Questa pagina viene tenuta aggiornata con le note di Papà Mario che trovate di seguito alle precedenti…
Ricevuto come un dono
Grazie Lene per aver dato al tuo Papà il "dono" di farti conoscere come "amore"
Oggi sei volata via
è un anno che sei andata via, ed ancora sento il tuo profumo sui miei vestiti.. io so che tu ora sei un angioletto e voli lbera da un universo all'altro come una farfallina vola da un fiorellino all'altro, dolcemente e lievemente, non fai rumore sbattendo le tue alucce di panna e zucchero a velo, ieri il tuo papà lo sapeva che avrebbe sentito la tua mancanza oggi piu che mai, allora è andato nel bosco ed ha raccolto fiori nuovi e vecchie pigne cadute dall'albero piu vecchio, con le mani poi ha lavorato cera bianca e nove spilli ha usato per inchiodare tutte le cattiverie del mondo, le ha inchiodate all'albero vecchio e bruciato i volti dei cattivi uomini neri, che stanno facendo tanto male alla tua mammina, un po fusa ultimamente ma sempre pronta a sorridere come facevi tu per dimenticare le brutture della vita.. ti ricordi, eravamo a Brighton quando quella stronza di Idy, la figlia di Charlie ti fece arrabbiare e stavi per piangere, ti ricordi cosa ti disse il tuo papà? occhi per piangere devi avere sol per chi ami davvero, gli altri devono solo vederti ridere ed essere felice, perchè è solo cosi che li puoi distruggere, con tutta l'allegria che hai, dopo di che passeggiamo sulla spiaggia dai sassi bianchi bianchi e volammo sulla giostra colorata.. che buoni i sapori che c'erano quel giorno in quella piccola città inglese di mare cosi lontana dalla nostra terra. dopo quel giorno hai pianto solo un'altra volta, per colpa di Barbara.. ma solo qualche minuto poi hai smesso e mi hai preso la mano e mi hai detto:"pigna andiamo a giocare".. eri e sei tutto cio che la vita puo donare… ora è un anno che sei volata via, chissa come vivi, dove dormi, ogni tanto penso chissa cosa mangerà, spero che tu possa cucinare tutte le ricette che ti ho insegnato, il tuo diario di cucina e qui con me.. se vuoi dagli un'occhio.. e se non ti ricordi come si fa chiamami.. lo sai che per te io sono sempre all'erta dolce piccola pulcetta.. saltavi come una pulce ridendo e mangiando leccornie rubate dal frigor.. cosi oggi ho acceso tre candele nere e le ho lasciate bruciare insieme ad incenso di pino nella fontana dove ci sono i pesciolini rossi, perchè la notte e fredda e nera… buia e lunga, allora ho pregato che la notte bruci in fretta nei prossimi mesi a venire, e sole risplenda nei nostri cuori tristi.. perchè da quando sei volata via, gioia è dificcile e allegria si è persa, solo le ombre dei tuoi ricordi toccano le ombre dei miei occhi vacui e pieni di lacrime per un angelo che ha amato la vita con tanta forza ed energia che ha deciso di scappare via un pò prima di me… mi batti sempre… ricordi scendevamo giu per la discesa col vecchio monopattino e Bella ci seguiva.. stavi per aver paura della velocità poi iniziasti a ridere che anche Bella nè fu coinvolta… ora i fiori nuovi sono accanto alla tua foto, quella dove fai la farfalllina e pigne vecchie nella coppa di rame, la casa profuma di resina e fiori di campo e l'incenso bruciando nel giardino ha fatto arrivare anche gli uccellini, tra un pò andrò sulla tua barca ed insieme ascolteremo il vento come abbiamo sempre fatto, perchè hai imparato e ora sai che il vento è nostro amico, porta via il brutto tempo e fa arrivare la pioggia nei giorni di secca, muove le barche e fa cantare gli alberi, e cosi nel bosco dove la vecchia quercia ha visto milioni di anni scorregli sui rami, i cattivi uomini nutriranno con la loro anima nera le foglie dei noccioli per creare cose buone da cattivi umori e rabbie sopite… perchè tu mi hai insegnato cosa vuol dire amare ed io nè sto facendo tesoro, anche se la tristezza come una sindone a volte avvolge il mio cuore che quasi smette di battere.. i miei occhi ti vedono ovunque, nei fiori di campo che tanto ti piacciono nelle pigne verdi e quelle secche che ancora portano la resina dell'autunno passato e nell'acqua di quel mare dalla quale tutti noi veniamo.. tu la vita la amavi sul serio ecco perchè ancora mi dai la forza ogni giorno di scrivere di te e dei fiori nuovi e delle pigne vecchie.. il tuo amore scalda il mio cuore nei giorni freddi ed i tuoi occhi mi guardano dall'alto, scommetto che non immaginavi che un uomo orso e stregone come il tuo pigna potesse piangere cosi tanto quando sei andata via.. sennò sono sicuro che avresti aspettato ancora.. ma il tempo cambia, ed i giorni scorrono e oggi luce nuova verrà perchè i cattivi sono morti ieri sera e la terra si è nutrita del miele che il tuo papà ha versato per farla felice.. miele e cristalli d'argento per colori nuovi e storie nuove da raccontarti… sempre ti racconterò le mie storie da orsone cicciottone… perchè ti sei il mio piccolo dolce e tenero fiore di campo da proteggere dal vento forte… TVB con tutto il mio cuore il tuo papà per sempre… Pigna
dai Commenti: " io sono basito.. tutti questi bellissimi commenti mi si sono velati gli occhi di lacrime… Lene devi essere contentissima da lassù a vedere quanta gente ti vuole bene… io sono solo un piccolo blasfemo che arranca sulla strada della vita ma tu sei diventata un angelo stupendo.. ti abbraccio tanto tanto il tuo papà"
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Una sera, aprendo la mail di Italia Parallela, ci siamo imbattuti in una lettera che ci ha commossi tutti. E' la storia di un padre, Mario, un fotografo professionista, che da pochi mesi ha perso la sua figlia minore, a causa di un collasso cardiorespiratorio. Ha voluto condividere con noi la sua esperienza, raccontandoci una storia che assomiglia tanto ad una favola. Mario è autistico, soffre della sindrome di Asperger, e a causa di questa sua particolarità, in passato ha avuto molti problemi nell'intregrarsi con gli altri. Nato in una famiglia fortemente attaccata alle tradizioni del Sud Italia, fin da piccolo ha un dono: quello di poter vedere piccoli frammenti del futuro e comunicare con quelli che per lui sono molto più di semplici "amici immaginari". I genitori non vedono di buon occhio questa sua particolarità e lo sottopongono ad un esorcismo, un esperienza traumatica che lui stesso fatica a ricordare con precisione. Da allora niente più visioni o premonizioni…. Finchè un giorno, anni dopo, accade qualcosa che lo rimette in gioco. La notte di Halloween nasce la sua secondogenita Lene, una bimba di appena 900 grammi che quasi pare morta: non respira, non piange… Ma all'improvviso inizia a gridare. La madre Lucia ha un trauma post-partum a causa del quale vuole tenersi lontana dalla bambina: è convinta di aver dato alla luce un mostro. E' così che Mario inizia a prendersi cura in tutto e per tutto della bambina, allattandola artificialmente e aiutandola ad avere il suo primo contatto con il mondo esterno. Lene è una bambina speciale: tutti le vogliono bene, tutti adorano questa creatura intelligente, curiosa e dolcissima. Una donnina. Riesce a capire chi le sta intorno con una semplicità disarmante. Purtroppo un giorno a Mario viene diagnosticata una tremenda malattia: un tumore alla mascella causato da una mutazione genetica. La sua alterazione pare sia un fenomeno comune ai cosidetti bambini indaco, e Mario, facendo il cosiddetto uno più uno, si rende conto che tutti i doni avuti anni fa non erano solamente frutto di casualità o elevata sensibilità. Scopre inoltre che questa alterazione genetica è stata trasmessa anche a Lene ed alla primogenita Denise. Mario ricorda ancora l'ultima telefonata con la piccola Lene. "Le chiedo di passarmi la mamma, lei viveva con la mamma durante i periodi di scuola e con me i week-end ed il resto dell'anno, Lene si arrabbia e mi dice: Perché vuoi parlare con la mamma, hai tutto il tempo che vuoi per parlare con lei adesso stai ancora un po’ con me… immagino, nella mia ingenuità che sia uno sfogo per problemi con le amichette o per problemi a scuola, ma non c'è nulla di tutto questo, allora pazientemente le dico, Lene, non fare la stupidina passami la mamma, lei si arrabbia quasi e mi passa al telefono Lucia, la mamma, parliamo un paio di minuti e poi ritorno a parlare con Lene, ora Lene è più calma, ma mi parla in maniera strana, e la sento molto triste, quasi come se non potesse più rivedermi, come se quella fosse l'ultima telefonata … la stessa notte alle 5,55 Lene entra in collasso cardiorespiratorio i suoi polmoncini si riempiono di liquido e muore annegata…." Possiamo immaginare il profondo dolore di un padre alla perdita di una figlia di appena 11 anni. Leggendo la sua mail mi cadono le lacrime sulla tastiera. Non si può rimanere impassibili di fronte ad un simile avvenimento. Mi metto nei panni di Mario, mi tremano le gambe. Durante il suo racconto ho vissuto gli sguardi di Lene, ho sentito la sua risata, mi ha contagiata. Un giorno, mentre Mario si trova in fila dal dottore, la sua macchina fotografica del 1940 (che aveva con sé) scatta casualmente una foto. E quando quella foto viene sviluppata i suoi occhi si riempiono di stupore. In translucido appare il volto di Lene! Questa è solo la prima di una serie (casualissima) di foto in cui appare la sua bimba. Sono foto che hanno un che di sconvolgente. In ognuna di esse, più o o meno nitidamente, appare il volto di Lene. In seguito, Mario viene contattato da Alessandra Bertone, esperta di metafonia, ed assieme a lei riesce addirittura a stabilire un contatto verbale con la piccola, la quale, durante una seduta di metafonia, chiama distintamente il padre "Pii" e "Pigna", i due soprannomi che lei gli aveva dato. Non posso non credere alle parole genuine di questo padre. Ho visto le foto, che lui mi ha inviato via mail, e le trovo assolutamente autentiche. Non me la sento di pubblicarle sul sito, perché mi sembrerebbe di gettare in pasto agli squali qualcosa di troppo privato e profondo. Tuttavia se qualcuno fosse interessato a vedere qualcosa ce lo dica e lo metteremo in contatto direttamente con Mario. Non sono solita scrivere articoli inserendo così tanti interventi personali, ma questa commovente storia non mi ha dato alternative. Credo che questo sia un miracolo d'amore, il più grande di tutti. L'amore, quello vero, che non muore mai. Monica Taddia |
Non volevo scrivere subito, ma ho il vizio di vivere (5 maggio)A parte il fatto che leggendo i vostri commenti sono rimasto basito da tanto interesse, poi mi sono incuriosito, perché a volte scrivo di botto velocemente e neanche mi rendo conto di quello che penso, a volte riesco a scrivere simultaneamente, nel senso che penso e scrivo.. e come essere all'unisono con il diavolo.. ti scotti, brucia ma vai avanti perché non riesci a fermarti, e rileggendomi … mi chiedo.. dovevo proprio star male un casino per scrivere e pensare queste cose…. allora mi capisco un po’ di più… vorrei raccontarvi una storia, vorrei raccontarvi di me, dei miei viaggi, del mio mondo fatto di assurdità e di effimero, vorrei poi mi rendo conto che raccontarmi sarebbe inutile, e sarebbe palare di me, del mio passato che ora non conta più niente… a parte i mie undici anni di felicità con quello scricciolo pestifero che sbottava se gli si pestavano i piedini, in fondo lei era la mia fotocopia… calma, tranquilla anche un po’ cicciottella, ma un uragano…. amava la cucina, amava la musica, amava i viaggi, ma quelli veri non da turista, quelli in cui prendi un tovagliolo gli butti dentro una pera e un po’ di pane e lo appendi ad un ramo lo metti sulla spalla e ti incammini… Lene era semplicemente più viva che mai.. aveva una forza ed un energia che nessuno, ma nessuno davvero ha, inoltre il fatto di essere ingenua gli permetteva di vedere il mondo a modo suo.. ma cazzo.. non si sbagliava mai…. la vita non la spaventava, e neanche il dolore la spaventava.. in qualche modo era come se sapesse che doveva approfittarne il più possibile dalla vita stessa, viverla come un fiume in piena, berla tutta senza remore, assaporarla, gustarla, toccarla e forse nel suo piccolo cuore di fatina bionda e peperina, sapeva di avere poco tempo per fare tutto ciò che voleva.. ma c'era una consapevolezza nel suo essere bimba che ti lasciava senza parole, lei era consapevole dei suoi limiti e dei suoi desideri, e te li metteva su di un piatto e ti diceva.. guarda, hai visto che bella è la vita se sai da che parte guardare :).. ricordo che una volta eravamo in macchina, e lei mi diceva, papà che bella la mustang decapottabile.. vero? l'avevamo noleggiata per attraversare la Florida, e poi mi disse, non riuscirò ad essere cosi ricca da comprarla.. ed io ridendo le dissi.. Lene… se davvero vuoi qualcosa basta chiudere gli occhi e desiderare intensamente quella cosa, e poi credere, credere con tutto il tuo cuore che quella cosa e tua..e lei mi rispose mentre guardava dal finestrino.. lo so pigna.. lo so e hai ragione, il problema è che dovresti ripetertelo più spesso… rimasi allibito… ora capisco anche perché mi disse quella frase.. io non so tra noi due chi fosse il maestro e chi l'allievo, ne tantomeno chi il padre e chi la figlia, ma ci bastavamo per essere felici. Ora mi guardo nello specchio ed ogni minuto, ogni istante della mia vita penso a quel suo sguardo… quasi distratto.. mentre con le mani toccava il finestrino dell'auto.. e i capelli biondi che scivolavano lentamente sulle sue spallucce da bambina… e quella frase talmente semplice e cosi piena di forza.. lo so pigna, lo so.. il problema e che dovresti ripetertelo più spesso…. ora me lo ripeto…. a volte ci sono situazioni difficili, a volte la vita ci mette di fronte a delle scelte obbligate, a volte ci sembra che nulla possa redimerci e niente salvarci… invece non è cosi, basterebbe fermarsi e dirsi "Tutto mi appartiene".. mica è facile, eppure è cosi, noi pensiamo che per andare da Milano a Como bisogna usare l'auto, e quindi pensiamo che abbiamo bisogno di un lavoro, e dopo qualche mese pensiamo che andando da un concessionario possiamo fare un prestito e comprare una macchina usata, e pagare le rate, e metterci la benzina e attaccare la cintura di sicurezza e chiudere bene le portiere e pagare l'autostrada, e mentre siamo in viaggio pensiamo, si ho lavorato tanto, ho fatto sacrifici e ho ancora qualche rata d appagare, ma tra meno di venti minuti sarò a Como con la mia auto.. ed improvvisamente l'auto si ferma e rimaniamo senza soldi, senza auto senza lavoro e dobbiamo scegliere se tornare a Milano a piedi o andare a piedi fino a Como… intanto il travestito che passeggia tutte le notti sotto casa nostra passa sfrecciando su una ford mustang decapottabile in direzione di Como…. Ecco questa è la vita.. noi pensiamo che esistano soluzioni logiche, perché ci hanno insegnato ad essere logici, a scuola ci dicono che la logica e la madre delle soluzioni, e noi ci crediamo , perché lo dice il prete, il maestro, la mamma ed il papà… poi quando cresciamo…. la logica e solo un gioco diabolico che non serve a nulla……… a volte basta solo chiudere gli occhi per essere liberi viziarsi vivendo….. |
e mi sento completamente fuori luogo, fuori dal mio mondo, come se arrivassi da un pianeta sconosciuto e per una fortuita coincidenza sono approdato qui ed ora. Far finta di sentirsi come un uomo, far finta di camminare sotto la pioggia battente, un l…ampo rimbomba tra le nuvole lontano lontano.. ed io sono perso… faccio quel che faccio per pura necessità esistenziale, guardo i segnali stradali, mi sento in panne, come se guidassi sulla 66 con la macchina in riserva.. devo muovermi lentamente senza consumare troppo carburante altrimenti al prossimo distributore non ci arrivo.. e mi guardo nelle tasche per trovare i ciotoli di un passato cosi stranamente lontano da tutto cio che ora sono.. ed ora sono un nulla.. il niente… rumori di pentole che bollono sul fuoco, ora sono seduto in cucina a guardare uno schermo vuoto.. pieno di frasi distorte dal tempo e da un dolore lancinante che mi cattura il cuore e mi affonda strappandomi le vele… fuori dalla cucina uccelli volano cantano catturano insetti per il prossimo inverno, io mi guardo le mani,,, oramai invecchiate, unico segno della mia età che ora lentamente scorre tra le strofe di una canzone, ed il vento continua a soffiare fuori dalla finestra.. i miei occhi confondono le lettere della tastiera alterandole, distorcendole.. c'è il silenzio ora e iniziamo a camminare insieme io ed il silenzio.. mi affaccio sullo stagno e ti vedo riflessa tra le ninfee ed i pesci rossi, e-mails. lettere, parole, tutto resta in funzione del dopo.. di un domani senza domani.. soldi in tasca ma mi sento povero, abbandonato ad un rumore persistente ed incessante.. la fabbrica dei dolci si è chiusa dietro di me, non c'è piu odore di buono e di torta fresca da mangiare.. ed il sole mi brucia la pelle… ora sono in un deserto, un insetto tra la sabbia rovente che arranca alla ricerca di un buco dove nascondersi e trovare tenere gocce di umidità.. mentre scavalco l'ultimo gradino del piramide di vetro mi brucio le zampe.. mi giro.. mi accorgo che non sono piu io.. ma una parte di me stesso che si allontana nel vuoto dello spazio piu profondo, tra stelle e nebule bluastre.. soffio sulle mie mani alla ricerca di un'emozione e mi accingo a vivere ma il sogno si spegne… ora sono sveglio e mi manchi |
(17 giugno 2011) Un letto di piume ho sbagliato perché lo volevo, ho scelto di essere uomo e corro fino in fondo, i suoi capelli appesi al mio collo ricordano il suo profumo ed il suo tocco, scivolo sulle convenzioni sociali e mi abbandono ai miei errori, perché chi sono non è cosa sono.. io esisto tanto quanto lei.. e lei vive tanto quanto me.. non posso pentirmi di ciò che sono.. viaggio senza carburante… e non mi fermo alle stazioni per far rifornimento.. il deserto è il mio sentiero.. ma posso perdermi e so che lo farò tante e tante volte.. ma non voglio più fermarmi a pensare.. voglio essere demone di luce ed angelo di fuoco.. perché il deserto mi appartiene.. l'assenza è la mia partenza ed il mio arrivo.. vivo sospeso in una nuvola di ghiaccio al di là dello spazio.. tra freddo e calore che brucia pelle e capelli, galleggio su di me e sui miei pianti amari.. ma non mi chiedo più chi sono e cosa faccio.. perché devo scorrere giù per dare vita e che vita non sia in questo universo senza poli, il vuoto completo, non c'è attrazione né repulsione semplice assenza di gravità.. per ritornare a vivere ci vorrebbe un miracolo… ma la gola brucia e le mani sono dentro le mie tasche vuote.. i mei documenti li ho persi un anno fa.. non sono perché ero, tantomeno potrei dire che ero perche potessi essere, ma urlare al vento che io sono perché sono.. viaggio tra sogni incubi panico paure e certezze.. mi chiedo se tutto questo finisse ora.. la perderei ancora?… cosi mi sospendo sul tempo ed aspetto un'altro giorno.. tra delirio e coraggio a metà tra me stesso e lei stessa. dove porte non si aprono e finestre non si chiudono.. guardo le stelle da un letto di piume bianche al centro di un universo senza forza di gravità |
poi ho pensato… ma ho qualcosa da fare prima di partire anch'io.. devo dare pace alla sua anima.. perché pace sia guerra deve essere dicono è se guerra dovrà venire io combatterò con tutte le mie forze.. il buio non mi fa più cosi paura.. è l'assenza che mi terrorizza. perché l'assenza d'amore, l'assenza di vita è inferno.. è questo che non capiamo..l'inferno ed il paradiso cosi come lo descrivono non esiste.. ma esiste come assenza totale di amore.. senza quel legame che ci unisce da una parte all'altra di questo immenso universo siamo solo dei corpi riempiti di inutili parole che camminano come fantasmi in città vuote di vita e speranza… ma se una goccia beviamo.. allora crediamo e se crediamo viviamo.. ecco .. ora il giorno sta lentamente finendo dietro le gocce di pioggia che sull'asfalto formano ruscelli ed i fiori bevono…. ora che il giorno lentamente si sta spegnendo dietro le montagne.. dalla porta di casa mia vedo le nuvole… vedo quegli attimi di amore che mi hanno reso fiero, felice, gioioso con te.. e allora resto con te… il tuo papà per sempre |