichità greca o dei padri della chiesa comprendono i sogni diversamente dagli studi sui sogni dei nostri giorni, e anche in diverse scuole psicologiche di oggi si approda a interpretazioni differenti. E questo vale anche per l’Oriente. I primi testi sui sogni apparvero in Cina già mille anni prima di Cristo. Essi presentano sui sogni una visione diversa da quella dei curatori d’anime e degli psicologi dell’Asia contemporanea.
Un aspetto però hanno in comune tutti gli studi sui sogni e tutti i tentativi di comprenderli e interpretarli: il fascino prodotto da ciò che l’uomo incontra di notte nel sogno. Tutte le culture sono concordi nell’affermare che si deve prestare attenzione ai sogni perché portano in sé un messaggio importante per l’essere umano. È buona cosa ascoltare i sogni e non liquidarli come semplici “scorie” come si è fatto all’epoca del razionalismo.
Ogni volta che abbiamo avvicinato il sogno lo abbiamo fatto con la nostra personale intuizione. La nostra intuizione, però, è determinata naturalmente anche dalla nostra provenienza. Per me non è soltanto la tradizione cristiana, ma anche la tradizione della filosofia e della psicologia occidentale e, soprattutto, la trattazione dei sogni con la psicologia di C.G. Jung. È stimolante per noi guardare i sogni con occhi diversi.
Ne esce quanto segue: noi occidentali guardiamo il sogno considerando soprattutto ciò che i vari simboli dicono della nostra psiche, quali problemi interni segnalano e quali strade ci mostrano che potrebbero aiutarci nel proseguire sulla nostra strada dell’individuazione o — detto in termini cristiani — nel nostro percorso spirituale, nella nostra sequela di Cristo. Gli asiatici — soprattutto quelli influenzati dal daoismo — si domandano invece che cosa ci vorrebbe dire il sogno a proposito della nostra natura di esseri umani. Per loro i sogni sono parabole che trasmettono un messaggio importante sul nostro essere uomini. Qui non si tratta tanto dell’evoluzione dell’uomo, quanto piuttosto del suo essere, della sua natura. Le due prospettive hanno una loro giustificazione.
Il futuro del nostro mondo dipende dal dialogo, dal dialogo tra le religioni e le culture e dal dialogo tra le diverse scienze, tra teologia e psicologia, biologia e ricerche sul cervello. Per noi il dialogo sulle nostre diverse provenienze e prospettive è appassionante e stimolante. Può essere un arricchimento per tutti quando osserviamo i nostri sogni e cerchiamo di comprenderli. Osserviamoli con sentimenti di gratitudine. Dio stesso ce li manda o — come spesso dice la Bibbia — un angelo viene a noi nella notte e ci parla nel sogno. Osserviamo i sogni con una certa curiosità. Ogni notte l’angelo ci trasmette un messaggio importante, un messaggio che riguarda noi e il nostro essere uomini, ma anche un messaggio per come proseguire il nostro cammino. Cerchiamo di comprendere il messaggio e di rispondere ad esso come Matteo ci racconta di Giuseppe: «Quando si destò dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore» (Mt 1,24). Potremo confidare allora che anche la vostra storia sarà una storia di salvezza, nella quale l’Emmanuele — il Dio con noi — ci insegna la strada e ci accompagna finché il nostro cammino si trasformi in via di redenzione e di salvezza.
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