Canto il sogno del mondo
Sono andata alla messa; silenziosa come sempre, mi sono nascosta dietro a una colonna per manifestare a Dio il mio sconforto e la mia delusione. Abano è una cittadina turistica e intorno a me sfilavano persone in abiti eleganti, anche se di tutte le estrazioni sociali. Fra me e me pensavo: “Povero Signore, non è cambiato nulla attraverso gli anni… la messa è un dovere e una passerella, ma chi veramente sta parlando con te? E tu qui aspetti e ci guardi con tenera dolcezza…”
Nel fare la comunione non avevo nulla da dichiarare né da chiedere che Lui già non sapesse e me ne sono uscita, portandolo con me dentro al cuore. Ho passeggiato a lungo in una cittadina deserta, perché a quell’ora la gente è a tavola, mentre io non sono attesa da alcuno nella mia casa. L’aria era gelida, sferzante… eppure, davanti alla fontana della piazza centrale c’era un anziano che suonava una melodia con il cappello delle offerte in terra. Mi è venuto di getto di lasciar scivolare una carta in quella manifesta indigenza e sono passata oltre. L’uomo mi ha richiamata costringendomi a tornare sui miei passi… mi voleva dare un’immaginetta. Ecco, questa è stata la mia comunione, le mie povere briciole di pane che ho condiviso e che hanno dato un sorriso alla mia domenica.
Allora con Padre Turoldo:
Canto il sogno del mondo
Ama
saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta.
Ama
Dai la mano
aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda
solo il bene.
E del bene degli altri
godi e fai godere.
Godi del nulla che hai
del poco che basta
giorno dopo giorno:
e pure quel poco
–se necessario-
dividi.
E vai, vai leggero
dietro il vento
e il sole
e canta.
vai di paese in paese
e saluta tutti
il nero, l’olivastro
e perfino il bianco.
Canta il sogno
del mondo
che tutti i paesi
si contendano
di averti generato.
David Maria Turoldo
“Il grande male”
Ed. Mondadori
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