Una Madre col Bambino in città
È vero: quando scende Maria, Madonna di San Luca, la città vive una strana frenesia.
La gente si muove in modo diverso, sembra quasi correre o affrettarsi a fare qualcosa di speciale. Molti credenti vivono un sussulto di speranza, come nella vigilia di un evento irripetibile: ci sarà un incontro, forse la vita cambierà, forse le parole che si ascolteranno avranno l…a lucentezza delle stelle e si porteranno via il fruscio delle ombre, e la notte sarà senza buio.
Ma nascoste tra le bancarelle e mercatini che succhiano bellezza e mistero ci sono madri spezzate, madri senza figli, figlie esse stesse di una tragica scelta, donne che cercano la Madre del Bambino per farsi capire, per farsi riamare, per comprendere che Dio non è nell’arroganza, nel possesso della verità e delle sue leggi, o nella Chiesa dei documenti, ma nel sussurro dell’accoglienza e della tenerezza, nell’infinita pazienza di ricominciare ad essere uomini e donne del vento invisibile di Dio e del vento segreto di nobili scienziati.
Potrà mai essere, quello dell’incontro con Maria col Bambino di San Luca, un incontro giubilare, di ascolto e di ricominciamento gioioso della vita e delle scelte di vita per ogni donna, per ogni madre, per ogni sposa, per ogni femminilità violentata, per ogni maternità impossibile o indesiderata, e per ogni donna defraudata del pensare e del decidere dentro la Chiesa?
Potrà mai essere il giorno di inizio di una nuova umanità più seguace delle strade che delle dottrine, di una umanità all’aria aperta che ascolta il racconto di Dio camminando nelle differenze accanto alle fragilità e sognando di essere pane?
Le strade e i banchetti non furono forse i luoghi privilegiati della buona notizia di Gesù?
Nella strada c’è la gente comune non quella selezionata dell’ufficialità; nei banchetti ci sono le gioie della convivialità e dell’amicizia, c’è il profumo del pane, c’è il sangue della vita e delle passioni, c’è quella verità di mani e di occhi che ardono di comunione, e c’è l’eucaristia di disuguaglianze che si abbracciano, mentre il Dio delle infinite sorgenti canta l’invito: “mangia con gioia il tuo pane, bevi il tuo vino con cuore lieto”.
Quelli dei palazzi non stanno sulle strade, se non dentro la scenografia di processioni e ostentazioni, non ne conoscono l’odore, per questo le loro parole sono senza odore, i loro banchetti sono esclusivi: e vi partecipano solo i forti e i giullari, non c’è spazio per gli sconfitti, e sulle loro tavole il vento non sfoglia le pagine del Vangelo, ma scaglia pietre urlanti di condanna e pregiudizio, e di legalità spacciata per giustizia.
“Abbiamo bisogno”, confessava il cardinale Carlo Maria Martini, “di una Chiesa della misericordia, immagine della misericordia. E ancora non ci siamo”.
Che la bellezza dell’incontro con Maria e del suo Bambino faccia danzare i grembi sfioriti di questa città e allargare le braccia dell’accoglienza affinché ognuno sia chiamato per nome da Dio e dalle creature amate.
fra benito m. fusco
eremo di ronzano, 24 maggio 2009
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