Bambini e Mamme

Ogni Figlio è “parola”

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Ogni Figlio è “parola”

 

 

 

Giorni tristi per le numerose vicende passate attraverso i mass media che hanno colpito giovani vite: adolescenti rapite e orribilmente massacrate, bimbi innocenti raggiunti da eventi nefasti, ragazzi volati in gruppo, in seguito a terribili incidenti … E poi la guerra e i massacri che inviano alle nostre coste migliaia di rifugiati; alcuni soccombono senza raggiungere la riva … resti umani … carne “macellata” …. figli di mamme!  Oggi guardavo in TV donne di colore con in mano le foto dei loro figli che vanno cercando nei “campi profughi” e che forse non hanno mai raggiunto l’Italia.

 

Dalle città distrutte della Libia, alle macerie afghane, vengono alla luce tanti fatti, testimonianza di un dramma umano che non ha precedenti con l’efferatezza dell’odio che esiste da sempre fra gli uomini e che la Genesi attribuisce a Caino, quale detentore del primo assassinio dei figli di Adamo.

 

Nel testo sacro Dio stesso introduce il concetto e il termine di “peccato”, forse perché non poteva dire “reato”, in quanto non vi erano ancora i comandamenti ma anche perché il termine “peccato” connota una forza antitetica al sentimento dell’amore.

 

La vita umana è il fondamento di tutti i beni, la sorgente e la condizione necessaria perché ogni uomo possa espletare, in assoluta parità, le proprie scelte di comunione sociale. Oltre a questo, chi crede intuisce un mistero sacro di origine divina e sa che ogni uomo viene da Dio e a Dio ritorna, nell’ora da Lui voluta, padrone della vita e della morte. Perciò l’omicidio è un attentato contro Dio stesso.

 

Ritornando ai recenti episodi, mentre l’occhio degli spettatori assistono attoniti a questi incredibili disastri, un cronista, di una TV di stato, interrompeva lo scorrimento degli edifici cadenti per soffermare le telecamere sulla immagine di una madre, in ginocchio, che teneva in braccio il figlio ferito. Una vicenda politica e un quadro umano della disperazione: una storia piccola, personale, ma pregna di un dolore indicibile.

 

  

 

Mi ha fatto pensare questa immagine, nella sua apparente inadeguatezza, ma grande simbolo della realtà del nostro quotidiano vivere. Ho rivisto, una alla volta l’efferatezza di tanti crimini, le stragi e le violenze sui bambini, alle tante morti per turpi storie, alle giovani vittime della strada e alla giustizia degli uomini che non aiuta a comprendere e a perdonare.

 

E’ questo il tempo della pietà, della “pietas” come “compassione” “patire insieme” e la solidarietà che si sente dichiarare in questi giorni, l’attesa del 2012 come anno del cambiamento, da parte delle grandi potenze, dei politici e della gente comune, lascia sperare in una trasformazione del vivere quotidiano e, forse, me lo auguro, di una nuova era della storia, quella che la Madonna aveva dichiarato, nelle sue apparizioni, avrebbe dovuto caratterizzare questo terzo millennio.

 

 

La “pietas” è anche silenzio davanti ad una grande tragedia, quella che tocca gli affetti più sacri, quella delle foto ostentate, delle parole sommesse, dell’immobilismo dello sguardo, dell’impotenza davanti all’ineluttabile.

 

 

Ben a ragione i grandi artisti hanno intitolato le loro opere indicative del Cristo morto alla “Pietà”. Chi ha avuto la ventura di recarsi in S.Pietro, ha sostato sicuramente davanti al primo altare di destra per ammirare il capolavoro di Michelangelo. Quella madre con il capo chino, in mesta contemplazione del Figlio adagiato sulle sue braccia è simile alle tante madri in attesa dietro alle macerie, a quella che abbiamo visto stringere fra le braccia il figlio ferito, alle madri della speranza che si muovono con l’effige del figlio sul petto e la foto fra le mani.

 

 

Una madre… colei che dà la vita… e che assiste all’avvio di quel legame così dipendente, irripetibile, unico. Morte e vita, dunque, agli antipodi, estremi di un filo nel cui centro è lei, la madre.

 

 

Non è necessario appartenere a una chiesa, essere biologi o fisici per considerare come unico e sacro il legame che unisce madre e figlio fin dal concepimento. Un giornalista ha osato scrivere: “Non è necessario per la donna sapere in quale momento un piccolo ovulo è diventato, nel suo grembo, un essere umano”.

 

 

Un giorno, dopo tre settimane, alcune cellule si mettono a “pulsare”. Dapprima separatamente. Poi tutte insieme, allo stesso ritmo, instancabili. Un cuore comincia a battere, e non smetterà più fino alla morte.

 

 

Dipendente, e destinato ad esserlo ancora per anni, dalla vita e dalla volontà della madre, l’ovulo fecondato è tuttavia autonomo. Ci troviamo già di fronte a un figlio d’uomo ben distinto, a un individuo. Questo è il parere unanime degli studiosi.

 

 

 

 

 

 

Sentiamo cosa racconta Edelmann:

 

“All’improvviso, abbiamo trattenuto il respiro: il cuore del bambino batteva. Era là, davanti ai nostri occhi, palpitante nel suo scrigno di carne color anemone, illuminato in trasparenza dai nostri apparecchi. Quel bambino, appena più grande di una virgola su un foglio di carta, era già un uomo in potenza”. A due mesi, il feto misura tre centimetri; ci starebbe comodamente nel cavo di una mano. “Ma è già quasi completo, mani, piedi, testa, organi, cervello, tutto è al suo posto e non farà altro che crescere. Guardate più da vicino, potrete distinguere le linee della mano e leggervi il futuro. Guardate ancora più da vicino con un comune microscopio, e potrete decifrare le sue impronte digitali. Ci sono già tutti i dati che figureranno sulla sua carta d’identità. L’incredibile Pollicino, l’uomo grande come il pollice di una mano, esiste realmente”.

 

Ogni donna che diventa madre mette al mondo il suo bambino attraverso questa ed altre fasi che si concludono con quella più dolorosa del parto, ma se gli altri, avvalendosi delle moderne strumentazioni, ne hanno una visione esteriore, sia pure affascinante, la madre vive dall’interno tutti gli aspetti del concepimento e della sua crescita. La donna nutre, accarezza, parla con quel piccolo essere prima di chiunque altro e in lui riversa tutto il suo amore.

 

Simile a Maria, madre di Dio, rimane complice ed è partecipe dell’atto meraviglioso e divino della nascita, come afferma il Consiglio episcopale per la XXI giornata per la vita, l’essere umano che si affaccia alla terra  è “parola” detta da Dio. “PAROLA”, perciò è un essere portatore di significato che va oltre il percorso terreno in quanto disegno di Dio, da Lui voluto, da Lui donato. Ricordiamo perciò Maria che “contempla” Gesù nel miracolo dell’incarnazione e pensiamo che ogni figlio che nasce è un riflesso di questi, un’eco della Parola eterna “In principio era il  Verbo… tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto” (Gv 1,1 – 3.4).

 

Nel testo giovanneo che riscopre il valore della parola di Yhavé, il Logos-Dio, principio fondamentale della realtà cosmica, bene Supremo che genera il Figlio “Lux”, salvezza per tutti gli uomini, emerge quel carattere creativo della parola che oggi noi scopriamo e approfondiamo.

 

Il tentativo di S.Agostino di correlare la conoscenza delle cose che si acquisiscono attraverso le parole nel parallelismo verba-res indica che la verità è già dentro l’uomo unita intimamente al verbum divino, e i “signa” le parole, aiutano solo a scoprirla. Persino l’atto educativo, quello dell’insegnare è esprimere “signa”, cioè cogliere l’essenza della realtà (De Magistro 40).

 

Ecco allora che l’atto educativo è dominante nel creare l’intelligenza. Afferma Eccles, premio Nobel della neurofisiologia, autore di “Evoluzione cerebrale, evoluzione culturale e coscienza” : “ Si può affermare del tutto categoricamente che i cervelli si formano tramite i complessi processi che risultano dal patrimonio genetico e da tutte le istruzioni secondarie che ne derivano durante la vita fetale”… Nel mondo esperienziale “…sta, quindi, l’unicità personale che ciascuno di noi conosce solo relativamente a se stesso. Questa unicità si è realizzata in noi, in ciascuno di noi nel corso della nostra vita. E’ qualcosa di cui siamo a conoscenza soltanto entro noi stessi. Possiamo parlarne ad altri se lo desideriamo, ma gli altri non possono avere alcuna esperienza del nostro mondo. Esso è riservato a noi”.

 

 

 

 

     A questo punto possiamo dire che fede e scienza si congiungono: l’essere singolare e irripetibile, come parola detta da Dio è, per le scienze biologiche, la neurofisiologia e la filosofia personalistica, un essere unico che diviene, attraverso la conoscenza e l’educazione una persona completa capace di vivere un’esistenza con capacità di amare, sentire, valutare in modo unico e singolare. Idea falsa e distorta è quella di coloro che credono di disporre di essa, di manipolarla o di eliminarla.

 

Ora possiamo trarre tutte le conclusioni che vogliamo: quel Figlio che abbiamo concepito, cresciuto ed amato è stato creato ad immagine di Dio stesso ed in Lui solo può trovare la sua beatitudine. Ripetiamo dunque: Dio che si è fatto PAROLA  e ha preso carne nel grembo di Sua madre, la Madonna, e, per Cristo ed in Cristo mi ha dato questo mio Figlio come PAROLA sua, di Dio stesso, in me e per me.

 

 

Abbiamo percorso un lungo cammino per giungere ad affermare quanto mirabile sia il disegno voluto da Dio per tutti noi e per i Figli nostri che, nel corso dei tanti messaggi, confermano la meravigliosa realtà dell’esistenza.

 

      

 

 

 

 

Ricordo il mio primo intervento, a Cattolica, quando riportai uno dei primi messaggi del nostro Andrea:“Senti come l’universo parla” e, mentre cercavo, nella mia pochezza, di commentare la vastità di questo concetto, pian piano, fin da allora, cercavo di addentrarmi nel significato profondo dell’essere. Da quel tempo quanti contenuti sono entrati a far parte della mia mente, concetti che mai avrei pensato di potere ritenere ed esprimere, studiare e discutere nella loro verità estremamente appagante.

 

Ben a ragione, la comunicazione, “Se tu sapessi con chi sono, non piangeresti!” vuol farmi comprendere quanto fosse vuota la mia distorta idea di possesso della vita che mio Figlio ha iniziato nel mio grembo, vivendo in intima simbiosi con me. Come pensare di poterlo tenere imbrigliato con le mie lamentazioni?

 

Ho visto un libro esposto, dal titolo: “I rinati” ed ho pensato che se voglio veramente non arrestarmi, non arenarmi nella mia stretta personale, debbo guardare in alto. Mio Figlio, bene prezioso a me donato, mi chiede di essere ascoltato; è una parola che viene a tutti, che si prende cura della mia vita e di quella degli altri: delle sue sorelle, dei parenti, degli amici… passato, presente, avvenire sono tutt’uno per chi ha valicato i limitati confini dell’esistenza terrena. Per noi tutto questo è importante: siamo qui per questo, per imparare a rinascere!

 

Non siamo soli a vivere, a gioire, a soffrire; una grande speranza si intuisce dall’individuazione di una realtà cosmica in continuo divenire unitamente ai nostri Cari che si manifestano a noi con fenomeni straordinari. Ed è consolante per noi umani, ancora partecipi della realtà terrena, poter costatare che non solo essi sono vivi più che mai, ma che hanno mantenuto intatta la loro peculiare individualità.

 

Se, nel momento della disperazione, possiamo aver pensato che, per un atto arbitrario, quell’essere da noi tanto amato, a cui avevamo dato tutta la nostra attenzione, ha irrimediabilmente perduto tutto il beneficio ricevuto, abbiamo sbagliato! Noi genitori abbiamo rappresentato uno strumento prezioso per la sua crescita di cui conserva indelebilmente il marchio profondo.

 

La parola di mio Figlio mi torna perciò ancora familiare, per il suo accento, le sue attenzioni, la sua rinnovata disponibilità di cui mi dà testimonianza in plurime occasioni, è parola di Dio stesso che si fa amore per me.

 

Un grande compito ci è stato dato: quel Figlio che pensavamo di avere perduto per sempre, che non stringiamo più fra le nostre braccia carnali, è un essere immortale che si libra nell’infinità. Fra le migliaia di migliaia di miliardi di esseri che si sono succedute nel corso della storia degli uomini, egli è persona unica, distinta e tutt’uno con i suoi genitori. E’ quindi da dividere con lui, incondizionatamente la realtà che vive e che ci vuol comunicare, è parola da ascoltare e dono da accogliere, ancora una volta con amore.

 

Se avremo compreso tutto questo la nostra vita tornerà ad essere un percorso bello da continuare e i nostri progetti che credevamo interrotti acquisteranno un senso.

 

 

Mi ritrovo per concludere con le parole di Kirk Kilgour –

  

Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi, ed Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.

Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese, ed Egli mi ha dato il dolore per comprendere meglio.

Gli domandai la ricchezza per possedere tutto, e mi ha lasciato povero per non essere egoista.

Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me ed Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro.

Domandai a Dio tutto per godere la vita e mi ha lasciato la vita perché io potessi essere contento di tutto.

Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo, ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.

Le preghiere che non feci furono esaudite.

Sii lodato o Signore: fra tutti gli uomini nessuno possiede più di quello che ho io.

 

  

 

 

 

 

 

Edda CattaniOgni Figlio è “parola”
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I Bambini delle stelle

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A Cattolica, quest'anno avremo Cristina Garavaglia, una relatrice particolarmente impegnata nello studio dei bambini, soprattutto di coloro che appaiono dotati di peculiari elementi distintivi e, per questo, vengono definiti "figli delle stelle" o "indaco, cristallo, arcobaleno…" Sono…

 

I Bambini con gli occhi di Sole. 

 

 

La mia nascita

di Cristina Garavaglia

 

 

La mia nascita di Cristina Garavaglia

tratto da  Diario di una Nascita Anima Edizioni

 

Non importano le date,importano i momenti e ci sono momenti che ti portano la consapevolezza che niente sarebbe stato più uguale per Te dopo averli vissuti.

 Il giorno del mio primo ricordo è proprio uno di questi momenti.

Era estate,  e stavo nella mia camera da letto, c’erano le finestre aperte e la luce filtrava nella stanza, fuori era buio ma il chiarore della notte estiva, in contrasto con il buio interno della stanza, mi accompagnava nel sonno.

      Bruciava un incenso aromatizzato alla rosa, l’aria fresca dell’esterno accarezzava il mio corpo disteso nelle lenzuola ed io stavo serenamente sprofondando nel sonno.

All’improvviso provai diverse sensazioni con tutto il corpo: u come se tutti i miei sensi si fossero risvegliati e ….anche se ancora c’era buio attorno a me…mi sentivo sveglia ed attiva.

      Già un buio intenso ed allora dove ero?

Mi posi mentalmente questa domanda ed immediatamente mi sentii riempire da una incredibile quiete … e nei miei pensieri si formò la consapevolezza di una risposta : Sono nel Mio Luogo, questo è il mio posto, sto bene qua, mi sento protetta e tranquilla. E’ la mia casa, ne conosco ogni angolo ed ogni centimetro, sono al caldo, protetta e perfettamente a mio agio.

      All’ improvviso, mentre mi beavo in questi pensieri di tranquillità  ci fu un sussulto, era come se tutto intorno a me, l’ambiente che identificavo “il Mio Luogo”, fosse stato colto da uno spasmo che lo faceva tremare… Come un terremoto…. non ne ho mai vissuto uno ma forse potrebbe essere un’ efficace similitudine.

Ed i pensieri e le mie consapevolezze furono di natura diversa: paura, attenzione estrema, concentrazione…. Ma che succede?  Pensavo. Cosa sta succedendo al mio luogo, mi sentivo prima così protetta ed al sicuro ed ora sento che tutto attorno a me sta cambiando.

      Insieme a questi pensieri arrivarono le sensazioni tattili, era come se anche le mie cellule,il mio corpo,i suoi organi potessero ricordare, e a distanza di anni, lì nel mio letto nella provincia di Milano rivivevo qualcosa di antico, non solo con pensieri ma anche con la mia memoria molecolare.

Mi sentivo sballottata a destra e a sinistra, tutto il mio corpo mi sembrava immerso nell’ acqua e  mi sentivo un legnetto sbatacchiato dalle onde.

Aiuto, pensavo, che sta succedendo al Mio Luogo protetto e sicuro? Che cosa è questo cambiamento? Che succede?

Ancora una volta ai pensieri si accavallarono sensazioni tattili e corporee, all’improvviso iniziai a sentirmi scivolare verso il basso, lentamente verso il basso, ogni centimetro di scivolamento significava per me l’allontanamento dal Mio Posto Sicuro ed il panico cresceva insieme ad una grande necessità…quella di cercare di tornare sopra, risalire verso la mia casa, il mio posto sicuro.

“Voglio tornare lassù, lì c’è il Mio Posto, lì si sta bene, si è protetti, e si è sicuri.

Che cosa sta succedendo? Scivolo, vorrei aggrapparmi ma è impossibile e tutto continua a muoversi ed inesorabilmente scivolo… io voglio tornare lassù…

Poi cominciò un’ inaspettata sensazione di “schiacciamento” era come se tutto intorno a me fosse diventato improvvisamente piccolo e mi sentivo avvolta dalle pareti che prima mi circondavano ed ora queste pareti mi schiacciavano verso il basso…inesorabilmente verso il basso…

 

Aumentava l’incertezza e la voglia di risalire ma non ci si riusciva… anche la sensazione di schiacciamento aumentava e mi sembrava di essere in un tunnel così stretto da rimanerne incastrata e poi..poi era proprio il tunnel che appicicandosi a me mi spingeva giù…

Questa sensazione durò a lungo..come il mio assoluto terrore… e poi …poi all’improvviso tutto attorno a Me si allargò, enormemente, fu come essere immersi in uno spazio vastissimo…e provai un dolore gelido e lancinante, come se qualcosa entrasse in me dal mio naso e,dilatandoli,  mi spaccasse narici e polmoni… per usare una similitudine oggi vi direi che era come respirare acqua gelida dal naso…

      La domanda che continuavo a pormi assillantemente era che cosa sta succedendo??? Dove ero???

Mi risvegliai di soprassalto, ero di nuovo nella mia stanza con il fresco estivo della notte ed i raggi di luna che penetravano dalla finestra .. scossa mi sedetti sul letto e risentii per la prima volta il mio grande corpo da adulta… mi sedetti sul letto e capii di aver rivissuto la mia nascita… già ed il liquido gelido non era altro che aria ed il dilatante dolore il primo respiro.

      Avevo avuto una regressione spontanea ed avevo rivissuto la mia nascita, il ricordo si era manifestato a livello mentale con i pensieri ed a livello  corporeo con le sensazioni fisiche.

Dopo tanto tempo, sono passati quasi due anni da allora, mi sono convinta che quello che più mi abbia colpito di questo ricordo sia stata la mancanza di informazioni.

Continuavo a chiedere cosa stesse succedendo ma non ricevevo nessuna risposta…. E lo stress del cambiamento della forma del Mio Luogo di origine da confortevole a troppo stretto  era stato enorme.

Ora nasce un'altra domanda e  mi chiedo:” E se qualcuno mi avesse spiegato? se qualcuno mi avesse preparato? se qualcuno mi avesse chiamato dicendomi che mi aspettava alla fine dello stretto tunnel… sarebbe stato diverso?  Sono sicura di sì.

Così come mi sentivo collegata al luogo che mi circondava a cui ponevo le mie domande, così avrei ricevuto risposte e pensieri.

Immaginatevi allora come sarebbero mutate le mie sensazioni se vi fosse stato un dialogo, se qualcuno mi avesse preparato a ciò che stava succedendo, se questo qualcuno mi avesse rassicurato mentre tutto accadeva….

Se questo qualcuno che mi circondava mi avesse trasmesso la naturalezza di questo distacco e la semplicità del cambiamento….Beh…Credo che tutto sarebbe stato diverso.

Io stavo entrando senza nessun supporto in una dimensione più fisica fatta di impulsi più forti e dove il mio corpo ed i miei cinque sensi sarebbero stati più sollecitati. Nessuna preparazione,nessun corso solo la meccanicità di un evento subito.

      Il viaggio dei bambini…non sarebbe  forse diverso se fosse fatto insieme a qualcuno?

Ebbene sì io credo che i bambini ci sentano e non solo, credo che siano esseri dotati di intelligenza e personalità già formate.

Devono solo imparare un nuovo linguaggio e soprattutto devono imparare il loro corpo fisico.

Ora accompagnatemi in questo breve esercizio di immaginazione:

 

Immaginate per un attimo di essere trasportati in un ambiente completamente diverso dal vostro, su un pianeta lontano, dove tutto è sconosciuto: linguaggio, colori, odori, paesaggi forme, persone e non solo, immaginate di non avere più il corpo a cui siete abituati, potreste essere in un'altra forma…quella di un animale ad esempio…come vi sentireste? Non sareste spaesati? Non dovreste di nuovo imparare a vedere, parlare, sentire? A muovervi con il nuovo corpo che vi è stato dato? Immaginate la sconvolgente forza di questo processo di ambientamento soprattutto applicata alla difficoltà di un corpo anche esso in crescita ed in mutamento.

Non credete sia difficile?

Ed allora fate ancora un altro passo immaginate il posto da dove vengono i bambini. Immaginate sia un mondo meraviglioso, dove si comunica con la telepatia e si rimane collegati con ogni altro essere che ci circonda dove tutto ciò che ci manca ci viene dato senza essere richiesto, dove si è liberi di andare, correre, spostarsi senza dover muovere dei muscoli od appoggiare i piedi su terreni duri…

 

Chiudete gli occhi ed immaginatevi la semplicità di un mondo dove si naviga nell’ amore dell’ universo e delle anime che ci circondano…. Ci riuscite? Sentite quella rilassante e piacevole sensazione pervadervi? Ebbene ora immaginate di nascere sulla terra, tornate al vostro corpo, ai vostri sensi al luogo da dove siete partititi con questa piccola meditazione…come vi sentite ora?

      Ebbene sappiate che questa sensazione di disagio non è che un decimo di quella dilaniante sensazione di separazione che prova il bambino alla nascita.

      E’ allora importante che le madri siano consapevoli del lungo viaggio che il bambino ha fatto per giungere fino a loro, delle avventure che ha affrontato dei luoghi che ha attraversato ma soprattutto delle mutazioni che lo hanno coinvolto.

      Immaginate un angelo che sceglie di giungere sulla terra per diventare umano….lascia il suo luogo ed i suoi talenti per diventare completamente Umano e provare questa esperienza…ebbene…questo è quello che è accaduto al Vostro bambino e prima di Lui a tutti noi.

 

Tutto questo è il piano divino.

 


Edda CattaniI Bambini delle stelle
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