Un omaggio “dovuto” a questo “Vescovo di Ravenna” da cui mi recai con mio marito, dopo l’incidente di Andrea … Un uomo di “speranza” che ci ha abbracciato fraternamente e al nostro apprezzamento per il suo operato ci disse: “Non posso essere un abito per tutte le stagioni!” In verità sapeva farsi “abito” di soccorso e sostegno per tutte le forme di umanità sofferente! A..rivederci Cardinal Tonini!
Ricevo e pubblico:
Un Cardinale educato dai romagnoli.
E' morto il cardinale Ersilio Tonini.
Viveva a Ravenna dal dicembre 1975, prima come Arcivescovo, poi come “pensionato”, come Lui stesso amava definirsi; la sua cattedra, da Vescovo e da Cardinale, da sempre è stata l'Opera S.Teresa, dove ha vissuto insieme agli anziani, ai diversamente abili, ai bimbi in difficoltà.
In questi anni ha vissuto i momenti lieti e tristi della comunità romagnola, gli anni difficili nei quali si sono alternate situazioni di tristezza, di difficoltà, di presunzione, di inquietudine e sempre ha saputo indicare a tutti, credenti, non credenti, diversamente credenti un tessuto comune di valori.
Il suo grido per una società più giusta, più avanzata, più umana per le vicende della Mecnavi, le sue provocazioni, le sue riflessioni sulla fecondazione assistita e sulle biotecnologie, le sue utopie, non sono state un segno integralista, perché hanno saputo unire uomini di tutte le fedi.
Forse il merito più grande di questo Vescovo, giunto a Ravenna in condizioni particolari, è stato quello di farsi "educare" dai ravennati: prima ha cercato di capire, ha rischiato l'autorità del Vescovo, si è compromesso, anche ospitando, contro il parere di tanti, nel Palazzo Arcivescovile i suoi ragazzi "tossico", ha consegnato se stesso all'intera comunità, con coraggio e generosità.
Ha capito che per essere "guida del gregge", bisognava uscire dal recinto, essere un riferimento non solo per la comunità cristiana, raccolta attorno all'Eucarestia, ma per tutta la comunità, raccolta attorno alle istituzioni e nel confronto giornaliero con le difficoltà e le miserie dell'umanità.
Ha testimoniato una unità forte tra vita e valori, una armonia tra umano e soprannaturale, uno sforzo per continuare a cercare, nelle storie e tradizioni diverse della nostra gente, ma anche della nuova gente di Romagna, gli immigrati, gli stranieri, i valori condivisibili,
Una Chiesa, la sua, che da una parte ha annunciato il Vangelo, ma che dall'altra non ha mai rifiutato il confronto con le altre culture, con i temi del futuro, con le grandi sfide dell'economia mondiale, una Chiesa la sua che è stata dentro con entusiasmo nella città dell'uomo, ed a questa a dato tutto perché lì sono le sfide per far nascere la dignità, la libertà ed il rispetto per ogni uomo.
Ha salutato, con gioia, negli ultimi mesi della sua vita l'elezione di Papa Francesco, non era solo entusiasmo “giovanile”il suo, ma era la capacità del vecchio cardinale di cogliere l'importanza delle nuove sfide della Chiesa di Roma.
Aldo Preda
Ex parlamentare
Ed ora con David Maria Turoldo:
Per favore, non rubatemi
la mia serenità.
E la gioia che nessun tempio
ti contiene,
o nessuna chiesa
t'incatena:
Cristo sparpagliato
per tutta la terra,
Dio vestito di umanità:
Cristo sei nell'ultimo di tutti
come nel più vero tabernacolo:
Cristo dei pubblicani,
delle osterie dei postriboli,
il tuo nome è colui
che-fiorisce-sotto-il-sole.
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