Edda Cattani

Newsletter n.22

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Newsletter n.22 del 23 Novembre 2014

 

TEMPO DI AUGURI!

Auguri a tutti coloro che, con tanta partecipazione ci seguono quotidianamente!

 

 

 

Dovrebbe essere un Natale diverso anche per le recenti parole di Papa Francesco:

".. Anche la Curia è esposta alle malattie. Prima fra tutte l'Alzheimer spirituale per chi ha perso la memoria nel Signore del Vangelo .."

 

E Padre Alberto Maggi scrive: A papa Francesco dedico queste righe scritte tempo fa in "Versetti pericolosi",  sembra il ritratto di ogni curia religiosa: "I pii mormorano. Il loro è un mugugno sommesso, ma continuo, il tipico rumore di fondo degli ambienti religiosi, dove non ci si affronta, ma ci si sfinisce con il pettegolezzo; non si litiga, ma ci si avvelena con le frecciate; non si alza la voce, ma si sibila; si agisce senza apparire e si interviene senza esporsi".

 

 

I miei auguri li faccio con la foto dei miei piccoli, per un Natale rivolto all’infanzia in questi tempi abusata e tormentata…

 

ALLA CULLA

Non voglio andar lontano col pensiero,
cercare le frontiere inesplorate,
con l’illusione di trovare il vero
fra le filosofie più ragionate…
ma voglio star vicino alla Tua culla,
per perdermi negli occhi Tuoi profondi,
Bambino che nemico sei del nulla
e sceso sei dai Tuoi lontani mondi.
Soltanto lì mi posso ritrovare,
se l’anima nel buio s’è smarrita,
solo con Te io posso camminare
lungo le impervie strade della vita.
Accanto alla Tua culla, mio Signore,
posso sentire il dolce Tuo vagito
e avere quella pace che, nel cuore…
mi sazia questa sete d’Infinito. ( Franco Callegaro)

 

 

 

 

Eppure la povertà è tanta…in un mondo che chiede “speranza e amore…allora:

 

.. buon natale, buon natale con la lettera minuscola ai bambini e alle bambine che hanno il coraggio di nascere a Gaza, a Peshawar, in Etiopia, in Sierra Leone, in Niger, nei barconi dei migranti, negli edifici occupati dalla dignità (lo sapevate? tre bambini sono nati in questi giorni nelle case occupate in quel di Bologna), nei campi Rom e Sinti, nei campi dei profughi di ogni terra, nelle carceri, nella 'ruvida paglia' della vita ferita .. buon natale .. buon natale ai bambini e alle bambine mai arrivati, mai partiti, mai pasciuti, mai patiti, mai partoriti, mai possibili, mai pianti .. buon natale .. buon natale ai bambini e alle bambine che hanno le mani sporche di lavoro, i volti segnati dal terrore, i piedi scalzi della povertà, il corpo straziato dalla mostruosità, gli occhi pieni di lacrime e mosche, i nasini moccolosi della solitudine e i capelli senza carezze e senza pensieri, perché non hanno né mamma né papà .. buon natale .. e buon natale ai bambini e alle bambine spensierati e felici, che vivono l'innocenza tra braccia amabili e cuori pensanti, che giocano e danzano la vita con il coraggio dell'incoscienza, che hanno desideri invincibili e sogni radiosi, che parlano agli angeli e sanno volare senza ali come gli innamorati .. e che fanno di uno scarto un gioco e di un dono una festa .. buon natale, bambini e bambine, e vi prego: 'obbedite solo alla felicità' .. (B.F.)

 

 

 

Ricordo che la nostra Associazione, come ONLUS devolverà il ricavato eccedente ai Bambini diabetici dell’Angola, assistiti da Suor Lucia, delle Suore Salesie, che verrà presto in Italia per ritirare le fiale di insulina che abbiamo raccolto.

 

 

Ed ora veniamo alla nostra A.C.S.S.S. che ha visto il proprio Convegno di Novembre seguito da una larga partecipazione, non solo del pubblico cittadino ma di adesioni provenienti da varie parti d’Italia. Abbiamo parlato di “benessere” e “salute” con esperti qualificati che ci hanno ripetuto quanto sia importante la nostra qualità di vita.

Dobbiamo combattere il dolore, la sofferenza… dobbiamo pensare che la vita è un dono e che coloro che sembrano averci abbandonato … non se ne sono andati mai… ma…

 

“Sono donne davvero speciali, le Mamme. Creature magiche che custodiscono il segreto della vita. Che sanno meravigliare tutti per le infinite energie che esprimono ogni giorno ed ancor più nei momenti difficili. Le mamme che ai loro figli fanno i regali più preziosi: la vita, il loro tempo, le loro energie ed il loro amore incondizionato . Le mamme sanno ascoltare, parlare e giocare con i loro figli. Le mamme ogni giorno vedono i figli crescere, ma per loro saranno sempre “i loro bambini”. Li vedono poi cresciuti e li guardano come fossero aquiloni colorati che volano leggeri in cielo. Che prima o poi si staccheranno, per volare liberi, seguendo le correnti del vento che li porteranno dove la vita li chiama. E le mamme, soddisfatte ed un po’ tristi, li vedranno che si allontanano tra le nuvole, sempre più liberi e lontani. E loro saranno malinconicamente felici. (Agostino Degas)”

 

In questi giorni ricordiamo Cinzia, Silvia, Rosa … hanno raggiunto gli amati Figli… un arrivederci nella magica atmosfera del Natale!

 

 

 

La bella esperienza congressuale si è ripetuta il 7 dicembre con la giornata sugli Angeli nostri amici, organizzata dalle care Debora e Sabrina che hanno voluto organizzare l’evento alla Casa del Fanciullo con la presenza di Anna Fermi, celebre studiosa angelologia. Voglio ricordare quanto trasmesso con le parole scritte dall’amica Paola Giovetti:

 

Dal Signore degli Elementi

Voi siete figli degli elementi, siete costruiti dagli elementi e ne fate parte. Il mondo e i vostri corpi sono stati creati perché possiate sperimentare la gioia del Creatore in tutte le sue manifestazioni. L‘uomo distrugge se stesso perché si sente separato … Non sapete che il vento è parte di voi, che il sole si dona a voi con ogni suo raggio ed è parte di voi? Non sapete che voi venite dall’acqua, che l’acqua vi unisce tutti e che voi non potreste vivere senza respirare l’aria? Come potete essere così ottusi da non sapere che tutta la Coscienza della Terra partecipa alla sofferenza del singolo? Che questa stessa Coscienza sa della gioia del singolo e ne partecipa? Questo principio dell’unità viene espresso e rappresentato ovunque. (Paola Giovetti, “Angeli”)

 

 

La nostra Associazione riprenderà a pieno ritmo i suoi incontri già a partire da Gennaio… un ritorno, finalmente in una sede adeguata e con la promozione di vari eventi e ospiti: Luisiana Furlanetto a febbraio, inizierà con un seminario che terrà il secondo sabato del mese di febbraio… poi avremo Franco Copes, Venera Siracusa e altre iniziative che voi avete sempre richiesto.

 

Ringrazio le mie collaboratrici preziose, coordinate dalla instancabile Giuliana Vial che anche nell’ultimo nostro Convegno annuale tenutosi a Padova, mi ha sostituito con la sua presenza competente e rasserenante. Infatti, per me, che da anni ne supporto la fatica è stata una passeggiata… Il mio GRAZIE a tutti!!!

 

 

 

 

Questo ultimo mese poi è stato allietato ed ha risentito del mio viaggio nella Via dei Presepi e fra le bellezze della città di Napoli.

 

LA FORZA DEL PRESEPE – Natale è la festa della vita e della luce, ma non va celebrato in maniera sdolcinata né tantomeno consumista. In questa ricorrenza si manifesta l'annuncio più radicale del cristianesimo: Dio si fa carne, creatura, bambino, per salvare l'umanità tutta dal peccato. E di fronte a tale verità – scrive Jorge Mario Bergoglio – «non possiamo restare inamidati o rigidi». Bisogna destarsi da ogni torpore per cercare insieme, come comunità, la gloria di Dio. Ammirare il Bambino accompagnati dalle parole di papa Francesco significa riscoprire alcune parole antiche ma sempre nuove, valori che costituiscono l'ossatura della fede cristiana secondo la spiritualità ignaziana: silenzio, carità, fortezza, martirio… Dimensioni che possono impreziosire il tempo che ci porta ad incontrare il Bambino di Betlemme nutriti dalla fede di un'Attesa: «Il Signore è vicino. Il Signore verrà. Il Signore è buono e starà fra noi». Queste meditazioni di Bergoglio ci fanno cogliere lo spirito del Natale in un'accezione nuova, con la richiesta di un coraggio rinnovato e di una fede adulta. «Nel contemplare il presepe la grazia che ci verrà donata sarà la voglia di essere buoni» J.M. Bergoglio – Francesco

 

 

 E’ stato ritornare all’infanzia, il RITROVARE una realtà unica nel suo genere ed estremamente affine al mio sentire. I vari incontri privati con le Madri della terra dei Veleni, con le Mamme di Sorrento e con il Gruppo dell’Associazione Solange Valente, mi hanno letteralmente riempito il cuore di commozione e rinnovato la Speranza nella condivisione che, da un grande dolore, si può risalire ad un cammino di Fede autentica.

 

 

Da ultimo voglio rinnovarvi gli auguri con i più diseredati… .. buon natale ..
.. " i poveri li avrete sempre con voi", così ha detto chi è nato duemila anni fa .. allora lasciamo fuori dal nostro cuore i sentimenti rituali dell'essere buoni solo a natale: non si può essere buoni per obbligo, né per convenzione né perché il calendario del consumismo e dell'apparenza vuole così .. inganneremmo noi stessi, i nostri pensieri e la dignità di chi ha fame, di chi è senza lavoro, di chi è senza casa o senza speranza .. e ci accorgeremmo che a…nche noi siamo poveri pur essendo pieni di cose e di case .. e soprattutto capiremmo, in verità, che 'la vita è un tempo piccolo piccolo affidato alla nostra libertà per imparare ad amare' .. allora il nostro tempo sia un quotidiano natale, che morda la coscienza di chi non vuole lottare, sognare e amare .. così, tutti potremo dire: buon natale .. e scoprire che il tempo, che chiamiamo 'natale', è amico delle donne e degli uomini liberi, che vogliono lottare, sognare, amare .. (V.L.)

 

 

Ed ora non ultimo… un grande abbraccio ad una grande donna appena mancata:

 

 

CIAO VIRNA!
Non piangere quando non ci sarò più, io ci sarò ancora, vivrò nella tua memoria con i bei ricordi: vedrai gli alberi, l'orto, il giardino e ti verranno in mente tutti i bei momenti passati insieme.
La stessa cosa ti succederà se ti siederai sulla mia poltrona, o quando farai la torta che ti ho insegnato a fare oggi, e mi vedrai davanti a te con il naso sporco di cioccolato…e sorriderai.
Susanna Tamaro, Va' dove ti porta il cuore

 

 

 

Buone Feste cari amici…che sia un Natale di gioia, di salute, di pace e di serenità! …e che il Nuovo Anno inizi con la nostra ansia di rinnovamento!

 

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Tempo di famiglia

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Quello che pesa di più di tante cose è la mancanza di amore. Pesa non ricevere un sorriso, non essere accolti. Pesano certi silenzi, in famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli. Senza amore la fatica diventa più pesante, intollerabile.

Le tre parole magiche. Permesso: per non essere invadente nella vita dei coniugi. Permesso, ma cosa ti sembra? Permesso, mi permetto. Grazie: ringraziare il coniuge; grazie per quello che hai fatto per me, grazie di questo. Quella bellezza di rendere grazie! E siccome tutti noi sbagliamo, quell’altra parola che è un po’ difficile a dirla, ma bisogna dirla: scusa. Permesso, grazie e scusa.

E il segreto è che l’amore è più forte del momento nel quale si litiga e per questo io consiglio agli sposi sempre: non finire la giornata nella quale avete litigato senza fare la pace. Sempre!  (Papa Francesco)

 

Si è aperto oggi in Vaticano il Sinodo dei vescovi, un’assemblea rappresentativa di cardinali e vescovi della chiesa cattolica presieduta dal Papa (è in pratica un organo “consultivo” di cui dispone il Papa). È stato convocato in maniera “straordinaria” da Papa Francesco nell’ottobre del 2013 e avrà come titolo ”Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” (un altro Sinodo “ordinario” che tratterà lo stesso tema è previsto per il 2016). Si concluderà fra due settimane, il 19 ottobre. L’assemblea si occuperà di temi molto delicati per la chiesa, che negli ultimi anni sono stati oggetto di discussione: fra le altre cose, come spiega il documento preparatorio diffuso dalla segreteria del Sinodo, si parlerà del trattamento riservato all’interno della chiesa ai credenti divorziati, dell’atteggiamento da tenere nei confronti delle coppie omosessuali e in generale del rapporto fra chiesa e società sui concetti di famiglia e sessualità. Sarà integrato nella discussione anche un documento contenente le risposte a un “questionario” relativo ai temi del Sinodo inviato nel novembre del 2013 a tutte le parrocchie del mondo.

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Newsletter n.21

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Newsletter n.21 del 3 Novembre 2014

 "Non siate mai uomini e donne tristi!". Con questa esortazione papa Francesco si rivolgeva alla folla dei fedeli accorsi in piazza San Pietro a pochi giorni dalla fine del Conclave. E continuava: "La gioia dei cristiani non nasce dal possedere tante cose, ma dall'aver incontrato una Persona, Gesù, e dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche quando il cammino della vita si scontra con ostacoli che sembrano insormontabili".

 

 

 


 

Gentili amici del nostro sito, come avrete letto nelle precedenti, la nostra Associazione, divenuta ONLUS organizza il Convegno annuale 2014, nella sede prestigiosa dell’Auditorium Altinate “San Gaetano” di Via Altinate a Padova. E’ per noi un onore poter presentare un programma di alto spessore culturale improntato sulla ricerca del benessere interiore e della salute fisica. Ci presentiamo così per la prima volta non solo ai cittadini ma a tutti coloro che avranno la disponibilità di volerci raggiungere per una giornata da trascorrere in modo piacevole e in armonia. Questa news è rivolta a tutti gli iscritti del nostro sito e che consideriamo abbiano anche alle finalità della nostra Associazione.

 

 

 



 

A.C.S.S.S.

ASSOCIAZIONE CULTURALE STUDI SULLA SOPRAVVIVENZA – ONLUS – PADOVA

FEDE E SCIENZA

Convegno annuale

 

Sabato   15 NOVEMBRE 2014

 

c/o  Auditorium Centro Culturale Altinate  “San Gaetano"

Via Altinate – PADOVA


“Conoscerete la Verità ed essa


vi renderà liberi”. (Gv. 8:32)

 

PROGRAMMA : Padova 2014 programma    CLICK!!!


 

 

Gentili Ospiti, vi presentiamo un’ iniziativa, di grande spessore, non solo per far riconoscere  la nostra Associazione ONLUS, che opera nel territorio da oltre un ventennio, ma riferire linee di condotta che possono dare sollievo alla sofferenza e anche proporre diverse riflessioni per migliorare la nostra esistenza.

 

PROGRAMMA

Ore 09.00  – Saluti di apertura e presentazione  da parte di Edda Cattani e Giuliana Vial (Responsabili dell’A.C.S.S.S.)

09.15 Dott.ssa EDDA CATTANI

“Il coraggio di credere”

 Psicologa e pedagogista, si occupa di portare messaggi di armonia e di curare l’elaborazione del lutto c/o Associazioni che raggiunge in varie città d’Italia.

09.45 Dott. CLAUDIO PAGLIARA

 “La via della guarigione”

 Medico, oncologo fornisce indicazioni  come curare la mente e il corpo, l’ambiente e l’uomo e lo spirito per il mondo.

10.45 Dott.ssa FULVIA CARIGLIA

“L’affascinante percorso dell’esperienza di premorte”.

Fulvia Bianchi Cariglia, laureata in sociologia, giornalista e psicologa, si occupa da molti anni di ricerca sugli stati modificati di coscienza.

 Pausa Caffè

11.45 ROUL MICELI

 “La legge di attrazione: Cambia la tua vita!”

 La Metafisica fu fondata dal M.o Saint Germain e dai Grandi Maestri della Gerarchia Spirituale per diffondere l’Insegnamento della Nuova Era. L'Arte di Essere Felice

Ore 13.00 Pausa pranzo

14.30 Prof. ROMEO FRIGIOLA

 “L’esperienza del dolore: il lamento dell’uomo e il silenzio di Dio.”

 Insegnante, studioso, ricercatore ha partecipato a varie iniziative riguardanti la analisi nel mondo dello spirito. Ultimamente ha indirizzato i suoi studi sulle apparizioni mariane.

15.15 Dott.FRANCESCO OLIVIERO

“Ben-Essere e Autoguarigione”

 Medico, specialista in psichiatria e in pneumologia, si occupa da 20 anni di medicina non convenzionale arricchita dall’esperienza delle antiche tradizioni orientali e occidentali.

 Pausa Caffè

16.30 Dott. ENRICO FACCO

 “Ipnosi in terapia: fra scienza e pregiudizio”

 Specialista in Neurologia ed esperto di terapia del dolore, agopuntura e ipnosi clinica e ha condotto numerose ricerche sul coma, sullo stato vegetativo persistente, sulla morte cerebrale. È autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche nonché relatore di numerosi congressi scientifici in Italia e all'estero.

 

Come sempre, anche in questa occasione non mancheranno gli interventi e l’interazione col pubblico.

 18.00 Chiusura dei lavori

 

Si conferma che l’accettazione delle iscrizioni saranno possibili fino all’esaurimento dei posti disponibili.

 

Per spese organizzative e relatori la partecipazione è di 25 Euro pro-capite.

Per info: Giuliana Vial 049 9925152 – Cell. 338 8232091

La prenotazione per iscrizione si effettua telefonando: Chiara Argenti – 049/718110 cell. 339 6203964.

Qualsiasi ogni nostro eccedente provento, sarà devoluto in opere di beneficenza, in favore dei bambini in difficoltà.

 

 

Raggiungere la città di Padova, prestigiosa per arte e storia e per la devozione a Sant’Antonio, può rappresentare un’esperienza piacevole per la mente e lo spirito. Dalla stazione si raggiunge facilmente la piazza della Basilica in cui vi è un ottimo albergo “Casa del Pellegrino”a costo economico. Da questo l’Auditorium “San Gaetano” si trova a pochi passi a piedi.  

 

L'ETERNO RIPOSO? NO, GRAZIE!
"Chissà perché quando qualcuno muore gli si augura l’eterno riposo, come se si trattasse di una condanna all’ergastolo. Io penso invece che chi muore continua a essere parte attiva dell’azione creatrice del Padre".

La morte non conduce a un eterno riposo inteso nel senso di un divino ozio per tutta l’eternità, ma all’attiva e vivificante collaborazione con l’azione del Creatore. In quest’azione creatrice l’amore che il defunto aveva verso i suoi cari non viene affievolito, ma arricchito dalla stessa potenza d’amore del Padre. La morte non allenta i rapporti umani ma li potenzia.

(Padre A.Maggi)

 

 

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Da Cattolica con amore

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PASSI NUOVI VERSO LA FEDE.

 

 

Da “Angela de Francesco” su FB
Fare il punto su un Convegno come questo di Cattolica, di così ampio spessore culturale, ben organizzato, che ha dato spazio anche a testimonianze ed emozioni, non è facile; tuttavia, oltre al desiderio di ringraziare la instancabile Edda Cattani che nonostante la sua dichiarata stanchezza, continua a spendersi in prima persona per offrirci un' occasione di crescita spirituale, sento il desiderio di condividere una riflessione sorta in me qualche g…iorno prima di partire, relativa al tema specifico di questo 28° convegno: PASSI "NUOVI" VERSO LA FEDE.
Sinceramente mi chiedevo quali potessero essere questi "nuovi" passi: la nostra fede ha radici antiche, il percorso verso di essa è già stato indicato in tanti modi, dobbiamo solo incamminarci e muovere noi stessi i nostri passi, pensavo; quale "novità" può ancora essere suggerita?
E invece mi sbagliavo: da quel palco sono stati mostrati tanti percorsi, i più svariati, per giungere alla stessa meta: la Fede, sono sicura che ognuno avrà trovato quello che più si adatta al proprio vissuto, alla propria sensibilità; dalle apparizioni Mariane, alla fisica quantistica, alle Costellazioni familiari, alla metafonia etc…tutti ponti verso l'Aldilà, verso il Regno di Dio, verso l'Infinito.
Per me in particolare è stata una grande scoperta, quindi una novità, aver capito finalmente il senso profondo delle Costellazioni familiari: non le conoscevo, e molto superficialmente mi sono solo soffermata sul fatto che sono "rappresentazioni" e come tali, ripeto ignorantemente, le avevo percepite come "finzioni" e non avevo mai approfondito; ieri, con la gradevolissima presentazione del prof.Raffaele Cavaliere, ho capito che anche le Costellazioni familiari sono veramente un ponte verso l'Aldilà, che anche in queste "rappresentazioni" c'è il Dito di Dio che ci offre il Suo aiuto verso la guarigione spirituale.
Naturalmente l'argomento richiede di essere approfondito, cosa che intendo fare con il libro acquistato appunto al Convegno. Sono sicura che mi aiuterà a fare un "passo nuovo" verso la Fede.
Con questo spirito ringrazio Edda Cattani e tutto il Movimento della Speranza, per avermi offerto un nuovo motivo per sperare.

Da Barbara Amadori su FB

 

Vorrei esprimere la mia profonda gratitudine a tutti coloro che hanno partecipato al Convegno del Movimento della Speranza a Cattolica, alla serata dimostrativa, ai colloqui individuali, alle conferenze. Ringrazio sentitamente e con molto affetto Edda Cattani che ha avuto totale fiducia nella sottoscritta, e che mi ha permesso con amore di portare la testimonianza della continuità della Vita, baluardo della mia esistenza. Un grazie intenso a Marco Luzzatto metavisione, e a Riccardo Di Napoli. Ma soprattutto il mio più grande GRAZIE va al Mondo Spirituale, ai miei e vostri Cari che mai si stancano di testimoniarci ed indicarci la Via dell'Amore Divino. Un forte abbraccio Barbara

Edda CattaniDa Cattolica con amore
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Scintille di fine estate

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In questo periodo estivo abbiamo fatto una pausa con la pubblicazione degli articoli del sito, ma non sono cessate le indicazioni, storie, liriche nella bacheca di facebook. Riprendendo il nostro scrivere vogliamo ricordare alcuni brani interessanti.

"C'è una prudenza superiore che di solito va sotto questo nome. L'una è la prudenza dell'aquila, l'altra della talpa. La prima consiste nel seguire coraggiosamente il proprio carattere, accettando impassibili gli inconvenienti e le disgrazie che ne possono derivare." 
(Chamfort) 
Andrea era del corpo delle aquile… E anch'io debbo farne parte…debbo andare avanti con tenacia e coraggio per raggiungere le alte vette…pur se mi sento debole e stanca per giungere fino a te figlio mio!

Ancora per te : La speranza quale elemento tematico luminoso e nostalgico.

E’ la “speranza” una creatura alata
che si annida nell’anima –
e canta melodie senza parole-
senza smettere mai-
E la senti dolcissima nel vento-
e ben aspra dev’essere la tempesta
che valga a spaventare il tenue uccello
che tanti riscaldò-
Nella landa più gelida l’ho udita-
sui più remoti mari-
ma nemmeno all’estremo del bisogno
ha voluto una briciola – da me.
E.Dickinson





Ti avevo chiesto di aspettar l'Assunta prima di andartene e di lasciarmi salutare il mare… Ed hai atteso …ALL'ULTIMA SERA, Turoldo…" E quando gli altri neppure sapranno / più che tu esisti/ allora io sarò ad aspettarti./ Quando nessuno / più ti porterà un fiore / che non sia di pietà,/ e gioia nessuna / altri penserà di raccogliere / dalle tue mani vuote,/ allora siederemo a tavola insieme / e divideremo quel nulla / che ci sarà d'avanzo."

  

 

 

 

 

 Sulle strade del mio vivere

Non è stato sempre facile

Ma dal dolore s'impara un po' di più

 

Quando il tempo no n è docile

Quando tutto sembra immobile

Io non mi fermo, io non mi butto giù

 

Domani è un altro giorno

E il mondo

Avrà un respiro che si avvolgerà su me

Poi mi chiedo, e credo

Che il cambiamento sia la fonte della mia energia

 

Il mio contrario mi aiuta a crescere

A capire che si può perdere

Ma l'importante è non darsi vinti mai

 

E così se cado mi rialzo sempre

E rimango qui

Contro le mie ombre

 

Poi mi chiedo, e credo

Che il cambiamento sia la fonte della mia energia

Che il cambiamento dia un senso a questa vita mia

 

…e m'illudo che tutto possa ricominciare…così com'era ….prima….

 



Questa la dedico a te Mentore, uomo di pace: Coltivo una rosa bianca
In luglio come in gennaio
Per l’amico sincero
Che mi dà la sua mano franca
Per chi mi vuol male e mi stanca
Questo cuore con cui vivo
Cardi nè ortiche coltivo
Coltivo una rosa bianca.
Una stupenda poesia di pace e di amicizia del più grande poeta cubano, José Martí, è diventata una delle canzoni di Sergio Endrigo più giustamente note nel mondo.

 

 

 

 

Edda CattaniScintille di fine estate
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E’ sempre tempo per ricominciare

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E' sempre il tempo per ricominciare ….

 

Se sei stanco e la strada ti sembra lunga,
se ti accorgi che hai sbagliato strada,
Non lasciarti portare dai giorni e dai tempi, Ricomincia.

Se la vita ti sembra troppo assurda,
Se sei deluso da troppe cose e da troppe persone
Non cercare di capire il perché, Ricomincia.

Se hai provato ad amare ed essere utile,
Se hai conosciuto la povertà dei tuoi limiti,
Non lasciar là un impegno assolto a metà, Ricomincia.

Se gli altri ti guardano con rimprovero,
Se sono delusi di te, irritati,
Non ribellarti, non domandar loro nulla, Ricomincia.

Perché l'albero germoglia di nuovo dimenticando l'inverno,
Il ramo fiorisce senza domandare perché,
E l'uccello fa il suo nido senza pensare all'autunno,
Perché la vita è speranza e sempre ricomincia…

Anonimo

 

 

Li pubblico per chi, come me, deve sempre ricominciare… quando non riesco a trovare la forza del gioire cristiano… In questi giorni quanto dolore nelle pagine di FB… dolori delle madri, ma anche dei papà che piangono una vita spezzata. Sentiamo il papà di Lene con quali termini strazianti parla della figlia adorata:

  

 
La fine dell'innocenza   … ricordi quando i giorni erano lunghi e piacevoli ai bordi del nostro mare? il tempo era blu e nuvole non correvano, mamma e papà sarebbero stati felici per sempre in questa favola d'amore poi il sole volò via e la fine della mia innocenza arrivò. e questa favola ci ha avvelenati come in una storia senza principe azzurro mentre il Dottore spiegava pacato le ragioni per cui tu eri volata via, e papà si sentiva a pezzi come un ramo secco ai bordi di un sentiero, era la fine dell'innocenza. Era bellissimo quando su questa terra ci amavamo come bambini su altalene piene di fiori, i cieli erano il nostro limite.. ora quei cieli ci minacciano con nuvole di pioggia e la fine del nostro sogno è arrivato senza scorte e senza avvisi. Ho pregato e pregammo nelle chiese perchè il mondo ti desse una possibilità ma le preghiere mute son salite in un cielo senza stelle a cercare di scaldare i nostri vuoti esistenziali. cosi papà ha smesso di sognare, queste nuvole non sono state soffiate via dal libeccio. l'innocenza degli amori e dei desideri si è fermata. gli odori della primavera non portano nuove gioie e neanche nuovi sogni restiamo qui a guardarci io e la mamma come se il mondo fosse una scatola di immensa assenza tutta nera nera i nostri occhi tornano ai tuoi sorrisi, ma l'eco si è spento assorbito dai rumori della terra caduta sulla tua tomba cosa mai puo restarci tra le mani chiuse per la rabbia? neanche l'acqua puo lavare via il dolore niente e nulla ha più sapori; vento e sole pioggia e freddo indifferenti scivolano sui nostri corpi immersi in una distanza insormontabile e così io e tua mamma ci guardiamo ed abbiamo occhi solo per i tuoi sorrisi che oramai non ci sono più Quanto lunga sarà questa strada e quanti viaggi ancora a venire in un mondo dove tutta l'allegria è scivolata via perchè questa, la tua gioia i tuoi sorrisi, i tuoi capelli le tue guance e le manine piccole e rotonde questa era la mia innocenza.. con te potevo credere nel mondo, con te potevo credere all'amore ed ora dopo che tutto il nostro meglio si è dissipato tra le nebbie di un mattino di pasqua su un lago verde cristallo.. ora dopo che gli occhi di tua madre si sono velati di gentili rughe di tristezza e capelli non volano piu sui suoi occhi azzurri come i tuoi ora che il lago ha ingoiato i mie ultimi sogni, ora seduto ai bordi di un'alba lontana come mille universi ora mi accorgo che con te ho perso anche tutta la mia innocenza.

 

 

 

 

 

E’ proprio quest’evidente consapevolezza che apre il mio passo alla speranza, che dà forza al mio braccio quando afferro e tengo stretta la mano degli amici nell’affrontare insieme le difficoltà dell’andare. E’ questa notte oscura che mi dà la gioia di voler procedere più spedito verso la Casa del Padre, seguendo lo Spirito del Buon Pastore, sapendo che il Regno é già tra noi. Qui e lì, dove ci attendono i nostri sogni più profondi e più veri, la nostra essenza finalmente ritrovata." (P.V.)

A questo era allegato il seguente testo di cui, richiamandone la lettura attenta, prendo lo stralcio che apre il mio cuore ad una nuova meditazione:

 GAUDETE IN DOMINO

 ESORTAZIONE APOSTOLICA
DI SUA SANTITÀ
PAOLO VI

…… La risurrezione di Gesù è il sigillo posto dal Padre sul valore del sacrificio del suo Figlio; è la prova della fedeltà del Padre, secondo il voto formulato da Gesù prima di entrare nella sua passione: «Padre, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te» (37). D'ora innanzi, Gesù è per sempre vivente nella gloria del Padre, ed è per questo che i discepoli furono stabiliti in una gioia inestinguibile nel vedere il Signore, la sera di Pasqua.
Ne deriva che, quaggiù, la gioia del Regno portato a compimento non può scaturire che dalla celebrazione congiunta della morte e della risurrezione del Signore. È il paradosso della condizione cristiana, che illumina singolarmente quello della condizione umana: né la prova né la sofferenza sono eliminate da questo mondo, ma esse acquistano un significato nuovo nella certezza di partecipare alla redenzione operata dal Signore, e di condividere la sua gloria. Per questo il cristiano, sottoposto alle difficoltà dell'esistenza comune, non è tuttavia ridotto a cercare la sua strada come a tastoni, né a vedere nella morte la fine delle proprie speranze. Come lo annunciava il profeta: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia» (38). L'Exultet pasquale canta un mistero realizzato al di là delle speranze profetiche: nell'annuncio gioioso della risurrezione, la pena stessa dell'uomo si trova trasfigurata, mentre la pienezza della gioia sgorga dalla vittoria del Crocifisso, dal suo Cuore trafitto, dal suo Corpo glorificato, e rischiara le tenebre delle anime: Et nox illuminatio mea in deliciis meis (39).
La gioia pasquale non è solamente quella di una trasfigurazione possibile: essa è quella della nuova Presenza del Cristo Risorto, che largisce ai suoi lo Spirito Santo, affinché esso rimanga con loro. In tal modo lo Spirito Paraclito è donato alla Chiesa come principio inesauribile della sua gioia di sposa del Cristo glorificato. Egli richiama alla sua memoria, mediante il ministero di grazia e di verità esercitato dai successori degli Apostoli, l'insegnamento stesso del Signore. Egli suscita in essa la vita divina e l'apostolato, E il cristiano sa che questo Spirito non sarà mai spento nel corso della storia. La sorgente di speranza manifestata nella Pentecoste non si esaurirà.
Lo Spirito che procede dal Padre e dal Figlio, dei quali egli è il reciproco amore vivente, è dunque comunicato d'ora innanzi al Popolo della nuova Alleanza, e ad ogni anima disponibile alla sua azione intima. Egli fa di noi la sua abitazione: dulcis hospes animae (40). Insieme con lui, il cuore dell'uomo è abitato dal Padre e dal Figlio (41). Lo Spirito Santo suscita in esso una preghiera filiale, che sgorga dal più profondo dell'anima e si esprime nella lode, nel ringraziamento, nella riparazione e nella supplica, Allora noi possiamo gustare la gioia propriamente spirituale, che è un frutto dello Spirito Santo (42): essa consiste nel fatto che lo spirito umano trova riposo e un'intima soddisfazione nel possesso di Dio Trinità, conosciuto mediante la fede e amato con la carità che viene da lui. Una tale gioia caratterizza, a partire di qui, tutte le virtù cristiane. Le umili gioie umane, che sono nella nostra vita come i semi di una realtà più alta, vengono trasfigurate. Questa gioia, quaggiù, includerà sempre in qualche misura la dolorosa prova della donna nel parto, e un certo abbandono apparente, simile a quello dell'orfano: pianti e lamenti, mentre il mondo ostenterà una soddisfazione maligna. Ma la tristezza dei discepoli, che è secondo Dio e non secondo il mondo, sarà prontamente mutata in una gioia spirituale, che nessuno potrà loro togliere
(43).
Tale è la legge fondamentale dell'esistenza cristiana, e massimamente della vita apostolica. Questa, poiché è animata da un amore urgente del Signore e dei fratelli, si manifesta necessariamente sotto il segno del sacrificio pasquale, e per amore va incontro alla morte, e attraverso la morte alla vita e all'amore. Donde la condizione del cristiano, e in primo luogo dell'apostolo, che deve diventare il «modello del gregge» (44) e associarsi liberamente alla passione del Redentore.

 

 

 

 

 

Edda CattaniE’ sempre tempo per ricominciare
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“Vi do un dono di Dio”

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"Vi do un dono di Dio!"

            

 

   Andrea si è manifestato dicendo: “Vi do un dono di Dio” e come dono abbiamo vissuto la nostra esperienza di comunicazione, unitamente a tutti quei piccoli indizi che ci hanno dato conferma della sopravvivenza, dopo la vita terrena.

         Ho posato il capo sulla pietra nuda della cappella dove abbiamo composto le splendide spoglie del nostro adorato figlio Andrea ed ho avvertito che emanava un debole vapore. Ho azzardato una carezza ed un alito di vento mi ha accarezzato il volto, i capelli. Ho pensato: “Mancava questo soffio! Dio è qui!” Sulla mensola a fianco ho posto un cero, simbolo del  fuoco e sul ritratto ho appeso una colombina bianca.

 

         La mia Fede nei doni dello Spirito, questo gigante invisibile che tutto sostiene, questo architetto che progetta e crea, è una Fede poverella ma che tutto attende, perché tanto mi ha sostenuto e mi ha dato la certezza che tutto riconduce  a Lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

          Dono dello Spirito, dunque. Non gradisco mi si dica che sono un soggetto “dotato” o che si parli di medianità. “Medium” dicono gli studiosi, è il soggetto che fa da tramite tra la dimensione terrena e quella spirituale, tra l’aldiqua e l’aldilà e che produce fenomenologie psichiche. Notiamo “produce”. Con tutto il rispetto per questi soggetti “dotati” alcuni dei quali si prodigano per lenire cuori straziati, come madre non desidero che gli incontri con mio figlio, quei momenti di adorabili amplessi fra il cielo e la terra, siano pasticciati da illazioni spiritistiche.

         Vivo nel silenzio, in devoto, fiducioso ascolto quanto lo Spirito vuole ispirarmi, nella consapevolezza che mentre arranco, cado, mi riprendo, Andrea di là mi sostiene nella quotidiana fatica e mi indica la via da seguire.

         Solo un grande dono poteva  riuscire a colmare il vuoto ed un grande dono ha pervaso la mia debolezza, la mia disperazione. Dio mi ha visto povera fra i poveri ed ha avuto pietà di me, inviandomi, come una nuova Pentecoste il carisma dell’ascolto e dell’autentica partecipazione alla Comunione dei Santi.

         I Santi non sono quelli con l’aureola, ma tutti i vivi in Cristo Signore, come è vivo il mio Andrea e tutti i “Ragazzi” che si definiscono “di Luce”, i nostri cari Figli che ci hanno preceduto e ci preparano il cammino verso la terra del Padre.

         Lo so che questi figli ci mancano, che mio Figlio mi manca…tanto! Sarei tentata di dire che mi è stato rubato nella stagione più bella della vita e che aveva diritto di vivere. ma so anche che non possono essersene andati per un tragico gioco, per un nonnulla, per lasciarci sole in questa palude in cui sembriamo imputridire.

         “Orfane dei figli” ci definisce Mario Mancigotti e i nostri figli, come Roland, come Andrea, lo sappiamo, ci guidano e ci tengono per mano come bambini, come noi abbiamo fatto con loro fin dalla nascita terrena.

         Le madri della speranza, checché ne dicano o ne scrivano  hanno superato l'atteggiamento di un amore egoistico, fine a se stesso, per divenire apostoli di un amore universale rivolto ai sofferenti, agli umili, per vivere l'esistenza come un cammino verso la terra del Padre, in un inesauribile dono di se stesse.

         La “speranza” non è un termine da manuale, fatto per dare prestigio all’immagine del nostro Movimento; la Speranza, come indica S.Paolo ai Corinzi,  è uno dei doni più grandi dello Spirito. Essa ha un ruolo fondamentale nella vita e si colloca al livello soprannaturale delle virtù derivate dalla grazia; è offerta ad ogni uomo che non è ancora giunto alla visione. Pensiamoci bene: i nostri Figli non hanno bisogno di questo dono. Non debbono più sperare in ciò che hanno già, che già vedono, di cui già godono.

         Per noi, la speranza è un dono che, in un certo modo, ci fa “passare al di là del velo” come dice la lettera agli Ebrei.

 

Lo Spirito soffia dove e quando vuole!

 

         In questo giorno, a Lui dedicato dalla chiesa tutta, lo Spirito Santo non ha bisogno della mia campagna pubblicitaria ed  io vorrei parlarne senza annoiare, né limitarmi a gargarizzare parole. Unica condizione è quella che insieme proviamo a srotolare la vela della buona volontà per avere la costanza e la gioia di scattare in avanti e prendere al volo il soffio dello spirito per non essere anime “sotto spirito”.

         Lo Spirito si manifesta come “vento che si abbatte gagliardo” sta scritto negli atti degli Apostoli. La risposta è nel vento, disse Papa Giovanni Paolo II, parlando dell’approssimarsi della fine del Millennio e riflettendo sul rinnovamento del cristiano.

         Immagine indovinatissima quella del vento. Cosa c’è di più libero e impalpabile? Lo senti, ma non sai da dove viene e dove va. Agisce come e quando vuole: tutti possiamo diventare protagonisti della storia. Buttiamo via la veste dell’egoismo, del pianto inutile, della mestizia. C’è tanto bisogno di anime forgiate dallo Spirito, nella carità, nella disponibilità, nell’aiuto fraterno.

         Lo Spirito è Fuoco, come sta scritto negli Atti: “Videro lingue come di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro”. Lo Spirito è dunque Luce. Nella Luce dicono di essere i nostri amati Figli. Essi sono illuminati dal dono della Scienza, dell’intelletto, hanno superato la barriera dell’invisibile per vivere nell’avventura appassionante dell’amore eterno. Dice S.Paolo ai Romani “ Se lo Spirito di colui che ha resuscitato Gesù dai morti abita in voi, darà vita anche ai vostri corpi mortali”

         Terza immagine dello Spirito Santo è la colomba che fin dalle prime righe della Bibbia si legge che “aleggiava sulle acque. E, ancora, con il ramoscello d’ulivo dopo il diluvio universale. La colomba è simbolo di pace. Uno dei primi messaggi di Andrea diceva “Sono partito per una missione di pace”

         Una “missione”… dopo qualche perplessità giungo ad una conclusione: chi può proibirmi di pensare che  "mio figlio", questi figli di Luce, questi ragazzi che si definiscono Nuovi Angeli, non abbiano importanti compiti e vere e proprie missioni da compiere?

         Se faccio un bilancio di questa lunga mia vita che ho trascorso cercandolo in ogni volto che incontravo, ho visto tanta giovani, strumentalizzati dai mass media per la loro bellezza e la loro forza fisica. Li ho visti ridicolizzati, spogliati, spettinati, con i capelli tinti, rapati a zero scambiarsi epiteti scurrili in un’ebbrezza collettiva e pianificata dalla quale è fatto divieto di uscire.

         Mi sono detta che forse mio Figlio vede e guarda questa povera gioventù, sfruttata a fini pubblicitari, catturata dal consumismo, frastornata dal rumore e dai fumi delle discoteche. Sono certa che è ancora vicino ai suoi amici, comprende i loro problemi e le loro angosce… aveva tanti amici ed era con loro solidale e disponibile e, come ha sempre fatto, vuole e può ancora aiutarli. Ed io, allora, perché non dovrei essere anche adesso al suo fianco, con la mia opera di educatrice, aiutandolo nei suoi impegni, come facevo quando gli spiegavo le lezioni… Lui, ora, vede più in là di me e  può comunicarmi quello che può essere  il mio compito quotidiano.

         Questa non è una pia illusione, o una induzione parapsicologica.

         La posta è molto più alta!

         “A ciascuno è dato un dono dello spirito”, dice S.Paolo ed io ritengo che tutto sia dono. Il tempo, il dolore e le difficoltà. Non è un merito avere la bellezza fisica o possedere ricchezze. Non è un merito avere questa forza, questa certezza che nulla è andato perduto, che la vita non si spezza che la comunicazione continua “al di là del velo”.

         Questo è un dono  ricevuto, come è un dono la vita che ci è data ogni giorno e che va accettata. Il percorso dell’esistenza umana è programmato da Dio con tappe e soste, a noi non sempre chiare, ma tutte ugualmente importanti. E’ dovere di ciascuno “celebrarsi”, cioè vivere con forza il mistero  di ogni giorno. Guai se mancassimo all’impegno! Ho pensato fin dall’inizio della nostra vicenda che non volevo perdermi per non perdere Dio e mio Figlio in Lui.

         Nel prefazio sesto delle Domeniche del tempo ordinario, la liturgia dà una sublime risposta alla domanda che il poeta Giacomo Leopardi pone alla luna: “Dimmi ove tende questo vagar mio breve?”. Cioè, che senso ha la mia vita e quindi il mio attendere. sperare, patire e morire?

         “Ogni giorno, dice il testo liturgico, del nostro pellegrinaggio sulla terra è un dono sempre nuovo, o Signore, del tuo amore per noi, è un pegno della vita immortale, poiché possediamo fin da ora le primizie del tuo spirito e viviamo nell’attesa che si compia la beata speranza nella Pasqua eterna del Tuo Regno!”

         A questo richiamo si aggiungono i messaggi che dall’alto, istruiti dai loro maestri ci  inviano i nostri Ragazzi, a loro volta istruiti dallo spirito.

         Questa solidarietà tra gli uomini della carne e uomini dello spirito è la vera interpretazione della Comunione dei Santi.

         Convinciamoci che i messaggeri che provengono dall’oltre, da una dimensione invisibile nella quale spaziano liberi di amare, ammirare, aiutare, comunicare come veri e propri ripetitori, ricevono direttamente da Dio la loro missione.

         Ed in Dio, con i nostri cari, ci sono schiere di Santi, di pensatori, di mistici, di profeti, di apostoli. come Padre Pio e Madre Teresa e infine il nostro amato Papa Giovanni Paolo II°.

         In questi tempi si è aggiunta a loro una schiera sempre più vasta di giovani perché dal cielo comunichino all’umanità ciò che essa non vuole e non ha saputo ancora riconoscere.

         Scrive Jean Prieur: “I messaggi, come quelli di Roland, raggi emanati dal Cuore divino, sono uno dei mezzi utilizzati dal Signore per dar corpo all’amore che nutre per noi, per accrescere la conoscenza e per restituire alla terra il suo ruolo originale di Paradiso.”

 

 

 

 

 

 

 

 

“AU DIAPASON DU CIEL:

LO SPIRITO SOFFIA DOVE E QUANDO VUOLE.”

 

 

“Mamma, ti ho messo in sintonia col diapason del Cielo”.

 

         Negli anni quaranta una piccola donna, Marcelle de Jouvenel, appartenente alla cerchia dei più illustri talenti della Belle Époque parigina, perde il suo unico figlio non ancora quindicenne e, ad una donna di mondo quale lei era, è data una esperienza unica, a quel tempo, di comunicazione con il giovane Roland che le detta meravigliosi messaggi che egli definisce “le mie tavolette d’Oro”. Persona di particolare fascino, colta, scrittrice e poetessa, elegante e artificiosa, mondana negli atteggiamenti, era sprovvista di qualsiasi formazione religiosa

         Lo Spirito soffia dove e quando vuole. E’ forse capriccioso il soffio dello Spirito? No, diciamo piuttosto che è libero.

         Ma perché a Marcelle de Jouvenel è dato di essere partecipe di una vicenda tanto singolare? Non vi erano state forse altre madri che avevano perso i figli nella catastrofe della guerra? Viene da pensare che, nel periodo postbellico, nella desolazione del contesto europeo,  fosse necessario che il “diapason del cielo” raggiungesse un personaggio noto, capace di influenzare gli uomini e le donne del suo tempo. Marcelle, infatti, dichiara: “Sono stata gettata in un’avventura che, senza dubbio, all’inizio, mi ha più spaventata che convinta. Libera di scegliere, mi sarei sottratta a quel compito…”

         Ma il figlio tanto amato non l’abbandona e la porta ad intraprendere un percorso spirituale straordinario e sconvolgente, che l’avvicina ai vissuti dei grandi mistici. Marcelle si dispone attenta agli insegnamenti del figlio che la forgia spiritualmente e la porta a stilare contenuti e concetti, inerenti la dottrina cattolica, a lei ignoti, che l’affascinano e le fanno mutare le scelte di vita e la portano a rendere un’incisiva testimonianza con la pubblicizzazione dei messaggi di Roland.

         L’ambiente in cui si propaga la notizia e che  viene posto davanti all’eterna questione della sopravvivenza post-mortem e delle comunicazioni con l’aldilà è quello dell’élite intellettuale francese.

         Siamo nell’immediato dopoguerra; i messaggi vengono raccolti e pubblicati riscuotendo commozione ed interesse, oltre che a qualche naturale scetticismo.

 “Au diapason  du Ciel” è un libro scritto a quattro mani, da una parte Roland, dall’altra Marcelle; una madre ed un figlio che si parlano, si amano come un tempo, nella vita terrena. Roland ricolma la madre di premure, di tenerezze. Quando lei cede egli la raddrizza, le fa coraggio, le chiede di parlare alla gente del loro contatto.

         Finalmente qualcosa di tangibile per chi è disperato! Le parole scritte sembrano offrire una risposta segreta ad una speranza diffusa, che non è una semplice pia scappatoia, alle madri che avevano perso giovani figli, soprattutto nelle campagne di Francia del 30/40 e del  44/45 a cui si sarebbero aggiunti i caduti d’Indocina e d’Algeria.

         Perché a Marcelle questo dono dello Spirito, perché questo compito? Nessun filosofo, nessuno scienziato, nessun giornalista, nessuno di quelli che fanno opinione avrebbero ottenuto la stessa risonanza intorno a fenomeni di cui, fino ad allora, si era parlato solo a bassa voce.

         Intervengono illustri esponenti della chiesa, quali Padre Daniélou che nella rivista “Études” definisce il testo dei messaggi “un documento prezioso, in grado di far risuonare la certezza che l’aldilà sia lo sviluppo reale dell’essere”;  il Rev.do Padre Valette, domenicano, così si esprime “niente di questo insegnamento si oppone ai dati più certi della fede” il Rev.do padre Louis Beirnaert scrive “Dio si serve di tutto per raggiungere il cuore dell’uomo. “Au diapason du ciel” è tutt’altro che un racconto di un’esperienza parapsicologica. Ricondotto al suo contenuto è soprattutto la testimonianza di un’ascesa spirituale verso la fede”.

         La ferita che si apre nel cuore di una madre per la morte di un figlio, schiude la porta di Dio e ci rende partecipi dei doni dello Spirito.

         “Mamma, ti ho messo in sintonia col diapason del Cielo”, dice Roland. Il “diapason” è il punto più alto, la massima intensità del Cielo.

Non c’è Pasqua, non c’è Resurrezione che non passi dal crogiolo del Venerdì Santo. La Passione, la sofferenza portano alla Pentecoste.

 

     

 

 

 

 

 

 

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Il giorno dei quattro Papi

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Il giorno dei quattro Papi.

 

 

 

Giornata storica per Roma e per la Chiesa. Alla 10 di oggi 27 aprile 2014 è iniziata la cerimonia di canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II. Questa però è stata la giornata dei quattro Papi, in quanto presente anche l’anziano Papa Ratzinger.

Il Papa si è recato a salutare Benedetto XVI e i due papi si sono abbracciati. Papa Ratzinger sorrideva. Papa Francesco si è recato a salutare il predecessore subito dopo aver baciato l'altare prima di celebrare la canonizzazione di Roncalli e Wojtyla.

 

 

Simbolo forte nell'era di un Pontefice, Jorge Mario Bergoglio, che ha parlato senza mezzi termini, nell'esortazione apostolica Evangelii Gaudium, della necessità di "conversione del papato". I nuovi santi, ha detto il Papa, "sono stati sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell'uomo e Signore della storia; più forte in loro era la misericordia di Dio"

Per Papa Francesco "nella convocazione del Concilio Giovanni XXIII ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata. Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa; per questo a me piace pensarlo come il Papa della docilità allo Spirito".

"Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia. Così lui stesso, – ha ricordato Bergoglio – una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa della famiglia".

Due uomini del nostro tempo, coraggiosi, che non hsnno avuto timore di esporsi nelle difficoltà quotidiane. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II ora sono santi. La canonizzazione avvenuta è stata accolta con un applauso dalla folla di pellegrini in piazza San Pietro.

Ottocentomila erano che a Roma – tra l'area di Piazza San Pietro-Via della Conciliazione (500 mila) e quelle in cui sono stati allestiti i maxi-schermi (300 mila) – hanno assistito alla cerimonia di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Dalle 5.30 è iniziato l'afflusso dei pellegrini dall'unico varco possibile, ossia quello di via della Conciliazione.

 

Giornata storica che gli italiani e la popolazione cattolica e non di tutto il mondo, ha voluto onorare. Ora abbiamo due Santi da venerare oltre ai tanti viventi e martiri presenti nel grande fiume della Chiesa di Cristo!

 

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Siate poveri e incorruttibili

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Siate poveri e incorruttibili

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Siate poveri e incorruttibili, non untuosi e presuntosi, rimanendo fedeli nonostante i peccati e obbedendo alla Chiesa gerarchica”. È il monito che Papa Francesco ha rivolto a tutto il clero di Roma nella Messa crismale celebrata nella Basilica Vaticana. È il primo rito del giovedì santo, giorno in cui i cristiani ricordano le istituzioni del sacerdozio e dell’Eucaristia durante l’ultima cena di Gesù. Bergoglio, che nella stessa occasione un anno fa aveva invitato i preti ad “avere l’odore delle pecore”, ha sottolineato che se un sacerdote “non esce da se stesso, l’olio diventa rancido e la sua unzione non può essere feconda”. Ma, ha chiarito il Papa, “uscire da se stessi richiede spogliarsi di sé, comporta povertà”. E qui il pensiero va a quanti vendono i sacramenti, peccato condannato più volte da Bergoglio nel suo primo anno di pontificato. “Il sudario non ha tasche”, ha ripetuto infatti più volte il Papa facendo sua la frase semplice ma significativa che la nonna piemontese, Rosa Margherita Vasallo, gli ripeteva sempre da bambino.

Per Francesco sono “tre le caratteristiche significative nella nostra gioia sacerdotale: è una gioia che ci unge (non che ci rende untuosi, sontuosi e presuntuosi), è una gioia incorruttibile ed è una gioia missionaria che si irradia a tutti e attira tutti, cominciando alla rovescia: dai più lontani”. Una gioia che, per il Papa, “può essere addormentata o soffocata dal peccato o dalle preoccupazioni della vita ma, nel profondo, rimane intatta come la brace di un ceppo bruciato sotto le ceneri, e sempre può essere rinnovata”. Quel peccato che in numerosi casi ha il nome della pedofilia che sarà oggetto del mea culpa della decima stazione della via crucis del venerdì santo al Colosseo che sarà presieduta, domani sera (18 aprile), da Papa Francesco.

Bergoglio ha sottolineato, inoltre, che la gioia sacerdotale è “custodita anche da tre sorelle che la circondano, la proteggono, la difendono: sorella povertà, sorella fedeltà e sorella obbedienza. Non tanto nel senso che saremmo tutti ‘immacolati’ (magari con la grazia di Dio lo fossimo!) perché siamo peccatori, ma piuttosto nel senso di una sempre nuova fedeltà all’unica sposa, la Chiesa”. E “obbedienza alla Chiesa nella gerarchia che ci dà, per così dire, non solo l’ambito più esterno dell’obbedienza: la parrocchia alla quale sono inviato, le facoltà del ministero, quell’incarico particolare, bensì anche l’unione con Dio Padre, dal quale deriva ogni paternità. Ma anche l’obbedienza alla Chiesa nel servizio: disponibilità e prontezza per servire tutti, sempre e nel modo migliore”.

Secondo atto del giovedì santo di Papa Francesco è la Messa dell’ultima cena con la lavanda dei piedi. Bergoglio ha deciso di celebrarla ancora una volta con gli ultimi, nella Fondazione Don Carlo Gnocchi-Centro Santa Maria della Provvidenza di Roma. Dodici i disabili a cui Bergoglio laverà i piedi: hanno tra i 16 e gli 86 anni, tre sono di origine straniera e uno è di fede musulmana. Il più giovane, Osvaldinho, 16 anni, originario di Capo Verde, nell’agosto del 2013, a causa di un banale tuffo in mare ha subito un trauma vertebro-midollare con tetraplegia immediata. Di altro genere la vicenda di Orietta, romana, 51 anni, a soli due anni è colpita dal vaiolo che le provoca un’encefalite. Da 43 anni vive nel Centro. Samuele, 66 anni, all’età di 3 anni si ammala di poliomielite, vera e propria piaga che falcidiava l’infanzia di quegli anni e a cui don Gnocchi si era dedicato una volta esaurita l’emergenza dei mutilatini.

Gli altri disabili a cui il Papa laverà i piedi sono: Marco, 19 anni, quinto anno al liceo scientifico tecnologico, animatore in parrocchia, nell’ottobre scorso gli è stata diagnosticata una neoplasia cerebrale; Angelica, 86 anni, contadina per tutta la vita, nell’agosto del 2013 la caduta con frattura scomposta dell’anca l’ha costretta alla sedia a rotelle; Daria, 39 anni, affetta da tetraparesi spastica neonatale; Pietro, 86 anni, ha un deficit dell’equilibrio e della deambulazione e ipotonotrofia muscolare; Gianluca, 36 anni, dall’età di 14 anni ha subito vari interventi per meningiomi; Stefano, 49 anni, affetto da oligofrenia grave e spasticità in esiti di cerebropatia neonatale; Hamed, 75 anni, originario della Libia, di religione musulmana, a seguito di un incidente stradale ha subito gravi danni neurologici; Giordana, 27 anni, originaria dell’Etiopia, è affetta da tetraparesi spastica in seguito a paralisi cerebrale infantile ed epilessia, scrive poesie e cura con altri disabili del centro l’emittente web Radio Don Gnocchi; infine Walter, 59 anni, affetto da sindrome di down.

twitter: @FrancescoGrana

 

 

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Newsletter n.19

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Newsletter n.19 del 13 luglio 2014

 

Se vogliamo raccogliere è necessario non tanto il seminare, quanto spargere il seme in un buon campo, e quando questo seme

diventerà pianta, ci stia molto a cuore di vegliare a che la zizzania non soffochi le tenere pianticelle.

(PENSIERI DI PADRE PIO)

 

 

 

 

 

Oggi la parabola del “Buon seminatore” ci invita a cercare il nostro terreno fertile, ma se abbiamo la fortuna di trovarlo non dobbiamo trascurarlo, dimenticarci che esiste, non curarlo con l’acqua fresca e limpida con cui l’abbiamo irrorato i primi tempi…. perché potrebbe diventare arido e non ci darebbe più quelle risposte che da esso attendevamo….

 

Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che di intelligenza abbiamo bisogno di dolcezza e bontà.( C. Chaplin)

 

 

Il segreto è ascoltare. Perchè la gente non lo fa più. E ci sono tante persone che sussurrano aiuto senza mai essere sentite.

Sono una nube, una nube che si confonde con gli oggetti, ma ad essi mai si unisce. Sono una nube, e nella nube è la mia solitudine la mia fame e la mia sete. La calamità è che la nube, la mia realtà, anela di udire qualcun altro che dica: “Non sei solo in questo mondo ma siamo in due insieme, e io so chi sei tu.”

 

 

La cosa migliore che ti può capitare nella vita è d'incontrare qualcuno che conosca a memoria tutti i tuoi errori, le tue mancanze, i tuoi passi falsi, i tuoi difetti e le tue debolezze e che tuttavia continui a pensare che tu sia completamente incredibile così.”


 

 

Arriviamo in ritardo questo mese …. Una serie di incontri non portati a termine in tempo utile, la preparazione dei convegni e i tanti impegni non solo personali mi fanno dire:

“Ma quando arriva l’estate?”

Eppure c’è chi è già partito per una vacanza last minute a buon mercato, chi è ritornato dopo qualche giorno spicciolo di ferie e già sogna quelle dell’anno prossimo….

"Chissà se la troveranno mai, sarebbe bello la trovassero, che almeno una volta, almeno ogni tanto, in questo dannatissimo mondo, qualcuno che cerca qualcosa avesse in sorte di trovarla, così, semplicemente, e dicesse l'ho trovata, con un lievissimo sorriso, l'avevo persa e l'ho trovata – sarebbe poi un niente la felicità."

 

 

 

 

Bene !!! Allora a tutti BUONE VACANZE!!! Che ci facciano prendere respiro dagli impegni e ci si possa ritrovare rasserenati per trascorrere insieme il lungo inverno.

Io non vi voglio tediare se non con un grato ringraziamento a tutti coloro che si sono prodigati per la chiusura della nostra associazione così accompagnata da persone che la curano con passione e gratitudine. E’ stata un’annata pervasa da lutti di persone care, amiche di cui non faccio i nomi ma che sanno quanto vengono portate nel nostro cuore.

 

Vi lascio il programma di Cattolica di settembre…. interamente rinnovato nella location e nei contenuti… Mi auguro vi piacerà e che ci si possa trovare per trascorrere giorni indimenticabili! Lo vedete nella HOME in alto nella pagina CONVEGNI…. C’’è tutto quello che vi occorre sapere, ma non dimenticate che, quest’anno siamo a numero ridotto e potrebbe capitare di non trovare posto!

 

 

BUONE VACANZE!!!

 Mi allontano da queste pagine ma ci si ritrovererà a breve…. periodo alla ricerca del silenzio in cui ritrovo me stessa e il ricordo di chi mi ama. Vi lascio questi intramontabili versi per accarezzarvi il cuore.

 

"Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima, del mio cuore una dimora
per la tua bellezza, del mio petto un sepolcro per le tue pene. 
Ti amerò come le praterie amano la primavera, e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole. Canterò il tuo nome come la valle canta l'eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta la storia delle onde." Kahlil Gibran

 

“Senza le illusioni non ci sarà quasi mai grandezza di pensieri, né forza, impeto e ardore d'animo, né grandi azioni che per lo più son pazzie " Giacomo Leopardi

 

 

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