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“Dalle sue piaghe siete stati guariti”

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Chi avrebbe pensato che mentre veniva distribuita l'unzione a Casa Madre Teresa, un'altra tragedia toccava la mia famiglia:
 
Se n'è andata la sorella di Mentore per un banale incidente domestico ( le si è incendiata addosso una bomboletta di alcool trasformandola in una torcia umana). Questo ha riportato alla mia mente i tanti "perché"… Quando mi sembra di aver dato risposta ai miei interrogativi, mi causano grande sconforto le tragedie altrui e si ripresenta quella domanda che ricuso, ma che sovente sento ripetere:" Perché? Cosa aveva fatto di male per "meritare" una fine così atroce?" Poi su tutto si possono trovare infinite spiegazioni … ma la fede è difficile da testimoniare.
 
Mi scrive il nostro amico P.V.
 

Cara Edda, ricordo una piccola chiesa nella Bassa Padana che con una certa frequenza ospitò il mio sostare, all’inizio del tempo che mi vide emigrante. Sconsacrata durante l’occupazione francese, era stata adibita a ospedaletto per le truppe napoleoniche. Sotto quelle volte dalla francescana semplicità sembrava ancora di udire il vociare dei feriti e l’andirivieni dei soccorsi. L’unico segno visibile che risaltava dallo sfondo di quelle antiche e spoglie mura era un crocefisso di altezza naturale. Diverse erano le domande che mi frullavano in testa: “Ma che senso ha portare la mia vita ai piedi di questo corpo inerme e tumefatto, sconfitto e disonorato”? “Accostarci alla croce non ci pone ai margini della società”? “E la nostra fragilità, paura, il più delle volte non ci pone a guardar da lontano, da un margine di sicurezza”?…  

Ecco, ancora oggi sento che quel crocefisso ACCOGLIE TUTTI E TUTTO. Ciò che avverto come pesi, perdono in pesantezza, iniziano un po’ a dissolversi  ai piedi di quella Presenza e costato l’inconsistenza del male.

 

 
 
11 febbraio 2011
 
Il tema della XIX Giornata Mondiale del Malato è:
"Dalle sue piaghe siete stati guariti" (1 Pt 2,24)
 
 
 
Il tema si inquadra nel percorso triennale di programmazione pastorale “Educare alla vita nella fragilità. Sfida e profezia per la pastorale della salute”, sulla base degli Orientamenti Pastorali CEI per il prossimo decennio “Educare alla vita buona del Vangelo”.
 
Il materiale relativo alla Giornata è stato distribuito alle Diocesi. 
Il Messaggio del Santo Padre, pubblicato il giorno 18 dicembre 2010, è scaricabile in questa pagina 
Messaggio di Benedetto XVI per la 19ª Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio 2011)
Mess_Giorn_Malato 2011[1]

    L’ Unzione  degli  infermi  

“Dov’è carità e amore…”

Il Sacramento dell’Unzione degli infermi agli Ospiti di Casa Madre Teresa di Calcutta

 

 

  Si è conclusa con questo canto, oggi 11 febbraio, "giornata del malato", la celebrazione del Sacramento dell’Unzione degli infermi che ha avuto luogo durante la Santa Messa prefestiva, nella cappella di Casa Madre Teresa di Calcutta.

 

Il Sacerdote celebrante aveva anticipato l’iniziativa con una lettera indirizzata a tutti i famigliari affinché potessero preparare i loro Cari a questa rito e, nel contempo, avessero l’opportunità  di prendervi parte cogliendola quale prezioso dono spirituale a vantaggio di chi è in qualche modo sofferente o ammalato, o anche non malato ma desideroso di partecipare.

 

 Gli ospiti, compresi della circostanza,  erano stati disposti nei banchi con le Suore e gli Operatori in mezzo a loro, mentre continuavano ad affluire parenti che non trovavano più spazio… un pellegrinaggio di fede e di amore.

 

 

 

Anche se il sacerdote aveva invitato a non pensare ad effetti magici o taumaturgici e a pregare per gli altri, sono certa che tanti avranno supplicato: “… pietà di me Signore…” Mentre guardavo il mio Mentore tendere le mani rattrappite al celebrante chino davanti a lui, pensavo alla parabola del Samaritano, a Gesù che continua per l’umanità sofferente e speranzosa il suo servizio di amore e di aiuto, iniziato un tempo in Palestina. Egli stesso  si piega su di  essa, pieno di misericordia e la solleva; egli dà nuova forza, speranza e perdono; è Gesù che diventa il buon Samaritano e si prende a cuore il malato che giace a terra.

Lontano dal frastuono cittadino rifletto sulla difficile situazione della malattia, che prostra il corpo e l’anima  – una esperienza primordiale dell’umanità – che rende l’uomo cosciente del suo limite e della sua dipendenza e può avere anche un senso se ci si riferisce al futuro. In un fraterno abbraccio mi ritrovo con tanti parenti come me, che seguono i loro Cari e che incontro quotidianamente in questa struttura dove il mio amato sposo ha chiesto “il dono della salute per i suoi nipotini” lui che ormai è leggero come un alito di vento… Sono certa che in questi momenti di preghiera e di abbandono, tutti avranno sentito aleggiare “il soffio dello Spirito” che è Luce, Fuoco e Vita.

Sono diverse le nostre storie dolorose, eppure la chiamata che ci viene rinnovata, oggi come ogni giorno, spalanca anche noi alla piena comunione con Dio Padre; il suo onore, la sua gloria in noi, danno peso, consistenza, senso e pienezza alla nostra vita. Lontano dal contesto di ogni giorno, dalla felicità che ogni uomo spasmodicamente cerca tra lifting, sport, investimenti, studio, affetti e sforzi e compromessi, c’è il desiderio più profondo del nostro cuore ed esso trova risposta nell'accettazione della nostra croce. Con Cristo sulla Croce la nostra vita unita a quella dei nostri Cari è ritrovata, conservata, realizzata. Dove si perde si ritrova, è questo il segreto della felicità.

 

Durante la distribuzione dell’Eucarestia si è ripetuto il miracolo in tutti noi che vi abbiamo partecipato ed il ritorno al nucleo è stato accompagnato da un garbato silenzio, pieno di significato.

Andiamo avanti dunque, e ringraziamo il Signore anche per questo dono che ci ha elargito non dimenticando che la vita stessa è un dono, una grande opportunità che ci è offerta affinché , in ogni momento si dia il meglio in ogni circostanza…

Me lo hanno insegnato i miei nipotini che,  guardando un  cartone animato, ripetevano con le parole di un personaggio saggio:

 

“ IERI E’ PASSATO, DOMANI E’  UN  MISTERO, MA L’OGGI  E’ UN DONO… PER QUESTO SI CHIAMA  PRESENTE !”

                                                                                     

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

Edda Cattani“Dalle sue piaghe siete stati guariti”
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Accettazione e morte dolce

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IL DOLORE DELL'UOMO E IL SILENZIO DI DIO

Desidero rinnovare questo articolo scritto con una problematica tanto discussa dalla politica e dalla religione. L’occasione mi viene data da un post di Fra Benito pubblicato su FB:


".. oggi ricordo Eluana .. e il suo papà Peppino .. e tutti coloro che della loro situazione drammaticamente sofferente hanno vissuto, e vivono, rumori inutili anziché silenzi indispensabili .. il loro è stato un grido sfinito come quello di Giobbe .. e noi siamo per loro solo dei "medici del nulla" .. perché l'urlo di reazione di chi sta male è sempre un grido di lotta e di resistenza a ciò che avviene coscientemente o incoscientemente alla propria vita ferità .. e al grido del dolore innocente che vuole spegnere la vita non ci sono risposte uguali e precise, neanche quelle che ci sembrano di Dio .. il quale pone 'il suo primo sguardo sempre sulla sofferenza delle persone, e non sul loro presunto peccato' .." (Fra Benito)

Il percorso di accettazione

 

 

Vivo in questi giorni una condizione di infermità che unita a quella del mio sposo mi ha portato a fare alcune riflessioni che desidero condividere con tutti voi cari amici del web.

Chi si scopre malato intraprende un cammino difficile e impervio per prendere atto della propria situazione e conviverci. La speranza a volte porta a cercare strade faticose e a volte impreviste, tortuose e poco sicure, ma chi può sapere a cosa porta la nostra corporeità? A volte, quando ti senti più sicuro, giungi a conoscere una diagnosi che conduce a niente di buono.

Scrivo quest’articolo sulla spinta, che con molta sensatezza si prefigge lo scopo di chiarire quanto realmente può succedere e si può pensare, in qualsiasi contesto, da giovani o anziani, da abbienti o indigenti ci si trovi a vivere (guardiamo il nostro amico Cassano… che Dio ce lo ridia presto guarito!). Ricevere una diagnosi sfavorevole impone all’individuo una strada che può deviare o interrompersi in alcune tappe. Chi si ammala si vede quasi all’improvviso scaraventato al di là di una sorta di confine del quale non conosceva neppure l’esistenza, ossia il confine tra chi è sano e chi non lo è.

UN ALTRO MONDO Questo confine è fatto soprattutto di una dolorosa incomunicabilità fra le persone che si trovano ai due lati. Chi sta vicino ad una persona affetta da una patologia seria non è in grado di capire fino in fondo ciò che succede nel proprio familiare, amico, compagno di vita e spesso non riesce neppure ad attivare un atteggiamento di sereno ascolto, che possa permettere a chi si ammala di esprimere le proprie emozioni e paure o, se preferisce, parlare di cose leggere per distrarre l’attenzione. Chi fa l’esperienza di una malattia seria entra concretamente e irrimediabilmente in contatto con la propria fragilità e con la prospettiva della morte. A quel punto la vita diventa da quel momento in poi un percorso a tappe, fatte di speranze, visite specialistiche, esami, indagini strumentali, disillusioni, paure, nuove speranze, terapie, effetti collaterali delle terapie. E poi di nuovo esami, controlli, valutazioni, altre terapie.

UNA DIFFICILE ACCETTAZIONE Se la malattia è cronica ma non mortale, la persona colpita ha bisogno di trovare un equilibrio che preveda l’accogliere la malattia stessa e inglobarla nella propria quotidianità. Per questo essere portatori di una malattia cronica significa sostanzialmente rivoluzionare la propria vita perché essa sia il più possibile protetta dagli effetti della malattia stessa. Nel caso delle malattie mortali o potenzialmente tali, comunque delle malattie progressive, si deve fare i conti con la finitezza della vita umana, con la paura della morte e soprattutto di come e quando essa possa avvenire. Si possono passare momenti di angoscia intensa, assolutamente non comunicabili, talvolta minimizzati dai propri cari che cercano di non affrontare, loro per primi, l’angoscia legata alla sofferenza a cui devono assistere.

 

La morte dolce

 

  Impossibilitata a recarmi quotidianamente dal mio sposo reso ormai un Cristo, senza più fattezze umane, consunto dalla sofferenza e allo stremo delle forze, mi sono chiesta quanto abbia contribuito l’assisterlo ogni giorno per questi lunghi anni nel ritrovarmi in questo mio stato e se sia giusto che una famiglia precipiti in un abisso così profondo per chi soffre e per chi assiste.

Ricordo che tempo fa, nello stato di Washington fu indetto un referendum per legittimare l’eutanasia, ma nonostante fossero molti i convinti sostenitori della legittimazione del “suicidio assistito” la maggioranza dei cittadini (il 55%) ha detto no a tale forma di intervento sull’esistenza umana. Ebbene anch’io mi sono chiesta se sia giusto o meno, in democrazia, e secondo coscienza, chiamare gli elettori a pronunciarsi sulla vita o sulla morte, sulla salute o sulla sofferenza, sull’accettazione della propria con dizione esistenziale o sulla «buona mor­te», al fine di non dover sostenere una lotta per sopravvivere.

Ho letto varie opinioni, di medici, di studiosi, di gente comune, laici e cattoli­ci, ne ho ricavato la convinzione che la maggioranza degli italiani è contraria ad un referendum che decida della vita de­gli altri. E poi, una volta che l'eutanasia fosse approvata e ammessa dalla legge, chi ci garantirebbe dagli abusi?

Infatti potrebbe diventare un facile mez­zo per liberarsi di persone anziane «sco­mode», di handicappati e malati cronici, di giovani drogati o affetti da AIDS che si sentono soli e abbandonati.

Sarebbe giusto tutto questo?

È terribile pensare che una legge possa disporre della vita di mio marito ancora cosciente, di una persona qualsiasi sia pure al limite della vita e che una maggioranza possa legittimare che vi sia un medico o un familiare, il quale sia disponibile ad assecondare una vio­lenza, una offesa fatta alla volontà della «non sofferenza».

Una cosa è cercare il consenso nel cu­rare il dolore, nel lenire le sofferenze, un'altra cosa è dare un senso diverso al­l'esistenza, magari qualificandosi maggior­mente come «atto d'amore».

Si è giunti addirittura a consegnare «una bustina» al paziente che lo chiede se colpito da una malattia inguaribile, af­finché possa bere qualche cosa che lo fac­cia morire in pochi minuti.

Questo accade in Olanda, dove a po­chi chilometri da Amsterdam c'è un ospe­dale moderno, che consente di praticare l'eutanasia senza distinzione di età, per­ché la «morte dolce» trovi spazio e liberi il mondo da gente ormai inutile.

Il medico che assiste gli ammalati a Casa Madre Teresa quando ho chiesto se sia giusto vederli soffrire così, intubati, alimentati artificialmente, totalmente paralizzati, ciechi, muti … mi ha risposto che mai e poi mai un’etica professionale permetterebbe loro di abbandonarli fino all’ultimo respiro.

“Questa è la vita” mi disse Mentore quando entrammo come “ospiti” ed è così!

 

Quanto vale la vita?

Se «soffrire non è un modo degno di vivere», vuol dire che la vita è qualitati­vamente valida soltanto nelle migliori condizioni di salute e di benessere, altrimenti è inutile assistere, sacrificarsi, es­sere generosi verso gli altri: è una perdi­ta di tempo, una spesa eccessiva senza risultati tangibili.

Stiamo attenti che, se si fa strada una simile convinzione, è facile ampliare lo spazio per affrettare il trapasso di tanti infelici, ai quali in questo modo si nega il diritto di lottare per prolun­gare l'esistenza e per avere vicino qual­cuno che mostra affetto nei momenti peg­giori.

Non mi sembra che, dal punto di vista morale e religioso, vi sia una giustifica­zione accettabile a procurare la morte a chi la chiede o a chi crede di poter finire di penare affrettando il trapasso.

Con l'eutanasia ci troveremmo a dover sostenere meno spese e minori difficoltà assistenziali, ma avremmo tanti problemi affettivi e psicologici da risolvere, che au­menterebbero le difficoltà per coloro che devono prendere decisioni vitali per gli altri.

Non è più conveniente dare impulso al­lo studio, alla ricerca, alla migliore con­vivenza ambientale piuttosto che fabbri­care strumenti di morte?

Quei bambini, quegli adulti, quegli an­ziani che, in tante parti del mondo sotto­sviluppato o industrializzato, muoiono ogni giorno senza cibo, medicine, cure, assistenza non rappresentano già una for­ma di eutanasia indirettamente voluta da coloro che stanno meglio e hanno per sé la maggior parte dei beni materiali e de­gli affetti?

Perché, dunque, voler legittimare «un genocidio» che avviene quotidianamente senza che neppure ce ne accorgiamo?

Perché non reagire e sentirsi in colpa, cercando di dare un senso migliore alla vita, specialmente di tanti, piccoli e gran­di, che non possono beneficiare di alcu­na felicità?

Vorrei che le mie modeste considera­zioni fossero condivise da qualcuno di buona volontà, che cominciasse a rea­gire efficacemente per dare al nostro sistema democratico un carattere meno liberticida e più coscienzioso verso problematiche che devono puntare alla libertà, ma con un senso di grande responsabilità.

E da ultimo, con coscienza religiosa vorrei come il piccolo fratel Carlo abbandonarmi al Padre perché faccia di noi quanto di meglio crede … lui sa ciò che è bene … perché è solo AMORE!

 

 La preghiera dell’abbandono

Padre mio,
Io mi abbandono a te:
fa’ di me ciò che ti piace!
Qualunque cosa tu faccia di me,
ti ringrazio.

Sono pronto a tutto,
accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me
e in tutte le tue creature.

Non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima
nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.

Ed è per me un’esigenza d’amore
il donarmi,
il rimettermi nelle tue mani
senza misura,
con una confidenza infinita,
poiché tu sei il Padre mio.

  

 



 

 

 

 

 

Edda CattaniAccettazione e morte dolce
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A te… che sei un essere speciale

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Il ritorno

 Ripropongo questa pagina e la dedico a Maria Grazia e a tutte le Mamme di FB che ricordano i loro angeli come esseri SPECIALI…

e  chi può dubitarne!

 

Questa sera il ritorno da "Casa Madre Teresa" non è stato facile. Il mio amato Sposo, fedele amico della mia vita per quasi mezzo secolo, è prossimo a raggiungere la Casa del Padre e a ricongiungersi con Andrea, nostro figlio che l'ha preceduto. Una vita trascorsa insieme, nelle tante gioie e negli inevitabili dolori ci ha visto uniti e inseparabili, sempre più accomunati da ideali condivisi, da quel coraggio e da quella fede che lui ha saputo infondermi. Ho pensato ai ricordi, alle speranze degli ultimi tempi… e alla certezza che non mi abbandonerà mai e non mi sentirò più sola. Voglio pensare al nostro essere, al nostro vivere la vita e al "ritorno" con questa canzone e queste immagini:

 

 

 

La cura
(Battiato)

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te.

 

 

 

 

Edda CattaniA te… che sei un essere speciale
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Alzheimer: la memoria azzerata

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I volti della demenza

Mercoledì 21 settembre 2011 si è celebrata la 18esima edizione della Giornata Mondiale dell'Alzheimer, il cui titolo è "I volti della demenza": in tutt'Italia si sono svolte iniziative da parte di diverse associazioni per sensibilizzare il più possibile, l'opinione pubblica. Il morbo (chiamato così in onore di Alois Alzheimer, il primo neuropsichiatra, che la descrisse) è la forma più frequente di demenza, cioè l'effetto di un progressivo declino della memoria e delle funzioni cognitive, tale da incidere sulla qualità della vita, scatenata da patologie che alterano sempre più le  funzioni cerebrali . Il morbo di Alzheimer attualmente colpisce 36 milioni di persone


 La solitudine nell'oblio assoluto
Una campagna Sms in aiuto delle famiglie

I malati sono oggi oltre 600 mila in Italia e 35 milioni in tutto il mondo. Un dato destinato a crescere come conseguenza dell'invecchiamento della popolazione. nei prossimi vent'anni raddoppierà. Fino al 13 febbraio si potranno donare 2 euro inviando un SMS al numero 45503 da tutti i cellulari privati.

Se ti fa piacere, ascolta anche la mia testimonianza:

Video Rai.TV – Sulla via di Damasco 2009 – 2010 – Viva la vita
Source: rai.tv

 

   

"Se perdi la memoria perdi tutto". Con questo slogan parte la campagna per sostenere, inviando un sms solidale, "Pronto Alzheimer", il primo servizio telefonico per i malati e i loro familiari. Non si tratta semplicemente di un telefono amico ma di un aiuto concreto gestito dalla Federazione Alzheimer Italia , la maggiore organizzazione nazionale no profit dedicata alla promozione della ricerca medica e scientifica sulle cause, la cura e l'assistenza per la malattia di Alzheimer. I malati di Alzheimer sono oggi oltre 600 mila in Italia e 35 milioni in tutto il mondo. Un dato destinato a crescere notevolmente come conseguenza dell'invecchiamento della popolazione. Secondo i dati della Federazione, il numero delle persone colpite da demenza nel mondo nei prossimi vent'anni raddoppierà.   

La famiglia è la seconda vittima. La maggior parte delle telefonate e delle mail  – circa settemila richieste d'aiuto l'anno – arriva da famiglie di ammalati che spesso non sanno dove andare, a chi rivolgersi. Per il pesante carico assistenziale ed emotivo cui sono sottoposte, sono considerate la seconda vittima dell'Alzheimer.  "Questo perché  –  spiega Gabriella Salvini, presidente della Federazione che coordina in tutto 47 associazioni – non esiste ancora una mappatura nazionale, ma neanche regione per regione, dei centri dove si può avere una valutazione dell'Alzheimer. Noi siamo riusciti a fare una mappatura delle unità di valutazione ma solo per la regione Lombardia. E'un lavoro enorme, spesso gli indirizzi non esistono neanche in internet, e richiede sostegni".
 

Non si sa a chi rivolgersi. Per attirare l'attenzione su questo enorme disordine che complica la vita delle famiglie dei malati, la Federazione, in occasione della giornata mondiale dell'Alzheimer ha chiamato a raccolta i responsabili regionali dei servizi socio sanitari. "Abbiamo proposto loro – spiega la Salvini – una collaborazione per fare un censimento in tutte le regioni. E' sconcertante, ma oggi non è possibile sapere neanche il numero esatto dei centri dove si può ricevere possibilità di diagnosi e di assistenza. Molte delle persone che ci telefonano e ci mandano mail per chiedere aiuto non hanno mai neanche sentito parlare delle unità di valutazione Alzhaimer. A volte, da regione a regione, cambia anche in nome, oltre che la collocazione. In certi casi si trovano negli ospedali, in altri nei distretti sanitari gestite da geriatri, in altri ancora si trovano in istituti di riabilitazione o case di riposo. Per fare un lavoro di orientamento ai servizi territoriali specifici (ASL, RSA, Centri Diurni di Assistenza integrata)  è quindi necessario avere una mappatura nazionale".
 

Non si guarisce, ma si può aiutare. Da quando è stato attivato, nel 1993, il servizio ha ricevuto più di 113mila richieste di aiuto, anche da parte delle figure professionali che a vario titolo si occupano del problema.  "La malattia è molto complessa – conclude la  Salvini – e non esiste una terapia per guarire. Quel che si può fare è dare il massimo aiuto ai malati e alle loro famiglie. Hanno bisogno di essere correttamente informate ed orientate su come comportarsi e dove andare".

La campagna solidale. Fino al 13 febbraio  si potranno donare 2 euro inviando un SMS al numero 45503 da tutti i cellulari privati Tim, Vodafone, Wind e 3 o da telefono abilitato Telecom Italia oppure chiamando lo stesso numero da rete fissa Fastweb, sarà inoltre possibile donare  5 o 10 euro chiamando da rete fissa Telecom Italia. La linea telefonica di "Pronto Alzheimer" (02-809767) è attiva dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18, ed è gestita da una struttura dedicata composta da 2 persone affiancate da volontari.

(18 gennaio 2011)

 
 

Edda CattaniAlzheimer: la memoria azzerata
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I libri dei Nuovi Angeli

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Carissimi AMICI  
Durante la puntata di Matrix di ieri sera, giovedì 20 gennaio, sull'ALDILA' è intervenuta anche la Mamma di Beatrice Malerba di cui abbiamo parlato qui sotto, condividendo la sua esperienza.

Per vedere l'intervista, dovete solo cliccare su questo link:

http://www.video.mediaset.it/video/matrix/full/204899/aldila.html#tf-s1-c1-o1-p1< /font>

  

 Gradito dono del Natale 2010!

La mancanza di Andrea a 22 anni, avvenuta per un imprevedibile incidente, lasciò nella costernazione non solo i familiari, ma i suoi allievi del Presidio di Padova Nord-Est, di cui era Ufficiale Capo. Il Cappellano della Caserma, Mons. Pilli, dopo le esequie con onoranze militari, ottenne per tutti una licenza affinché quei bravi ragazzi potessero rimettersi dall’impatto emotivo e donò a ciascuno un libro (a me sconosciuto) da leggere attentamente. Si trattava di “DIALOGHI D’AMORE” di Maria Stella Candela. A quell’epoca io non sapevo nulla sull’argomento, ma i ragazzi mi dissero che ne avevano tratto giovamento ed anch’io mi accinsi a procurarmelo. Debbo dire che ne restai esterrefatta e che, quando ebbi modo di incontrare Maria Stella ad un Convegno a Baveno fui felice e commossa di esprimerle la mia gratitudine. Le nostre storie si unirono e partecipammo con grande solidarietà alle vicende successive che attraversarono le nostre famiglie ed ora Maria Stella è non solo un'amica, ma una sorella. Questa Mamma che scrive per ispirazione della Sua adorata Bea,  ha scritto altri libri che raccontano la sua meravigliosa esperienza commentata da autorevoli organi di comunicazione (v.TG.com ) e da autorevoli sacerdoti.

Oggi, con grande disponibilità, mi ha fatto dono della sua ultima opera ed io sono ben lieta di ringraziarla per condividerlo con tuti voi unitamente agli auguri di un sereno Anno 2011.

La mia amica Maria Stella, Mamma di Bea.

  

      

   “Il tuo fervore è strada di luce anche per gli altri. Produci, Dio tanto si aspetta da te e tanto tu gli darai.

 “A me tu guardi, mamma ,  come si guarda al sole e se di esso tu senti il calore, di me senti l’amore.”

“Dio resta la nostra grande forza di unione e senza Dio nulla sarebbe stato possibile di ciò che riceviamo.”

“Offriti, mamma, la nostra totale offerta di vita giova anche agli altri e questo produce amore e santità.” “Rallegrati! Con scrupolo ed amore io intervengo nella tua vita perché tutto si realizzi di ciò che Dio vuole.” “Inverosimile è la gioia che mi dai   quando mi concedi la tua attenzione:

“Io ti voglio lieta e forte, generosa e santa.” “In Dio esisto e per Dio vivo.” 

“Non percepiresti,  il mio spirito senza la volontà di crescere e di servire Dio .La tua attesa è piena di promesse.” “La tua vita è allineata alla mia; non stupirti di queste parole e nella lontananza apparente non c’è divisione, non c’è contrasto.” “Tutte le vostre preghiere ci sono indispensabili per aiutarvi anche nel vostro cammino.”   “Non percepiresti il mio spirito, mamma, senza la volontà di crescere e di servire Dio. Nel riempirti di me tu porti al mondo la luce del cielo.Il tuo dolore affinerà la tua vita e il dono di essa ti eleverà.” “La tua gioia sia in me, che ti ho condotta a capire la volontà di Dio e a guidarti nella realizzazione dei suoi progetti.

 

                  

 

 

Fabrizio Gentilini. udinese, età matura, "libero-pensatore" per autodefinizione, appas­sionato di viaggi e di buone letture. Segnato da difficili passaggi della vita, ha ritenuto doveroso cimentarsi in questo impegno editoriale.

Per Campanello Editore ha pubblicato Tracciati • Appunti a voce alta 1999; Gli anni dell'aquilone, 2005; Sfumature, 2008.

 

Editore:  Campanotto

Pagine: 112
Descrizione:
Estrarre dal cassetto dei ricordi, della paura, dell'angoscia vicissitudini e sofferenze, per farle conoscere, per commentarle, sottraendole al limbo del taciuto, del pudore, di una comprensibilissima riservatezza. Divulgare ciò che è parte considerevole di questo mondo, di questa società, ma che il più delle volte è separato, è estromesso. No, non può esserlo, non deve esserlo perché la tragedia, le avversità, il dolore devono essere letti come messaggi di coraggio, di arricchimento, di condivisione, di speranza.
 

visita il sito di Fabio Arigò
www.Lastoriapiubella.com
LA QUADRILOGIA


Nel libro l'angelo Amos racconta 7 vite per svelare il segreto della reincarnazione; leggerlo è come viaggiare alla ricerca di sè stessi.
Lo scrittore ha voluto inviare un messaggio dal cielo, per scoprire la verità sulla nostra esistenza.

Si completa la storia Vera del giovane protagonista Fabio Arigò. Il libro, ispirato dal cielo, non ha eguali al mondo. La sua lettura è dolce come il miele, è scorrevole come acque limpide e trasparenti ed ha il dono di aprire le porte del mondo dell'invisibile. Nel libro come per miracolo è stato descritto il SEGRETO per avere una vita meravigliosa.

Desiderare una vita piena di felicità ed amore è possibile leggendo questo libro. L'autore partendo da un messaggio di quattro parole trasmesso da suo figlio Fabio è riuscito a svelare il segreto per ottenere tanta pace e serenità. Il libro come per miracolo cambia meravigliosamente la vita

Il libro "La Storia più bella" è stato scritto da un padre per raccontare la perdita di suo figlio Fabio. Nel libro viene evidenziato come attraverso la fede in Gesù, "i due" non si sono mai separati. Questa storia vera trasmette, come per miracolo, la forza di cambiare meravigliosamente la vita

 

 

Nicola non ha neppure 4 anni quando gli viene diagnosticato un terribile tumore. È l’inizio di un calvario terribile che culmina con la morte all’età di appena 6 anni, nel 1994. La tragedia getta nel dolore più profondo la famiglia. Il padre però non si arrende alla perdita del figlio e inizia a studiare, a leggere, a documentarsi: se esiste l’aldilà, possibile che non ci sia un modo per comunicare con esso? È un uomo di scienza il dottor Claudio Pisani, ma la perdita di Nicola lo porta a non lasciare nulla di intentato. Cominciano per lui i “viaggi della speranza” alla ricerca di un medium che sappia offrirgli la possibilità di comunicare ancora con il figlio scomparso. Di delusione in delusione, Claudio giunge negli Stati Uniti, dove incontra la singolare figura di un ingegnere informatico, Bruce Moen, che gli rivela che ogni uomo può esser medium e comunicare con i propri cari defunti. Attraverso la pratica di tale metodo Claudio scopre che è tutto vero: riesce a entrare in contatto con Nicola, dando via a un rapporto che gli restituisce la quotidianità e il dialogo perduti. Si tratta di una scoperta che cambia la sua vita. Grato per questo insperato dono, il dottor Pisani decide di dedicare tutto se stesso a raccontare questo prodigio, per donare ad altri genitori – e non solo – la possibilità di ritrovare un rapporto con i figli o i propri cari che si credevano perduti per sempre.

 

I proventi della vendita vanno a beneficio dei

"bambini dell'Angola" Mbanza Congo"

(v.Quarta Pagina del sito)

"IO VOLO LIBERA"

Di Maria Pizzolitto Lui – Ediz. Segno

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33010 – Tavagnacco (UD)
Tel. 0432 575179 – Fax 0432 575589

 

 

Il racconto di una madre testimonia come da un evento tragico e dalla conseguente disperazione possa nascere qualcosa di buono: le durissime prove che possono capitare nella vita rafforzano l'animo e acquistano un senso nell'adesione alla volontà di Dio. "La fede è l'unica risposta alla quale ricorriamo quando risposte non ci sono più. E tuttavia anche la fede, messa faccia a faccia con la disperazione, ha bisogno di risorse straordinarie per aggredire con efficacia la tentazione di lasciarsi vivere in attesa di morire… Sarà Vera stessa a prendere per mano Maria e portarla sulla strada di una certezza meravigliosa e fondamentale: quella della Comunione dei Santi, in cui il velo tra aldiquà e aldilà si fa impalpabile, per consentire la condivisione di un comune cammino di avvicinamento al Padre".

 

(A CURA DI ADRIANA SCAFICCHIA)

QUESTO E' UN INCONTRO

TRA CIELO E TERRA (OTT-07)

 

Scaricabile gratuitamente da Internet!

Oppure scrivere a :  Valeria e Sergio Mainardi
Cannaregio 1411
30100 – Venezia – tel. 041-718439

La storia dei Coniugi Mainardi, che hanno perso prima l'adorato figlio Davide e poi anche la nuora Tiziana, ma che li hanno ritrovati grazie alle comunicazioni trans-strumentali.

 

 

 

 

Le lettere che Emilio scrive dal cielo, nella mano dei suoi genitori ma di suo pugno,
sono un tesoro di sapienza e saggezza, un dolce richiamo alla fede,
un luminoso ponte d'amore sotteso tra cielo e terra.
Vi troviamo "un luogo in cui meditare, in cui cercarsi dentro, in cui aprire il cuore
per lasciarselo esplorare, ricolmare d'amore e d'ispirata serenità.
Senza la quale il
DIARIO DI UN ANGELO
non avrebbe ragione di essere né di farsi conoscere".
E non permetterebbe di esclamare:

CIELO CHE POESIA !
www.cielochepoesia.it

 

Angela è una signora sulla sessantina, professoressa di matematica, donna concreta e aliena da ogni fantasticheria. Sposa e madre di due figli, dopo un percorso personale di anni approda all'agnosticismo. Poi un incidente le porta via il figlio minore, ancora adolescente. Alla fase di nera disperazione segue un'improvvisa ispirazione, nata dal semplice e puro amore materno, al di là di ogni riflessione. Una mattina si rivolge al figlio: «Se ci sei, se da qualche parte ancora vivi, fatti sentire». «La risposta fu immediata» racconta Angela. «Sono più vivo che mai, cercami nella preghiera». Una risposta percepita dal profondo del cuore, un cuore di madre capace di riconoscere immediatamente la voce del figlio, senza ombra di dubbio. Sono tante le storie come questa che – fondate su documenti accreditati e ricerche di alto profilo scientifico – mostrano come ci sia un fluso continuo di comunicazione tra il mondo terreno e l'aldilà. Sono testimonianze traboccanti di speranza, di gioia e di commozione, in cui il dolore e le lcrime si mutano nella lieta certezza di non aver perso per sempre i cari che ci hanno lasciato ma anzi di poter continuare ad avere con loro un rapporto ancora più forte di prima. Sono storie nelle quali emergono verità destinate a cambiare la vita di ognuno di noi: la vera essenza dell'uomo è spirituale e la morte non è la fine, ma solo una porta su una vita nuova  .

La vita è magica. Tutto è possibile. Esistono tanti mondi. La realtà è spirito. Ogni prova della vita è una lezione da imparare. L’amore muove l’universo e guarisce ogni ferita. Sono alcune delle tesi di questo libro, tutte scientificamente dimostrate. La comprensione di queste piccole e grandi verità è in grado di trasformare radicalmente la nostra esistenza. Siamo nati per essere felici, ma l’odierno progresso tecnologico ci ha fatto dimenticare la nostra vocazione originaria, portandoci a ignorare le smisurate potenzialità del nostro spirito. Ma è giunta l’ora del risveglio dal torpore che avvolge la nostra coscienza. Intrecciando sapere scientifico ed esperienze interiori, è possibile raggiungere quelle verità fondamentali che, comuni a diverse religioni e tradizioni spirituali, hanno il potere di immergerci nel mondo ricco e misterioso della nostra interiorità, riflesso di quel Divino che permea di sé tutto l’universo. Raggiunta una nuova consapevolezza di sé, ognuno ritroverà quello straordinario tesoro che è la propria anima.

Quando Dalila si mette in ascolto del cuore, ecco che esso le parla d’amore. Le racconta dell’affetto ricevuto e di quello regalato, nel corso di una vita vissuta con intensità, in ogni momento. Dagli innamoramenti giovanili – fatti di slancio e passione – alle relazioni più mature e coinvolgenti della donna divenuta ormai icona del cinema italiano, Dalila sceglie di raccontare le storie, gli incontri, gli affetti più cari di un’esistenza spesa a inseguire quella verità dei sentimenti capace di trasformare ogni giorno in un miracolo d’amore. Accanto alle vicende vissute in prima persona, Dalila accosta altre voci: frammenti di storie semplici e discrete, confidenze raccolte da amici e conoscenti, noti e meno noti, ma ugualmente rappresentativi di quella grande avventura che è la vita di chi crede all’amore. Il tutto per dare vita al romanzo autobiografico di una scrittrice capace di coinvolgere, emozionare, commuovere. Per ricordarci che l’amore è più forte di tutto. Sempre.

Perso il figlio Christian in un tragico incidente d’auto nel 1991, Dalila Di Lazzaro non si è mai arresa alla sua prematura scomparsa. Ma la sua forza e il suo amore ostinati per il figlio appena ventiduenne sono stati presto ricompensati, poiché lo stesso Christian ha cominciato a inviarle segni della sua presenza, a partire da una lettera, scritta da una medium, in cui assicurava alla mamma che le sarebbe stato sempre accanto, come uno dei suoi angeli.

Per Dalila ha così avuto inizio una nuova vita, o meglio la vita di prima si è rivelata in tutta la sua pienezza, mostrando la ricchezza di quelle presenze che riempiono l’esistenza di chiunque abbia il cuore e gli occhi aperti per scorgere una dimensione “oltre” la normalità della vita terrena; una dimensione in cui non si è mai soli, in cui ognuno è sempre accompagnato dai propri angeli, custodi fedeli in ogni prova e difficoltà della vita.

 

  L'aldilà è il grande mistero che ci accompagna nella nostra vita; è in cima ai nostri pensieri. Vorremmo avere certezze su cosa ci attende dopo la morte. C'è chi si abbandona nella fede religiosa, chi tenta di esorcizzare il pensiero dedicandosi ad una quotidianità di piaceri, chi si mette in ricerca, per trovare una luce verso la quale muoversi.Questo libro si rivolge soprattutto a costoro, a quanti vogliono dare un significato profondo alla propria esistenza e, per questo, non temono di ascoltare le voci dei defunti che ci chiedono di vivere in serenità, di credere in ideali, di amare con convinzione il nostro prossimo; e soprattutto di accettare prove che siamo chiamati ad affrontare, perché ci renderanno più forti, più saggi e più degni di avvicinarci a Dio. Questo libro racconta come un medium e il gruppo di persone a lui vicine, attraverso appassionati colloquicon Spiriti di defunti, abbiano riconquistato la fede in Dio, la gioia di vivere.
   

L'esperienza continua… Questo nuovo libro nasce quando il gruppo dei partecipanti ha raggiunto a convinzione che, dopo l'esperienza terrena, la vita continua in una dimensione spirituale e non si arresta la ricerca della felicità più vera, delle vette più elevate di conoscenza, per "sentire" Dio.perienza continua… Questo nuovo libro nasce quando il gruppo dei partecipanti ha raggiunto a convinzione che, dopo l'esperienza terrena, la vita

continua in una dimensione spirituale e non si arresta la ricerca della felicità più vera, delle vette più elevate di conoscenza, per "sentire" Dio. Sì arriva così a intuire l'ineffabile unità del Tutto; si scopre quante contraddizioni e angosce ci imponga il vivere nell'effimera dimensione del tempo e della materia, della dualità; e si prova una grande felicità nel percepire che tutto è amore divino e che noi ne siamo parte.

 

 

Per richiedere i libri telefonare a  06/6291415 oppure scrivere a:

Mario Cozzoli
Indirizzo/i di posta elettronica:
mariodelgiglio@mariodelgiglio.com

 

La perdita di un figlio è qualcosa che la ragione semplicemente non può ammettere, che va contro la natura, che non si può accettare, mai. Quello che si può cercare di accettare è invece il proprio dolore, l'angoscia che sembra svuotare la vita di ogni significato. Questo libro ha aiutato migliaia di genitori a intraprendere il cammino della 'sopravvivenza', offrendo una preziosa fonte di conforto. Partendo dalla sua drammatica esperienza – la morte del piccolo Francisco -, Susana Roccatagliata ripercorre le fasi della sua disperazione, ma anche la via che infine è riuscita a imboccare per continuare a vivere. Alla sua storia si affiancano i racconti di altri genitori – oppure di nonni, fratelli e sorelle – colpiti dalla stessa terribile perdita, esperienze di dolore ma anche di affetto, vicinanza, compartecipazione. Perché il superamento del dolore richiede proprio questo: un caloroso cerchio di affetto che avvolge chi soffre per allontanare il gelo della morte. È il senso di tanti gesti, grandi e piccoli: i parenti che provvedono alle necessità domestiche durante la 'convalescenza emotiva' dei genitori in lutto, la vicina di casa che va a prendere l'altro figlio a scuola, un'amica che porta una torta solo per dire "sono con te", il gruppo di autoaiuto che offre la sua presenza empatica… E anche un libro come questo, che fa sentire le voci dei sopravvissuti per dare speranza a chi ha visto cambiare per sempre il proprio mondo. Un libro che stringe in un abbraccio chi ha perso un figlio e insieme fa capire a chi gli sta accanto come comportarsi, come parlare, perfino come tacere.


 

 

Questo è un libro davvero straordinario. Fin dalle prime pagine, quelle della prefazione e dei commenti,

è chiaro che le esperienze dell'Autrice sono riconosciute e sostenute da studiosi e psicologi che operano

nell'ambito dei fenomeni "inspiegabili" con la razionalità scientifica, ossia il paranormale. Una donna riesce a

 comunicare con i "viventi del mondo parallelo" che noi chiamiamo "morti"… e riceve messaggi d'amore

provenienti da un mondo festoso e luminoso, dinamico e vivo, completamente diverso dall'idea lugubre che

accompagna l'idea comune di morte.

Ben scritto, ben documentato e raccontato, questo testo si pone come testimonianza di una realtà speciale,

dove si muovono e vivono quelli che crediamo "morti". Queste Entità, per parlare con noi che ci crediamo

 "vivi", hanno bisogno di energia proveniente da apparecchiature elettriche (o anche dallo scorrere dell'acqua,

 da certi suoni e rumori), che loro sono in grado di trasformare per essere udite dalle nostre orecchie… Ma

 siamo proprio sicuri che i vivi siamo noi?L’autrice di questo diario iniziò undici anni fa un cammino di ricerca

spinta dall’amore-dolore dopo la morte del marito. Sentiva che il proprio caro non poteva essere sparito nel

nulla e che viveva ancora.Ma come? Ma dove? Cercando capì che esiste un Dio Padre Creatore che nella Sua

infinita misericordia desidera aiutare le Sue creature che Lo cercano nel buio della sofferenza e che si svela

 concedendo incommensurabili doni, in tal caso, di ascoltare le voci, incise sul nastro di un registratore, delle

persone care ora viventi, in stato di pura energia vibrante in una dimensione di inimmaginabile bellezza.

 



 

 

Edda CattaniI libri dei Nuovi Angeli
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Un convegno con la neve

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Il Convegno A.C.S.S.S. del 18 dicembre

 

Chi l'avrebbe detto che il giorno dedicato al nostro incontro annuale sarebbe stato accompagnato da una bianca coltre di neve gelida? Forse siamo stati un po' imprudenti a portare così avanti la data del nostro Seminario decembrino, ma, non avendo trovato disponibilità della sala in una data più appropriata e con l'obiettivo di preparare il cuore al Natale ormai prossimo, abbiamo proceduto… ed eccomi qua alla presentazione con il nostro ineffabile P.Bois, sempre sereno e pronto a rispondere alle nostre iniziative. Tutto bene, dunque?

apertura

 

Non direi proprio… da 150 preiscrizioni ci siamo trovati con poco più di 50 presenti… tutti coraggiosi direi quasi "impavidi" dal momento che le strade gelate obbligavano ad un'andatura alquanto prudente e i treni (in buona parte) non circolavano. Ciò che viaggiava indisturbato era lo squillare dei cellulari che annunciavano l'inconveniente e quindi la defezione dalla presenza.

Ma come tutte le cose belle volute dal Signore, vorrei dire che in quell'atmosfera ovattata tutto ha funzionato perfettamente: l'impegno e l'ascolto dei presenti è stato tale che non ci si poteva attendere di meglio e si è avuto chi si è compiaciuto per essersi trovato a proprio agio senza che ci fosse confusione o accaparramento di posti.

Abbiamo dunque iniziato con la proiezione di due video, uno approntato dalle Mamme degli Angeli di Facebook con le foto dei loro Ragazzi e l'altra con la manifestazione dei parenti delle vittime della strada… una cosa molto commovente e coinvolgente! E' poi stata la volta di Emanuela che riceve messaggi dal suo Angelo Custode: una prova che non lascia spazio all'incredulità. Manuela è una ragazza sensibile e semplice e tratteggia in frazioni di secondo immagini meravigliose e dettagliate, accompagnate da splendide locuzioni .

 

 L'amica di sempre Giuly Vial ha portato il suo incoraggiamento e la presa di cioscienza che i nostri "bambini non nati" vivono per sempre nel seno di Dio. La Mamma di AURA, angelo di Luce ha rasserenato tanti turbamenti interiori donando la sua certezza che nulla viene distrutto dall'uomo ma che Dio custodisce gelosamente tutte le Sue creature.

Miriam Maglione, da impareggiabile Maestra ha portato la sua esperienza del "come i bambini vedono oltre". Le sue proiezioni sono sempre un dono artistico e competente che ella fa all'uditorio.

L'arrivo di Paola Giovetti e la sua relazione sui Bambini Indaco e Cristallo ha completato la mattinata in una gioiosa partecipazione e condivisione di angioletti celesti e terreni, sempre accanto a noi. L'amica Paola ha ricevuto numerosi consensi e molte sono state le persone che si sono rivolte a lei con domande appropriate.

 

 

Il pranzo allestito nella taverna del  Centro ha permesso un attimo di rilassamento e di doverosa pausa. In quel giardino splendido che è "Il Prato Della Valle" la piazza più grande d'Europa, coperta di candida neve si godeva di un'armonia e benessere salutare per l'animo, mentre qualche gruppetto si appartava per ricevere dalle Mamme  confortanti messaggi di Luce. Nel frattempo un sole radioso si è affacciato a dare tregua al timore di un peggioramento delle temperature e tutti siamo rientrati per ascoltare Padre Gabriele Gastaldello che sa trovare le giuste parole per parlare di umanità graziata dalla gratuità divina. La semplicità, il sorriso, l'eloquenza di questo apostolo che ha conosciuto Madre Teresa di Calcutta, donano all'animo una pace e una serenità difficilmente riscontrabile nell'esposizione di altri sacerdoti, perciò ci ripromettiamo di incontrarlo ancora una volta in uno dei prossimi appuntamenti.

 

 

Dopo questo intervento avremmo dovuto avere Luisiana Furlanetto, attesa con tanto piacere da tutti gli amici, ma purtroppo il suo treno non è partito da Trieste, perciò ci siamo trovati, anche per lei a pensare ad un'altra occasione. Ha preso perciò la parola Flavia Melina, mamma di Davide ed esponente per la zona del Piovese delle "Vittime" della strada, la quale, molto commossa, ci ha esposto la sua esperienza accompagnata da una bella proiezione.

 

 

A questo punto non poteva mancare la nostra amica del Cerchio Verde di Mestre, Adriana Scaficchia, che ci ha accompagnato fin dalle nostre prime comparse congressuali, la quale ha proiettato un lungo, ricchissimo filmato con le esperienze del suo gruppo di ascolto. Grande è stato l'interesse dei presenti e la partecipazione.

 

 

Come programmato, nella Cappella privata dei Padri Gesuiti i nostri due Sacerdoti presenti, Padre Bruno, che ringraziamo tuttora e P.Gabriele, hanno concelebrato la cerimonia eucaristica, accompagnata dal coinvolgimento di tutti coloro che hanno voluto concludere la giornata in memoria dei Loro Cari.

 

 

Un GRAZIE riconoscente ad Elisabetta, Lorella, Chiara e Brunetto, Coniugi Fassina ed altri, non ultima la nostra cara Laura che è venuta a salutarci, ormai in ottima salute!!!    AUGURI A TUTTI

 

 

 

Edda CattaniUn convegno con la neve
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Relazione di Maria Pizzolitto

 

Incontro ad Osoppo il 22 novembre 2010

 

Finalmente ci siamo riuscite!

La tanto attesa e desiderata giornata di incontro, per alcuni di noi,  c’è stata il 22 novembre scorso, (quasi ad un anno di distanza dalla precedente, esattamente il 3 dicembre del 2009).

Abbiamo faticato un po’  a metterci d’accordo, ma devo dire che la giornata e’ stata proprio azzeccata. Una di quelle giornate senza sole, dopo tanta pioggia e quindi  ideale per essere vissuta nel tepore di una stanza da lavoro (quella di Armanda ad Osoppo),  che spesso e’ stata definita in altri incontri, dallo stesso Papa Giovanni (spirito guida di Armanda), “ il nostro nido d’amore”.l

E cosi’ è stato. Ci siamo veramente  sentiti avvolti e permeati da questo amore,  da questa atmosfera magica, man mano che la giornata trascorreva.

Dopo i convenevoli,   Armanda ci ha guidate con un paio di meditazioni, con sottofondo musicale,  che hanno dato leggerezza ai nostri corpi , permettendo alle nostre anime di librare verso dimensioni ideali per visualizzazioni ed incontri con i ns. cari, in altre dimensioni.

Alcuni di noi ci sono riusciti alla grande; anch’io finalmente ho fatto qualche piccolo passo in avanti! Poi, come sempre, abbiamo condiviso la nostra esperienza.

Il momento conviviale ci ha riservato delle sorprese culinarie sopraffine: le polpette di zucchine ed il frico di Armanda, la torta salata e le specialità caserecce di  sottaceti, nonche’ il buon vino di Daniela.

Ma il momento culminante e’ stato l’ “incontro” con i nostri cari. Dopo il saluto sempre affettuoso con Papa Giovanni, uno alla volta sono “arrivati” i nostri ragazzi. Avevano molta fretta di “entrare”, tanto che qualcuno si e’ fatto avanti a “ sgomitate” (espressione simpatica che ci ha fatto sorridere), mentre qualcuno si e’ comportato da “cavaliere”, lasciando il posto ad un’altra entita’.(  “cavaliere ero,… cavaliere sono”, e’ stata la sua espressione).

Devo dire che e’ stato un momento di intensa commozione, le lacrime sono sgorgate a tutti noi. Non ci si abitua mai, a questo meraviglioso dono che Dio, continua a concederci, tramite la nostra Armanda.

Abbiamo ricevuto messaggi molto belli e significativi, direi proprio “appropriati” per il momento , che ognuno di noi sta vivendo. Non sono mancati, lodi, consigli, piccoli rimproveri.  Ma come sempre,  nelle loro parole, abbiamo colto l’ amore, tutto l’amore con il quale stanno seguendo  e accompagnando la nostra vita, il nostro cammino.

Li abbiamo riconosciuti i nostri cari,… ci e’ mancata solo la loro visione!

Nel momento del saluto di commiato, papa Giovanni, su richiesta di tutte quelle anime presenti, che non avevano potuto “parlare”, ha chiesto che riunissimo, una sopra l’altra le nostre mani, per stringere un patto di alleanza.

Ci hanno chiesto di lavorare per migliorare noi stessi, praticando la strada del perdono, della misericordia e  crescendo nell’amore.  E’stato bello che ce l’abbiamo chiesto “loro”, tutti insieme!

Abbiamo un bell’impegno! A quando la verifica? Presto speriamo,… al prossimo incontro!

Edda Cattani
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Libri di autori amici

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In Vetrina

Nelle Edizioni Segno

 

Una gradita sorpresa: un libro fresco di stampa

scritto da persona di grande sensibilità e cultura

dal titolo 

  "Libro per chi ha perso una persona cara"

 
 

Dettagli libro

di

Saiz Vincenzo

Dall’esperienza vissuta in prima persona scaturiscono considerazioni reali e non astratte sul dolore e sulla sua evoluzione nel tempo e indicazioni pratiche sulle iniziative utili per lenirlo o tentare di eliminarlo. La speranza è che questo lavoro possa aiutare concretamente tutti coloro che soffrono a causa del decesso di una persona amata.

 

categoria Testimonianze

Prezzo
€ 5,00

disponibilità Immediata

Segnala link non funzionante!

Codice ISBN: 9788861383135

Nel sito delle Edizioni Segno potrete trovare il catalogo completo e tutte le  novità costantemente aggiornate.
In più avrete la possibilità di ordinare online e di trovare tutte le informazioni necessarie per abbonarsi al Segno.

Non ci resta che augurarVi una lieta visita.

 

 

L’autore di questo breve romanzo ha concepito la storia di Francesco Limpidi, il protagonista, ispirandosi alla miriade di persone che per una loro particolare sensibilità soffrono nell’ambiente di lavoro, in misura più o meno accentuata, in base al modo con cui effettuano le esperienze professionali o a causa delle diverse componenti umane che si relazionano. Ne troviamo un esempio proprio all’interno del contesto scolastico descritto dall’autore dove anche i fanciulli diventano vittime di questo sistema, loro malgrado, a scapito della propria formazione culturale e comportamentale.
categoria Testimonianze

 

 

 

 

Edda CattaniLibri di autori amici
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L’inferno degli angeli

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Di Max Frassi

Un paio di giorni fa si è tenuta la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Che, ricordiamolo, nel nostro paese fa milioni di vittime ogni anno. Dalla bimba in fasce, all’anziana maltrattata. Il campionario è vastissimo, diversissimo, unito solo da quell’unica matrice che risponde al nome di VIOLENZA.
A cui si aggiunge, purtroppo, ancora troppo spesso un aggettivo: IMPUNITA.
Che non deve farci venire meno la fiducia nelle forze dell’ordine, né quella verso la speranza in una seconda possibilità per molte di voi. Però….però è vero che ancora troppe storie terminano drammaticamente. E che la recente legge sullo Stalking, se riesce a frenare alcuni di questi soggetti, nulla fa/può contro i peggiori della specie.
Ricevo una mail Tra le tantissime ricevute in questi giorni. Che mi chiede di raccontare la violenza sulle donne anche in questo modo.
La riporto. Dando a voi il compito di risponderle:

“…ora ti racconto una storia, in seguito ti spiego che rabbia si prova.
E’ la storia di una bambina abusata che, arrivata all’eta’ di 18 anni decide di chiudere con qst schifo minacciando l’abusante con un coltello ma, purtroppo lo schifo poi arriva dall’esterno. La ragazza all’eta’ di 19 anni conobbe un ragazzo,sembrava piacevole simpatico ma,d opo 3 mesi di frequentazione si accorse che aveva degli atteggiamenti violenti e decise di lasciarlo con una conseguente violenza da parte sua e due suoi compari,la ragazza senza aiuto da parte di nessuno cercò di rifarsi una vita,si sposò mise al mondo 2 creature stupende. dimenticavo di dire che la violenza fu massacrante e mandò la ragazza all’ospedale per un bel po’ di giorni con cicatrici ancora addosso,arrivò l’anno 2003 e per caso la ragazza che divenne ormai donna vide la sua faccia stampata in tv. Lui e i suoi due compari avevano violentato una decina di donne,la donna fece armi e bagagli andò in ….,ci mise coraggio e faccia e i tre furono condannati ma, per la donna il calvario non finì qui, la donna una sera uscita dal lavoro fu aggredita e violentata di nuovo da un loro amico per fargliela pagare,da li la donna incominciò il suo percorso,cercò aiuto e non l’aveva mai fatto,voleva solo farla finita ma,aveva qls di importante per viveve, la vita stessa e i suoi figli. Ora qst sono già fuori di galera, lei pensa a cosa serve denunciare ed è delusa dal fatto che certi fatti accaduti per certa gente è paragonata a fatti di poco conto, poi c’è la rabbia,con scatti isterici di rabbia quando le viene detto da qualche stupido che non sei forte, la donna gira sempre con un’arma e pensa che se dovesse succedere ancora qls un omicidio lo commette, ed è sicuro che se qst accadesse farebbe la prigione a vita,ogni tanto viaggia in un mondo tutto suo ma, ama la vita vorrebbe solo in certi momenti avere avuto un destino diverso ma con il destino a volte bisogna farci a pugni(….)
…. tu sei qui per ascoltare, io con qst giornata il 25 novembre non sono solidale, ogni tanto si ricordano quello che certe donne devono subire e ci sono certi uomini che affermano che per la donna è più semplice vivere che un uomo, io penso proprio di no, ma non vorrei essere proprio un uomo, io su tutti qst fatti ci sto ancora lavorando il cantiere è sempre aperto.tu ascolti le storie di tutti e allora ti ho raccontato questa,e scusa se ti stresso con i mess, ho solo bisogno di alcune risposte che non riesco ancora a trovare ciao e buona giornata.

 Nota mia: una richiesta: smettetela di chiedermi scusa. Non dovete, non mi disturbate (non con lettere così almeno). Semmai è il mondo che deve chiedere scusa a voi. Ed io con lui…..

Edda CattaniL’inferno degli angeli
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Emergenza Haiti!

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Il dramma di Haiti tra violenza, elezioni e colera

 

L'acqua inquinata ha portato il colera, che in pochi giorni ha ucciso un migliaio di persone e ne ha mandate all’ospedale circa 17 mila. Ma di inquinata, ad Haiti, c’è anche una campagna elettorale che sta aumentando le tensioni sociali e sta spegnendo le speranze della popolazione, già soffocate dal terremoto che nel gennaio del 2010 ha provocato più di 222 mila vittime coinvolgendo più di 3 milioni di abitanti.
E' difficile tornare alla normalità in un Paese che la normalità non l'ha mai conosciuta. Lo racconta a Sky.it un operatore di un'organizzazione umanitaria che ha lavorato nell'isola e che ha accettato di parlare della sua esperienza chiedendo di restare anonimo. Valerio (il nome è di fantasia) ha la qualifica di
"Disaster manager". Ha trascorso quasi due mesi ad Haiti e adesso che è tornato in Italia continua a seguire giorno dopo giorno la situazione nel Paese.

Una canzone per prevenire il colera – Il colera è un'infezione intestinale che porta rapidamente alla morte. Alla fine di ottobre parte della popolazione ha iniziato a manifestare sintomi tipici come diarrea, vomito e febbre alta. Subito dopo sono arrivate le prime morti con casi anche nella vicina Santo Domingo e in Florida.
Ma come si fa per limitare i danni? "Occorre lavarsi bene le mani e non entrare in contatto con acqua contaminata", spiega Valerio. "C'è un metodo che noi insegniamo. Forse farà ridere ma è diffuso a livello internazionale:
consiste nel cantare per due volte di fila la canzoncina 'Happy Birthday' mentre ci si lava le mani. È un modo per assicurarsi che la pulizia di tutte le dita avvenga in maniera efficace anche senza il sapone".
Mentre gli operatori delle ong utilizzano mascherine e guanti per diffondere i messaggi di prevenzione ai cittadini viene diffuso soprattutto con gli sms. "Può sembrare strano – continua Valerio – ma ad Haiti sono molto diffusi i cellulari. Le compagnie telefoniche hanno ricevuto dei finanziamenti dopo il terremoto e vendono gli apparecchi con delle ricariche per 10 dollari, che comunque è una cifra considerevole".
Intanto Medici Senza Frontiere, che
nel Nord del Paese ha aperto un nuovo centro per trattare il virus, ha lanciato un allarme alle organizzazioni che operano nell’isola: “Le previsioni a breve e lungo termine indicano che la situazione peggiorerà”.

Il ritorno dei rapimenti – Tra i danni causati dal terremoto c'è anche il crollo di due carceri che ha rimesso in libertà 4500 detenuti. Molti di loro si sono riorganizzati in bande dedite al business dei rapimenti. “Le vittime possono essere sia operatori delle ong che persone del posto, dal momento che in alcune zone di Port Au Prince vivono famiglie benestanti”. Il riscatto? “Vengono chiesti intorno ai 12 mila dollari, che non sono neanche una cifra altissima”. E intanto il coprifuoco per i volontari, che prima era alle 18, è stato anticipato alle 12.


Per sostenere i bambini CLICK!

Haiti_emergenza_report_19112010[1]

 di Alberto Giuffrè

 

Ad Haiti è morta anche la Madre Teresa del Brasile

Da http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/

 

 

 

 

 

Il devastante terremoto di Haiti si è portato via anche la Madre Teresa del Brasile. Zilda Arns, 75 anni, candidata tre volte al Nobel per la Pace, era conosciutissima in patria, dove tanti anni fa, nello Stato di Paranà, diede il via alla Pastoral da Criança, la Pastorale dei bambini, un programma di salute pubblica che oggi coinvolge oltre 250 mila volontari, e dà assistenza sanitaria a 1 milione 300 mila persone in Brasile. Zilda Arns ha puntato tutto sui bambini. “Il bambino – ha detto – è il seme della pace o della violenza nel futuro: dipende da come viene curato ed stimolato. Pertanto il suo contesto famigliare e comunitario deve essere compreso e inteso come il grande granaio per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno, a servizio della vita e della speranza”. Parole che ha messo in pratica. Si forma come medico pediatra, e da subito si occupa di salute pubblica. Decisiva è, nel 1980, la sua esperienza come coordinatrice della campagna di vaccini anti-polio …

…   in Brasile: crea un suo metodo, che poi sarà fatto proprio dal ministero della Salute brasiliano. Nel 1983, fonda la Pastorale della Salute, su richiesta della Conferenza Episcopale dei vescovi brasiliani. Inizia nello stato di Paranà, ma il progetto, da locale, diventa presto qualcosa di grande: in questi venticinque anni, la pastorale ha accompagnato oltre 1 milione e 800 mila bambini al di sotto dei sei anni e quasi un milione e mezzo di famiglie povere in 4060 municipi brasiliani. Ogni mese, i volontari fanno visita  alle famiglie, celebrano la giornata del peso, detta “la giornata della celebrazione della vita”, e si riuniscono per riflettere e pregare. Oggi l’iniziativa è divenuta un’organizzazione ecumenica internazionale che aiuta milioni di bambini e le loro famiglie: la Pastoral da Criança si avvale di tutti i mezzi di comunicazione per educare sia agli aspetti sanitari di base per ridurre la mortalità infantile, sia ai valori della solidarietà e della fraternità per costruire una società più giusta.

Zilda Arns si trovava ad Haiti in missione umanitaria. La sua morte ha profondamente scosso il Brasile, che ha perso la sua “madre Teresa”. La segreteria del presidente Lula ha chiamato l’ex arcivescovo Evaristo Arns, suo fratello, per esprimere le condoglianze.

 “Come cristiani – ha detto una volta  la dottoressa Arns, possiamo portare in questo campo la forza propulsiva dell’amore al fratello, che è il più forte agente di trasformazione sociale”.

Andrea Gagliarducci

 


Edda CattaniEmergenza Haiti!
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