Edda Cattani

Vivo uno…Vivi Tutti!

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Vivo uno…Vivi Tutti!

Ci siamo trovate a parlare su Skype… eravamo in sei alla ricerca dei nostri Ragazzi e le prime parole sono state: “ Il solo fine del Gruppo attiva la colonna: Vivo Uno…Vivi Tutti!”

Buon Compleanno Andrea!

Ed eccomi a parlare di nascita: Andrea venne alla Luce il 7 ottobre, festa della SS.ma Vergine del Rosario… A lei dedicai la vita di quel figlio adorato e tanto atteso. Rappresentava per noi il futuro della nostra famiglia, l'appoggio per suo padre, il sostegno per le sorelle, la speranza per me… E lo è stato… Oggi egli mi dice:"I compleanni servono per fare festa…hai visto mamma come il tempo passa?"! E' vero figlio mio…passa… passa ma non passerai mai tu ed i tuoi splendidi 22 anni che rimarranno per sempre! 

LA MADONNA DI POMPEI

Vergine del S. Rosario

 

La Madonna del Rosario ha un culto molto antico, risale all’epoca dell’istituzione dei domenicani (XII secolo), i quali ne furono i maggiori propagatori. La devozione della recita del rosario, chiamato anche salterio, ebbe larga diffusione per la facilità con cui si poteva pregare; fu chiamato il vangelo dei poveri, che in massima parte non sapevano leggere, perché faceva in modo di poter pregare e nello stesso tempo meditare i misteri cristiani senza la necessità di leggere su un testo.
Alla protezione della Vergine del S. Rosario, fu attribuita la vittoria della flotta cristiana sui turchi musulmani, avvenuta a Lepanto nel 1571. A seguito di ciò il papa s. Pio V (1504-1572), istituì dal 1572 la festa del Santo Rosario, alla prima domenica di ottobre, che poi dal 1913 è stata spostata al 7 ottobre.

 

 

 

 

 

 

Il 7 ottobre 2003 il mondo cattolico si è inginocchiato con Giovanni Paolo II ai piedi dell’immagine della Vergine di Pompei per implorare la pace. Dinanzi alla venerata icona mariana si sgrana un Rosario universale che risuona come alta, vibrante supplica di pace; è una giornata mariana radiosa, che corona il cammino spirituale dell’Anno del Rosario. Intorno alla maestosa facciata del Tempio di Pompei – che poco più di un secolo fa il beato Bartolo Longo (1841-1926) volle erigere proprio come monumento alla pace – il popolo dei devoti di Maria ha il volto dell’umanità peregrinante ed il cuore della Chiesa orante. Il terzo millennio con il suo fardello di drammi e di speranze, fa tappa a Pompei; sosta in quella Valle divenuta singolare ponte tra le antiche vestigia pagane e le straordinarie opere di una fede fattasi cemento di una nuova civiltà. Il 7 ottobre 2003, accanto all’icona della Madonna di Pompei c’è il Papa del Totus tuus; egli si unisce alla folla orante con la meditazione dei “suoi” misteri della luce, quasi per proiettare la luce di Cristo sui conflitti, le tensioni e i drammi dei cinque Continenti. Ogni Ave Maria, inoltre, ha il respiro di un grido dolente e la forza e l’anelito di speranza.

 

 

Il Rosario, non è solo impetrazione e proiezione della luce di Cristo sul mondo e fra gli uomini vessati da conflitti e tensioni, ma è anche straordinario compendio dell’Evangelo. L’uomo e la donna del tempo post-moderno hanno bisogno di respirare a pieni polmoni il buon profumo di Cristo per disintossicarsi, ritemprarsi ed ossigenarsi della genuina bellezza e bontà del Mistero! Nella sintassi evangelica del Regno, respirare, contemplare, assimilare, percorrere, conoscere, amare, sono verbi di “movimento”, cioè d’impegno martoriale; conducono, mediante l’opera silenziosa ed efficace dello Spirito, a Cristo, e Cristo conduce al Padre, origine, senso e meta della nostra fede. Questa sintassi evangelica è stata scrupolosamente esperita da Maria di Nazareth, vera discepola-maestra di vita cristiana.

Edda CattaniVivo uno…Vivi Tutti!
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P. Zaccaria e i “Nuovi Angeli”

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Erano i primi anni novanta ed io e Mentore eravamo alle nostre iniziali esperienze, dopo la dipartita di Andrea avvenuta nel ’91. Era stato organizzato dal Convivio presieduto dal Prof. Filippo Liverziani, alla Domus Pacis di Roma, uno dei convegni sulla sopravvivenza rivolto ai genitori “orfani dei figli”, a cui intervennero i più significativi esponenti del Movimento della Speranza.
Fu in quella occasione, in quell’ambiente “magico” e ovattato, immerso nel verde, che si crearono legami e conoscenze che sarebbero perdurati nel tempo e avrebbero fatto consolidare lo spirito religioso e comunitario proprio dei nostri congressi. Un fraticello dell’o.f.m. sedeva sul palco vicino ad una donna, Emma Capanna, che seppi essere la mamma di Alessandra, una giovane da poco mancata, per la quale aveva scritto un libro contenente i suoi meravigliosi messaggi. La prefazione al testo era di Padre Zaccaria Bertoldo, il religioso che parlò con tanta semplicità di possibilità di contatti fra vivi e defunti, soprattutto fra madri e figli trapassati. Fu una cosa a dir poco strabiliante perché l’anziano monaco toglieva ogni dubbio che solitamente assale i genitori dopo un lutto così lacerante e, con grande convinzione, metteva “aldiqua” e “aldilà” sullo stesso piano, uniti dal filo invisibile e indissolubile dell’amore.

 


Non era un frate qualsiasi Padre Zaccaria perché sia pure dietro un’apparenza modesta diceva verità profonde e riportava citazioni che non lasciavano alcun dubbio sulla Sua reale, ampia preparazione e conoscenza delle tematiche trattate. Seppi allora dei molteplici incarichi, anche di segretariato con elevati prelati, che egli aveva espletato prima di ritirarsi nel Monastero di San Bernardino a Verona e questo era dimostrato anche dal fatto che numerosi confratelli venivano ad incontrarlo, con viva deferenza, ogniqualvolta egli era ospite di una delle tante associazioni che organizzano incontri congressuali.

Nacque allora fra me e lui, per bontà Sua o meglio, per grazia di Dio, una solidale amicizia che non si limitava agli appuntamenti negli annuali convegni; egli mi telefonava sovente e non si spazientiva quando, per i miei numerosi impegni, non potevo essere disponibile. Allora mi scriveva con la Sua grafia tremolante inviandomi il Suo saluto e la Sua benedizione accompagnata sempre da parole di delicata comprensione verso il mio lavoro, le mie fatiche familiari e il mio impegno con la nostra associazione. L’avevo avuto ospite, infatti, molte volte, nei nostri Seminari ad Abano Terme ed una volta, per la nostra A.C.S.S.S. ha concelebrato la Santa Messa nella Basilica del Santo di Padova.
Quello che mi ha sempre commosso e colpito è stato il Suo interessamento verso i miei modesti interventi di cui voleva la copia scritta, per poi mandarmene una Sua chiedendomi un parere.

Rimasi addolorata quando fu ricoverato al Monastero di Saccolongo, lui, così presente… in una sedia a rotelle… Il conforto mi veniva dato però quando avevo la possibilità di recarmi a fargli visita la mattina, in quanto il luogo si trova sulla strada che porta al mio territorio di lavoro. Allora ci siamo conosciuti ancor più approfonditamente, mentre lo conducevo a passeggio per i lunghi corridoi di quel silente e dolce luogo di pace. Poi sembrò guarire ed ancora partecipò, nel dicembre scorso, al nostro annuale convegno ove celebrò la S.Messa per il mio nipotino, il piccolo Simone gravemente ammalato di cui tenne stretta in mano la fotografia durante tutto il rito eucaristico. Ci lasciammo così e le Sue ferme parole mi parvero ancor più rassicuranti e convincenti del solito… forse già si preparava al grande viaggio…

Ora, ad un mese dalle esequie in cui una vasta assemblea ha reso l’estremo saluto alle Sue spoglie, desidero partecipare a tutti il Suo pensiero sui grandi temi da noi affrontati e che ho stralciato da una relazione agli atti del nostro Congresso, che Lui stesso mi ha consegnato e messa a disposizione per essere pubblicizzata.

A noi madri, così sconvolte dalla possibilità di rivedere i nostri figli solo dopo la fine dei tempi, come da sempre ci è stato insegnato egli, parlava della nostra risurrezione immediata, dopo la morte fisica:

“Il Catechismo al N.1022 dice: ”Ogni uomo o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre". E al N° 997 si dice:"Con la morte, il corpo dello uomo cade nella corruzione, mentre la sua anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato". "La risurrezione della carne, dice il N°990, significa che dopo la morte, non ci sarà soltanto la vita dell'anima immortale, ma anche i nostri corpi mortali riprenderanno vita (Rom.8,11)".
Nei Numeri 1038 e 1040 si parla del giudizio finale:"La risurrezione di tutti i morti, dei giusti e degli ingiusti, precederà il giudizio finale…che avverrà al momento del ritorno glorioso del Cristo"»cioè nella sua parusia.
Ciò significa che la sopravvivenza, cioè la vita dopo la morte coincide con la escatologia, salvo il processo di evoluzione o purificazione da ciò che ci separa dalla pienezza di vita con Dio.

 


A questa dotta esposizione escatologica aggiungeva gli approfondimenti che aveva fatto a contatto con le nostre esperienze:
Quindi possiamo convenire con il Dr.Masi (pg.8 "Rivista;.; II, 2,'95) che scrive:"La parapsicologia sopravviventistica la pensa esattamente allo stesso modo. Eravamo in qualche difficoltà quando si pensava alla risurrezione dei morti, al giudizio finale come qualcosa da venire non subito alla morte ma alla fine dei tempi. Alla fine dei tempi dovrebbe essere invece il rivestirsi della gloria finale, l'essere cioè nella pienezza di tale gloria con tutti gli altri".

Quando poi ci si addentrava nel grande tema della Comunione dei Santi che ha connotato il sorgere e l’evolversi del nostro Movimento egli dichiarava esplicitamente la posizione della Chiesa, sgombrando il campo da interpretazioni restrittive e da vuoti sbarramenti:
Chiarito, in base al Catechismo, il fatto della nostra sopravvivenza subito dopo la nostra morte, sorge allora una domanda; "rimangono il legame, l'unione nel ricordo e nell'amore,il colloquio tra noi che siamo ancora sulla terra ("i viandanti") e "loro" che sono già dall'altra parte?
La posizione della Chiesa,anche qui, e affermativa e si concretizza nel concetti di "Comunione dei Santi"e di Chiesa come totalità nei tre stadi di Chiesa vivente sulla terra, di Chiesa purgante dei defunti, e di Chiesa trionfante di quelli che si trovano nella gloria di Dio.
Tutto ciò è confermato nel Catechismo della Chiesa. A1 N° 1024 dice: "Questa comunione di vita e di amore con la SS. Trinità, con la Vergine Maria, gli Angeli e tutti i beati è chiamata «il cielo'". e al N. 1025 "Vivere in cielo è essere con Cristo. Gli eletti vivono in Lui, ma conservando la loro vera identità, il loro proprio nome". Importanti soprattutto i N.ri 1029;"Nella gloria del cielo i beati continuano a compiere con gioia la volontà di Dio in rapporto agli altri uomini e all'intera creazione". Nel N. 1027:" Questo mistero di comunione beata con Dio e con tutti coloro che sono in Cristo, supera ogni possibilità di comprensione e descrizione. La Scrittura ce ne parla con
immagini : vita, luce, pace,, banchetto di nozze, casa del Padre….".

E nuovamente per creare il ponte con le scienze che stiamo trattando:
La parapsicologia sopravviventistica che studia la fenomenologie di questa continuazione di rapporto e colloquio, non appare quindi su posizioni conflittuali né inconciliabili col magistero ecclesiale. Lo stesso teologo prof. Collo nel convegno di Torino ha ammesso che il colloquio o il comunicare con i propri cari in Cristo non è escluso dalla Chiesa e può aver luogo con il consenso di Dio.
Pertanto questa fenomenologie e questi "colloqui" (di cui abbiamo molte testimonianze) ci offrono alcuni concetti generali sul modo di essere di questa sopravvivenza e dell'ambiente in cui si svolge. Si parla infatti, generalmente, di un mondo di luce, di gioia, di missione per aiutare gli altri.

A questo punto non posso fare a meno di citare la denominazione che ha creato lo stesso P.Zaccaria per i nostri amati figlioli e che nei primi tempi, come più volte si era scritto, venivano chiamati “Figli di Luce”. Io stessa sapevo di un’evoluzione di questi nuovi gruppi di ragazzi mancati per incidenti o, comunque in giovanissima età, al punto da farsi riconoscere sempre come “Ragazzi”. Vediamo come ce li ha definiti P.Zaccaria:
Da ciò la denominazione da noi data specialmente ai giovani rapiti alle loro mamme,di "RAGAZZI DI LUCE" o meglio ancora, di "NUOVI ANGELI". "Essi sono, come dice stupendamente il prof. GOMERRO, nel dinamismo di Dio". (E’ un teologo che parla).
Ciò vuol dire che essi, i NUOVI ANGELI, cooperano e partecipano, o meglio, Dio li chiama a partecipare alla sua missione salvifica. Ora cos'è tutto questo (compreso il conforto che. recano alle mamme desolate) se non quella missione di aiuto a comprendere e salire verso Dio di cui s'è detto e di cui ci parlano i nostri amici di lassù? Il Card. Tonini, in una trasmissione TV, ha accolto questa idea.

 


Il coraggio di questo fraticello era grande poi quando riteneva ingiuste le critiche poste al nostro Movimento di cui egli conosceva gli sviluppi, i gruppi regionali, le associazioni ed anche i protagonisti:

E allora ci domandiamo, con quale coraggio (o spudoratezza) alcuni chiamano quelli del "Movimento della Speranza" una setta!?! Noi non siamo una setta ma viviamo l'insegnamento della Chiesa nella realtà della Comunione dei Santi, dove sono inseriti anche i nostri cari Giovani, i nostri Nuovi Angeli di luce e conforto.

Caro, dolce, tenero Padre Zaccaria, anche tu te ne sei andato e mi piace avvicinarti al grande Papa Giovanni Paolo II° perché entrambi avete amato i ragazzi, quelli che Lui chiamava “Papa Boys”! Qualcosa vi contraddistingue e vi accomuna per la presenza in entrambi di coloro che Egli ha definito “Sentinelle del mattino”. I “papa boys” sono anche i tuoi “Ragazzi di Luce” “Nuovi Angeli” che ti avranno accolto al tuo ingresso nella Terra Promessa. Questi giovani non ti hanno abbandonato mai perché tu sei stato la fiaccola delle loro madri derelitte. Padre buono ti saranno venuti incontro con in testa la cara Alessandra, la prima tua creatura di questo infinito esercito di anime benedette con i loro canti, le loro grida, il loro abbigliamento colorato e te li sarai portati appresso nel luogo dove ora vivi il tuo meritato premio dopo una vita dedita al conforto e alla Speranza.

Ad maiora! Grazie, rimani vicino a noi e aspettaci!  Arrivederci Padre Zaccaria!

 

Edda CattaniP. Zaccaria e i “Nuovi Angeli”
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Gli Angeli: editoria, arte e tradizione

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Anche a Cattolica nelle passate edizioni, è stata una presenza importante, Paola Giovetti, giornalista, scrittrice anche di tematiche legate all'angelologia. Nell'anno 2012 il tema che ci ha proposto nella sua relazione è stato:

 “L’angelo caduto e il problema del male” tratto dal libro di cui è autrice. La sua interpretazione sull’esistenza di Lucifero ovvero “l’angelo caduto”  intendendo affermare che dietro all'idea di diavolo potrebbe nascondersi la nostra incapacità di comprendere un'idea grandiosa, tesa a farci uscire gradualmente, un passo dopo l'altro, un errore dopo l'altro, dal "paradiso terrestre", cioè dal giardino d'infanzia dell'umanità, per muovere da soli i primi passi, metterci sulla via della crescita, dell'evoluzione e della conoscenza. 

 

Doreen Virtue Tratto dal libro “Angel Therapy”

 

 Voi sentite che un angelo è vicino a voi quando… ne sentite la presenza.

 Forse avete avvertito un tocco caldo e leggero sul vostro viso, sulle spalle, sulle mani o sulle braccia. Magari avete avuto la sensazione come se qualcuno vi stesse abbracciando o come se delle ali avessero sfiorato la vostra pelle.

 … La pressione dell’aria cambia quando un angelo entra in una stanza. La temperatura della stanza può cambiare e potreste cominciare ad avvertire un bellissimo e allegro profumo mai sentito prima e non sapete da dove provenga.

Quando un angelo vi abbraccia improvvisamente sentite un calore fluire nel petto e il vostro cuore si espande con un amore indescrivibile.

 Voi vedete gli angeli quando vedete bagliori o sfavillii di luce bianca, blu o verde con la coda dell’occhio.

Un’ombra luminosa muoversi velocemente e che vi fa chiedere “Me lo sono immaginato?” è un altro segnale.

Per non parlare dei bellissimi angeli che vedete quando siete in una camera al buio o quelli che vedete vicino ad una persona cara o un Maestro.

 Voi udite la presenza degli angeli quando un amorevole sussurro vi urge a cambiare la vostra vita, oppure quando una voce vi grida “Sta attento!”. Voi udite gli angeli quando una vocina vi dice di alzare lo sguardo e guardare le stelle o quando della musica arriva da non si sa dove.

Queste sono musiche degli angeli!

 Voi sapete che un angelo è con voi quando improvvisamente avete un’idea che vi trasforma la vita. Questo significa che un angelo vi ha appena consegnato un messaggio direttamente da Dio e lo ha messo dritto dentro al vostro cuore.

Un angelo è soprattutto con voi quando siete certi della loro presenza e credete fermamente che sono con voi.

Voi sperimentate la presenza degli angeli quando miracoli accadono, quando siete salvati o una “porta” si apre per voi al momento giusto.

Quando camminate in mezzo alla natura e sentite gioia nel cuore, voi potete essere sicuri che gli angeli sono con voi.

GLI ANGELI  Guida essenziale di Don Marcello Stanzione

 Troviamo tutte le pubblicazioni di Don Marcello Stanzione, anche le più recenti in:

http://www.edizionisegno.it/cerca.asp?q=stanzione+marcello&t=l&go=Cerca

 “Gli Angeli. Guida essenziale” recentemente edito dalla Libreria Editrice Vaticana.  La Chiesa, lungo i secoli, ha suscitato dei poeti per cantarli, degli artisti, pittori e scultori, per raffigurare questi “inviati” di Dio. La devozione agli Angeli custodi, dal XVII secolo, è diventata una delle più specifiche devozioni che caratterizzano la confessione cattolica …

… rispetto alle altre confessioni cristiane e alle altre religioni. Un compito importante degli Angeli custodi è quello di stabilire la pace nel mondo e nella Chiesa e in ogni anima che nasce su questa terra, dunque perdere o sminuire una tale devozione significa perdere uno degli aspetti più belli della religione cattolica.

L’elegante veste grafica e le numerose riproduzioni a colori ne fanno un libro particolarmente godibile per tutti. 

GLI ANGELI NELLE CULTURE DEI POPOLI

                                              

   

In molte tradizioni religiose, un angelo è un essere spirituale che assiste e serve Dio (o gli dei).


Il termine ha origine dal latino angelus, a sua volta derivato dal greco
γγελος, ánghelos, che significa inviato, messaggero.


In inglese angelo è usato anche per
אביר, abbir (lett. "potente" nel Salmo 78,25), per א*להים, E-lohim (lett. "Divinità" nel Salmo 8,5), e per l'oscuro א*להים, shin'an nel Salmo 68,17.


La parola ebraica più simile ad angelo è
מלאך, mal'akh, che ha il medesimo significato.


Le raffigurazioni degli angeli di età più remota risalgono alla antica civiltà degli Ittiti.   

Rapporto tra gli angeli e gli uomini


Molti sono i casi di visione degli stessi ad occhio nudo: l'esegesi ebraica afferma che la cecità del terzo patriarca del popolo d'Israele Giacobbe era dovuta all'intensità della luce degli angeli spesso descritti come composti di acqua e fuoco celesti usando per la sostanza celeste degli angeli anche la metafora di tizzoni ardenti e di fulgori e bagliori. Esistono due livelli di visione degli angeli: il primo e più alto riguarda la visione di essi nella forma assunta di uomini, il secondo permette di intravederne unicamente la luce celeste. Ad esempio di ciò sono Avraham, del primo livello, e Lot che poteva intravederne le fattezze celesti più semplici.

Per la manna vi è la metafora della sua produzione tramite il "sudore" dell'ordine angelico delle Chayyot: queste, a capo delle quali sta l'angelo principe della Merkavah Metatron, sono legate alla Shekhinah ad uno dei livelli più alti tra tutti gli angeli.

Al passaggio del Mar Rosso tutto Israele poté assistere alla rivelazione della Gloria splendente di Dio con tutti i suoi angeli:

« ognuno cantò il canto… e lo spirito santo era nella bocca di ognuno »
( Sefer haZohar)

Spesso l'anima di alcuni uomini, se degni, può essere superiore a quella degli angeli: gli angeli definirono Mosè Moshè Rabbèinu, espressione ebraica tradotta in Mosè Nostro Maestro.

Il profeta Elia, precursore dell'era messianica, secondo i testi biblici ebbe la concessione di essere visitato dal Signore con lo spirito santo anche per aver effettuato il tikkun della completa unità con la Shekhinah e tutti gli angeli, cosa che mantenne per il resto della vita.

È scritto inoltre che, come Mosé che poteva essere avvolto dalla Nube celeste, così anche Elia "ascese al Cielo" e poi trasformato nella sua anima in un angelo così compreso in modo eterno assoluto nell'essenza della Shekhinah: sempre lo Zohar spiega infatti che i molti casi di apparizione del profeta Elia a differenti maestri a distanza di secoli dalla sua ascesa sono dovuti alla sua inclusione nell'onnipresenza dell'Eterno.

Esistono poi dei veri e propri palazzi superiori o degli abissi dove sostano alcuni angeli ad essi preposti; esistono poi gli Heikaloth, palazzi celesti il cui accesso è permesso al mistico Ebreo solo quando egli sappia fornire le chiavi dei Nomi divini analoghe ad essi.

Accanto ad ogni persona stanno due angeli, uno appartenente all'ordine degli angeli della Giustizia divina, o del rigore, e l'altro dalla parte della Misericordia.

NELLA TRADIZIONE CATTOLICA

Nel Cattolicesimo gli angeli sono creature di Dio spirituali, incorporee ma personali (dotate di intelligenza e volontà propria) e, tra gli esseri visibili, sono quelli con il più alto grado di perfezione.

La loro esistenza è una verità di fede confermata dalla Sacra scrittura e dalla tradizione cattolica. Secondo una definizione di sant'Agostino il termine angelo non definisce l'essere della creatura bensì l'ufficio o il compito assegnato da Dio. Sono realtà spirituali alle dirette dipendenze di Dio.

Nella Chiesa cattolica gli angeli assumono una dimensione fortemente cristologica. Essi annunciano Cristo, lo servono, ne sono messaggeri, sono creati fin dalla loro origine in funzione del suo regno e del suo disegno di salvezza e di vita.

Gli angeli hanno anche la funzione di assistere e proteggere la Chiesa e la vita umana, per questo vengono invocati nelle celebrazioni e nelle preghiere dei credenti. Sono segno della provvidenza di Dio e circondano con la loro protezione ed intercessione tutta la vita umana del fedele. Secondo le parole di Gesù, ognuno ha un proprio angelo custode e quelli dei bambini e dei semplici contemplano continuamente il volto di Dio.

Nella Bibbia, libro di Tobia, si legge che gli arcangeli sono coloro che siedono alla presenza di Dio, ne contemplano la gloria e lo lodano incessantemente. La Chiesa cattolica privilegia tre arcangeli:

Michele, etimologicamente "Chi è come Dio?", è a capo delle schiere celesti. È lui che scaraventò Lucifero lontano dal Paradiso. Nel libro biblico di Daniele (12, 1) viene indicato come particolare protettore del popolo di Israele.
Gabriele, "Forza di Dio", si suppone lottò con Giacobbe (lotta con Dio, Genesi cap.32), rompendogli il femore, e gli diede il nome di Israele. Apparve alla Vergine Maria, annunciandole la nascita di Gesù (Annunciazione).
Raffaele, "Guarigione di Dio", è citato nel libro di Tobia, ed accompagnò Tobia nel viaggio in Mesopotamia per recuperare il denaro del padre, liberò Sara da un demonio e favorì il matrimonio di questa con Tobia. È spesso identificato come l'angelo custode per eccellenza.
La concezione delle gerarchie angeliche si fa risalire alla sistematizzazione che lo pseudo-Dionigi Areopagita diede nella sua opera "De coelesti hierarchia" dell'angelologia biblica propria dei padri della chiesa che suddivide gli angeli in nove "cori" detti cori angelici: Angeli; Arcangeli; Archai o Principati; Potestà; Virtù; Dominazioni; Troni; Cherubini; Serafini. Sono 3 serie di schiere angeliche composte ciascuna da tre tipologie di Angeli i quali avrebbero funzioni, regole e compiti precisi. Vi è poi un angelo che ha il compito di distruggere questo mondo, l'Angelo dell'Apocalisse, chiamato anche Nemesis: ha un'ala nera e una bianca e nella sinistra tiene una spada senza lama che ha in sé il potere del bene e del male. Pare che la teoria dello pseudo-Dionigi derivi da una concezione greca.

 


 

Gli Angeli fra noi

Definito dalla Stampa, il libro più bello e più completo sull'argomento.
Dagli Indù all'Islam, l'Autrice ha esaminato gli Angeli in tutti i loro aspetti antichi e moderni, tra pensiero religioso, esoterico, astrologico.
In chiusura troverete un prontuario per scoprire il nome del vostro Angelo Custode.

Edda CattaniGli Angeli: editoria, arte e tradizione
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Arrivederci Cattolica 2013!

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Ci rivedremo a Cattolica 2013!

Il nostro affettuoso "grazie" e un abbraccio di Luce!

 Abbiamo aperto con loro "le metafoniste" di FB ed è stato subito tangibile il contatto con il pubblico. La proiezione fatta in cui "LORO" i "RAGAZZI DI LUCE" si presentavano alle madri presenti, a nome di tutti quegli Angeli partiti innanzi tempo… ha strappato il cuore dal petto agli astanti, facendo vivere momenti indimenticabili! L'Ave Maria di Caccini in sottofondo ha reso struggente il richiamo ed è entrata di getto nell'animo per apprezzare ancor più un momento a dir poco "celestiale". 

Questo aveva preparato Tiziana per le Mamme a simbolo della vicinanza di tutti i nostri Ragazzi di Luce:

 

GRAZIE INFINITE !!! IL TEATRO DELLA REGINA AL COMPLETO !!!
Mai vista un'affluenza simile! E' vero che siamo tanti… ma a Cattolica si "spezza il pane" della condivisione fraterna!
 

 

Così la sera della dimostrazione con Luigi Zumpano

Cosa ne dice la Mamma di Vera… un' ospite "speciale"

Nonostante la crisi, quest’anno il convegno del  “Movimento della Speranza” a  Cattolica era più gremito che mai. Ho visto meno persone tristi del solito, più facce sorridenti  di sempre, perché Cattolica alla fin  fine , è si  l’incontro delle persone che soffrono per la perdita dei loro cari ed in particolare dei propri figli, ma forse è l’unico convegno che oltre alla conoscenza riesce a darti , da portare a casa,  tanta speranza.

Anche noi eravamo un bel gruppetto, partiti da Portogruaro e da Trieste, un po’ in macchina ed  altri in treno. Ci siamo ritrovati tutti nello stesso albergo e,  a pranzo   ci siamo raccontati. Dopo le intense giornate ad ascoltare relazioni,  è stato bello partecipare alla serate che in più alberghi alcuni relatori,  con varie capacità medianiche ci hanno intrattenuti. Credo di poter dire che abbiamo condiviso vari momenti  carichi di emozioni.

Come sempre,  tante sono state le testimonianze, in particolare di mamme che hanno raccontato le loro storie e le loro esperienze. Quest’anno c’era una novita’: le mamme  che pregano, che fanno metafonia e che si raccontano su face book,  da tutta Italia. Sono più di 800 e bella ed interessante è stata la testimonianza di alcune di loro.( Ho pensato alla ragnatela che i nostri ragazzi continuano in modo diverso a propagare da lassù).

Anche la scienza è stata ampia protagonista in questo convegno. Medici e psicologi hanno dato la loro testimonianza  su esperienza e ricerca,  riguardante  scoperte e  nuove consapevolezze,  inerenti la medianità e l’oltre. Interessante la relazione di un docente di anestesiologia generale dell’università di Padova , Dott. Enrico Facco,  che ha trattato le esperienze di premorte, dove scienza e coscienza sono spesso al confine fra fisica e metafisica. Altro relatore interessante è stato lo psichiatra Diego De Leo, sempre di Padova ,  fondatore della “De Leo Found” che si occupa di dare sostegno ai genitori che hanno perduto i propri figli in circostanze drammatiche (in particolare i suicidi). Singolare la posizione di questa persona  con la quale collabora anche la moglie.  Nel 2005 hanno perso i due figlioletti in un incidente d’auto…e questa missione è diventata parte integrante della loro esistenza.

Gli studi riguardanti la Sacra Sindone sono stati  oggetto di una relazione alquanto interessante da parte di  Giulio Fanti,  un professore associato di  Misure Meccaniche e  Termiche dell’università di Padova. L’uomo della Sindone riesce ad emozionare e qui veramente la scienza spiega la fede. Molto affascinante è stata la relazione di Barbara Gregori, studiosa  di numeri, segni e cifre.  In sostanza ,  il tutto sta nel saper individuare nella nostra data di nascita i doni, la semina, gli aspetti caratteriali e progettuali. Mentre dalla  data di morte si possono individuare il raccolto nella vita,  della persona che ci ha lasciato ed anche il suo testamento. Possono sembrare fantasie, ma alcune di noi ne  hanno verificato la veridicità. Combinazione? Mah, prendiamola pure con le pinze, però  la relatrice sapeva il fatto suo. Anche Luca Vignali, musicista, concertista, esoterista ci ha riempito di bellissimi suoni con le sue campane tibetane.

 Luisiana Furlanetto ha tenuto una bella relazione su quelli che sono gli aspetti e gli approcci  da tener presente per  una medianità vera e seria, terminando poi  con una visualizzazione in sala, molto apprezzata e  applaudita.  Riccardo di Napoli, esperto di metafonia, ci ha incantati con  le belle voci metafoniche, molto chiare , che ha fatto scorrere nel suo video, arricchito di brani  musicali molto intensi.

Padre Gabriele Gastaldello, laureato in filosofia a Padova e  dottorato di ricerca all’università di Benares, sull’umanesimo induista, ci ha intrattenuto con la sua filosofia  di vita, riempiendoci di speranza.

Anche se la cito per ultima, ho ammirato ed apprezzato molto la Signora  Edda Cattani, presidente del Movimento della Speranza, che nonostante il recente lutto del marito, ha saputo come sempre e forse più di sempre  mostrarsi radiosa e accogliente.  Abbiamo compreso che ha ritrovato nuovo vigore nella certezza della nuova vita che ora vive il suo  coniuge con i figli che l’anno preceduto  e la testimonianza  di serenità che ha dato , ha fatto bene a tutti noi.

Che dire, …per me è stata una esperienza positiva. Credo che lo sia stata anche per i “miei compagni e compagne di viaggio”. Ora ci aspettano altri incontri, altri convegni…e così andiamo avanti, con tanti piccoli obbiettivi, cercando di crescere nell’amore e nella comprensione.

 

Maria Pizzolitto Lui

e tante… tante altre… come le comunità di FB!!!

    …hanno riversato in me, "mamma" come le altre il loro amore solidale mentre ero attorniata dai quadri angelici della nostra amica Romanina…

      Grazie Edda Cattani a nome di tutti per averci dato l'opportunità di viveve un'esperienza meravigliosa

     

    Ma più di tutti "grazie" a lei… per tutti noi… per le battaglie che conduce… a lei grande Mamma di Matteo La Nasa Vittima innocente di "Omicidio stradale" CROCE CASTIGLIA che ha chiuso il Convegno  GRAZIE!!!

     

     

     

    Edda CattaniArrivederci Cattolica 2013!
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    La devozione a San Michele Arcangelo

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    Oggi 29 settembre: Festa degli Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele " «…vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio di Dio…”

    Messaggeri della sua grazia, della sua verità, della sua gloria… come i nostri Figli!

     

    A CATTOLICA

    CON GLI ANGELI DI ROMANINA

     

     

     

     

    Riceviamo da Don Marcello Stanzione

    Dio ci ha dato gli angeli come amici e fratelli maggiori che ci aiutano a raggiungere il vero obiettivo per cui siamo sulla terra, la santificazione personale e comunitaria. E' dunque evidente l'importanza di una spiritualità dell'unione angelica, cioè il convivere in un modo più consapevole con il proprio angelo custode in un cammino di crescita spirituale secondo la sperimentata dottrina spirituale della Chiesa. La figura e la missione di San Michele viene qui presentata attraverso cinque vie: la Sacra Scrittura, i segni sacri che l'uomo saggio può riconoscere nel creato, l'iconografia dell'arcangelo, le esperienze di alcuni grandi uomini e infine i siti micaelici.

     

    Le apparizioni di San Michele Arcangelo

    Di San Michele Arcangelo sono note almeno sei apparizioni:

    Le prime tre avvengono alla fine del V secolo, quando San Michele Arcangelo apparì; sul Gargano e più precisamente sul monte Drion tra il 490 ed il 493.

    Oggi nel luogo dove avvennero queste prime apparizioni sorge l'omonimo santuario di Monte Sant'Angelo di Puglia.

    Le successive interessano Papa Gregorio I Magno, il Duca Logobardo Grimoaldo e di nuovo il Monte Sant'Angelo durante la pste del 1656.

    L'apparizione del Toro

    La prima apparizione di San Michele è detta del "Toro" e risale al 490 d.C. allorquando Elvio Emanuele, ricco possidente di Siponto che in avanti chiameremo con il solo nome Elvio, smarrisce il miglior toro della sua mandria.

    Dopo averlo a lungo cercato lo ritrova all'interno di una impervia grotta.

    Ma Elvio non riesce ad avvicinarsi al suo toro.

    Qualcosa gli impediva di entrare e il toro non ne voleva sapere di uscire.

    Così, preso da un raptus d'ira, Elvio finì per scagliare contro il toro una freccia con l'intenzione di ucciderlo.

    Ecco però che la freccia, come per miracolo, cambia direzione, torna indietro e colpice Elvio ad una gamba.

    Ovviamente il folklore ha diverse versioni del fatto ed un'altra storia cita che mentre una infuriava una tempesta Elvio trovò il toro inginocchiato davanti a una grotta dedicata al culto del dio pagano Mitra.

    Elvio chiamò ripetutamente il toro che però non si mosse.

    Allora Elvio impugnò il suo arco e scoccò una freccia contro il toro.

    Anche in questa versione della storia la freccia tornò indietro e lo ferì al piede.

    A differenza però dell'altra versione Elvio era a cavallo e la freccia, colpendolo, lo fa cadere …

    … mentre cadeva, avvolto in una luce fatta da tutti i colori dell'arcobaleno, Elvio vide un Angelo guerriero che impugnava una spada scintillante.

    Comunque, quale sia la storia, abbiamo che Elvio, sicuramente terrorizzato dall'evento che probabilmente pensava demoniaco, si recò dal Vescovo Felice (in altre versioni il vescovo è Lorenzo di Maiorano), il quale ordinò, forse senza neanche prestarci troppa attenzione, tre giorni di preghiera.

    Ma al terzo giorno, l'8 Maggio 490, San Michele Arcangelo apparve in sogno al Vescovo e gli disse:

     

    Io sono l'Arcangelo Michele, e sono sempre alla presenza di Dio.

    La grotta è a me sacra ed Io l'ho scelta.

    Non ci sarà più spargimento di sangue di animali.

    Dove si apre la roccia il peccato dell'uomo potrebbe essere perdonato.

    Ciò che è stato richiesto in preghiera sarà concesso.

    Perciò risalite la montagna e consacrate la grotta al culto cristiano.


    Il Vescovo chiamò a raccolta la popolazione per portarla in processione sul Monte Sant'Angelo di Puglia.

    Anche in questo caso il folklore ci dice che la processione non riuscì a ritrovare la grotta originare … e tutto finì li (per il momento!).

    L'apparizione della "Vittoria"

    La seconda apparizione è detta della "Vittoria" e avviene due anni dopo, nel 492 d.C., la precedente apparizione del Toro.

    Siamo sempre a Siponto che troviamo assediata dagli Eruli comandati da Odoacre, uno dei tanti popoli barbari che scorrazzavano per l'Italia dell'epoca.

    Siponto era ridotta allo stremo ed il Vescovo Lorenzo di Maiorano ottenne tre giorni di tregua da Odoacre.

    Gli eruli erano un popolo pagano ed il Vescovo Lorenzo di Maiorano ordinò alla popolazione di pregare e di fare penitenze per avere l'intercessione dell'Arcangelo protettore il popolo di Dio.

    Anche questa volta San Michele Arcangelo apparve (di nuovo in sogno?) e promise il suo aiuto al Vescovo Lorenzo di Maiorano.

    Così alle dieci del mattino, un violento temporale accompagnato da tempeste di sabbia e grandine, si abbattè sulle truppe di Odoacre, che in preda al terrore scapparono sciogliendo l'assedio.

    San Michele Arcangelo aveva salvato Siponto ed il vescovo Lorenzo di Maiorano organizzò una nuova processione verso Monte Sant'Angelo di Puglia.

    L'apparizione della "Meditazione"

    La terza apparizione è detta della "Meditazione" in quanto è la prima che "lascia un segno tangibile" della presenza di San Michele Arcangelo.

    Il Vescovo Lorenzo di Maiorano, riconoscente a San Michele Arcangelo dell'intervento contro gli Eruli, aveva ottenuto da Papa Gelasio I il permesso di poter consacrare la grotta in cui San Michele era apparso.

    Ma San Michele Arcangelo aveva altre intenzioni e, riapparendo di nuovo in sogno al Vescovo Lorenzo di Maiorano, Gli disse:

    Non è necessario che voi mi dedichiate questa chiesa che Io stesso ho consacrato con la mia presenza.

    Entra e con il mio aiuto innalza preghiere e celebra il Sacrificio.

    Io Ti mostrerò come Io stesso ho consacrato questo luogo.


    Il Vescovo Lorenzo di Maiorano, insieme ad altri sette vescovi, al clero ed alla popolazione pugliese si avviò in processione verso Monte Sant'Angelo.

    E' 29 settembre del 493 e fa molto caldo quando, durante il cammino, si verificò un primo prodigio.

    Due aquile, con le loro ali spiegate, ripararono i vescovi dai raggi del sole.

    Giunti alla Grotta un secondo prodigioin quanto vi trovarono eretto un altare (che immaginiamo essere fatto di semplice pietra squadrata), coperto di un pallio vermiglio e sormontato da una Croce in legno (altre storie parlano di una Croce di cristallo veramente improbabile).

    Finalmente San Michele Arcangelo aveva dato il segno di quale era la Sua Grotta, l'aveva consacrata (a nostra conoscenza questo santuario è l'unico consacrato per mano non umana) ed aspettava che il popolo di Dio ci celebrasse il Sacrificio.

    Inoltre all'entrata nella roccia trovarono il segno soprannaturale lasciato da San Michele Arcangelo ovvero l'orma del piede di un bambino.

    Al Vescovo Lorenzo di Maiorano ora restava il compito di far edificare una chiesa (l'attuale santuario) all'entrata della grotta ed a San Michele Arcangelo fu dedicato il 29 settembre.

    Da quel giorno il Monte Drion, che in greco Drion significa quercia, fu chiamato Monte Sant'Angelo.

    L'apparizione della mole Adriana

    La quarta apparizione coinvolge Papa Gregorio Magno (590-604) al quale San Michele Arcangelo appare in sogno sopra la mole Adriana, nell'atto di rinfoderare la spada, annunciando così la fine della terribile peste che infestava Roma.

    Poichè la pestilenza finì veramente, Papa Gregorio Magno cambiò il nome del mausoleo di Adriano in Castel Sant'Angelo, nome che è giunto fino ai giorni nostri.

    L'apparizione della "Vittoria" II

    La quinta apparizione (se mai avvenuta) è ancora detta della "Vittoria" (Longobarda), in questo caso ottenuta dai Logobardi del Duca Grimoaldo durante la guerra contro i Bizantini nel 662-663.

    Questa vittoria, avvenuta l'8 maggio, fu attribuita dai Longobardi all'intercessione diretta di San Michele Arcangelo.

    Date le molte similitudini con la vittoria contro gli Eruli di Odoacre e dato che dal 666 sulla bandiera Longobarda comparì lo stemma di San Michele Arcangelo forse le due "apparizioni" della Vittoria sono la stessa cosa.

    L'apparizione della "Peste"

    La sesta apparizione (la quarta che avviene sul Gargano) è 1656 d.C..

    In quegli anni, di manzoniana memoria, la peste mieteva vittime tra le popolazioni italiane.

    Il Vescovo Alfonzo Puccinelli, ordinò giornate di preghiere e di digiuno per invocare l'aiuto di San Michele Arcangelo, arrivando a lasciare nelle mani della statua di San Michele una supplica scritta a nome di tutta la popolazione locale.

    Ed ecco, sul far dell'alba del 22 (o 25) Settembre, mentre pregava in una stanza del palazzo vescovile di Monte Sant'Angelo, il Vescovo Puccinelli sentì come un terremoto e poi San Michele gli apparve avvolto in una luce fatta da tutti i colori dell'arcobaleno e gli disse:

    Io sono l'Arcangelo Michele

    Chiunque utilizzi la pietra di questa grotta sarà guarito dalla peste.

    Benedici le pietre e scolpiscivi il segno della Croce e le iniziali del mio nome.

    Il vescovo fece come San Michele Arcangelo gli aveva detto e ben presto tutta l'area fu liberata dalla peste.

    Ancora oggi si può leggere, sulla statuta di San Michele Arcangelo, l'iscrizione voluta dal Vescovo Pulcinelli:

    Al Principe degli Angeli vincitore della peste, patrono e custode, monumento di eterna gratitudine

    Alfonso Puccinelli 1656

    Villelmus Card. Baum – Penitenziere Maggiore Aloisius De Magistris – Reggente


    A onor di cronaca anche di quest'ultima apparizione – prodigio esiste un'altra versione.

    Tal Federico Spagnoletta, villico locale, fu colpito dalla peste.

    Essendo molto fedele di San Michele Arcangelo, si recò presso la grotta dell'Arcangelo per pregare.

    Qui, non ci è noto il perchè, prese delle schegge di pietra e le pose sui bubboni della peste e miracolosamente guarì in pochissimo tempo.

    Ma Federico non aveva capito che la sua guarigone era data dalle pietre e dall'intercessione di San Michele Arcangelo.

    Anche questa volta San Michele Arcangelo apparve in sogno, spiegandogli cosa gli era accaduto …. e annunciandogli che il miracolo era riprducibile.

    La notizia si diffuse molto più velocemente della peste, dato che anche il Vescovo Alfonzo Puccinelli gridò al miracolo.

    Da allora la grotta divenne meta incessante dei pellegrini devoti a San Michele Arcangelo e le piccole pietre sono considerate quasi come delle reliquie.

    Oltre a quanto sopra scritto su San Michele Arcangelo non ci risultano essere attribuiti ulteriori miracoli …. e se ne siete a conoscenza o avete osservazioni da farci …. siamo a disposizione.


    L'apparizione del "Faito"

    Ci scrive Catello Malafronte, rettore del santuario san Michele sul Faito:

    Le comunico che sul Monte Aureo o sant'Angelo a Tre Pizzi (provincia di Napoli, attuale monte Faito) nel sec. VI ci fu l'apparizione di san Michele Arcangelo ai santi Catello, vescovo di Stabia (ora Castellammare di Stabia) e a Sant'Antonino Abate (il patrono di Sorrento).

    L'arcangelo chiese loro di costruire sul monte Aureo (poi Sant'Angelo) un Santuario.

    Il santuario, andato distrutto per l'ingiuria del tempo e degli uomini, agli inizi del sec. XX è stato ricostruito sulla vetta detta monte Cercasole sul Faito.

     

    Ricerca da internet

     

    Edda CattaniLa devozione a San Michele Arcangelo
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    Tutto è compiuto!

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    Tutto è compiuto!

    Così anche Mentore è andato alla Casa del Padre… o meglio, come dice il servita Padre Alberto Maggi “…Il tuo sposo non va alla casa del Padre… Perché lui era questa casa! Noi siamo l'unica dimora di Dio. La morte non ci allontana dai nostri cari ma ci avvicina sempre più!"

     Ora è il tempo del silenzio e della memoria. Ricordo i primi tempi, quando si manifestarono i sintomi del terribile morbo che l’avrebbe distrutto poco alla volta, nemico inesorabile, caparbio, irriducibile! Si cominciò a frequentare, con frequenza diurna “Casa Madre Teresa”: il mattino lo portavo e il pomeriggio lo riprendevo. La chiamava “la mia scuola” e ne parlava con i nipotini come di una nuova esperienza. Diceva loro “Sapete anch’io frequento una scuola dove mi insegnano tante cose." Il momento del ritorno era sempre gioioso: ”Com’è andata la giornata?” “Bene” “E cosa hai fatto oggi con i tuoi amici?”  “Abbiamo letto” “Raccontami su… avete letto il quotidiano?” “ Siì “  “…e di cosa avete parlato?”  “…di tante cose!” “Dimmi qualcosa…” “ Mi chiamano il santo…!”

    Non poteva essere diversamente… si rendeva conto della sua condizione che accettava con umiltà, sorridendo, tornando quasi bambino, a quella infanzia che forse, dati i tempi, gli era mancata. Passando al semaforo guardava con nostalgia il ragazzo con i fiori in mano che bussava al finestrino: “Vuoi regalarmi una rosa?” “Sì”… e mi tornava alla mente la canzone di Simone Cristicchi:

    Ti regalerò una rosa

    Una rosa rossa per dipingere ogni cosa

    Una rosa per ogni tua lacrima da consolare

    E una rosa per poterti amare

    …Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare…

     

     Ed è stato così… il ricordo di me non è mai sfumato, è rimasto vivo fino all’ultimo istante. “Ti ho lasciato sola…!” ripeteva con amarezza quando fummo costretti a prendere la drastica decisione del ricovero permanente. Il mattino che lo trasferii nella struttura credevo d’impazzire mentre lui mi confortava con le sole parole possibili, pacato e sereno: “Cosa vuoi, questa è la vita!” Ci vedevamo ogni giorno e molte erano le volte che provavo a trattenerlo nella “nostra” casa… quella casa dove ormai regnava il silenzio, interrotto solo dal vociare dei bambini, quando le figlie me li lasciavano per emergenze. Una vita di solitudine e dolore, soprattutto per lui, sempre più rattrappito, immobilizzato in quella poltrona, divenuta poi un giaciglio per un corpo lacerato.

     

    Lunghi giorni e lunghi anni… non più festività insieme, ma ormai in “famiglia” a Casa Madre Teresa, divenuta la dimora stabile per entrambi. Ho vissuto con il mutare delle stagioni, il cambiamento delle situazioni… persone entrate autonome ridotte a vegetali dementi… Mentore no! Solo gli occhi si sono mossi fino all’ultimo, in cerca del mio incoraggiamento; io sono stata la sola persona a cui ha rivolto lo sguardo fino all’estremo istante, ancor quando lo supplicavo: “Lasciati andare Mentore, vai caro, ora puoi volare! Cosa aspetti? Basta soffrire… vedi, ti tengo la mano e Andrea è dall’altra parte che ti sorride… Vai, amor mio, vai!!!”

     

     

    Gli ho messo fra le mani lo scapolare della Madonna del Carmine di cui siamo devoti e l’ho dato a Maria, donato a Lei nella settimana dell’Assunta.

    Il giorno che l’ho portato nella struttura era il 22 maggio: 22 sono gli anni di Andrea e in quella data si festeggia Santa Rita, la Santa degli impossibili. Ricordo quand’ero adolescente e andavo ancora a scuola, nella mia parrocchia c’era un’altarino dedicato a Santa Rita e non mancava giorno che non facessi una visita prima di recarmi alle lezioni, pregavo per la riuscita di un compito, di una interrogazione… ora le ho affidato mio marito, il mio compagno, il papà di Andrea, l’ultima figura della mia famiglia rimasta a tenere la fiammella accesa di una casa sgretolata e dove ormai sarò sola.

     

    Nel giardino però non sono mai cessate le sorprese: Andrea mi ha fatto trovare petali a forma di cuore dappertutto, mentre pregavo Dio di perdonarmi per la mia debolezza e perché non venisse meno la forza di andare avanti. Troppo grande la mia presunzione di avere pagato il pedaggio con le mie precedenti sciagure e di non dovere più soffrire; ora capisco Signore che non mi avresti abbandonato  mettendo al mio fianco una spalla su cui piangere e con cui condividere il dolore, una creatura che potrà alleviare ogni mia pena con un segno di conforto.

    Ora è passato tutto, tutto è compiuto! Sono rimasta con lui fino all’ultimo… non ho voluto accanto nessuno in quest’ultimo viaggio… Noi soli, anche alle esequie, fatte nel raccoglimento, con le mie figlie e gli operatori: il cero pasquale indice di Fuoco dello Spirito e un cuoricino di rose bianche con i nomi dei miei nipotini. Lui, grande presenza al centro, pronto per raggiungere in cappella Andrea, sopra di lui, finalmente!!!

     

     

     

    Ma debbo ringraziare le Mamme degli Angeli di FB che, fino dai primi momenti dell’agonia mi sono state accanto a decine, impareggiabili nei commenti e nell’esortazione all’accettazione e alla fiducia in Dio. Chi poteva pensare che dai mezzi elettronici potesse venirmi tanta umanità? Chi lo conosceva di persona non si è presentato in tutti questi anni…e, dagli ultimi, i più lontani, coloro che sono stati colpiti da lutti raccapriccianti, ne è venuta la solidarietà e la preghiera dell’anima a sollievo della sofferenza!

    GRAZIE!!! GRAZIE A TUTTI

    Ed ora… per coloro che hanno FEDE!!!

     

    L'ho visto volare e mi ha dato un messaggio… che più bello di così … "…mia sposa io ora sto bene…è grande il sacrificio… i tuoi fiori tutti per me. Il tuo dolore nella prova è stato grande… COSPARGI IL TUO PROFUMO AL VENTO E RIGENERA IL TUO ABITO DI FOGLIE E DI FIORI… "… cosa debbo desiderare di più! La morte non esiste e gliela farò anche questa volta…

     

     Un grande abbraccio e GRAZIE!!!

     

     

     

     

     

     

     

     

     

       

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Edda CattaniTutto è compiuto!
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    Portami il girasole …

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    Oggi lo dedico a te Mentore… 

    in attesa delle esequie e il suo arrivo nella cappella del suo riposo!

    Portami il girasole ch'io lo trapianti

     

    Portami il girasole ch'io lo trapianti
    nel mio terreno bruciato dal salino,
    e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
    del cielo l'ansietà del suo volto giallino.

    Tendono alla chiarità le cose oscure,
    si esauriscono i corpi in un fluire
    di tinte: queste in musiche. Svanire
    è dunque la ventura delle venture.

    Portami tu la pianta che conduce
    dove sorgono bionde trasparenze
    e vapora la vita quale essenza;
    portami il girasole impazzito di luce.


    (
    Eugenio Montale, Ossi di seppia, 1925)

     

    Da questa poesia parte anche la mia invocazione; è un verso di quelli che si stampano nella memoria: portami il girasole ch'io lo trapianti. C'è tutta la forza di una preghiera e la debolezza di chi, sente la propria anima come un terreno bruciato dal salino, la ferita di una terra dolorosa. Il girasole, pianta magica e dalle foglie gialle, come quei limoni cantati da Montale in altre liriche, più che un uomo è un angelo, che tende verso il cielo azzurro per ansia e bramosia di infinito.

    Per questo, in questa stagione porto ad Andrea “il girasole” quasi a volere, in forma poetica  proseguire la mia preghiera che va al di là del dissolvimento: trasparenze e verbi quali vapora fanno capire quanto ci si allontana dalla materialità per giungere all'essenza. Il girasole è  simbolo di un'ebbrezza quasi mistica, che rischiara la visione delle cose, estremo tentativo di una supplica che non è conoscenza, è qualcosa di più, è quello che ai poeti, e anche a me, piace chiamare Illuminazione.

     

     il profumo dei fiori che mi porti giunge fino a me 

     

     

    Edda CattaniPortami il girasole …
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    Quando non ci sarò più

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    Quando non ci sarò più …

    Oggi più che mai attuale… Mentore è appena mancato!

    Non volevo pubblicare questa bellissima preghiera giuntami inaspettata il  27 luglio, giorno  successivo  alla festa dei SS. Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù, genitori della Madonna, Maria SS.ma.  Poi mi sono detta che forse era il tempo di farlo perché è un inno all’amore e alla Famiglia e può ricordare a tanti come , pur nelle difficoltà e nel dolore , si possa condividere  una vita .

    Un "grazie " riconoscente al gentile autore della presente.

    27 luglio 2011

     

    Padre d’Amore

    accogli nelle Tue tenere mani

    i giorni, i mesi, gli anni che hanno unito

    Edda e Mentore a Te, Vite di Grazia.

     

    Benedici, Padre, le loro lacrime.

    Tienili stretti alla Roccia del Tuo Amore,

    consumali nel Fuoco della Tua Gioia.

     

    Fa, o Padre, che si elevino canti

    da questa camera di sofferenza.

    Manda i Tuoi Santi Angeli ed Andrea

    a preparare il Nuovo Banchetto Nuziale.

     

    Accogli, o Padre, tutti i momenti vissuti

    da Edda e Mentore.

    Tutte le loro speranze, la loro fatica,

    i giorni felici e le incomprensioni,

    le solitudini provate, gli abbracci

    ed i baci che hanno segnato di miele

    i loro occhi in fusione.

     

    Benedici, Padre, i frutti del loro destino:

    figli, nipoti, le nuove famiglie,

    tutte le nuove piantine che verranno negli anni,

    memoria, ricordo e presenza

    di questi cari Edda e Mentore.

     

    Di noi tutti che in vario modo

    siamo a loro vicini, abbi Pietà.

    Concedici un po’ di quella Luce d’Amore

    che ha accompagnato il loro cammino.

    Preservaci dalla stoltezza del male

    che ci verrà incontro

    conoscendo la nostra fame.

     

    Fa’ che nel Tuo Tempo Edda e Mentore

    potranno pregare, insieme, per tutti noi,

    dai giardini della Gerusalemme Celeste.

    Amen.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Edda CattaniQuando non ci sarò più
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    Il tuo cuore lo porto con me

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    Il tuo cuore lo porto con me

    Ed oggi… ecco l'incontro!

    Ripropongo questa bella lirica in ricordo dell'11 febbraio, festa della S.Vergine di Lourdes,

    in cui Mentore  ed io abbiamo unito le nostre vite. Queste parole che suggellano un amore esprimono il grado più alto e puro di

    un'unione; perciò le dedico anche ad Andrea che possa presto accogliere il suo Papà.

     

    In Her Shoes – Se fossi lei

     

    Un film andato in onda in prima serata, nemmeno recente, che insegna il senso dell'amore nella vita di noi tutti. Un bellissimo ritratto dell'amore fraterno. Un forte contrasto tra stili di vita opposti che trovano una spiegazione logica nei traumi del passato. Una brusca caduta nella disperazione e un lento e faticoso cammino verso la rinascita. La necessità di toccare con mano le proprie radici e il conforto di poter contare su ciò che resta della propria famiglia. A volte ingenuo, a volte sadico,a volte ironico e lieve. Mai volgare. Fra le scene più belle, quella finale, in cui tutto si fa tenero e gioioso e un'emozione prepotente ti assale mentre non puoi fare a meno di tenere il tempo dietro le note spensierate della musica reggae. In her shoes è un percorso di vita al femminile, attuale e non così distante dalla realtà odierna. Il passato riaffiora nella nonna interpretata da Shirley MacLaine, forse per non dimenticare i valori famigliari, che come sempre sono una valida ancora di salvezza nelle difficoltà dell' everyday life. Fra i sorrisi, le lacrime e la ricerca infinita dell'immagine perfetta con cui affrontare i dilemmi dei nostri tempi.

     

    La parte più bella, che rimane nell'animo come messaggio,  è la poesia finale di E. Cummings

     

    Il tuo cuore lo porto con me

     

     

    Il tuo cuore lo porto con me
    Lo porto nel mio
    Non me ne divido mai.
    Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
    qualsiasi cosa sia fatta da me,
    la fai anche tu, mia cara.
    Non temo il fato
    perché il mio fato sei tu, mia dolce.
    Non voglio il mondo, perché il mio,
    il più bello, il più vero sei tu.
    tu sei quel che luna sempre fu
    e quel che un sole sempre canterà sei tu
    Questo è il nostro segreto profondo
    radice di tutte le radici
    germoglio di tutti i germogli
    e cielo dei cieli
    di un albero chiamato vita,
    che cresce più alto
    di quanto l'anima spera,
    e la mente nasconde.,
    Questa è la meraviglia che le stelle separa.
    Il tuo cuore lo porto con me,
    lo porto nel mio.

    (Edward Estlin Cummings)

     

     

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    Angeli “diversamente abili”

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    Avremo a Cattolica 2012, per sensibilizzare l'opinione pubblica NICE BONOMI (Verona): insegnante e formatrice in ospedali, scuole e carceri attraverso l’amore e la gioia la "Dott.ssa Takipirina" segue casi di grande disagio portando il sorriso.

     

    Un pensiero-carezza a tutti

     In partenza per le vacanze con il mio nipotino, rinnovo questo articolo!

    QUANTO DOVRA’ DURARE ANCORA QUESTO GENOCIDIO???

    (Da FB scrive il padre Giorgio Tremante)

    Per dimostrare quanto male possono fare le vaccinazioni, usate così indiscriminatamente sulle famiglie d’ogni parte del mondo, penso sia doveroso da parte… mia narrare la mia vicenda, precisando però che purtroppo la mia storia non è da considerarsi un caso unico sporadico a se stante, ma è solo la punta di un iceberg che tenta di smascherare quella categoria di “scientismi” che impongono ancora col terrore l’uso delle pratiche vaccinali.

    La tragedia che ha colpito la mia famiglia, si è abbattuta su tre dei miei quattro figli.

    Premetto che i tre miei figli, colpiti da reazione da vaccino, sono nati perfettamente sani e che le manifestazioni di una possibile malattia sono comparse solo dopo la prima vaccinazione antipolio Sabin. A Marco, il mio primogenito, sulla cartella clinica fu descritta la sintomatologia che presentò dopo l’antipolio Sabin. I disturbi manifestati (nistagmo oculare, tremori e difetti alla parola) erano stati messi in correlazione al Sabin dal pediatra, mentre altri medici avevano supposto diagnosi diverse quali tumore al cervello o encefalopatia degenerativa, mai confermate da alcun’analisi eseguita sul bambino. Morì nel 1971 all’età sei anni. Col secondo figlio, nato nel 1970, non ci furono problemi. Ma il dramma si ripresentò con la nascita, avvenuta nel 1976, di due gemelli monoovulari. Nonostante la mia ferrea opposizione ad una legge che mi imponeva una assurda e pericolosa obbligatorietà, senza nessun accertamento preventivo, vennero vaccinati e il giorno successivo iniziarono già ad affiorare i primi sintomi di qualche alterazione. Sottoposi le cartelle cliniche dei primi ricoveri subiti dai miei figli a varie Università: negli Stati Uniti, in Inghilterra e perfino in Russia, proprio in quest’ultimo paese s’ipotizzò una malattia su carenze immunitarie che avrebbe confermato la responsabilità specifica delle vaccinazioni. Nella mia città, Verona, fu posta la diagnosi di “leucodistrofia di tipo metacromatico”, una malattia degenerativa del sistema nervoso, tale diagnosi non fu mai confermata dagli esami anche genetici ai quali ci sottoponemmo. Più tardi Andrea, uno dei due gemelli, si aggravò e venne ricoverato per disidratazione; nonostante la mia raccomandazione di non far uso di farmaci immunosopressori, in quanto il bimbo era un immunodepresso, fu usato del cortisone in vena ed in cinque ore la mia creatura morì. In seguito venni a sapere che lo stesso farmaco era stato somministrato anche al mio primo figlio prima del decesso. Neppure con l’autopsia riuscimmo ad avere elementi utili per salvare la vita al gemello rimasto, giacché ci fu negata la presenza di un medico legale di parte, per questo tale esame non poteva risultare attendibile alle nostre ricerche. Ad un mese dalla morte di Andrea, anche Alberto, il gemello rimasto, dovette essere ricoverato. Nonostante il parere dei medici fosse quello di lasciarlo morire, fu portato, su nostra richiesta, in rianimazione e interpellato un virologo di Napoli, che in precedenza aveva già esaminato il bambino, questi ci consigliò degli immunostimolanti. Sottoposto a terapia con “interferone”, il bimbo cominciò lentamente a migliorare. Dopo sei mesi di degenza il bimbo fu portato a casa senza lettera di dimissione. Qualche tempo dopo, richieste le cartelle cliniche, mi accorsi che erano difformi da quelle che fotocopiavo giornalmente durante il ricovero. Per questo presentai un esposto alla magistratura. In conseguenza a tale fatto fu emessa da un Giudice una comunicazione giudiziaria nei confronti del Direttore Sanitario dell’Ospedale in cui era stato ricoverato il bambino, estesa successivamente al primario della Pediatria per “Falso in atto pubblico”. Alla fine questo procedimento è stato archiviato.

    Molti altri ricoveri subì Alberto, sia nello stesso Ospedale di Verona che in altre rianimazioni: al Policlinico di Milano, a Merate in provincia di Como, a Melegnano, in provincia di Milano, e per ultimo fu trasferito d’ufficio da Melegnano al Policlinico di Verona. Durante tutti i vari ricoveri il mio compito era quello di far sì che venissero praticate terapie immunostimolanti che ci avevano dato i primi risultati positivi. Queste terapie ci venivano sempre consigliate dal professor Tarro di Napoli, che era stato allievo del Professor Sabin. Era sempre difficile se non impossibile far praticare questo tipo di terapia ad Alberto, poiché la classe medica compatta aveva sentenziato ormai che mio figlio dovesse morire. Ciò era sostenuto perché non fosse scoperta la responsabilità delle vaccinazioni usate su un soggetto, parzialmente immunodepresso. Nonostante del nostro caso si fosse interessato l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, facendo pressione perché il Ministro della Sanità Renato Altissimo istituisse una Commissione Ministeriale, questa senza mai aver visto Alberto stese una relazione fasulla per nascondere la verità del danno subito dai vaccini. L’ultimo ricovero Alberto lo dovette subire al Policlinico di Verona dove, secondo il parere dei sanitari, mio figlio doveva morire a breve tempo. Cercai disperatamente di portarmi a casa il mio bambino, visto quale era il loro modo di pensare perché l’unica soluzione del problema per loro era l’epilogo nefasto di tutta la nostra vicenda. In quel frangente, perché non riuscissi nell’intento di far sopravvivere la mia creatura, addirittura mi fecero togliere la “patria potestà” dal Giudice dei minori di Venezia, al quale mi rivolsi subito per fargli capire che stava commettendo un macroscopico errore. Riuscii a convincerlo e a farmi reintegrare nella potestà parentale, iniziando così fin dall’ormai lontano 1984 a gestirmi mio figlio a domicilio, creandomi una “sala di rianimazione” dove in precedenza era sistemata la nostra stanza matrimoniale. Durante tutti i ricoveri mia moglie Franca ha sempre seguito Alberto, rimanendo con lui giorno e notte, al fine di proteggerlo da ogni sopruso che la classe medica cercava di porre in atto.

    Molti altri soprusi dovemmo subire da parte della Sanità, anche quando Alberto non aveva più messo piede in un ospedale, polemiche di ogni tipo da parte delle Istituzioni sanitarie perché non si voleva ammettere che le vaccinazioni erano state la causa della sua malattia e della morte dei suoi fratelli.

    Finalmente, nel 1995, facendo ricorso alla legge 210 del 1992, vidi riconosciuto dallo Stato il “nesso di causalità” del danno patito sottoponendo i nostri figli alle vaccinazioni d’obbligo.

    Durante tutti questi anni mi adoperai per fondare associazioni in Italia per aggregare persone come me che avessero patito danni dalle pratiche vaccinali;

    inoltre cercai di far passare una legge, che avevamo messo a punto con dei Parlamentari, per togliere l’obbligatorietà di queste pratiche; ma questo traguardo in Italia non è stato raggiunto, poiché, secondo me, la politica sanitaria che viene attuata è rimasta succube ancora del potere delle Multinazionali dei Farmaci. Tutto ciò sta dimostrando che, anche in questo settore, una certa pseudoscienza, con la prepotenza del suo scientismo, privo d’ogni scrupolo, calpesta continuamente, con azioni il più delle volte illecite, ogni diritto umano e civile. Essa impone il suo potere basato essenzialmente su interessi speculativi che fondano il loro progredire non su un’aperta e corretta informazione, ma piuttosto su una voluta e completa disinformazione fino ad arrivare anche all’occultismo di certe realtà e spaccia per prevenzione queste pratiche di profilassi che tutto possono, tranne che prevenire alcunché.

     

    CI SONO ANCH’IO
    Non so se sarà bello
    anche per me
    partecipare a questa preghiera:
    la preghiera di tutti,
    nella Chiesa.
    Sarebbe meglio restare
    fra noi ragazzi,
    parlare più semplicemente,
    cantare….
    e poi almeno potremmo distrarci…
    Si sa, i ragazzi!
    Invece tu, Signore,
    mi chiami a occupare il mio posto,
    là nella Chiesa,
    accanto al catechista, al dottore,
    vicino all’ignorante e al sapiente,
    vicino a chi è bigotto
    e a chi non sa neanche perché è qui.
    Ci sono anch’io.
    Va bene.
    Ci sono anch’io
    e prego con tutta la Chiesa. 

    Questo è il mio nipotino Simone, all'età di 4 anni, colpito dai postumi di un vaccino alle proteine cerebrali, in coma poi, miracolato dal Beato Giovanni Paolo II°. Ora porta i segni di questa terribile vicenda.

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