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Scegli la Vita

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Train "spotting"

pubblicata da Lene Farinato il giorno lunedì 11 luglio 2011 alle ore 20.40

Variazione sul tema di trainspotting (il film)

 

 

Scegli la Vita.

Scegli un lavoro.

Scegli una carriera.

Scegli una famiglia.

Scegli una grossa televisione del c…o, scegli lavatrici, automobili,

lettori di compact disc ed apriscatole elettrici.

Scegli la buona salute, il colesterolo basso, e l'assicurazione per rifarti i denti bianchi e puliti.

Scegli un interesse fisso con rimborsi ipotecari ammortizzabili.

Scegli una casa qualunque per cominciare.

Scegli i tuoi amici.

Scegli il tempo libero e borse Gucci da comprare per corrispondenza.

Scegli un salotto a tre posti in una gamma di tessuti del c….o.

Scegli il fai da te e chiediti chi c….o ha scritto le istruzioni in una Domenica mattina a quaranta gradi all'ombra.

Scegli di startene seduto su quel divano fatto con la gamme di tessuti del c….o  a guardare buona domenica o chi vuole essere milionario spappolandoti il cervello mentre ti infogni coca-cola e hamburger o cibo precotto e decongelato creati per distruggerti il fegato.

E alla fine scegli di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio sbavando e ridotto a motivo di imbarazzo per gli stessi figli che hai messo al mondo per rimpiazzarti.

Ecco scegli il futuro, scegli la vita!

Io?? non posso scegliere!

Perchè?

Ditemi come faccio a scegliere se hanno scelto per me

Edda CattaniScegli la Vita
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Il numero di Dio

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"da Le perle di Lene"

 

 

il numero di Dio

pubblicata da Lene Farinato  lunedì 11 luglio 2011 alle ore 9.47

 

 

Godel cercava la prova matematica dell'esistenza di Dio, io forse posso dimostrarlo

se consideriamo che Dio è infinito allora seguendo questo ragionamento possiamo non solo provarne l'esistenza ma definirlo con un numero

una torta non è divisibile per zero in quanto riteniamo che "zero persone" siano presenti nella stanza.

 

Ma "zero persone"   nella stanza non sono un numero ma l'assenza del numero stesso, in altre parole "zero" è la rappresentazione dell'infinito in relazione allo spazio tempo, ovvero 0/0=oo (infinito) A (assenza) / 0 = infinito

 Conseguentemente la torta puo essere divisa per un numero infinito.

 Cosa è il numero infinito.

 Noi supponiamo che zero sia l'assenza dei numeri o l'inizio del nostro computo in quanto pensiamo in maniera lineare, ma in realtà zero può essere espressa come la contrazione o espansione di se stesso.

esempio

 

 

 

la numerazione che unisce in linea retta lo zero all'uno e la base del triangolo

 Quindi se noi supponiamo che lo "zero" come lo conosciamo noi sia in realtà un Triangolo.

 la somma dei tre angoli interni mi da come risultato 180º , in realtà il triangolo può essere contratto o espanso fino a formare uno zero, il risultato degli angoli in espansione o contrazione cioè in dinamicità può dare come somma un numero infinito e variabile, ovvero 9 volte 9 per 9 calcolato 9 volte, questo ci permette di calcolare il numero oo ovvero dare un valore all'infinito.

esempio 4,304672095695e+16 il numero dell'infinito. io dispongo solo di una calcolatrice solare quindi non posso calcolare questo numero per approssimazione ritengo che il numero sopra riportato sia corretto, ma quant'anche non lo fosse ( corretto ) rimane un ottimo punto di partenza da usare come esempio.

 Ottenuto il numero dell'infinito possiamo calcolare come dividere un numero per 0

 esempio; supponendo che "zero" in realtà sia un triangolo in continua espansione o contrazione la somma degli angoli sarà oo ovvero il numero dell'infinito sopra riportato. quindi una torta diviso "zero" darà come risultato un infinita quantità di piccoli impercettibili pezzetti di torta che espressi in numero dovrebbe corrispondere a

 1/  0 (oo) = 0,387420489387421

 dando un valore determinato all'infinito ogni problema è risolvibile, di conseguenza

P vs NP = P

in altre parole a tutto c'è rimedio anche alla morte.

 

 

Edda CattaniIl numero di Dio
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Riflessioni… per Lene

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                   Le perle estive del Papà di Lene

questo strano mondo

pubblicata da Lene Farinato domenica 10 luglio 2011 alle ore 23.23

 

forse è l'unica possibilità di dire ciò che pensiamo

forse l'amore è l'unica via per uscirne

forse l'inferno non è poi così caldo come vogliono farci credere

ma nonostante tutto ci nascondiamo nei nostri piccoli universi

vivendo vite che fanno paura a chi le vive

Così chiudiamo gli occhi e diamo per scontato tutto ciò che ci gira intorno

un saluto al mattino

una bevuta alla sera

Così chiudiamo gli occhi e crediamo a tutto ciò che ci dicono come se fosse sacrosanta verità

altrimenti sarebbe facile perdere il controllo in un universo cosi pieno di confusione

allora io mi chiedo dov'è il principio di me stesso e di te stesso?

e forse è proprio di fronte a me che tutto ha avuto inizio

Qui dove non ci sono peccati capitali, né pene da subire o dolori da gridare

ed in questo mondo che stiamo sprecando e che ironicamente ci fa anche sopravvivere

e crediamo che ora la scienza sia la sola nostra bibbia o la sola nostra via d'uscita se non fosse per il fatto che anche la scienza appartiene ai potenti del mercato che vendono anime al prossimo debito corrente per contrarre ed espandere i loro capitali…

ed io mi fermo e capisco che questo è solo uno strano mondo, dove la gente mente per vivere o uccide in nome dell'occhio per occhio e dente per dente

ed io mi fermo e penso che questo è un mondo strano ti basta sognare un solo giorno per vedere la luce ed il giorno dopo quando tocchi il fondo ammazzeresti per il sogno di un'altro

ed io mi fermo e penso che questo è davvero un mondo strano crediamo ancora che tutto vada bene, che sia tutto a posto…

 

Edda CattaniRiflessioni… per Lene
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Newsletter n.10

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http://www.acsss.it

Newsletter n.10  del 22 Ottobre 2011

          Cari Amici, dopo Cattolica è stato un uragano di iniziative, richieste, interventi che non ho avuto pace, dovendo rispondere a tutti. Ma prima di raccontarvi il dettaglio vi passo subito la prossima iniziativa che segue Cattolica. Il 5 dicembre prossimo sono venti anni che Andrea è partito. Ecco allora che il nostro mini-convegno di una giornata, qui a Padova è tutto a lui dedicato che saprà ben gestirlo con i ragazzidi Luce suoi amici. Eccolo qua:

A.C.S.S.S.

ASSOCIAZIONE CULTURALE STUDI SULLA SOPRAVVIVENZA – PADOVA

Dedicato a tutti i Ragazzi di Luce

 

XX° ANNIVERSARIO  Andrea Cattani

Convegno annuale

Sul Tema            FEDE E SCIENZA

Sabato – 3  dicembre 2011

Sede: Antonianum – Prato della Valle – Padova

Troverete il programma nel sito: http://www.acsss.it/sito/convegni/ (Click!)

Eccolo qua il mio "tenente" del corpo delle Aquile!!!  "Andrea vola come aquila!" dice.

Al solito il programma è stato approntato con cura e risente degli appuntamenti precedenti, con l'aggiunta di cari Amici, come Riccardo di Napoli e Luigi Zumpano che a Cattolica hanno riscosso notevole successo. I nostri convegni, nel tempo si sono adeguati alle spese e hanno necessariamente dovuto porre termine alla tre giorni che si faceva. Ora con modica spesa chi può raggiungerci sa che trascorrerà una giornata serena. Presenteremo anche le nostre ultime pubblicazioni di Miriam Maglione  "I bambini arcobaleno e il cerchio della vita" e di Manuela degli Angeli "Solo per amore". Fra i Relatori torna a noi la Mamma di Vera, Maria Pizzolitto che presenterà in anteprima il suo secondo libro: " A un passo da te…" . Poi Padre Gabriele che ha conosciuto Madre Teresa di Calcutta sarà al solito una fucina di bellke esperienze. Paola Giovetti fra le tante sue belle ricerche ci parlerà di NDE – esperienze di pre-morte. Nico Veladiano ha pure un nuovo libro, ma sarà anche il dotto espositore dell'esperienza del Cerchio '77. Io sarò con voi anche per riportarvi le mie ultime esperienze con le Mamme di Facebook di cui proietterò i bei filmati. Insomma: VI ASPETTIAMO NUMEROSI!! (pensate che il posto è limitato).

Navigatori del cyberspazio, amici cari, come non ringraziarvi della vostra fedele presenza. Attraverso Analitycs Google ho riscontrato l'entrata nel sito, ogni giorno di centinaia di presenze, da tutto il mondo… (oggi anche da Lima, in Perù!) sono persone attente, partecipi che non mancano di dare il loro dotto e solidale contributo. Amici appassionati delle nostre tematiche fanno un degno coronamento, ma sono gli ingressi da Facebook a farla da padroni. Ora poi che sono state ospiti a Cattolica le "guerriere" Alessandra Bertone e Gianna Marino che gestiscono ottimamente la pagina delle metafoniste, è un proliferare di nuove amicizie. Personalmente  mi commuove la stima, il rispetto la ricerca di un consiglio, il confronto di un'esperienza a cui sono chiamata a pronunciarmi. Dico "grazie" a Lina, a Maria Grazia, a tutte le Mamme dei "messaggi ispirati" e non dimentico i casi dolorosi delle "madri Coraggio" Angela e Ornella. il mio "cuore debole" va a Lene Farinato, la cui esperienza ho portato a Cattolica e che continuerò a seguire. Nella solidarietà siamo nati e con essa, nell'amore e per amore ci arricchiamo.

 

Ed oggi guardate chi arriva… una pagina di cagnetti da adottare…. come dire di no? Noi Mamme abbiamo tanto bisogno di coccole…. 

La nostra Associazione continua con il programma dell'anno sociale; avremo delle belle sorprese perchè ci sarà un rinnovamento sia in Via Rinaldi che all'Antonianum. Dunque vi aspettiamo il secondo e l'ultimo sabato di ogni mese.

Raccomando di continuare questa solidarietà che avete manifestato su Facebook, dal Gruppo ALLA RICERCA DEI NOSTRI ANGELI ATTRAVERSO LA METAFONIA 1 – retto dalle splendide Tizi, Alessandra, Gianna… MESSAGGI ISPIRATI  retto da Lina De Filippo e tutte…insomma… sono brave e sono tante!!! Guardiamo anche le belle sperimentazioni di Paolo Stoppa e di Riccardo di Napoli nel GRUPPO DI RICERCA E STUDIO DEL PARANORMALE  – non dimentichiamo un gruppo recente, ma con tanti "postati" LE MAMME DEGLI ANGELI  di Carla Magrini.

A loro mando i nostri articoli ed esse rispondono con tanta cortesia riconoscente… è una comunione d'anime e un aiuto per chi si trova a vivere in solitudine le proprie esperienze.

 E continuiamo sempre a parlare di amore per i nostri bambini, per i disabili, per gli anziani, quelli vicini, quelli lontani, quelli che hanno bisogno del nostro aiuto… Dedichiamoci a loro: sono la "ricchezza interiore" della nostra vita. 

 Per ricordarvi al meglio le nostre storie accompagno le pagine con dolci melodie e, a volte, ho riproposto, con qualche aggiunta, articoli sempre attuali…

LEGGETE in "La coscienza degli animali" le novità legislative e sull'amore e l'amicizia le belle note di Gibran nel "Il profeta"

Concludo proponendovi di rileggere la poesia splendida inviatami dopo Cattolia, un amore grande, un motivo di riflessione, una gioia per lo spirito.

A presto!

Siamo stati con voi

Siamo stati con voi

guardandovi da occhi ispessiti di bene.

 Ci siamo abbracciati a ogni nuovo amico

 che arrivava con un passo immenso di pace

ed un sorriso bonario.

“Benvenuto!”…”Anche tu qui”…”Eccoli, si son tutti lì”…

Sapeste quale allegra brigata, s’è formata:

il più timido, l’impacciato, lo spavaldo, la bella treccia,

 la sospirosa, lo studioso, il taciturno, quel confetto di piccina…

Poi qualcuno ha preso una chitarra

e guardandoci negli occhi, eccitati di Vita,

s’è cantato al suono dei vostri pensieri che venivano a noi.

Poi s’è goduto del tempo speciale che c’è stato donato.

E chi da un lato,

chi di soppiatto,

chi aprendo le braccia ad un nome amato,

chi prendendo amorevolmente una mano

penzolante nel vuoto,

ognuno ha amato

quelle spalle un po’ più curve,

quei capelli che non ricordava

così intessuti di bianco.

Ognuno ha amato senza dolore,

pieni d’eterna presenza,

come si può amare in uno specchio

il riflesso d’un giardino incantato.

Stretti forti, tutti voi,

in un abbraccio che non conosceva appartenenze,

senza alcuna intensità legata alle differenze.

Per chi credeva

e per chi non credeva,

per chi sperava

e per chi voleva fuggire ancor più disperato.

AMATI,

 del nostro amore

riempite quel che manca al vostro viaggio.

Soavi, benedite ogni istante

che passa e che sarà

perché non siete soli in questo andare.

Mamma, papà, sorella e fratello caro,

risuoni questo puntino di luce nel vostro cuore.

Siamo più vicini del fiume al mare,

più intimi del respiro che vi sale su dal petto.

Nulla è andato perduto.

Tutto resta, amori nostri.

Tutto resta,

adesso che calde lacrime cullano

gli aridi occhi.

Per sempre.

                                                                                18 settembre 2011

 

Grazie alla sensibilità di chi ci ha dedicato questi versi!!!

 

Un regalo e un augurio per voi, con un grande abbraccio di Luce!     Edda Cattani

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Buona estate!

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 Per augurarvi una serena estate vi dono le parole, i saluti e le immagini dei miei ultimi giorni di scuola.

 

LA VITA È BELLA COSÌ

Sorridi, senza ragione
Ama, come se fossi un bambino
Sorridi, non importa quel che ti dicono
Non ascoltare una sola parola
perché la vita è bella così

Lacrime, un'ondata di lacrime
Luce, che lentamente si affievolisce
Aspetta, prima di chiudere il sipario
C'è ancora un altro gioco da giocare
E la vita è bella così



Dalle immagini dei  prati fioriti

 

Qui, nei suoi occhi per sempre
Sarò sempre vicino come ricordi

Ora, che sei là fuori da solo
Ricorda, quel che è vero e quel che sogniamo è solo amore.

Tieni il sorriso nei tuoi occhi
Presto, il premio che aspettavi da tempo
Dimenticheremo il nostro dolore
E penseremo ad un giorno migliore
perché la vita è bella così



All'uscita dalla "Karol Woytjla" 

 

Dimenticheremo il nostro dolore
E penseremo ad un giorno migliore
perché la vita è bella così

C'è ancora un altro gioco da giocare
E la vita è bella così

 

Ai campi dei Giochi della "Papa Luciani"

 

Un sorriso a tutti per far bene al cuore…

Edda CattaniBuona estate!
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L’affettuosa amicizia del leone

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Buona Estate!

Godiamoci anche questo!!!

Il video più commovente

L'incredibile storia del leone Christian

Anche se la storia del Leone Christian ormai è straconosciuta in rete, mi piace riportarla. La cosa che mi ha sempre interessato è la domanda “gli animali non hanno un’anima”.  Conoscendo gli esseri umani, non so se possiamo affermare il contrario… ma ne parleremo nei successivi articoli.  La storia d’amore che questo documento ci racconta, potrebbe tornarci utile per capire che l’amicizia non ha confini.

Nel ’69 due giovani australiani comprarono un cucciolo di leone da Harrods, a Londra (allora era permesso vendere animali selvatici).

Il leoncino crebbe inizialmente nel cortile di un negozio di mobili a Chelsea, dove mangiava nei ristoranti della swingin’ London. Diventato troppo grande, Christian fu affidato ad una coppia del Surrey, dove dormiva in una roulotte ed aveva molto spazio per correre. Infine, nel ’72, fu portato in Kenya dove fu lentamente inserito nel suo ambiente naturale.
Nel ’73, John ed Ace andarono a trovare Christian in Kenya: il momento dell’incontro è fra le scene più commoventi del documentario che fu realizzato su questa storia. Da agosto, è stata vista più di 30 milioni di volte

 

Brambilla e Veronesi : la coscienza degli animali. (continua) 


Da il Giornale.it

Il primo a commuoversi fu Garibaldi. Era il 1870. Due vecchi muli ciechi erano attaccati a un mulino, costretti alla macina fino allo sfinimento. Il generale vide la disperazione e scrisse una lettera direttamente al re. L’Enpa, l’ente nazionale protezione animali, è nata così. Sono passati 140 anni e molti ancora pensano che quelli come Garibaldi siano un po’ troppo sensibili o esagerati. Gli animali soffrono, sentono, vivono, amano, sperano, piangono ma gli umani se ne fregano. È per questo che il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla e il professore Umberto Veronesi hanno pensato «alla coscienza degli animali», un’iniziativa per dare voce a chi non ce l’ha.
Gli animali stanno con noi in casa, una famiglia su tre ha un cane o un gatto, sono compagni di vita, partono per le vacanze e spesso trovano le porte chiuse. Serve una mappa. Il ministro del Turismo ha pensato a una guida per trovare alberghi o campeggi dove gli animali non vengono sbattuti fuori. Ci sono leggi severe per chi li abbandona o li fa combattere. Ci sono romanzi come </B>Mani nude</B> di Paola Barbato che raccontano cosa pensano i cani quando sono costretti a mordere per la vita e la morte. Il ministro Brambilla dice: «D’ora in poi saremo noi la coscienza degli animali. La civiltà di un Paese si misura anche da questo». È questo il progetto, presentato ieri a Milano. Un ciclo di incontri e conferenze per sensibilizzare gli umani. Una serie di focus su caccia, zoo, circhi, allevamenti, macellazione, vivisezione, maltrattamenti, abbandono. Non ci sono solo Brambilla e Veronesi, il ministro e il professore, a credere in questa battaglia. C’è il direttore del </B>Giornale</B>, Vittorio Feltri, innamorato di tutti i gatti del mondo, tanto che «se uno non ama gli animali come fa ad amare, che so, una zia?», Susanna Tamaro che racconta di Bianchina, il cane più brutto scelto al canile tra i più malati. Un atto d’amore puro, una sfida. «Data per spacciata, curata e amata ha vissuto altri sei anni. La cosa più commuovente è stata la sua gratitudine. Un sentimento che molti umani ormai non provano più». A riflettere invece sugli «animali da macello trasferiti in camion come gli uomini venivano portati nei campi di sterminio» è un’altra scrittrice, Dacia Maraini. Veronesi che con orgoglio racconta di come «sulle cavie da laboratorio abbiamo fatto passi da gigante, ormai utilizziamo il più possibile colture in vitro e in provetta». Ma l’importante è spostare sempre un po’ più in là l’asticella, muovendosi sempre di più verso la tutela e il rispetto degli animali. E allora viene quasi naturale parlare di macellazione, dei vitelli tenuti immobili per garantire le carni bianche. E si discute anche di caccia, dell’inutilità «di uccidere per sport», dice la Brambilla invocando l’abolizione della caccia. Dichiarazioni che ieri hanno fatto scoppiare il finimondo nel Pdl: l’assessore veneto alla famiglia Elena Donazzan le chiede di dimettersi.
Alla fine l’asticella dei limiti la sposta verso l’alto ancora Feltri, che dice: «E allora che dire della pesca, io voglio dare voce ai pesci, che notoriamente restano in silenzio, che si trovano questa spada conficcata in bocca e buttati nel cestino, sono condannati a morire lentamente».

 

 

Edda CattaniL’affettuosa amicizia del leone
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“I vecchi” che nessuno vuole

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Le mie riflessioni avvengono sempre in quel “giardino d’incanto” che è “Casa Madre Teresa”. Ormai non mi costa più tornarci ogni giorno perché ho scoperto quella che è la forza e la grande dignità dell’essere umano. Percosso da quelle che sono le grandi tragedie della vita, i “perché” non risolti, le risposte che la scienza non è in grado di dare,  ciascuno di noi finisce per accettare incondizionatamente il proprio stato e la realtà di essere “vecchio” . Si dice che la soglia della vecchiaia ha raggiunto cifre da record… ma come si giunge e come si vive la condizione di questa fase terminale della vita? Li vedo per le strade, accompagnati a volte dalle “badanti” questi “vecchi” più che ottuagenari, ma non trovo solidarietà, pazienza, aiuto nei loro confronti. Anche i bambini che una volta venivano educati al rispetto per le persone anziane di famiglia, si scostano con timore, a volte con atteggiamenti “schifati” a fronte di un tremolio, di un colpo di tosse un po’ accentuato, di una parola detta a sproposito.

A “Casa Madre Teresa” questo non avviene e ti par quasi di essere in un parco ove ognuno recita una parte. La malattia ha fatto perdere il senso del tempo, del luogo, della condizione… Poveri vecchi-bambini… le donne con i vestiti che andavano un tempo, le vecchie collane, i capelli abbelliti da un taglio corto e a volte “giovanile”, rincorrono un budino, un frutto, un sapore nuovo, una melodia, una canzone. Il colore e i bimbi in visita rappresentano uno sfumato spaccato di mondo che non sanno dove sia ubicato e le visite, accolte con gioia, non sempre lasciano individuare i ricordi…

I “vecchi” una condizione da scoprire, da non dimenticare, da amare!

 

 

"I vecchi" che non vuole nessuno

 

 

 

 

I  vecchi sulle panchine dei giardini
succhiano fili d'aria e un vento di ricordi
il segno del cappello sulle teste da pulcini
i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi
i vecchi che si addannano alle bocce
mattine lucide di festa che si può dormire
gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce
per una malattia difficile da dire
i vecchi tosse secca che non dormono di notte
seduti in pizzo al letto a riposare la stanchezza
si mangiano i sospiri e un po' di mele cotte
i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza
i vecchi un po' contadini
che nel cielo sperano e temono il cielo
voci bruciate dal fumo dai grappini di un'osteria
i vecchi vecchie canaglie
sempre pieni di sputi e consigli
i vecchi senza più figlie questi figli che non
chiamano mai
i vecchi che portano il mangiare per i gatti
e come i gatti frugano tra i rifiuti
le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po' da
matti
i vecchi che non sono mai cresciuti
i vecchi anima bianca di calce in controluce
occhi annacquati dalla pioggia della vita
i vecchi soli come i pali della luce
e dover vivere fino alla morte che fatica
i vecchi cuori di pezza
un vecchio cane e una pena al guinzaglio
confusi inciampano di tenerezza e brontolando se
ne vanno via
i vecchi invecchiano piano
con una piccola busta della spesa
quelli che tornano in chiesa lasciano fuori
bestemmie e fanno pace con Dio
i vecchi povere stelle
i vecchi povere patte sbottonate
guance da spose arrossate di mal di cuore e di
nostalgia
i vecchi sempre tra i piedi
chiusi in cucina se viene qualcuno
i vecchi che non li vuole nessuno i vecchi da
buttare via
ma i vecchi, i vecchi, se avessi un'auto da
caricarne tanti
mi piacerebbe un giorno portarli al mare
arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio
tutti quanti
sedia sediola… oggi si vola… e attenti a non sudare

 

…ed ora un racconto da un mio libro di scuola…

La tazza

C'era una volta, all'inizio del secolo scorso, una famiglia composta da madre, padre, 4 figli e un nonno. Vivevano in campagna, il papà usciva ogni giorno all'alba per coltivare i campi, e tornava a sera; la mamma badava alla casa e ai 4 figli; il nonno aiutava in casa e faceva piccoli lavori di falegnameria che insegnò al nipote più grande. Ogni sera, all'ora di cena i figli più grandi aiutavano la mamma ad apparecchiare la tavola, e ogni sera venivano messe in tavola 6 ciotole. c'era poi una tazza, la tazza del nonno, che era solo per il nonno e veniva messa vicino alla sedia del nonno accanto al camino. Li, lui mangiava.

Un giorno il padre tornò prima dai campi e andò in laboratorio a vedere cosa stava facendo il figlio più grande e lo trovò tutto intento a lavorare un pezzo di legno. Incuriosito chiese cosa stava facendo, e il figlio prontamente rispose " una tazza, una tazza per te papà per quando sarai vecchio". Subito il padre capì e da quella sera in poi in tavola furono messe sette ciotole…

 

Non è un paese per vecchi

A Tellaro (Lerici), dovrebbe sorgere una casa di riposo. Apriti cielo! l'idea trova molti nemici tra i cultori della vacanza giovanilistica. (10-17/12/2009) Eugenio Manca

Davvero Tellaro non è un paese per vecchi? Davvero non può esserlo l’Italia? Chissà che cosa direbbe il vecchio Mario Soldati, che di Tellaro era considerato una sorta di genius loci, se venisse a sapere che qualcuno strenuamente si oppone all’idea di aprire una casa di riposo per anziani nel cuore del borgo tanto amato, proprio in quella piazzetta ove talvolta era possibile incontrarlo, col basco, il bastone, il mezzo toscano ad addolcire il ghigno delle labbra, lo sguardo perso tra i barbagli del Golfo dei Poeti. E chissà come giudicherebbe le motivazioni addotte dal “comitato” che si dice contrario all’insediamento. Ne ha riferito qualche giorno fa il “Corriere della Sera” dando conto di scambi polemici avvenuti anche nel Consiglio comunale di Lerici, di cui Tellaro è frazione. Uno avrebbe detto: “Nella piazzetta di Capri non ci sono ospizi, e a nessuno verrebbe in mente di aprirne uno. Così a Portofino”. Un altro ha soggiunto: “Ci hanno detto che verranno anziani autosufficienti, ma sappiamo che intorno a queste strutture finiscono per girare ambulanze, carrozzelle, non è proprio la vista che ci si aspetta in un luogo di vacanza… Al posto del ristorante che c’era in piazzetta, già sfrattato, adesso ci sarà la sala mensa…”.
MENSA. Eh sì, bisogna ammetterlo, la vista di un vecchio che si muove a fatica col suo bastone suscita disagio, mal si concilia con l’idea del turista giovane e spensierato, saldo sulle gambe, sorridente e armato di camera digitale. Se poi si intravede una mensa, questo evoca subito un’idea di indigenza che confligge con l’auspicio di un turismo facoltoso e magari d’élite che scende al Gran Hotel e prende posto nei locali alla moda.
Se aggiungiamo carrozzelle, ambulanze, e – Dio ne scampi – perfino un carro funebre, allora il disastro è totale: la pellicola si sgrana, la fiction perde i filtri rassicuranti, e ritorna – guarda guarda – la vita nel suo insopportabile bianco e nero: proprio la vita che Soldati – narratore, commediografo, giornalista, uomo di cinema – ha saputo raccontare in presa diretta per quasi tutti i suoi 93 anni con parole asciutte, spoglie di agiografia e di retorica. Del resto non è proprio quello che Lerici ha voluto ricordare nel 2006, centenario della nascita dello scrittore, con quegli appuntamenti racchiusi nel titolo rossiniano “Una voce poco fa”?
VOCE. A onor del vero, va detto che la prima a levarsi contro ogni insofferenza verso l’apertura della casa alloggio è stata la voce del sindaco di Lerici, Emanuele Fresco. Il quale ha detto: “Sostenere che ospitare persone anziane in piazzetta danneggia il marketing territoriale è una cosa che mi fa inorridire. Cosa significa: che gli anziani sono poco decorativi? Sono brutti? Questo è razzismo estetico, non so come altro chiamarlo. Gli anziani sono un patrimonio della collettività”. E a chi gli obiettava che sarebbe bastato spostarsi di cento metri più in là ha risposto: “Ah sì? Vogliamo il ghetto? Vogliamo mettere i confini, di qua i giovani e belli, di là i vecchi e i malati? Mi rifiuto. Salgo sulle barricate. E mi preoccupo anche di essere nello stesso partito di chi sostiene queste cose”.
Alleluia! Il partito cui si riferisce il sindaco Fresco è il Pd, e la sua filippica pare indirizzata anche verso esponenti della sua stessa maggioranza, uno dei quali in passato è stato assessore alla Cultura nonché promotore delle celebrazioni soldatiane. Che dietro la disputa si celi una ruggine personale è probabile, ma ciò non sgombra il campo dal sospetto che più profonde e diffuse siano le “ragioni culturali” che animano la campagna dei contrari. Sono – ha visto bene il sindaco – le ragioni di una sconcia, inconfessabile teoria secondo cui il vecchio non può che vedere ridotti i suoi diritti di cittadinanza in un mondo veloce, aggressivo, competitivo. Oltre a essere poco decorativo è poco decoroso, portatore di una immagine che stride coi canoni di bellezza, efficienza, armonia suggeriti dalla “modernità”. In piazza il vecchio è fuori posto. Specie se sofferente, lascia trasparire un’idea di precarietà, di fragilità, di caducità che contrasta col clima di vacanze frenetiche e vitalistiche. Le quali più sono vuote di pensiero meglio è. No, non le troveremo sancite in nessun codice queste regole: si sono impadronite del senso comune, semplicemente. Ci sono e basta.
INDIGENTI. Ci torna in mente la casa di riposo dei vecchi indigenti di Lecce, allora denominata “asilo di mendicità”. Ebbene per un tempo infinito quei poveretti sono stati rinchiusi dentro la cinta muraria del cimitero, luogo ritenuto più consono alla loro condizione di naufraghi. Cortei in gramaglie di giorno e fuochi fatui di notte: era tutto il loro mondo. Guido Piovene, nel suo “Viaggio in Italia”, non finì di stupirsi per questa orribile fantasia spagnolesca, per questa macabra anticipazione della morte. È durata fino ai Settanta, allorché furono traslocati in aperta campagna.
Personalmente siamo sempre più convinti che il livello di civiltà di un paese si misuri dal grado di considerazione che sa riservare ai suoi vecchi, la parte più fragile e indifesa. La conferma – paradossale – viene dalla sentenza incisa sui cancelli di quel cimitero salentino: “Noi fummo ciò che voi siete. Voi sarete ciò che noi siamo”.

Autunno

 

(…) Ora passa e declina,

in quest'autunno che incede

con lentezza indicibile,

il miglior tempo della nost ra vita

e lungamente ci dice addio.

 

Vincenzo Cardarelli in POESIE, Mondadori, 1976

 

 

da "il salvagente.it – rubriche" 

 

 

 

Edda Cattani“I vecchi” che nessuno vuole
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L’illusione del vivere

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      Continuano le riflessioni di Mario, il Papà di Lene… espressioni d'amore tanto belle da essere raccolte insieme nella categoria "LE PERLE DI LENE"

l'illusione del vivere

 

Cosi pensiamo di controllare la nostra vita, possiamo controllare il volume dello stereo, l'aria condizionata, i nostri colleghi, controllare la camera dei deputati, il consiglio di quartiere e la velocità della nostra autovettura, viviamo in un finto-reale-benessere pensiamo che la nostra vita sia perfettamente sotto controllo, malattie, lavoro, vacanze, soldi.. poi di colpo ci scontriamo con persone che vivono in universo che è talmente lontano dal nostro che non riusciamo a capire, loro si muovono per istinto, non aspettano la pioggia per piangere piangono e basta e non credono nel futuro ma vivono intensamente ogni attimo della loro esistenza.. e così pensiamo di riuscire a possederli, a catturarli a dargli ciò che le loro anime perse e vagabonde cercano da anni.. ma non c'è distanza che possa essere coperta tra le nostre e le vostre anime.. siamo vagabondi, siamo gli zingari di questo mondo appositamente creato per chi ha l'illusione di avere il controllo, noi anime nere ci sediamo a guardare il riflesso nello specchio della vita senza aspettative.. cosi mi ritrovo a 50 anni e faccio il resoconto.. prima mi hanno portato via la dignità, poi la famiglia, poi il lavoro, poi gli amici, poi la mia bambina ed ora la mia identità eppure sono qui.. vivo la mia maledizione con dignità… ed è vero a volte piango…. e penso.. chissà forse tutto questo è un c…o di incubo.. domani mi risveglierò su di un letto di ospedale nel 1973 a Pompei.. sono stato colpito da una forte febbre dovuta al colera perché ho mangiato le cozze ma ora sto bene ed il mio corpo sta reagendo agli antibiotici.. le fotografie della mia bambina, le voci nel registratore o sul computer sono quelle di mia madre che mi dice di risvegliarmi dal coma.. sto vivendo in un probabile futuro che non è il mio… e poi penso.. c…o se cosi fosse mi ammazzerei prima di uscire dall'ospedale… rivivere tutto questo sarebbe la punizione più orribile che un essere umano possa subire, e poi mi fermo e penso…. rifarei tutti gli errori della mia vita per un altro giorno con lei, per il piacere di stringerla tra le mie braccia per dargli da mangiare ancora una volta, per fargli il massaggino alle gambe, per ridere su un campo da calcio con lei per la caduta che ho preso, per avere ancora una volta l'opportunità di accarezzarle il viso mentre dorme, e allora mi accorgo per un attimo cosa significa avere il controllo.. avere il potere… questo pseudo-possesso altri non è che la consapevolezza di vivere in un mondo di illusioni che possono svanire in una bolla di sapone appena il vento soffia più forte, è finzione.. tutto ciò che siamo è pura inutile finzione.. ci illudiamo di possedere la nostra vita.. ma è una finzione.. compriamo auto e case, telefoni e televisori, firmiamo scontrini e andiamo in vacanza.. ma è solo una mera illusione, perché noi non possiamo possedere un bel niente.. siamo burattini agitati dal dio denaro.. ed io ti vengo a cercare… perché il vero potere, il vero controllo è la consapevolezza di essere anima… pura energia scintillante.. sapete c'è una splendida canzone di cat stevens che Lene adorava.. registrai la canzone per l'ultimo natale.. fu il regalo più bello che lei mi disse di avere mai avuto.. conservo il cd nel suo diario ed ora è nella tomba con lei.. quella canzone dice:

e sono seguito dall'ombra della luna,

saltellando e cantando la sua ombra mi segue,

e se dovessi perdere le mie mani, il mio aratro e la mia terra,

non dovrei più lavorare,

e se dovessi perdere i miei occhi

e tutti i colori del mondo divenissero secchi

non dovrei più piangere,

 e se dovessi perdere le mie gambe non mi lamenterei

e nemmeno elemosinerei,

significa solo che non dovrò più camminare,

e se dovessi perdere la mia bocca e tutti i miei denti cadessero

 non urlerei, semplicemente non dovrei più parlare..

perché ci è voluto tempo per capire

ma saltellando con l'ombra della luna ti ho ritrovato…..

ed ora per me questo è ciò che conta, questo è il mio potere, questo è il mio controllo.. saltellando nell'ombra della luna ti ho ritrovato.. il tuo papà per sempre

 

 

Yusuf Islam, nato Steven Demetre Georgiou e a lungo conosciuto con il suo nome d'arte Cat Stevens (Marylebone, 21 luglio 1948), è un cantautore britannico.

Figlio di padre grecocipriota (Stavros Georgiou) e madre svedese (Ingrid Wickman), cresce a Shaftesbury Avenue, nel quartiere di Soho a Londra, sopra il ristorante di proprietà del padre dove veniva spesso suonata musica popolare greca, dalla quale verrà influenzato.

Lo stile musicale che ne esce fuori è quello che contraddistinguerà Cat Stevens per tutta la sua carriera: chitarre acustiche in primo piano, sonorità delicate, richiami alla tradizione greca, testi a metà strada tra la canzone d'amore ed il misticismo, il tutto condito dalla calda vocalità dello stesso Stevens.

Si trasferisce successivamente in Brasile per motivi di tasse, e comincia ad avvicinarsi a tematiche prettamente religiose. Nel 1976, suo fratello, di ritorno da un viaggio a Gerusalemme, gli regala una copia del Corano: avvenimento che segnerà la vita del cantautore.

 

Balza agli onori delle cronache nel 1989 quando apparentemente appoggia la fatwa lanciata contro lo scrittore Salman Rushdie per i suoi I versi satanici: in realtà Islam, il quale si trovava al Kingston Polytechnic di Londra per un incontro con gli studenti, si era limitato a spiegare il perché di quella condanna da parte del mondo musulmano senza mai invocare direttamente alcuna sanzione, precisando successivamente che non avrebbe appoggiato la richiesta dell'Ayatollah Khomeini in quanto lesiva della legislazione britannica. Questa controversia comunque gli avrebbe causato l'ostracismo di gran parte del mondo musicale per lungo tempo.

Da qualche anno a questa parte Islam è tornato a calcare le scene, collaborando di nuovo con Peter Gabriel in occasione di un concerto in onore di Nelson Mandela a Johannesburg nel 2003, duettando con Ronan Keating il brano Father and Son, e progettando un ritorno sulle scene a livello discografico.

 

 

 

Edda CattaniL’illusione del vivere
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Non sai che il cielo è in te?

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“Dove corri? Non sai che il cielo è in te?”

Ricevo non appena deciso di pubblicare un articolo del Papà di Lene. E' tratto da un libro di Christiane Singer, “Dove corri? Non sai che il cielo è in te?”, edizioni Servitium, e questo brano sembra svelare ed esaltare il senso di tutti i passaggi che ci hanno portato a condividere questa esperienza: me, ad altri ancora:  “Non so se ho colpito colui al quale mi rivolgevo; poco importa, dato che il messaggio, anche quando non giunge a chi si è mirato, arriva sempre a qualche destinazione.  Nelle faccende di cuore e di spirito, ci si rivolge alla persona che si ha davanti e, di riflesso, è un altro che riceve il messaggio in pieno cuore: questo conta.
…La vita si rivela solo a coloro i cui sensi sono vigilanti e che si spingono in avanti, come felini tesi, verso il minimo segnale. Tutto sulla terra ci interpella, ci chiama, ma così lievemente che passiamo mille volte senza vedere alcunché. Camminiamo su dei gioielli senza notarli. I sensi ci restituiscono il senso. Quando l’istante scarica la sua linfa, la vita è sempre presente all’appuntamento” .

 

Vediamo cosa ha scritto oggi Mario e guardiamo nella pagina sotto cosa aveva scritto ieri… (Il "dono dei papà di FB)facciamolo lentamente… ci aiuterà a capire il senso del nostro vivere…

 

la chiave del tutto…ieri, anzi in questi giorni passati penso di avere raggiunto degli stati alterati di coscienza, stati alterati che mi hanno permesso però di capire, di approfondire di dare una ragione alla morte.

Premetto che stamane dopo aver fatto un sogno mi sono svegliato come se avessi avuto un'epifania, poi durante il giorno ho capito che dovevo cambiare, non posso più piangere cosi, soffro moltissimo, ma dopo stamane, ho iniziato a capire, e poi non so come né perché ho capito tutto quello che c'è da capire sul nostro mondo ed il loro, sull'anima e sul corpo, sulle fotografie, sulla vita e sulla mia sofferenza, prima di tutto mi sono spogliato di ogni cosa che mi ricordava lei, i suoi capelli appesi al mio collo non erano lì perché volevo ricordarla, ma perché volevo soffrire, ed è anche vero che la sofferenza ed il dolore  sono una cosa importante ed oramai faranno sempre parte della mia vita, ma ora è tempo per me di vivere tutto ciò in maniera diversa.

Dunque, partiamo ora dallo spiegare che cosa siamo noi, noi siamo l'insieme di atomi in perfetta sincronia, ogni piccola parte del nostro corpo è un universo a se stante, ed il nostro corpo interagisce in maniera perfetta con tutti questi miliardi e miliardi di universi, ma esiste una parte di noi che ci permette di provare emozioni, amore, odio, simpatia etc.. questa nostra parte interagisce con il nostro corpo ma ha una sua vita propria, una sua età, un suo ciclo, che a quanto pare risulta essere eterno, perché direte voi, per un motivo semplicissimo, vive e pulsa ad una velocità diversa da quella del nostro corpo.  capisco che posso apparire pazzo, ma è di una semplicità disarmante. tutto dipende dalla velocità di ricezione e codifica degli stimoli esterni.. ad esempio, vi siete mai chiesti perché spesso e volentieri le esperienze di pre-morte sono molto simili alle esperienze raccontate da genitori che hanno ricevuto la notizia della morte del proprio figlio? Perché il nostro corpo ad una notizia talmente orribile reagisce in maniera talmente violenta da accelerare tutte le funzioni vitali, al punto tale che riusciamo a sdoppiarci, ad uscire dal nostro corpo, a vivere un’esperienza di pre-morte, in alcuni casi può anche seguire un collasso cardiaco a notizie talmente sconvolgenti, non pensate che io sia un cinico a parlare di queste cose cosi, perché penso che sappiate che io sono uno di quei padri che ha ricevuto una simile notizia, ed è lì il segreto della comunicazione con i nostri angeli, del resto non li abbiamo sempre chiamati esseri di luce, provate ora a pensare alla velocità della luce?.. il ragionamento fino ad ora non fa una piega, giusto.. ora perché alcuni riescono a sentire le voci via radio, e perché in alcuni casi si mette la registrazione al contrario? è una questione di velocità di recezione.. se voi fate scorrere il nastro molto velocemente o molto lentamente potreste avere gli stessi risultati che invertendolo, ma ora passiamo alla manifestazione attraverso la fotografia.. se io riuscissi ad avere una macchina fotografica in grado di scattare delle fotografie alla velocità della luce, o magari basterebbe semplicemente alterarne di qualche nanosecondo lo scatto, potrei forse riuscire a catturare il mondo dell'invisibile, voi direte… ma che c…o stai dicendo?.. è semplice In fotografia, la velocità della pellicola, detta anche sensibilità o rapidità, indica la sensibilità di una pellicola fotografica (o del sensore in una fotocamera digitale) alla luce… Capite alla luce! questo significa che loro non sono da un'altra parte ma sono con noi e vivono ad una velocità diversa dalla nostra.. persone che come me riescono a mettersi in contatto con loro, non sono sensitive ma sempicemente  pensano in maniera più veloce, qualcuno lo sa e si rende conto, qualcun'altro no… l'anima vive nell'universo ad una velocità diversa dalla nostra… ecco perché a volte riusciamo a sentirli e a toccarli o ne percepiamo i profumi, o udiamo le voci.. perché rallentano per noi i loro ritmi vitali… per permetterci di sentirli o vederli… è solo una questione di velocità, le foto di Lene apparirebbero più chiare e nitide se la macchina fotografica avesse un tempo di esposizione più ridotto, cioè più veloce.. lei non è lontano in paradiso, nessuno trattiene nessuno, perché non c'è nulla da trattenere, lei vive una vita semplicemente più veloce della mia.. e a volte ci incontriamo… forse riescono a fare anche dei "miracoli" perché pensano più velocemente di noi, se io potessi correre come la luce.. saprei già cosa mi accadrebbe domani e potrei evitarlo.. ma siccome sono relegato in un corpo "lento" ho bisogno del mio spazio per percepire il futuro, ma se io altero il mio stato di coscienza, rallentando o accelerando il ritmo… posso sentirla, vederla e parlarle anche conversare con lei.. non è magia.. accendere una candela perché il raccolto vada bene non è magia, ma controllo del tempo e della velocità.. è un'alterazione della nostra percezione nei confronti del domani che a noi sembra incerto, più lentamente pensiamo e viviamo più incerto ci sembra il futuro, tutto dipende dal nostro rapporto di percezione con la realtà. Ecco perché ti voglio bene Lene ecco perché ieri ho chiamato il vento ed il vento è arrivato, non è magia bianca nera arancione o multicolor o treD è percezione rallentata o velocizzata della realtà… perché tu sei sempre con me… sempre con me…. è disarmante la semplicità di un simile ragionamento, sembra quasi logico. Non esiste una porta attraverso la quale si passa per raggiungere un universo parallelo, l'universo parallelo è già qui intorno a noi e solo una mera questione di velocità.

 Mario Farinato

 

 

Edda CattaniNon sai che il cielo è in te?
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Nel nome del cuore

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Nel Nome del Cuore 2011

Si ripete anche quest’anno e per l'occasione diversi artisti di primo piano metteranno la loro musica al servizio della solidarietà: lo scopo di Nel nome del cuore 2011, infatti, è quello di raccogliere fondi per le popolazioni povere del Burundi e dello Sri Lanka.

Gli artisti presenti a Nel nome del cuore 2011 saranno Renato Zero, Nek, Roberto Vecchioni, Raf, Noemi, Nair e Il Volo, con il coro dei bambini del Teatro Carlo Gesualdo a supportarli live.

Il ricavato della serata sarà devoluto totalmente a tre progetti benefici a favore delle poverissime popolazioni delle due nazioni africane. Verrà potenziata la struttura ospedaliera di Mutoy, in Burundi, mentre nello Sri Lanka arriveranno 100 biciclette per i bambini che devono recarsi nelle lontane e scarse scuole del paese. In più verranno sostenuti gli sfollati della guerra e saranno ricostruite 40 case distrutte dalle inondazioni.

Per finire con il ricavato di Nel nome del cuore 2011 verrà edificata la Casa di accoglienza San Francesco, una struttura per giovani nello Sri Lanka.

Per donare 2 euro basterà mandare un SMS al numero 45501, dal 10 al 22 giugno. Per maggiori informazioni rimandiamo al sito sanfrancesco.org.

 La solidarietà da Assisi 2010

 

 

 

L’appuntamento con l’edizione 2010 di “Nel nome del cuore” è per questa sera 4 giugno alle ore 21:10 su Rai1 con la diretta del concerto benefico che ogni anno si svolge dalla piazza inferiore della Basilica di Assisi, condotto da Carlo Conti. Una serata che vedrà sfilare sul palcoscenico alcune delle voci più belle del panorama artistico italiano: Renato Zero, Massimo Ranieri, Malika Ayane, Francesco Renga, Irene Fornaciari, I Nomadi e il tenore scoperto da “Amici di Maria De Filippi” Matteo Macchioni. Tante stelle tutte unite per solidarietà, l’intero ricavato della serata sarà infatti devoluto a due progetti benefici per l’assistenza all’infanzia.

 

 

 

A Grand Goâve, Haiti, sarà ricostruito un centro di accoglienza destinato a giovani e bambini, mentre in Colombia, a Corozal, sarà finanziata la ricostruzione di una mensa parrocchiale, posta al servizio di una delle comunità più povere del pianeta. Per partecipare attivamente alla causa basta telefonare il numero 45505 per donare 2 euro o inviare un messaggio allo stesso numero, donando 1 euro. Alla campagna di raccolta fondi telefonica aderiscono i gestori Telecom Italia, Vodafone, Wind e 3.

 

 

A proposito di questa manifestazione Padre Giuseppe Piemontese, Custode del Sacro Convento di Assisi a proposito dell’edizione di quest’anno e di quelle degli anni passati ha dichiarato :

 

“Nel Nome del Cuore, quella che abbiamo chiamato ‘ festa estiva di San Francesco’ rappresenta un momento di serenità e di sana allegria per i giovani, gli adulti e le famiglie. Quest’anno si preannuncia ricca di proposte culturali, di racconti francescani e di amicizia con la popolazione di Haiti e con le missioni francescane collegate alla Basilica di S. Francesco. Negli anni passati si è dato vita ad una gara di generosità, che ha permesso a tanti amici, che ci hanno seguito, di sostenere e realizzare progetti importanti a favore di popolazioni dell’Africa e dell’Asia, in Burkina Faso, Darfur, Kenya, Zimbawe, Uganda, Filippine, Vietnam, Malawi, Zambia. Quest’anno, “Nel Nome del Cuore” e nel nome di S. Francesco, contiamo di portare aiuto e solidarietà alle popolazioni terremotate di Haiti”.

 

Edda CattaniNel nome del cuore
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