Gli Ultimi Articoli

A te… che sei un essere speciale

1 comment

Il ritorno

 Ripropongo questa pagina e la dedico a Maria Grazia e a tutte le Mamme di FB che ricordano i loro angeli come esseri SPECIALI…

e  chi può dubitarne!

 

Questa sera il ritorno da "Casa Madre Teresa" non è stato facile. Il mio amato Sposo, fedele amico della mia vita per quasi mezzo secolo, è prossimo a raggiungere la Casa del Padre e a ricongiungersi con Andrea, nostro figlio che l'ha preceduto. Una vita trascorsa insieme, nelle tante gioie e negli inevitabili dolori ci ha visto uniti e inseparabili, sempre più accomunati da ideali condivisi, da quel coraggio e da quella fede che lui ha saputo infondermi. Ho pensato ai ricordi, alle speranze degli ultimi tempi… e alla certezza che non mi abbandonerà mai e non mi sentirò più sola. Voglio pensare al nostro essere, al nostro vivere la vita e al "ritorno" con questa canzone e queste immagini:

 

 

 

La cura
(Battiato)

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te.

 

 

 

 

Edda CattaniA te… che sei un essere speciale
Leggi Tutto

Alzheimer: la memoria azzerata

No comments

I volti della demenza

Mercoledì 21 settembre 2011 si è celebrata la 18esima edizione della Giornata Mondiale dell'Alzheimer, il cui titolo è "I volti della demenza": in tutt'Italia si sono svolte iniziative da parte di diverse associazioni per sensibilizzare il più possibile, l'opinione pubblica. Il morbo (chiamato così in onore di Alois Alzheimer, il primo neuropsichiatra, che la descrisse) è la forma più frequente di demenza, cioè l'effetto di un progressivo declino della memoria e delle funzioni cognitive, tale da incidere sulla qualità della vita, scatenata da patologie che alterano sempre più le  funzioni cerebrali . Il morbo di Alzheimer attualmente colpisce 36 milioni di persone


 La solitudine nell'oblio assoluto
Una campagna Sms in aiuto delle famiglie

I malati sono oggi oltre 600 mila in Italia e 35 milioni in tutto il mondo. Un dato destinato a crescere come conseguenza dell'invecchiamento della popolazione. nei prossimi vent'anni raddoppierà. Fino al 13 febbraio si potranno donare 2 euro inviando un SMS al numero 45503 da tutti i cellulari privati.

Se ti fa piacere, ascolta anche la mia testimonianza:

Video Rai.TV – Sulla via di Damasco 2009 – 2010 – Viva la vita
Source: rai.tv

 

   

"Se perdi la memoria perdi tutto". Con questo slogan parte la campagna per sostenere, inviando un sms solidale, "Pronto Alzheimer", il primo servizio telefonico per i malati e i loro familiari. Non si tratta semplicemente di un telefono amico ma di un aiuto concreto gestito dalla Federazione Alzheimer Italia , la maggiore organizzazione nazionale no profit dedicata alla promozione della ricerca medica e scientifica sulle cause, la cura e l'assistenza per la malattia di Alzheimer. I malati di Alzheimer sono oggi oltre 600 mila in Italia e 35 milioni in tutto il mondo. Un dato destinato a crescere notevolmente come conseguenza dell'invecchiamento della popolazione. Secondo i dati della Federazione, il numero delle persone colpite da demenza nel mondo nei prossimi vent'anni raddoppierà.   

La famiglia è la seconda vittima. La maggior parte delle telefonate e delle mail  – circa settemila richieste d'aiuto l'anno – arriva da famiglie di ammalati che spesso non sanno dove andare, a chi rivolgersi. Per il pesante carico assistenziale ed emotivo cui sono sottoposte, sono considerate la seconda vittima dell'Alzheimer.  "Questo perché  –  spiega Gabriella Salvini, presidente della Federazione che coordina in tutto 47 associazioni – non esiste ancora una mappatura nazionale, ma neanche regione per regione, dei centri dove si può avere una valutazione dell'Alzheimer. Noi siamo riusciti a fare una mappatura delle unità di valutazione ma solo per la regione Lombardia. E'un lavoro enorme, spesso gli indirizzi non esistono neanche in internet, e richiede sostegni".
 

Non si sa a chi rivolgersi. Per attirare l'attenzione su questo enorme disordine che complica la vita delle famiglie dei malati, la Federazione, in occasione della giornata mondiale dell'Alzheimer ha chiamato a raccolta i responsabili regionali dei servizi socio sanitari. "Abbiamo proposto loro – spiega la Salvini – una collaborazione per fare un censimento in tutte le regioni. E' sconcertante, ma oggi non è possibile sapere neanche il numero esatto dei centri dove si può ricevere possibilità di diagnosi e di assistenza. Molte delle persone che ci telefonano e ci mandano mail per chiedere aiuto non hanno mai neanche sentito parlare delle unità di valutazione Alzhaimer. A volte, da regione a regione, cambia anche in nome, oltre che la collocazione. In certi casi si trovano negli ospedali, in altri nei distretti sanitari gestite da geriatri, in altri ancora si trovano in istituti di riabilitazione o case di riposo. Per fare un lavoro di orientamento ai servizi territoriali specifici (ASL, RSA, Centri Diurni di Assistenza integrata)  è quindi necessario avere una mappatura nazionale".
 

Non si guarisce, ma si può aiutare. Da quando è stato attivato, nel 1993, il servizio ha ricevuto più di 113mila richieste di aiuto, anche da parte delle figure professionali che a vario titolo si occupano del problema.  "La malattia è molto complessa – conclude la  Salvini – e non esiste una terapia per guarire. Quel che si può fare è dare il massimo aiuto ai malati e alle loro famiglie. Hanno bisogno di essere correttamente informate ed orientate su come comportarsi e dove andare".

La campagna solidale. Fino al 13 febbraio  si potranno donare 2 euro inviando un SMS al numero 45503 da tutti i cellulari privati Tim, Vodafone, Wind e 3 o da telefono abilitato Telecom Italia oppure chiamando lo stesso numero da rete fissa Fastweb, sarà inoltre possibile donare  5 o 10 euro chiamando da rete fissa Telecom Italia. La linea telefonica di "Pronto Alzheimer" (02-809767) è attiva dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18, ed è gestita da una struttura dedicata composta da 2 persone affiancate da volontari.

(18 gennaio 2011)

 
 

Edda CattaniAlzheimer: la memoria azzerata
Leggi Tutto

I libri dei Nuovi Angeli

No comments

  

Carissimi AMICI  
Durante la puntata di Matrix di ieri sera, giovedì 20 gennaio, sull'ALDILA' è intervenuta anche la Mamma di Beatrice Malerba di cui abbiamo parlato qui sotto, condividendo la sua esperienza.

Per vedere l'intervista, dovete solo cliccare su questo link:

http://www.video.mediaset.it/video/matrix/full/204899/aldila.html#tf-s1-c1-o1-p1< /font>

  

 Gradito dono del Natale 2010!

La mancanza di Andrea a 22 anni, avvenuta per un imprevedibile incidente, lasciò nella costernazione non solo i familiari, ma i suoi allievi del Presidio di Padova Nord-Est, di cui era Ufficiale Capo. Il Cappellano della Caserma, Mons. Pilli, dopo le esequie con onoranze militari, ottenne per tutti una licenza affinché quei bravi ragazzi potessero rimettersi dall’impatto emotivo e donò a ciascuno un libro (a me sconosciuto) da leggere attentamente. Si trattava di “DIALOGHI D’AMORE” di Maria Stella Candela. A quell’epoca io non sapevo nulla sull’argomento, ma i ragazzi mi dissero che ne avevano tratto giovamento ed anch’io mi accinsi a procurarmelo. Debbo dire che ne restai esterrefatta e che, quando ebbi modo di incontrare Maria Stella ad un Convegno a Baveno fui felice e commossa di esprimerle la mia gratitudine. Le nostre storie si unirono e partecipammo con grande solidarietà alle vicende successive che attraversarono le nostre famiglie ed ora Maria Stella è non solo un'amica, ma una sorella. Questa Mamma che scrive per ispirazione della Sua adorata Bea,  ha scritto altri libri che raccontano la sua meravigliosa esperienza commentata da autorevoli organi di comunicazione (v.TG.com ) e da autorevoli sacerdoti.

Oggi, con grande disponibilità, mi ha fatto dono della sua ultima opera ed io sono ben lieta di ringraziarla per condividerlo con tuti voi unitamente agli auguri di un sereno Anno 2011.

La mia amica Maria Stella, Mamma di Bea.

  

      

   “Il tuo fervore è strada di luce anche per gli altri. Produci, Dio tanto si aspetta da te e tanto tu gli darai.

 “A me tu guardi, mamma ,  come si guarda al sole e se di esso tu senti il calore, di me senti l’amore.”

“Dio resta la nostra grande forza di unione e senza Dio nulla sarebbe stato possibile di ciò che riceviamo.”

“Offriti, mamma, la nostra totale offerta di vita giova anche agli altri e questo produce amore e santità.” “Rallegrati! Con scrupolo ed amore io intervengo nella tua vita perché tutto si realizzi di ciò che Dio vuole.” “Inverosimile è la gioia che mi dai   quando mi concedi la tua attenzione:

“Io ti voglio lieta e forte, generosa e santa.” “In Dio esisto e per Dio vivo.” 

“Non percepiresti,  il mio spirito senza la volontà di crescere e di servire Dio .La tua attesa è piena di promesse.” “La tua vita è allineata alla mia; non stupirti di queste parole e nella lontananza apparente non c’è divisione, non c’è contrasto.” “Tutte le vostre preghiere ci sono indispensabili per aiutarvi anche nel vostro cammino.”   “Non percepiresti il mio spirito, mamma, senza la volontà di crescere e di servire Dio. Nel riempirti di me tu porti al mondo la luce del cielo.Il tuo dolore affinerà la tua vita e il dono di essa ti eleverà.” “La tua gioia sia in me, che ti ho condotta a capire la volontà di Dio e a guidarti nella realizzazione dei suoi progetti.

 

                  

 

 

Fabrizio Gentilini. udinese, età matura, "libero-pensatore" per autodefinizione, appas­sionato di viaggi e di buone letture. Segnato da difficili passaggi della vita, ha ritenuto doveroso cimentarsi in questo impegno editoriale.

Per Campanello Editore ha pubblicato Tracciati • Appunti a voce alta 1999; Gli anni dell'aquilone, 2005; Sfumature, 2008.

 

Editore:  Campanotto

Pagine: 112
Descrizione:
Estrarre dal cassetto dei ricordi, della paura, dell'angoscia vicissitudini e sofferenze, per farle conoscere, per commentarle, sottraendole al limbo del taciuto, del pudore, di una comprensibilissima riservatezza. Divulgare ciò che è parte considerevole di questo mondo, di questa società, ma che il più delle volte è separato, è estromesso. No, non può esserlo, non deve esserlo perché la tragedia, le avversità, il dolore devono essere letti come messaggi di coraggio, di arricchimento, di condivisione, di speranza.
 

visita il sito di Fabio Arigò
www.Lastoriapiubella.com
LA QUADRILOGIA


Nel libro l'angelo Amos racconta 7 vite per svelare il segreto della reincarnazione; leggerlo è come viaggiare alla ricerca di sè stessi.
Lo scrittore ha voluto inviare un messaggio dal cielo, per scoprire la verità sulla nostra esistenza.

Si completa la storia Vera del giovane protagonista Fabio Arigò. Il libro, ispirato dal cielo, non ha eguali al mondo. La sua lettura è dolce come il miele, è scorrevole come acque limpide e trasparenti ed ha il dono di aprire le porte del mondo dell'invisibile. Nel libro come per miracolo è stato descritto il SEGRETO per avere una vita meravigliosa.

Desiderare una vita piena di felicità ed amore è possibile leggendo questo libro. L'autore partendo da un messaggio di quattro parole trasmesso da suo figlio Fabio è riuscito a svelare il segreto per ottenere tanta pace e serenità. Il libro come per miracolo cambia meravigliosamente la vita

Il libro "La Storia più bella" è stato scritto da un padre per raccontare la perdita di suo figlio Fabio. Nel libro viene evidenziato come attraverso la fede in Gesù, "i due" non si sono mai separati. Questa storia vera trasmette, come per miracolo, la forza di cambiare meravigliosamente la vita

 

 

Nicola non ha neppure 4 anni quando gli viene diagnosticato un terribile tumore. È l’inizio di un calvario terribile che culmina con la morte all’età di appena 6 anni, nel 1994. La tragedia getta nel dolore più profondo la famiglia. Il padre però non si arrende alla perdita del figlio e inizia a studiare, a leggere, a documentarsi: se esiste l’aldilà, possibile che non ci sia un modo per comunicare con esso? È un uomo di scienza il dottor Claudio Pisani, ma la perdita di Nicola lo porta a non lasciare nulla di intentato. Cominciano per lui i “viaggi della speranza” alla ricerca di un medium che sappia offrirgli la possibilità di comunicare ancora con il figlio scomparso. Di delusione in delusione, Claudio giunge negli Stati Uniti, dove incontra la singolare figura di un ingegnere informatico, Bruce Moen, che gli rivela che ogni uomo può esser medium e comunicare con i propri cari defunti. Attraverso la pratica di tale metodo Claudio scopre che è tutto vero: riesce a entrare in contatto con Nicola, dando via a un rapporto che gli restituisce la quotidianità e il dialogo perduti. Si tratta di una scoperta che cambia la sua vita. Grato per questo insperato dono, il dottor Pisani decide di dedicare tutto se stesso a raccontare questo prodigio, per donare ad altri genitori – e non solo – la possibilità di ritrovare un rapporto con i figli o i propri cari che si credevano perduti per sempre.

 

I proventi della vendita vanno a beneficio dei

"bambini dell'Angola" Mbanza Congo"

(v.Quarta Pagina del sito)

"IO VOLO LIBERA"

Di Maria Pizzolitto Lui – Ediz. Segno

http://www.edizionisegno.it

ordina online

Via E. Fermi, 80/1 – Fraz. Feletto Umberto
33010 – Tavagnacco (UD)
Tel. 0432 575179 – Fax 0432 575589

 

 

Il racconto di una madre testimonia come da un evento tragico e dalla conseguente disperazione possa nascere qualcosa di buono: le durissime prove che possono capitare nella vita rafforzano l'animo e acquistano un senso nell'adesione alla volontà di Dio. "La fede è l'unica risposta alla quale ricorriamo quando risposte non ci sono più. E tuttavia anche la fede, messa faccia a faccia con la disperazione, ha bisogno di risorse straordinarie per aggredire con efficacia la tentazione di lasciarsi vivere in attesa di morire… Sarà Vera stessa a prendere per mano Maria e portarla sulla strada di una certezza meravigliosa e fondamentale: quella della Comunione dei Santi, in cui il velo tra aldiquà e aldilà si fa impalpabile, per consentire la condivisione di un comune cammino di avvicinamento al Padre".

 

(A CURA DI ADRIANA SCAFICCHIA)

QUESTO E' UN INCONTRO

TRA CIELO E TERRA (OTT-07)

 

Scaricabile gratuitamente da Internet!

Oppure scrivere a :  Valeria e Sergio Mainardi
Cannaregio 1411
30100 – Venezia – tel. 041-718439

La storia dei Coniugi Mainardi, che hanno perso prima l'adorato figlio Davide e poi anche la nuora Tiziana, ma che li hanno ritrovati grazie alle comunicazioni trans-strumentali.

 

 

 

 

Le lettere che Emilio scrive dal cielo, nella mano dei suoi genitori ma di suo pugno,
sono un tesoro di sapienza e saggezza, un dolce richiamo alla fede,
un luminoso ponte d'amore sotteso tra cielo e terra.
Vi troviamo "un luogo in cui meditare, in cui cercarsi dentro, in cui aprire il cuore
per lasciarselo esplorare, ricolmare d'amore e d'ispirata serenità.
Senza la quale il
DIARIO DI UN ANGELO
non avrebbe ragione di essere né di farsi conoscere".
E non permetterebbe di esclamare:

CIELO CHE POESIA !
www.cielochepoesia.it

 

Angela è una signora sulla sessantina, professoressa di matematica, donna concreta e aliena da ogni fantasticheria. Sposa e madre di due figli, dopo un percorso personale di anni approda all'agnosticismo. Poi un incidente le porta via il figlio minore, ancora adolescente. Alla fase di nera disperazione segue un'improvvisa ispirazione, nata dal semplice e puro amore materno, al di là di ogni riflessione. Una mattina si rivolge al figlio: «Se ci sei, se da qualche parte ancora vivi, fatti sentire». «La risposta fu immediata» racconta Angela. «Sono più vivo che mai, cercami nella preghiera». Una risposta percepita dal profondo del cuore, un cuore di madre capace di riconoscere immediatamente la voce del figlio, senza ombra di dubbio. Sono tante le storie come questa che – fondate su documenti accreditati e ricerche di alto profilo scientifico – mostrano come ci sia un fluso continuo di comunicazione tra il mondo terreno e l'aldilà. Sono testimonianze traboccanti di speranza, di gioia e di commozione, in cui il dolore e le lcrime si mutano nella lieta certezza di non aver perso per sempre i cari che ci hanno lasciato ma anzi di poter continuare ad avere con loro un rapporto ancora più forte di prima. Sono storie nelle quali emergono verità destinate a cambiare la vita di ognuno di noi: la vera essenza dell'uomo è spirituale e la morte non è la fine, ma solo una porta su una vita nuova  .

La vita è magica. Tutto è possibile. Esistono tanti mondi. La realtà è spirito. Ogni prova della vita è una lezione da imparare. L’amore muove l’universo e guarisce ogni ferita. Sono alcune delle tesi di questo libro, tutte scientificamente dimostrate. La comprensione di queste piccole e grandi verità è in grado di trasformare radicalmente la nostra esistenza. Siamo nati per essere felici, ma l’odierno progresso tecnologico ci ha fatto dimenticare la nostra vocazione originaria, portandoci a ignorare le smisurate potenzialità del nostro spirito. Ma è giunta l’ora del risveglio dal torpore che avvolge la nostra coscienza. Intrecciando sapere scientifico ed esperienze interiori, è possibile raggiungere quelle verità fondamentali che, comuni a diverse religioni e tradizioni spirituali, hanno il potere di immergerci nel mondo ricco e misterioso della nostra interiorità, riflesso di quel Divino che permea di sé tutto l’universo. Raggiunta una nuova consapevolezza di sé, ognuno ritroverà quello straordinario tesoro che è la propria anima.

Quando Dalila si mette in ascolto del cuore, ecco che esso le parla d’amore. Le racconta dell’affetto ricevuto e di quello regalato, nel corso di una vita vissuta con intensità, in ogni momento. Dagli innamoramenti giovanili – fatti di slancio e passione – alle relazioni più mature e coinvolgenti della donna divenuta ormai icona del cinema italiano, Dalila sceglie di raccontare le storie, gli incontri, gli affetti più cari di un’esistenza spesa a inseguire quella verità dei sentimenti capace di trasformare ogni giorno in un miracolo d’amore. Accanto alle vicende vissute in prima persona, Dalila accosta altre voci: frammenti di storie semplici e discrete, confidenze raccolte da amici e conoscenti, noti e meno noti, ma ugualmente rappresentativi di quella grande avventura che è la vita di chi crede all’amore. Il tutto per dare vita al romanzo autobiografico di una scrittrice capace di coinvolgere, emozionare, commuovere. Per ricordarci che l’amore è più forte di tutto. Sempre.

Perso il figlio Christian in un tragico incidente d’auto nel 1991, Dalila Di Lazzaro non si è mai arresa alla sua prematura scomparsa. Ma la sua forza e il suo amore ostinati per il figlio appena ventiduenne sono stati presto ricompensati, poiché lo stesso Christian ha cominciato a inviarle segni della sua presenza, a partire da una lettera, scritta da una medium, in cui assicurava alla mamma che le sarebbe stato sempre accanto, come uno dei suoi angeli.

Per Dalila ha così avuto inizio una nuova vita, o meglio la vita di prima si è rivelata in tutta la sua pienezza, mostrando la ricchezza di quelle presenze che riempiono l’esistenza di chiunque abbia il cuore e gli occhi aperti per scorgere una dimensione “oltre” la normalità della vita terrena; una dimensione in cui non si è mai soli, in cui ognuno è sempre accompagnato dai propri angeli, custodi fedeli in ogni prova e difficoltà della vita.

 

  L'aldilà è il grande mistero che ci accompagna nella nostra vita; è in cima ai nostri pensieri. Vorremmo avere certezze su cosa ci attende dopo la morte. C'è chi si abbandona nella fede religiosa, chi tenta di esorcizzare il pensiero dedicandosi ad una quotidianità di piaceri, chi si mette in ricerca, per trovare una luce verso la quale muoversi.Questo libro si rivolge soprattutto a costoro, a quanti vogliono dare un significato profondo alla propria esistenza e, per questo, non temono di ascoltare le voci dei defunti che ci chiedono di vivere in serenità, di credere in ideali, di amare con convinzione il nostro prossimo; e soprattutto di accettare prove che siamo chiamati ad affrontare, perché ci renderanno più forti, più saggi e più degni di avvicinarci a Dio. Questo libro racconta come un medium e il gruppo di persone a lui vicine, attraverso appassionati colloquicon Spiriti di defunti, abbiano riconquistato la fede in Dio, la gioia di vivere.
   

L'esperienza continua… Questo nuovo libro nasce quando il gruppo dei partecipanti ha raggiunto a convinzione che, dopo l'esperienza terrena, la vita continua in una dimensione spirituale e non si arresta la ricerca della felicità più vera, delle vette più elevate di conoscenza, per "sentire" Dio.perienza continua… Questo nuovo libro nasce quando il gruppo dei partecipanti ha raggiunto a convinzione che, dopo l'esperienza terrena, la vita

continua in una dimensione spirituale e non si arresta la ricerca della felicità più vera, delle vette più elevate di conoscenza, per "sentire" Dio. Sì arriva così a intuire l'ineffabile unità del Tutto; si scopre quante contraddizioni e angosce ci imponga il vivere nell'effimera dimensione del tempo e della materia, della dualità; e si prova una grande felicità nel percepire che tutto è amore divino e che noi ne siamo parte.

 

 

Per richiedere i libri telefonare a  06/6291415 oppure scrivere a:

Mario Cozzoli
Indirizzo/i di posta elettronica:
mariodelgiglio@mariodelgiglio.com

 

La perdita di un figlio è qualcosa che la ragione semplicemente non può ammettere, che va contro la natura, che non si può accettare, mai. Quello che si può cercare di accettare è invece il proprio dolore, l'angoscia che sembra svuotare la vita di ogni significato. Questo libro ha aiutato migliaia di genitori a intraprendere il cammino della 'sopravvivenza', offrendo una preziosa fonte di conforto. Partendo dalla sua drammatica esperienza – la morte del piccolo Francisco -, Susana Roccatagliata ripercorre le fasi della sua disperazione, ma anche la via che infine è riuscita a imboccare per continuare a vivere. Alla sua storia si affiancano i racconti di altri genitori – oppure di nonni, fratelli e sorelle – colpiti dalla stessa terribile perdita, esperienze di dolore ma anche di affetto, vicinanza, compartecipazione. Perché il superamento del dolore richiede proprio questo: un caloroso cerchio di affetto che avvolge chi soffre per allontanare il gelo della morte. È il senso di tanti gesti, grandi e piccoli: i parenti che provvedono alle necessità domestiche durante la 'convalescenza emotiva' dei genitori in lutto, la vicina di casa che va a prendere l'altro figlio a scuola, un'amica che porta una torta solo per dire "sono con te", il gruppo di autoaiuto che offre la sua presenza empatica… E anche un libro come questo, che fa sentire le voci dei sopravvissuti per dare speranza a chi ha visto cambiare per sempre il proprio mondo. Un libro che stringe in un abbraccio chi ha perso un figlio e insieme fa capire a chi gli sta accanto come comportarsi, come parlare, perfino come tacere.


 

 

Questo è un libro davvero straordinario. Fin dalle prime pagine, quelle della prefazione e dei commenti,

è chiaro che le esperienze dell'Autrice sono riconosciute e sostenute da studiosi e psicologi che operano

nell'ambito dei fenomeni "inspiegabili" con la razionalità scientifica, ossia il paranormale. Una donna riesce a

 comunicare con i "viventi del mondo parallelo" che noi chiamiamo "morti"… e riceve messaggi d'amore

provenienti da un mondo festoso e luminoso, dinamico e vivo, completamente diverso dall'idea lugubre che

accompagna l'idea comune di morte.

Ben scritto, ben documentato e raccontato, questo testo si pone come testimonianza di una realtà speciale,

dove si muovono e vivono quelli che crediamo "morti". Queste Entità, per parlare con noi che ci crediamo

 "vivi", hanno bisogno di energia proveniente da apparecchiature elettriche (o anche dallo scorrere dell'acqua,

 da certi suoni e rumori), che loro sono in grado di trasformare per essere udite dalle nostre orecchie… Ma

 siamo proprio sicuri che i vivi siamo noi?L’autrice di questo diario iniziò undici anni fa un cammino di ricerca

spinta dall’amore-dolore dopo la morte del marito. Sentiva che il proprio caro non poteva essere sparito nel

nulla e che viveva ancora.Ma come? Ma dove? Cercando capì che esiste un Dio Padre Creatore che nella Sua

infinita misericordia desidera aiutare le Sue creature che Lo cercano nel buio della sofferenza e che si svela

 concedendo incommensurabili doni, in tal caso, di ascoltare le voci, incise sul nastro di un registratore, delle

persone care ora viventi, in stato di pura energia vibrante in una dimensione di inimmaginabile bellezza.

 



 

 

Edda CattaniI libri dei Nuovi Angeli
Leggi Tutto

Un convegno con la neve

2 comments

 

 

Il Convegno A.C.S.S.S. del 18 dicembre

 

Chi l'avrebbe detto che il giorno dedicato al nostro incontro annuale sarebbe stato accompagnato da una bianca coltre di neve gelida? Forse siamo stati un po' imprudenti a portare così avanti la data del nostro Seminario decembrino, ma, non avendo trovato disponibilità della sala in una data più appropriata e con l'obiettivo di preparare il cuore al Natale ormai prossimo, abbiamo proceduto… ed eccomi qua alla presentazione con il nostro ineffabile P.Bois, sempre sereno e pronto a rispondere alle nostre iniziative. Tutto bene, dunque?

apertura

 

Non direi proprio… da 150 preiscrizioni ci siamo trovati con poco più di 50 presenti… tutti coraggiosi direi quasi "impavidi" dal momento che le strade gelate obbligavano ad un'andatura alquanto prudente e i treni (in buona parte) non circolavano. Ciò che viaggiava indisturbato era lo squillare dei cellulari che annunciavano l'inconveniente e quindi la defezione dalla presenza.

Ma come tutte le cose belle volute dal Signore, vorrei dire che in quell'atmosfera ovattata tutto ha funzionato perfettamente: l'impegno e l'ascolto dei presenti è stato tale che non ci si poteva attendere di meglio e si è avuto chi si è compiaciuto per essersi trovato a proprio agio senza che ci fosse confusione o accaparramento di posti.

Abbiamo dunque iniziato con la proiezione di due video, uno approntato dalle Mamme degli Angeli di Facebook con le foto dei loro Ragazzi e l'altra con la manifestazione dei parenti delle vittime della strada… una cosa molto commovente e coinvolgente! E' poi stata la volta di Emanuela che riceve messaggi dal suo Angelo Custode: una prova che non lascia spazio all'incredulità. Manuela è una ragazza sensibile e semplice e tratteggia in frazioni di secondo immagini meravigliose e dettagliate, accompagnate da splendide locuzioni .

 

 L'amica di sempre Giuly Vial ha portato il suo incoraggiamento e la presa di cioscienza che i nostri "bambini non nati" vivono per sempre nel seno di Dio. La Mamma di AURA, angelo di Luce ha rasserenato tanti turbamenti interiori donando la sua certezza che nulla viene distrutto dall'uomo ma che Dio custodisce gelosamente tutte le Sue creature.

Miriam Maglione, da impareggiabile Maestra ha portato la sua esperienza del "come i bambini vedono oltre". Le sue proiezioni sono sempre un dono artistico e competente che ella fa all'uditorio.

L'arrivo di Paola Giovetti e la sua relazione sui Bambini Indaco e Cristallo ha completato la mattinata in una gioiosa partecipazione e condivisione di angioletti celesti e terreni, sempre accanto a noi. L'amica Paola ha ricevuto numerosi consensi e molte sono state le persone che si sono rivolte a lei con domande appropriate.

 

 

Il pranzo allestito nella taverna del  Centro ha permesso un attimo di rilassamento e di doverosa pausa. In quel giardino splendido che è "Il Prato Della Valle" la piazza più grande d'Europa, coperta di candida neve si godeva di un'armonia e benessere salutare per l'animo, mentre qualche gruppetto si appartava per ricevere dalle Mamme  confortanti messaggi di Luce. Nel frattempo un sole radioso si è affacciato a dare tregua al timore di un peggioramento delle temperature e tutti siamo rientrati per ascoltare Padre Gabriele Gastaldello che sa trovare le giuste parole per parlare di umanità graziata dalla gratuità divina. La semplicità, il sorriso, l'eloquenza di questo apostolo che ha conosciuto Madre Teresa di Calcutta, donano all'animo una pace e una serenità difficilmente riscontrabile nell'esposizione di altri sacerdoti, perciò ci ripromettiamo di incontrarlo ancora una volta in uno dei prossimi appuntamenti.

 

 

Dopo questo intervento avremmo dovuto avere Luisiana Furlanetto, attesa con tanto piacere da tutti gli amici, ma purtroppo il suo treno non è partito da Trieste, perciò ci siamo trovati, anche per lei a pensare ad un'altra occasione. Ha preso perciò la parola Flavia Melina, mamma di Davide ed esponente per la zona del Piovese delle "Vittime" della strada, la quale, molto commossa, ci ha esposto la sua esperienza accompagnata da una bella proiezione.

 

 

A questo punto non poteva mancare la nostra amica del Cerchio Verde di Mestre, Adriana Scaficchia, che ci ha accompagnato fin dalle nostre prime comparse congressuali, la quale ha proiettato un lungo, ricchissimo filmato con le esperienze del suo gruppo di ascolto. Grande è stato l'interesse dei presenti e la partecipazione.

 

 

Come programmato, nella Cappella privata dei Padri Gesuiti i nostri due Sacerdoti presenti, Padre Bruno, che ringraziamo tuttora e P.Gabriele, hanno concelebrato la cerimonia eucaristica, accompagnata dal coinvolgimento di tutti coloro che hanno voluto concludere la giornata in memoria dei Loro Cari.

 

 

Un GRAZIE riconoscente ad Elisabetta, Lorella, Chiara e Brunetto, Coniugi Fassina ed altri, non ultima la nostra cara Laura che è venuta a salutarci, ormai in ottima salute!!!    AUGURI A TUTTI

 

 

 

Edda CattaniUn convegno con la neve
Leggi Tutto

No comments

Relazione di Maria Pizzolitto

 

Incontro ad Osoppo il 22 novembre 2010

 

Finalmente ci siamo riuscite!

La tanto attesa e desiderata giornata di incontro, per alcuni di noi,  c’è stata il 22 novembre scorso, (quasi ad un anno di distanza dalla precedente, esattamente il 3 dicembre del 2009).

Abbiamo faticato un po’  a metterci d’accordo, ma devo dire che la giornata e’ stata proprio azzeccata. Una di quelle giornate senza sole, dopo tanta pioggia e quindi  ideale per essere vissuta nel tepore di una stanza da lavoro (quella di Armanda ad Osoppo),  che spesso e’ stata definita in altri incontri, dallo stesso Papa Giovanni (spirito guida di Armanda), “ il nostro nido d’amore”.l

E cosi’ è stato. Ci siamo veramente  sentiti avvolti e permeati da questo amore,  da questa atmosfera magica, man mano che la giornata trascorreva.

Dopo i convenevoli,   Armanda ci ha guidate con un paio di meditazioni, con sottofondo musicale,  che hanno dato leggerezza ai nostri corpi , permettendo alle nostre anime di librare verso dimensioni ideali per visualizzazioni ed incontri con i ns. cari, in altre dimensioni.

Alcuni di noi ci sono riusciti alla grande; anch’io finalmente ho fatto qualche piccolo passo in avanti! Poi, come sempre, abbiamo condiviso la nostra esperienza.

Il momento conviviale ci ha riservato delle sorprese culinarie sopraffine: le polpette di zucchine ed il frico di Armanda, la torta salata e le specialità caserecce di  sottaceti, nonche’ il buon vino di Daniela.

Ma il momento culminante e’ stato l’ “incontro” con i nostri cari. Dopo il saluto sempre affettuoso con Papa Giovanni, uno alla volta sono “arrivati” i nostri ragazzi. Avevano molta fretta di “entrare”, tanto che qualcuno si e’ fatto avanti a “ sgomitate” (espressione simpatica che ci ha fatto sorridere), mentre qualcuno si e’ comportato da “cavaliere”, lasciando il posto ad un’altra entita’.(  “cavaliere ero,… cavaliere sono”, e’ stata la sua espressione).

Devo dire che e’ stato un momento di intensa commozione, le lacrime sono sgorgate a tutti noi. Non ci si abitua mai, a questo meraviglioso dono che Dio, continua a concederci, tramite la nostra Armanda.

Abbiamo ricevuto messaggi molto belli e significativi, direi proprio “appropriati” per il momento , che ognuno di noi sta vivendo. Non sono mancati, lodi, consigli, piccoli rimproveri.  Ma come sempre,  nelle loro parole, abbiamo colto l’ amore, tutto l’amore con il quale stanno seguendo  e accompagnando la nostra vita, il nostro cammino.

Li abbiamo riconosciuti i nostri cari,… ci e’ mancata solo la loro visione!

Nel momento del saluto di commiato, papa Giovanni, su richiesta di tutte quelle anime presenti, che non avevano potuto “parlare”, ha chiesto che riunissimo, una sopra l’altra le nostre mani, per stringere un patto di alleanza.

Ci hanno chiesto di lavorare per migliorare noi stessi, praticando la strada del perdono, della misericordia e  crescendo nell’amore.  E’stato bello che ce l’abbiamo chiesto “loro”, tutti insieme!

Abbiamo un bell’impegno! A quando la verifica? Presto speriamo,… al prossimo incontro!

Edda Cattani
Leggi Tutto

Libri di autori amici

No comments

 

In Vetrina

Nelle Edizioni Segno

 

Una gradita sorpresa: un libro fresco di stampa

scritto da persona di grande sensibilità e cultura

dal titolo 

  "Libro per chi ha perso una persona cara"

 
 

Dettagli libro

di

Saiz Vincenzo

Dall’esperienza vissuta in prima persona scaturiscono considerazioni reali e non astratte sul dolore e sulla sua evoluzione nel tempo e indicazioni pratiche sulle iniziative utili per lenirlo o tentare di eliminarlo. La speranza è che questo lavoro possa aiutare concretamente tutti coloro che soffrono a causa del decesso di una persona amata.

 

categoria Testimonianze

Prezzo
€ 5,00

disponibilità Immediata

Segnala link non funzionante!

Codice ISBN: 9788861383135

Nel sito delle Edizioni Segno potrete trovare il catalogo completo e tutte le  novità costantemente aggiornate.
In più avrete la possibilità di ordinare online e di trovare tutte le informazioni necessarie per abbonarsi al Segno.

Non ci resta che augurarVi una lieta visita.

 

 

L’autore di questo breve romanzo ha concepito la storia di Francesco Limpidi, il protagonista, ispirandosi alla miriade di persone che per una loro particolare sensibilità soffrono nell’ambiente di lavoro, in misura più o meno accentuata, in base al modo con cui effettuano le esperienze professionali o a causa delle diverse componenti umane che si relazionano. Ne troviamo un esempio proprio all’interno del contesto scolastico descritto dall’autore dove anche i fanciulli diventano vittime di questo sistema, loro malgrado, a scapito della propria formazione culturale e comportamentale.
categoria Testimonianze

 

 

 

 

Edda CattaniLibri di autori amici
Leggi Tutto

L’inferno degli angeli

No comments

 

Di Max Frassi

Un paio di giorni fa si è tenuta la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Che, ricordiamolo, nel nostro paese fa milioni di vittime ogni anno. Dalla bimba in fasce, all’anziana maltrattata. Il campionario è vastissimo, diversissimo, unito solo da quell’unica matrice che risponde al nome di VIOLENZA.
A cui si aggiunge, purtroppo, ancora troppo spesso un aggettivo: IMPUNITA.
Che non deve farci venire meno la fiducia nelle forze dell’ordine, né quella verso la speranza in una seconda possibilità per molte di voi. Però….però è vero che ancora troppe storie terminano drammaticamente. E che la recente legge sullo Stalking, se riesce a frenare alcuni di questi soggetti, nulla fa/può contro i peggiori della specie.
Ricevo una mail Tra le tantissime ricevute in questi giorni. Che mi chiede di raccontare la violenza sulle donne anche in questo modo.
La riporto. Dando a voi il compito di risponderle:

“…ora ti racconto una storia, in seguito ti spiego che rabbia si prova.
E’ la storia di una bambina abusata che, arrivata all’eta’ di 18 anni decide di chiudere con qst schifo minacciando l’abusante con un coltello ma, purtroppo lo schifo poi arriva dall’esterno. La ragazza all’eta’ di 19 anni conobbe un ragazzo,sembrava piacevole simpatico ma,d opo 3 mesi di frequentazione si accorse che aveva degli atteggiamenti violenti e decise di lasciarlo con una conseguente violenza da parte sua e due suoi compari,la ragazza senza aiuto da parte di nessuno cercò di rifarsi una vita,si sposò mise al mondo 2 creature stupende. dimenticavo di dire che la violenza fu massacrante e mandò la ragazza all’ospedale per un bel po’ di giorni con cicatrici ancora addosso,arrivò l’anno 2003 e per caso la ragazza che divenne ormai donna vide la sua faccia stampata in tv. Lui e i suoi due compari avevano violentato una decina di donne,la donna fece armi e bagagli andò in ….,ci mise coraggio e faccia e i tre furono condannati ma, per la donna il calvario non finì qui, la donna una sera uscita dal lavoro fu aggredita e violentata di nuovo da un loro amico per fargliela pagare,da li la donna incominciò il suo percorso,cercò aiuto e non l’aveva mai fatto,voleva solo farla finita ma,aveva qls di importante per viveve, la vita stessa e i suoi figli. Ora qst sono già fuori di galera, lei pensa a cosa serve denunciare ed è delusa dal fatto che certi fatti accaduti per certa gente è paragonata a fatti di poco conto, poi c’è la rabbia,con scatti isterici di rabbia quando le viene detto da qualche stupido che non sei forte, la donna gira sempre con un’arma e pensa che se dovesse succedere ancora qls un omicidio lo commette, ed è sicuro che se qst accadesse farebbe la prigione a vita,ogni tanto viaggia in un mondo tutto suo ma, ama la vita vorrebbe solo in certi momenti avere avuto un destino diverso ma con il destino a volte bisogna farci a pugni(….)
…. tu sei qui per ascoltare, io con qst giornata il 25 novembre non sono solidale, ogni tanto si ricordano quello che certe donne devono subire e ci sono certi uomini che affermano che per la donna è più semplice vivere che un uomo, io penso proprio di no, ma non vorrei essere proprio un uomo, io su tutti qst fatti ci sto ancora lavorando il cantiere è sempre aperto.tu ascolti le storie di tutti e allora ti ho raccontato questa,e scusa se ti stresso con i mess, ho solo bisogno di alcune risposte che non riesco ancora a trovare ciao e buona giornata.

 Nota mia: una richiesta: smettetela di chiedermi scusa. Non dovete, non mi disturbate (non con lettere così almeno). Semmai è il mondo che deve chiedere scusa a voi. Ed io con lui…..

Edda CattaniL’inferno degli angeli
Leggi Tutto

Emergenza Haiti!

No comments

Il dramma di Haiti tra violenza, elezioni e colera

 

L'acqua inquinata ha portato il colera, che in pochi giorni ha ucciso un migliaio di persone e ne ha mandate all’ospedale circa 17 mila. Ma di inquinata, ad Haiti, c’è anche una campagna elettorale che sta aumentando le tensioni sociali e sta spegnendo le speranze della popolazione, già soffocate dal terremoto che nel gennaio del 2010 ha provocato più di 222 mila vittime coinvolgendo più di 3 milioni di abitanti.
E' difficile tornare alla normalità in un Paese che la normalità non l'ha mai conosciuta. Lo racconta a Sky.it un operatore di un'organizzazione umanitaria che ha lavorato nell'isola e che ha accettato di parlare della sua esperienza chiedendo di restare anonimo. Valerio (il nome è di fantasia) ha la qualifica di
"Disaster manager". Ha trascorso quasi due mesi ad Haiti e adesso che è tornato in Italia continua a seguire giorno dopo giorno la situazione nel Paese.

Una canzone per prevenire il colera – Il colera è un'infezione intestinale che porta rapidamente alla morte. Alla fine di ottobre parte della popolazione ha iniziato a manifestare sintomi tipici come diarrea, vomito e febbre alta. Subito dopo sono arrivate le prime morti con casi anche nella vicina Santo Domingo e in Florida.
Ma come si fa per limitare i danni? "Occorre lavarsi bene le mani e non entrare in contatto con acqua contaminata", spiega Valerio. "C'è un metodo che noi insegniamo. Forse farà ridere ma è diffuso a livello internazionale:
consiste nel cantare per due volte di fila la canzoncina 'Happy Birthday' mentre ci si lava le mani. È un modo per assicurarsi che la pulizia di tutte le dita avvenga in maniera efficace anche senza il sapone".
Mentre gli operatori delle ong utilizzano mascherine e guanti per diffondere i messaggi di prevenzione ai cittadini viene diffuso soprattutto con gli sms. "Può sembrare strano – continua Valerio – ma ad Haiti sono molto diffusi i cellulari. Le compagnie telefoniche hanno ricevuto dei finanziamenti dopo il terremoto e vendono gli apparecchi con delle ricariche per 10 dollari, che comunque è una cifra considerevole".
Intanto Medici Senza Frontiere, che
nel Nord del Paese ha aperto un nuovo centro per trattare il virus, ha lanciato un allarme alle organizzazioni che operano nell’isola: “Le previsioni a breve e lungo termine indicano che la situazione peggiorerà”.

Il ritorno dei rapimenti – Tra i danni causati dal terremoto c'è anche il crollo di due carceri che ha rimesso in libertà 4500 detenuti. Molti di loro si sono riorganizzati in bande dedite al business dei rapimenti. “Le vittime possono essere sia operatori delle ong che persone del posto, dal momento che in alcune zone di Port Au Prince vivono famiglie benestanti”. Il riscatto? “Vengono chiesti intorno ai 12 mila dollari, che non sono neanche una cifra altissima”. E intanto il coprifuoco per i volontari, che prima era alle 18, è stato anticipato alle 12.


Per sostenere i bambini CLICK!

Haiti_emergenza_report_19112010[1]

 di Alberto Giuffrè

 

Ad Haiti è morta anche la Madre Teresa del Brasile

Da http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/

 

 

 

 

 

Il devastante terremoto di Haiti si è portato via anche la Madre Teresa del Brasile. Zilda Arns, 75 anni, candidata tre volte al Nobel per la Pace, era conosciutissima in patria, dove tanti anni fa, nello Stato di Paranà, diede il via alla Pastoral da Criança, la Pastorale dei bambini, un programma di salute pubblica che oggi coinvolge oltre 250 mila volontari, e dà assistenza sanitaria a 1 milione 300 mila persone in Brasile. Zilda Arns ha puntato tutto sui bambini. “Il bambino – ha detto – è il seme della pace o della violenza nel futuro: dipende da come viene curato ed stimolato. Pertanto il suo contesto famigliare e comunitario deve essere compreso e inteso come il grande granaio per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno, a servizio della vita e della speranza”. Parole che ha messo in pratica. Si forma come medico pediatra, e da subito si occupa di salute pubblica. Decisiva è, nel 1980, la sua esperienza come coordinatrice della campagna di vaccini anti-polio …

…   in Brasile: crea un suo metodo, che poi sarà fatto proprio dal ministero della Salute brasiliano. Nel 1983, fonda la Pastorale della Salute, su richiesta della Conferenza Episcopale dei vescovi brasiliani. Inizia nello stato di Paranà, ma il progetto, da locale, diventa presto qualcosa di grande: in questi venticinque anni, la pastorale ha accompagnato oltre 1 milione e 800 mila bambini al di sotto dei sei anni e quasi un milione e mezzo di famiglie povere in 4060 municipi brasiliani. Ogni mese, i volontari fanno visita  alle famiglie, celebrano la giornata del peso, detta “la giornata della celebrazione della vita”, e si riuniscono per riflettere e pregare. Oggi l’iniziativa è divenuta un’organizzazione ecumenica internazionale che aiuta milioni di bambini e le loro famiglie: la Pastoral da Criança si avvale di tutti i mezzi di comunicazione per educare sia agli aspetti sanitari di base per ridurre la mortalità infantile, sia ai valori della solidarietà e della fraternità per costruire una società più giusta.

Zilda Arns si trovava ad Haiti in missione umanitaria. La sua morte ha profondamente scosso il Brasile, che ha perso la sua “madre Teresa”. La segreteria del presidente Lula ha chiamato l’ex arcivescovo Evaristo Arns, suo fratello, per esprimere le condoglianze.

 “Come cristiani – ha detto una volta  la dottoressa Arns, possiamo portare in questo campo la forza propulsiva dell’amore al fratello, che è il più forte agente di trasformazione sociale”.

Andrea Gagliarducci

 


Edda CattaniEmergenza Haiti!
Leggi Tutto

Mai più violenza sui minori!!!

No comments

Ancora maltrattamenti ai piccoli negli asili:

quanto dovranno ancora subire i nostri bambini?

 

 

 

L'iniziativa prevede, infatti, la formazione di un gruppo composto da un minimo di sei a un massimo di otto adolescenti autori di reati sessuali tra i quattordici e i diciotto anni – guidato da quattro operatori specializzati nella tematica trattata – e l'avvio, in parallelo, di un gruppo composto dai genitori dei ragazzi. Per essere ammessi al trattamento, gli adolescenti – segnalati dal Tribunale per i minorenni o dai servizi sociali – devono aver riconosciuto, anche parzialmente, il reato commesso e non devono presentare disturbi comportamentali tali da impedire la condivisione del percorso in gruppo. L'ammissione sarà decisa dallo staff di Tiama, in seguito a due colloqui propedeutici, sia con i ragazzi che con i genitori. Gli adolescenti ammessi al gruppo parteciperanno a discussioni su temi individuati dagli operatori (due psicologi psicoterapeuti, un'assistente sociale e un consulente legale esperto di problematiche minorili).

Adolescenti e abusi: l'esperienza di Tiama

Il Centro Tiama (Tutela infanzia adolescenza maltrattata) di Milano da anni si occupa di bambini abusati e adolescenti autori di reati sessuali. A ottobre inizierà l'attività di un nuovo gruppo di trattamento per adolescenti abusanti, un'esperienza avviata dal Centro nel 2006 che coinvolge anche i genitori dei ragazzi.

Immagine relativa a questo articolo

 

 

Immagine relativa a questo articolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In vigore la Convenzione
di Lanzarote

 

Il primo luglio è entrata in vigore, nei paesi che l'hanno ratificata, la Convenzione europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale. Firmato da trentanove sui quarantasette stati membri del Consiglio d'Europa, il documento è attualmente in discussione nel Parlamento italiano.

La convenzione di Lanzarote, dall'isola dell'arcipelago delle Canarie dove è stata adottata nel 2007 durante un meeting dei ministri europei della Giustizia, «affronta sistematicamente le tematiche relative alla protezione dei minori dallo sfruttamento sessuale e dall’abuso, introducendo princìpi generali, prevedendo misure preventive e autorità specializzate per la protezione dei minori, nonché specifici programmi di intervento a protezione e assistenza delle vittime» (così si legge nel testo di accompagnamento al disegno di legge  che attende l'approvazione del Parlamento).

 

Le misure previste nelle normative messe a punto dall'esecutivo europeo prevedono, prima di tutto, l'inasprimento delle pene per i reati di natura sessuale che coinvolgono minorenni. Inoltre, nella gamma dei reati punibili entreranno il grooming (cioè l'adescamento elettronico: partendo dal contatto online con i ragazzi e riesce, pian piano a  conquistarne a poco a poco le confidenze e la fiducia necessaria che può portare a un incontro reale), la semplice visione di filmati pedopornografici e la realizzazione di foto con bambini in pose ammiccanti. Come già effettivo in diversi paesi europei, il turismo sessuale verso mete esotiche dovrà essere comunque punibile. Per quanto riguarda le vittime, la Commissione europea propone che vengano loro risparmiati gli ulteriori traumi derivanti dalle deposizioni in sede giudiziaria e che godano sempre dell'assistenza gratuita di un avvocato. Le misure restrittive nei contatti con minori inflitte ai condannati avranno poi validità sull'intero territorio europeo e non solo all'interno dei confini nazionali.

L'Europa: giro di vite contro i crimini sessuali

Una lotta più dura contro i crimini sessuali sui minori e la tratta di esseri umani: nelle scorse settimane la Commissione europea ha proposto sanzioni più severe per i colpevoli, maggiore protezione per le vittime e prevenzione: ora la proposta passa al Parlamento europeo.

Sono diversi i fronti sui quali la Commissione europea propone un giro di vite. Prima di tutto gli abusi sessuali, lo sfruttamento , la pornografia infantile (soprattutto su Internet) e poi una strategia complessiva che rafforzerà e coordinerà l'impegno degli Stati membri contro la tratta.

Immagine relativa a questo articolo

 

Edda CattaniMai più violenza sui minori!!!
Leggi Tutto

Bambini in ospedale

No comments

 

Novembre: il mese della ricerca!

La tredicesima edizione della Giornata per la Ricerca sul Cancro avrà luogo come tradizione nel mese di novembre.

Avrà il duplice scopo di sensibilizzare il Paese attraverso la diffusione dei risultati ottenuti dalla ricerca oncologica e dei prossimi obiettivi nonché assicurare attraverso la raccolta di donazioni, nuovi fondi ai ricercatori italiani.

Tra gli innumerevoli appuntamenti che si susseguiranno nel corso della Giornata ricordiamo gli Incontri con la ricerca che si terranno, simultaneamente sabato 6 novembre in molte città in tutta Italia, nelle quali il pubblico sarà invitato a porre le proprie domande ai ricercatori.

Come da tradizione, la RAI darà voce alla ricerca con la staffetta televisiva che le tre reti organizzeranno per incentivare le donazioni in diretta.


Per tutti noi, un impegno solidale per tanti piccoli pazienti che hanno bisogno del nostro aiuto.


 

Anche questo settembre la nostra solidarietà con ABIO

 

25 SETTEMBRE 2010
SESTA GIORNATA NAZIONALE perAmore, perABIO
Appuntamento con i 5.000 volontari ABIO
in 100 piazze
per i diritti dei bambini in ospedale

 


ANCHE TU PUOI AIUTARCI A PORTARE IL SORRISO DI UN VOLONTARIO ACCANTO AD OGNI BAMBINO IN OSPEDALE!

Nelle città in cui operano, i volontari ABIO hanno organizzato delle postazioni per raccontare la loro attività al fianco dei bambini, degli adolescenti e dei genitori in ospedale.
Con un contributo minimo di € 7 riceverai un cestino di pere e aiuterai così l’Associazione ABIO della tua città ad organizzare i corsi di formazione, necessari per introdurre nuovi e preparati volontari al servizio in pediatria.

INSIEME PER I DIRITTI DEI BAMBINI IN OSPEDALE
Fin dalla prima edizione, grazie alla Giornata Nazionale ABIO molte persone hanno conosciuto ABIO e il servizio che ogni giorno i volontari prestano in oltre 200 pediatrie in tutta Italia: sostengono e accolgono infatti, in collaborazione con medici ed operatori sanitari, bambini e famiglie che entrano in contatto con la struttura ospedaliera. I volontari ABIO inoltre s’impegnano a sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell’umanizzazione dell’ospedale: a partire dall’edizione 2008 è stata promossa la Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospedale

Il documento, redatto da Fondazione ABIO Italia in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria, evidenzia l'importanza di passare dal curare le malattie al prendersi cura dei bambini malati: porre attenzione al bisogno del bambino di essere accolto e curato nel rispetto delle sue esigenze, al diritto di essere ricoverati all’interno di un reparto pediatrico e in un ambiente a misura di bambino, al diritto di ricevere informazioni riguardo la diagnosi e di essere coinvolti nelle decisioni, il diritto al gioco e allo studio.

Dove trovo i volontari ABIO?

 

Esperienza di una terapista:  Sig.Lorenza Ellena

 

 

Torino- Ospedale Maria Vittoria Sede staccata S.Vincenzo 15.6.1981

 

        Dopo due anni di lavoro comincio ad intravedere più chiara la linea da tenere e che si manifesta via via l’unica che può condurre ad una vera e propria ri-abilitazione ed abilitazione dell’uomo dalla sua malattia.

Non ci sono stati casi clamorosi. A volte ho anche pensato che un buon esito ottenuto sia stato grazie alle infinite risorse insite nell’individuo e che, proprio perché ancora spesso sconosciute a noi operatori, possono portare di per sé  dei risultati strabilianti. Essendo tuttavia questa convinzione nata durante un momento ancora chiaro della linea da intraprendere, ho avuto modo di ricredermi.

Sento di dover iniziare questa specie di “ diario di bordo”da questa fondamentale constatazione. Qualsiasi tipo di intervento terapeutico, nel mio caso, la riabilitazione, è guidato, è pilotato addirittura dal nostro stesso comportamento iniziale, dalla nostra presa di coscienza, dalle nostre aspettative e dal “piede giusto” o “sbagliato” con il quale noi partiamo in questa avventura di intervento sull’uomo.

Qualsiasi tipo di patologia ci troviamo di fronte esiste un primo momento, l’impatto, durante il quale noi decidiamo “a priori”, se quella persona uscirà fuori dal suo handicap in un tal modo o nell’altro. Nella misura in cui dentro  noi stessi non abbiamo reciso traumi, sensi di colpa, paure, dettati dal nostro poco coraggio di vivere, non apporteremo certamente miglioramenti ma, rischieremo di far diventare il malato un pellegrino rassegnato a chiudere le imposte della sua vita al nuovo e al bello  che ancora lo possono attendere..

Ciò non dimostra già inizialmente che un fatto di per sé molto semplice: il terreno della riabilitazione è purtroppo l’approdo ad una spiaggia di ricerca, di approfondimento di metodiche, tecniche sofisticate ( pur sempre da conoscere per la propria professionalità scientificamente seria), stipendi da colmare.

In tutto ciò l’uomo come mezzo per raggiungere questi miti è destinato a coincidere con il numero di una cartella clinica ed una patologia con caratteristiche che interessano la nostra sfera riabilitativa e niente più.

Il terapista diventa il trait d’union tra una classe gerarchicamente più in alto nella piramide ospedaliera dei ruoli ed il malato con il suo entourage di parenti quando esistono o sovente il malato da solo con la propria malattia.

In tutta questa dinamica  di ruoli il terapista rischia di diventare il destinatario di un potere incontrollato, dopo i primi entusiasmi si dimentica dell’uomo e dell’uomo malato verso il quale all’inizio delle proprie scelte aveva rivolto il suo interesse.

Perché questa panoramica deludente? Perché se tutto ciò è realtà quotidiana del nostro rapporto di lavoro, è pur vero che esiste una molla dentro noi stessi tale da poter trasformare una realtà di dolore e di rifiuto di esso, in una fase di condivisione totale.

Ogniqualvolta io accolgo un uomo malato pienamente, in tutta la sfera motoria, intellettiva, emotiva, esperienziale, senza fare una scala di valori di esse, già ho compiuto il primo passo del mio iter riabilitativo.

Quindi: accoglienza, che significa prendere l’altro con sé nel suo insieme, senza etichette che lo dividano in compartimenti stagni.

Come una scintilla fa scoppiare un incendio, così succede nel malato.

Il malato accolto dall’operatore terapista scegli di vivere e non abbandonarsi ad un fatale destino. Sulla base del meccanismo del bio feed-back il mio stimolo suscita una risposta: l’accoglienza umana, e poi vedremo non solo umana, porta ad una scelta personalissima di vivere la malattia con occhi e volontà del tutto nuovi da parte del malato.

Quindi accoglienza prima fase  e scelta, secondo momento. Ora il malato dopo questi passaggi preliminari rispettosamente ed opportunamente guidati, si trova quasi senza accorgersene pronto ad iniziare il suo lavoro. Poiché  è lui stesso a lavorare in prima persona e al terapista va il compito di guida  e orientamento come una bussola che serve per tenere giusta la rotta. Egli stesso deve sentirsi la prima persona in causa, il motore cha fa andare avanti la macchina ed il mio comportamento deve rispettare questa ricerca a volte difficile dell’essere del malato altrimenti si cade nella deresponsabilizzazione e nella prevaricazione della volontà.

Ogni difficoltà che nasce diventa sotto la mia guida uno stimolo al superamento di ostacoli e mai deve sfociare nella delusione o peggio ancora frustrazione per non avere raggiunto la meta prefissata.  Ogni progresso, seppur minimo, deve fungere da incentivo e momento gratificante per non fermarsi a ciò che si è raggiunto.

All’inizio affermai l’importanza della globalità dell’individuo. Ne consegue che anche la sfera intellettiva ed emozionale resti coinvolta dalla novità apportata dalla riabilitazione. Quindi attenzione va rivolta ad ogni diminuzione o aumento dell’umore e del livello di autostima. E, se ci si trova di fronte ad una persona che più ne vuol sapere  della nostra volontà di vivere e trasmettere ciò al malato tramite il mezzo della fisioterapia, utile può essere valutare la possibilità di risposta che dev’essere sincera e coraggiosa.

Ma tutto ciò che viene dopo è una conseguenza di quella molla iniziale di cui parlai all’inizio. Qual è questa molla? Un’accoglienza non solo umana del malato bensì, paradossalmente divina, come di un ostensorio consacrato che racchiude un tesoro inestimabile e da pochi, soprattutto dagli operatori sanitari, tenuto in considerazione: il dolore incarnato del Cristo stesso sulla croce. E, una cosa ho sentito forte avvicinandomi fin dal primo  momento al malato: che io, in particolare con il mio lavoro, ero chiamata a fare da Cireneo nel portare quella croce perché come malato avesse la forza di arrivare al culmine della crocifissione e con il mio aiuto fisioterapico partecipasse qui in terra  ad una resurrezione del corpo tramite il miglioramento e le varie funzionalità acquisite.

Far arrivare il malato, con la mia vita, a trasformare la sua messa di dolore quotidiano in sacrificio eucaristico d’Amore offerto a Colui che gli donò la vita in riparazione del male dilagante sulla terra che tutto vorrebbe intaccare.

Invece così malato e terapista si diventa tutt’uno: una cosa sola per fare da barriera e diventare come un argine d’amore purissimo, purificato e purificante.

 

              

GIORNO DOPO GIORNO

Con ABIO sulle reti RAI dal 19 al 25 aprile, accanto ai bambini in ospedale

video clip miracoli click!

    Il mio piccolo Simone prima     e durante la lunga degenza

 

LA MALATTIA DI UN BAMBINO COLPISCE UN'INTERA FAMIGLIA

che in seguito dovrà intraprendere un lungo periodo di disagio

"giù le mani dai bambini colpiti da disabilità"

 

"E' inutile ripetere o soffermarsi su ciò che si prova intimamente è qualcosa che noi abbiamo il privilegio di conoscere ma che non riusciamo ad esprimere e, anche se riuscissimo, gli altri non capirebbero".

Dal primo documento programmatico dell'A.GE.DI. – Autunno 1986

 

 

 

 

Esistono "Angeli" anche in ospedale

La favola del dottor Nanza

"così si vince la paura dell'ospedale"

Grazie alla cooperativa "le Mani parlanti" e al progetto Giocamico, i piccoli pazienti sopportano operazioni ed esami. In alcuni casi le tecniche utilizzate sono così efficaci da evitare il ricorso all'anestesia. E' successo, negli ultimi 3 anni, a 752 piccoli (su 1448) sottoposti a risonanza magnetica senza essere sedati

di STEFANIA PARMEGGIANI  da "Parma Repubblica"

L'astronave è un po' vecchiotta e arrugginita. Che nessuno si stupisca per il rumore da ferro vecchio che fa quando scalda i suoi reattori. Può trasportare i viaggiatori in un mondo lontano, simile al fondo del mare e abitato da strane creature. L'esperienza è tale da meritare una foto. Che sarà nitida e chiara, perfettamente a fuoco. Il viaggiatore deve restare immobile come ordina il dottor Nanza, la mente del grande viaggio, impassibile dietro il suo quadro di comando, nervi tesi per scattare i clic migliori. L'avventura è cominciata tre anni fa all'Ospedale Maggiore di Parma e ha imbarcato 752 bambini che, grazie all'aiuto di psicologi e volontari, hanno eseguito uno degli esami diagnostici più paurosi  –  la risonanza magnetica  –  senza essere sedati. Statistiche alla mano, il 50% dei piccoli pazienti è riuscito ad evitare l'anestesia totale. Il dato è di quelli che fa scuola e così l'esperienza parmigiana, al centro di un convegno sull'imaging in neuropediatria, è stata già replicata in altre strutture ospedaliere italiane tra cui il San Raffaele di Milano.

FOTO Il viaggio dei piccoli pazienti

 

Sabato, nella sala congressi del Maggiore, prenderanno la parola i medici dell'Azienda ospedaliera-universitaria e dell'Usl, gli psicologi, gli psicoterapeuti e gli educatori della cooperativa "le Mani parlanti", che da tredici anni frequentano le corsie con il progetto Giocamico. Il loro scopo non è curare, ma aiutare i bambini a ridurre "lo stress da ospedale", a controllare il dolore durante i prelievi più complessi, l'ansia per gli interventi chirurgici o per gli esami diagnostici. "Utilizziamo  –  spiega il presidente della cooperativa Corrado Vecchi  –  tecniche ludiche, espressive e relazionali. Ci sono sette psicologi ed educatori che distraggono i bambini in attesa di interventi chirurgici o esami invasivi. E ci sono i volontari, circa 200, che sette giorni a settimana, sia di mattina che di pomeriggio, frequentano tutti i reparti in cui ci sono pazienti in età pediatrica. Giocano con loro per sfumare la distanza con la quotidianità di fuori".
 

Edda CattaniBambini in ospedale
Leggi Tutto