Armonia Cultura Spiritualità

Amore umano e “Sacro” 2^P.

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Ritengo di dovere aggiornare anche questa pagina per un’analisi che è bene proporre dopo gli episodi di violenza perpretati sulle donne da uomini privi di scrupoli, che alla ricerca di una loro affermazione ritengono di dovere “possedere” , distruggere, annullare… una moglie, una fidanzata, un’amica…. Dov’è la realtà dell’amore?

Anche questo come il rispetto, la delicatezza, la condivisione si imparano vivendo in famiglia un rapporto corretto… ed ancora…

Grazie Mentore!

 

Continua la nostra analisi sull’”amore”

2^ Parte : dall'amore al progetto di vita

Abbiamo visto come si giustifica il desiderio di dare risposta alla nostra esigenza di “amore”perché quando le cose non vanno secondo questa attesa subentra lo scoramento, lo svilimento, il vuoto e, al limite, l'ossessività del ritorno, il rigetto, l'odio che può sfociare in incontrollabili episodi di violenza.

Come nasce un amore?

Accade, anche nelle normali circostanze, che il nostro orizzonte esistenziale venga illuminato da un bagliore nuovo che mette in moto le nostre più profonde emozioni. Tra la folla di uguali e/o di differenti individuiamo un punto di riferimento che si fa presente come essere indubitamente unico, straordinario e provocatorio insieme. Il tutto avviene e ci stimola a vivere pienamente la straordinarietà dell'evento e a farci sentire a nostra volta unici, singolari e meravigliosi per l'altro.

 

 

Nell'innamoramento si ha uno sprigionamento di necessità precedentemente sopite, mentre trovano via libera delle potenzialità espressive prima mai sospettate. I corpi dei fautori acquistano una levità, una forza, un'armonia, nuovi odori, nuova vitalità, capacità fisiche e psichiche insospettate. Possiamo indicarne innumerevoli sfaccettature:

Pensiamo all'amore idealizzato dai poeti, come Dante o Petrarca, capaci di dar vita a versi sublimi.

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

 

Ma pensiamo pure all'arte di Tiziano, di Raffaello che si esprimono nel decantare con le immagini sublimi della donna o della Santa Vergine il loro amore per la bellezza e l'armonia.

Troviamo analogie in altri campi dell'esistere come l'attenzione amorosa di quanti si affidano al sacro per soddisfare un'urgenza interiore che, a volte, raggiunge l'estasi e viene per lo più descritta come l'esplosione di una intensissima luce. Ricordiamo, ancora, Maria di Magdala che piangendo cerca dove sia Gesù che non trova nel sepolcro e riconoscendolo nel giardiniere lo chiama incredula ed estatica: "Signore".

 

 

Guardiamo Paolo sulla via di Damasco, abbagliato dalla scoperta del suo Dio: "Io sono colui che tu perseguiti!" Ed è il mutamento, lo sconvolgimento dell'esistenza tutta.

Ma torniamo al quotidiano dove innumerevoli immagini si presentano alle nostre menti. Anche se la cronaca di ogni giorno ci riporta episodi di inaudita violenza, tanti sono gli esempi che possiamo citare e che ci fanno riconoscere fin dove possa arrivare l'amore umano.

Sono esempi:

il giovane innamorato che non sta più nella pelle quando il suo sguardo si confonde con quello della sua amata; l'uomo anziano che porge la mano tremante alla compagna della sua vita; il medico che ha deciso di dedicare il suo tempo nella ricerca del bene per l'umanità e ancora il missionario, il sacerdote, l'educatore, il volontario.

 

Quanti personaggi hanno superato l'atteggiamento di un amore egoistico, fine a se stesso, per divenire apostoli di un amore universale rivolto agli uomini tutti senza distinzione di razza o di colore e quindi amore per le cose, per la natura, per la creazione tutta di cui si sentono parte, per vivere l'esistenza come inesauribile dono di se stessi.

Dall’amore al “Sacro”

Dove ha origine questo sentimento che trova forme espressive così elevate, che abbraccia campi così differenziati? L'insegnamento più grande dell'amore vero ci viene dal Vangelo. Da quando il Figlio di Dio, Gesù Cristo, si è fatto uomo per amor nostro, offrendo la Sua vita al Padre; da quando ha raccontato la parabola del buon samaritano; da quando ha detto ai suoi: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati" (Giovanni 15,12) è sempre stata l'ora della carità tanto che Gesù ci ha detto:

"Da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Giovanni 13,35). Vi sono perciò tanti esempi riconducibili all'amore divino. E fra questi, le più commoventi, le più sentite storie di intensa connotazione affettiva riguardano l'amore genitoriale che ci porta a provare la bellezza della procreazione. Quando si conosce l'amore verso l'altro con la necessità di costruire la "casa", nasce quell'esigenza che la cultura popolare esalta con delicate espressioni: i veneti dicono "mettere un putin in cuna".

 

 

E con il progetto, i genitori chiedono a Dio quell'aiuto che certo riguarda la vita tutta, ma che assume maggior chiarezza quando si faccia riferimento all'esperienza della generazione. La decisione degli sposi di mettere al mondo un figlio è strettamente legata al valore che si attribuisce alla vita e il diventare madre e padre è un atto di amore gratuito che, in quanto tale, non sceglie, ma accoglie e custodisce ciò che riceve. Tra l'uomo e la sua compagna c'è ormai un altro e la sua attesa ha la stessa forma di Dio e del futuro benedetto che Egli promette.

C'è un salmo dedicato tutto alla proclamazione di questa legge che suggerisce, esaltandolo, il nesso tra il dono di un figlio e quel dono più generale che è per l'uomo la virtù della speranza. "Se il Signore non costruisce la casa , invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. Ecco, dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo" (Sal 127, 1-3).

Il correre della vita umana, l'affannarsi alla conquista dei beni materiali, sia esso il pane, la casa, i vestiti, è come rotto dal dono gratuito che ci viene da Dio: i figli sono appunto "il dono del Signore". Queste nostre creature, lo sappiamo bene noi genitori rattristati dalla pena di averli, per così dire, persi al nostro sguardo, garantiscono infatti quella "sicurezza" che nessuna cosa al mondo potrebbe sostituire.

 

 

"Come frecce in mano a un eroe – proclama infatti il salmo (v.4) – sono i figli della giovinezza." Il figlio è perciò espressione dell'amore umano e divino ad un tempo: atto d'amore divino per averlo ricevuto, atto d'amore umano per averlo desiderato. Il figlio è il perpetuarsi di noi stessi, è la pianificazione dell'avvenire, è mettere i paletti intorno alla nostra "casa".

Salvo il fatto che questa nostra proprietà l'abbiamo avuta in affittanza. Il proprietario può richiedercelo quando ne abbia necessità anche se, nel frattempo avremo dissodato il terreno e le pianticelle, frutto del nostro amore, avranno dato ottima resa.

(v. continua 3^ parte)

 

Edda CattaniAmore umano e “Sacro” 2^P.
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Testimoni dell’ invisibile 3^ P.

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E… aggiornando anche questo articolo debbo fare risaltare che ora non ho solo un angelo che mi assiste e QUANDO SI PARLA DI SEGNI!

17 ottobre: secondo mese da quando Mentore ha raggiunto Andrea. Mi ha sempre raccomandato di fare la Comunione, quello che il piccolo Simone chiama "il panino di Gesù". La mattina sono uscita ed ho trovato l'unico parcheggio libero dietro al Duomo. Aprendo lo sportello per scendere … cosa c'era lì a terra… dove nessuno mai l'avrebbe lasciato? Un panino!!!

Grazie Mentore!

Testimoni dell’ invisibile

Continua la nostra analisi sull’”amore”

3^ Parte : l’amore degli Angeli

 

La nostra analisi in quest’aria estiva, afosa e a volte insopportabile, continua con la serenità che vogliamo dare al grande tema dell’“amore”. Ho visto richiami di ogni genere nella mia bacheca di Facebook ed ho avvertito l’oppressione immane del dolore a fronte dell’interruzione di una vita. Ma se l’amore ha il suo sbocco naturale nell’espandersi, nel creare condivisione, nell’unirci non solo spiritualmente, come non avvertire distacchi repentini, come dare giustificazione della malattia, della sofferenza, della morte?

Infatti non c’è giustificazione. Proviamo ad andare avanti:

Ci troviamo a Shanti Nagar la "Città della pace", a Calcutta, nell'opera di Madre Teresa, che pare riassumere tutto l'amore predicato in venti secoli di cristianesimo. Hanno raccolto un moribondo, divorato da tremende piaghe maleodoranti. Quando lo portano in casa le due suore incaricate di lavarlo cominciano a vacillare. Madre Teresa si avvicina a quel povero relitto. Una delle giovani religiose allarga le braccia e dice: "What can I do?", Che cosa posso fare? E lei, come ad affermare una ricetta valida in ogni situazione, risponde perentoria: "Love him!" Amalo!

 

Ma se non vogliamo andare indietro nel tempo, con noti aneddoti, posso raccontarvi quanto mi è accaduto circa un’ora fa …  Ero al capezzale del mio Sposo a Casa Madre Teresa, quando ho sentito qualcuno lamentarsi; si trattava di una delle ospiti che veniva condotta in bagno. Mi è venuto spontaneo salutarla come sempre ed avvicinarmi per accarezzarle i capelli e darle un bacio; sono subito stata avvertita dall’operatore: “Guardi che si sporca, ha appena vomitato!” Non ho fatto caso al consiglio, all’odore, alla pasta verde che gocciolava dalle labbra di questa povera creatura; ho sentito in me il richiamo: “Amala!” ed ho dato seguito a ciò che mi veniva dal cuore.

 

Continuiamo:

 

Luisa è una mamma che circonda di cure il suo bambino privo di ogni attrattiva naturale, colpito da paralisi e da idiozia. Se insisti col dirle di ricoverarlo in un istituto, che tanto perde tempo, lei ti dirà che lui la capisce e che le esprime il suo affetto. Infatti, avviene il miracolo: il piccolo ebete sembra avere un breve sorriso e la sua mano, colpita da atrofia, si contrae quasi a voler trattenere le dita materne che lo sfiorano amorevolmente.

 Con questi tre esempi abbiamo visto solo tre situazioni in cui si parla di "amore", di "bene", di "relazioni affettive". Sembrano termini analoghi, ma le modalità con le quali gli esseri "viventi" si rapportano con i loro simili, abbracciano, in verità aspetti molto complessi.

Nella realtà quotidiana, attraverso i mass media siamo bombardati da immagini che dichiarano l'amore:

 – per il proprio corpo: avere una bella costituzione fisica, curare il proprio aspetto, circondarsi di belle cose, possedere tanto denaro…

– per la propria immagine : avere relazioni efficaci, comunicare facilmente, ottenere quanto si desidera, avere capacità di convinzione…

 – per i legami personali : avere figli belli e sani, un compagno disponibile, degli amici, delle persone che ci stimano… Sono questi gli aspetti formali dell'amore comunemente inteso che rappresenta l'esistenza di un ambiente per così dire "normale".

Ecco a giustificare il tutto “la famiglia ideale: quella del Mulino bianco”. E’ l’esempio che tante di noi hanno sognato ed hanno, come abbiamo visto, concretamente realizzato, finché una brusca interruzione, una malattia, un incidente, una catastrofe naturale … ha spezzato il “paradiso” che avevamo creato, mattone su mattone, magari correndo sempre e lamentandoci per le troppe cose da portare a termine, per il lavoro, per chi non capiva il nostro sforzo e la nostra fatica …

 

 Come? Così “di botto”? Ma che ne è stato di quello che era “mio”? Con chi posso prendermela, dove cerco un colpevole …  Beh, meglio prendermela con Dio … Trascrivo questo commento preso da FB in cui una madre grida la sua disperazione per il figlio morto suicida:

"… è successa una cosa terribile..nemmeno dopo morti si ha pace..sono distrutta..ancora una volta per un errore mio figlio dovrà soffrire..per colpa delle mie lacrime..sono disperata….non credo più in nulla..Dio si è accanito in vita contro mio figlio e adesso anche dopo morto..vorrei sapere perché …solo il perché … Dio è così infame!!!"

Ma quale colpa ha Dio?

Nella nostra analisi dell'amore, vediamo di fare un passo avanti e di pensare con fiducia che Dio "Padre nostro", come Gesù ci invita a chiamarlo, un giorno ci ha donato questi figli ed, in seguito, con un disegno che sfugge alla nostra comprensione, li ha impiegati in un progetto. Questo sappiamo, poiché Dio stesso, nella sua immensa bontà ha permesso che tornassero a noi con modalità diciamo "non consuete, non normali". Per questo definiamo questo “ paranormale” in quanto le forme con cui essi si rivelano sono, per così dire, "insolite", non note, inusuali; seguono canali diversi dalla comune conoscenza.

 

Eppure perché non ricordare che nelle scritture, nei vangeli vi sono stati episodi che ci aiutano a sperare in un grande disegno, ben più alto che mente umana possa concepire.

Vediamolo insieme.

Queste care, giovani, bellissime creature, buone, affettuose e generose si definiscono Nuovi Angeli e noi non abbiamo alcun motivo per mettere in dubbio la loro affermazione. Di rimando, non possiamo avere dubbi sulla realtà che l'umanità stia attraversando un momento storico molto particolare. Mai come ora si è parlato di svolta del terzo millennio, di soglia di un'Età Nuova, di necessità di rinnovamento dello Spirito. E sempre più l'uomo, oppresso dal caos della stessa civiltà da lui costruita, sente il desiderio del Sacro, del soprannaturale e china la testa davanti a un Dio che già nel passato, come raccontano le Scritture, ha avuto modo di aiutarlo attraverso creature del tutto speciali: gli Angeli.

Tutta la Bibbia, sia l'Antico sia il Nuovo Testamento, fanno spesso menzione degli Angeli. La cultura moderna sembra incontrare difficoltà a credere nell'esistenza di questi esseri che spesso sono stati descritti in maniera antropomorfica, troppo fantasiosa e alle volte addirittura infantile. La fede negli angeli apre al cristiano un immenso orizzonte, al di là del nostro mondo umano.

 Vediamo nelle stesse scritture cosa dice di sé uno degli Angeli più noti, che appare addirittura in forma umana, dotato di incommensurabile bellezza. Raffaele, arcangelo, appartenente a quella schiera di spiriti celesti tanto vicini all'umanità, si mostra a Tobia e Sara per far loro da guida e dice loro qual è il suo compito. Ascoltiamo il suo insegnamento: " Sappiate dunque che, quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l'attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore. Così anche quando tu seppellivi i morti. Allora io sono stato inviato per aiutare la tua fede, ma Dio mi ha inviato anche per guarire te e Sara. Io sono Raffaele e sto alla presenza della maestà del Signore. Quando ero con voi, io non stavo con voi per mia iniziativa, ma per volontà di Dio: Lui dovete benedire sempre. Io ritorno a Colui che mi ha mandato." (Tobia 12,12-19) Da queste parole di Raffaele riceviamo una completa dottrina sugli angeli.

 

Chi è un angelo?

– l'angelo è un mediatore tra Dio e gli uomini;

– egli presenta a Dio le preghiere degli uomini e le loro opere buone;

– è un inviato di Dio per soccorrerci nelle prove e per guarirci;

– invita alla lode di Dio;

– augura la pace, la salute fisica e spirituale.

L'amore ha tante facce e chi dunque può proibirmi di pensare che "mio figlio" questi figli di Luce, questi ragazzi che si definiscono Nuovi Angeli, non possano assolvere i medesimi compiti di cui parla l'arcangelo? Queste creature, a noi tanto vicine carnalmente, che abbiamo curato con tanto amore e fatto crescere nel nostro giardino senza pensare ad una loro precoce dipartita dal nostro sguardo, non hanno mai cessato di amarci e ricambiano la dedizione che abbiamo avuto nei loro confronti con tutte le attenzioni delle creature superiori.

Ora sì che possiamo affermare di avere un angelo al nostro fianco, un angelo a cui possiamo dare ancora tutto il nostro amore. Abbiamo amato quel figlio per le sue forme gradevoli, per le sue tenerezze, per le sue espressioni… niente è venuto meno, ma si è decuplicato. Crediamolo veramente, sentiamolo a noi vicino nel suo desiderio di comunicarci la sua presenza, tangibilmente, nella nostra fatica di ogni giorno e amiamolo ancora di più oggi, anche se il nostro amore per un figlio carnale si trasformerà via via in amore per uno spirito immortale.

  

La via vera dell'amore s'intreccia con quella della nostra sofferenza. La grande verità del corpo mistico di Cristo ci apre orizzonti stupendi. Nulla è andato perduto; non siamo soli a patire o a far festa. Attraverso Cristo le nostre storie umane, la nostra vita e quella dei nostri Angeli si intrecciano e si arricchiscono. Se abbiamo compreso veramente le tante facce dell'amore saremo veri samaritani: nella fiducia che la vita è preziosa nella gioia come nel dolore.

… finalmente insieme…

 

Scrive Leon Bloy: "Il paradiso non è domani, non è dopodomani, ma oggi quando si è poveri e crocefissi." 

 

 

 

 

Edda CattaniTestimoni dell’ invisibile 3^ P.
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La visita a San Leopoldo

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Una giornata particolare

Potrei dire che sono “particolari” tutte le mie giornate e che ogni circostanza sembra essere segnata da un preciso disegno. Dopo l’incontro di Cattolica ho avuto modo di avvicinare la mamme di Vera, una nostra conoscenza amica che più volte è intervenuta con il suo “gruppo” di Udine ai nostri incontri. Debbo premettere che Maria e la stessa dolce figura di “Vera” hanno spesso cosparso del loro profumo le nostre iniziative. Questa piccola creatura sembra inserirsi nella mia quotidianità come amorevole, delicata presenza, sempre portatrice di amore e di pace. A lei debbo la conoscenza di persone “speciali” nella mia storia ed anche i “segni” esistenziali che sa trasmettere con il suo “Volo Libera”.

Vengo alla mattina del 6 dicembre in cui il gruppo di Udine, coordinato da Maria, ha deciso di raggiungere in devoto pellegrinaggio il Santuario di San Leopoldo a Padova. Non sapevo di questo incontro e nemmeno come esso sarebbe avvenuto … sapevo solo che Maria mi aveva chiamato e che io dovevo andare. Quel Santuario per me rappresentava la storia di un mio passato ormai lontano, quando con mio marito ed i bimbi si andava a vedere il presepe “dai cappuccini”. Era questa un’allegra forma di convivialità francescana che lasciava in noi una piacevole sensazione di mistica presenza.

Padre Leopoldo non era ancora il “santo” e a Padova, l’unico con tale appellativo, rimaneva Sant’Antonio, ma il nome del fraticello andato via in odore di santità diveniva sempre più coinvolgente. Il ritrovarmi ora davanti all’evidente splendore di questa umile chiesetta e di tutto il contesto, mi ha lasciato piacevolmente emozionata.

Ma lascio la parola alla stessa Maria che l’ha vissuta in diretta:

 

Dopo tanti tentativi andati a vuoto nel tempo, finalmente ce l’abbiamo fatta a passare una giornata in convento, sotto le “cure “ di Padre Roberto, al  San Leopoldo a Padova.

 Era infatti un progetto ventilato più volte, anche perché questo uomo di Dio, aveva espresso a Dario e a me il desiderio di dedicare  un incontro a quanti  come noi, percorrono la strada  della condivisione e della crescita, dopo il grande dolore per la  dipartita  di un figlio o comunque di persone care.

Quindi, sabato 6 ottobre, un gruppetto di venti persone si sono trovate a vivere questa esperienza che alcuni non avevano mai fatto. Alle dieci del mattino siamo stati  accolti dal nostro Padre Roberto, che dopo averci offerto un caffè, ci ha invitato a fare un giro nel convento, dove in particolare ci ha fatto conoscere la figura di San Leopoldo Mandic.

 Poi, entrati scalzi in una cappellina ricavata in una stanzetta della sua “dependance”, un luogo che gli è stato riservato per i suoi numerosi incontri, abbiamo assistito ad una Santa Messa un po’ speciale.  Prima di iniziare la liturgia, ognuno di noi si è presentato ed un po’ raccontato. Sarà stato per  il nostro stare stretti in un piccolo spazio, i  bellissimi canti accompagnati con la chitarra da un giovane frate, ma soprattutto  la partecipazione  con cui Padre Roberto ha condotto la Messa, che  tutti noi ci siamo sentiti avvolti in un’atmosfera d’amore e di intensa commozione.

 Il  celebrante  ha letto un significativo brano del vangelo che il Signore gli aveva ispirato per noi, ha detto che era  certo  della presenza dei nostri cari durante la celebrazione, che  ad  uno ad uno sono stati ricordati. Poi, da una ciotolina colma di biglietti appositamente preparati, ognuno ha preso il suo a caso, e  ha letto e fatto proprio il messaggio che vi era scritto. Il momento della comunione è stato particolarmente bello  e sentito, poiché siamo andati a prenderci  l ‘eucaristia , dopo averla intinta nel vino,  per chi desiderava. 

 A fine Messa, con l’animo in pace, ci siamo dedicati al  momento conviviale  ed abbiamo gustato  i numerosi piatti e specialità che avevamo portato da casa e,…  non è mancato proprio niente (se non la frutta di Lucia, a casa con l’infuenza). Devo dire che i cibi sono stati  ben presentati e apprezzati (ce la caviamo come cuoche!). Il pranzo ha messo allegria a cui ha contribuito Padre Roberto con un paio di immancabili barzellette.

Che dire ancora? Che abbiamo espresso il desiderio di ritrovarci a fare nuovamente questa esperienza prima di Natale. Per chi desiderasse ripeterla e per coloro che non erano presenti, Padre Roberto ci ha già dato la prossima data che sarà sabato 1^ dicembre.

A titolo personale aggiungo che, ho visto i  volti dei partecipanti prima commossi e poi radiosi. Credo che siamo tornati a casa molto arricchiti…anche se il nostro caro frate ha ribadito  che è Lui che si ritiene arricchito con noi e che è stato contento di aver condiviso sofferenza …e poi  gioia.

La cappellina ove è stata celebrata la Santa Messa

era piena di "presenze"

IL SANTO DELLA RICONCILIAZIONE

E DELL'ECUMENISMO SPIRITUALE

San Leopoldo Mandic nacque a Castelnuovo d'Istria nel 1866 da una nobile famiglia della Dalmazia.
Nel 1882 entrò in Seminario (Seminario Serafico di Udine) e quindi si iscrisse alla facoltà di teologia di Venezia per poi consacrarsi interamente a Dio una volta terminati gli studi.

Nel 1890 fu ordinato sacerdote a Venezia,nella Basilica della Madonna della Salute.
Padre Leopoldo visse alcuni anni a Fiume e a Zara impegnandosi nel tentativo di riunire le Chiese Orientali alla Chiesa Cattolica. Per questo suo ardente apostolato viene chiamato"il Santo dell'Ecumenismo Spirituale".

San Leopoldo fu sopra ogni cosa "il Santo della Riconciliazione",straordinaria figura di ministro del Perdono,instancabile confessore a Padova, in quella che era divenuta la sua città di adozione.

Il Santo visse a Padova per ben trentaquattro anni,amato e stimato da tutti,consigliere spirituale e confessore sempre pronto ad ascoltare i penitenti con tanto amore e umana comprensione.
Il confessionale di Padre Leopoldo era in una piccola stanza, gelida in inverno. Davanti alla porticina stavano sempre molte persone alle quali il Santo dedicò tanto tempo della sua vita.
Il suo amore per le anime fu davvero grande.

Egli morì il 30 luglio 1942. Le sue spoglie mortali riposano nel Santuario di Padova,nella Cappella accanto alla celletta confessionale.
La tomba,aperta dopo ventiquattro anni, ne rivelò il corpo completamente intatto.
Fu beatificato da Paolo VI nel 1976 e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1983.

Il Santuario di San Leopoldo Mandic è in Piazzale S.Croce 44 a Padova.

Edda CattaniLa visita a San Leopoldo
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Da Bellaria Convention

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18° Convegno di Ricerche Parapsichiche e Bioenergetiche

“ Il Mistero dell’Esistenza umana, dalla mente all’interiorità.”

Bellaria (Rimini)

Partecipante:  Maria Pizzolitto Lui – Mamma di Vera –

Autrice di “Io volo Libera”    “Ad un passo da te” Ed. Segno

Quattro belle giornate di sole hanno accompagnato il convegno di Bellaria nel suo diciottesimo anno (qualcuno ha ricordato che quest’anno il convegno è diventato maggiorenne) e come sempre ha regalato ai partecipanti momenti di intenso interesse e di grandi emozioni ,  per la profondità degli argomenti trattati.

Il benessere psicofisico e la consapevolezza interiore e spirituale, come sempre sono stati i temi centrali, arricchiti di sempre nuove ricerche, di nuove tecniche per  raggiungere quegli stati d’animo ottimali di vita  a cui spesso non pensiamo  e non immaginiamo che si possa raggiungere, per stare bene.

E l’Amore con la A maiuscola ha fatto  da padrone, con tutte le sue sfumature. Dobbiamo imparare ad amarci di più  per meglio amare gli altri. Arrivare a star bene con noi  stessi per far star bene gli altri, sviluppando il potere  divino che c’è in noi, collegandoci e  attingendo all’energia universale, dando spazio alle emozioni  positive e costruttive. Allargare gli orizzonti della consapevolezza per avere una visuale più ampia di ciò che siamo e  di ciò che potremmo  essere,  facendo crescere la nostra coscienza.

“Sii il cambiamento che  vorresti vedere nel mondo” è stato detto! E gli strumenti li abbiamo tutti, sta ad ognuno di noi scegliere la strada che più gli aggrada per migliorare se stesso.

 Quella strada che  stiamo  percorrendo verso una meta ben precisa,  consapevoli  che dentro di noi troviamo tutte le risposte e le energie  per meglio camminare in modo armonico,  verso quell’aldilà che è già dentro di noi. “La morte è solo al di là del tuo campo visivo attuale”, ha detto Igor Sibaldi , nella sua relazione : Il nostro aldilà personale.  

Il Dott. Moody , che tutti ben conosciamo per aver raccontato , nei suoi numerosi libri, le esperienze di pre-morte)ha toccato il tema dell’oltre vita, parlando della “ morte condivisa.”  Ha spiegato come anche le persone che assistono un loro caro riescano,  spesso,  ad essere partecipi di esperienze straordinarie ed inspiegabili, che aprono nuovi orizzonti sulla vita oltre la morte e che aiutano a superare con maggior serenità la perdita di una persona amata. Inoltre,  può insegnare molto a chi resta.

E per tutti i genitori, che come noi hanno un figlio in Cielo, (ma non voglio escludere anche tutti i nostri cari), queste parole risuonano come note musicali, odorano  come profumi portati dal vento, luccicano  come raggi di sole in mezzo alle nuvole…

 

Schegge di Eternità

 Raymond Moody, autore del bestseller La vita oltre la vita, raccoglie in questo libro le esperienze straordinarie di quanti si sono trovati al capezzale di una persona in punto di morte o, semplicemente, hanno vissuto da lontano la perdita di una persona cara. Costoro, in molti casi, hanno apparizioni o fanno sogni, che pur nella diversità, hanno alcuni elementi comuni: spesso vedono una luce calda e abbagliante, la loro dimensione dello spazio viene completamente stravolta, e sperimentano una proiezione extracorporea; condividono alcuni episodi della vita della persona appena deceduta e scorgono esseri o luoghi ultraterreni, immersi in una specie di nebbia….

 

 

Riflessioni

di Edda Cattani

Partecipare ad un convegno con l’animo ben disposto è un viaggio meraviglioso: pieno di scoperte, di miglioramenti, di sensibilità, di consapevolezza e di rafforzamento della nostra capacità di cooperare alla creazione. In esso sono state trasmesse delle tecniche basilari che si possono utilizzare su se stessi e sugli altri. Più siamo in grado di aiutare gli altri, avendo risolto i conflitti ed i blocchi che ci ancorano alle nostre paure, ai nostri dolori, ai ceppi che ci avvolgono in un avanzare e retrocedere continuo, più saremo in grado di ricevere al meglio doni nella nostra vita.

Ho incontrato persone stupende bloccate dall’ansia di qualcosa di sconosciuto, che dopo un breve colloquio o contatto, tornavano a nuova vita, con spirito diverso, con l’animo deciso e la volontà di volere affrontare la realtà quotidiana con occhi nuovi. “Vino nuovo in otri vecchi” Ci siamo riconosciuti nell’abbraccio, nello spezzare il pane della condivisione, come Cristo con i discepoli di Emmaus e… ci siamo amati.

Per questo motivo, quando si ritorna ci si propone di andare oltre: andare oltre la nostra paura, andare oltre le preoccupazioni, andare oltre ciò che i nostri occhi miopi ci suggeriscono essere il nostro bene.

Riempiamo i nostri momenti della giornata con la capacità di essere utili agli altri e riempiremo la nostra vita ed il nostro mondo di vera ricchezza.

 

        Diciamo perciò:

     Il luogo più sacro abita nel nostro cuore, dove nascono i sogni e

      dormono i segreti.

 

                            

                Leoonard Jacobson

              L’Amore è la fragranza del tuo essere            

 

       E l’abbraccio esprime tutta la fragranza del tuo Amore.

 

Edda CattaniDa Bellaria Convention
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L’amore è pellegrino

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L’AMORE  E’  PELLEGRINO

  

 

Sull’altare del B. Giovanni Paolo II°

    

 

 

 

 

Chi ha avuto la ventura di leggere l’invito al Seminario del Convivio, su FB o in questo sito, per ritrovarci a Roma a fine febbraio, ha potuto vedere il discreto messaggio che ho lanciato per questa occasione, nello spirito dei “convegni della speranza”.

 

In verità c’era qualcosa di più dietro la mia partecipazione e il mio viaggio a Roma. Avevo sentito viva questa esigenza, già da qualche anno, quando, il mio piccolo Simone si era improvvisamente risvegliato dopo un lungo periodo di degenza in neurologia pediatrica, a seguito di una preghiera di guarigione rivolta al Beato Giovanni Paolo II°. L’avevamo promesso questo viaggio, più e più volte, con tutta la famiglia, come atto di riconoscenza mai abbandonata, anche se le condizioni di salute di mio marito e le varie circostanze non avevano permesso finora di mantenere fede al voto.

 

Mi ha sempre affascinato il viaggio a Roma, ogni qual volta mi ci sono recata: da giovanetta incontrando Pio XII°, il Pastor Angelicus davanti a cui caddi in ginocchio estatica mentre benediceva la folla in Piazza San Pietro. Poi via via ad ogni cambiamento “di papa” era una nuova emozione… Ma questa volta era la mia famiglia ad esserne coinvolta, la mia vita di madre, con la perdita di Andrea, di tutte le Madri amiche e sorelle, delle sofferenze di questo ultimo grande pontefice che ha portato sulle sue spalle viva ed alta la Croce di Cristo Signore.

 

Con Lui la stessa malattia del mio sposo, la stessa tormentata inquietudine, lo stesso calvario, la stessa terribile e incurabile sofferenza e con esse la vicenda di Simone… Simone piccolo e fragile… Simone come i piccoli che Gesù amava, che il Papa prediligeva e un coma che non lasciava spazio alle speranze.

 

 

 

Una preghiera e un grido straziante avevano trovato risposta: “Guarito!” e Simone aveva aperto gli occhi. Ed ora ero qui, davanti a questo altare, finalmente a dire “Grazie! Padre Santo, grazie per aver ascoltato la mia supplica, grazie per tutti i bambini che tu vorrai proteggere e che, nel mondo soffrono ancora!” Una preghiera mi era stata consegnata da una mano amica:

PREGHIERA PER LE CREATURE DIVERSAMENTE ABILI

 

Vieni Padre da questi fiorellini pestati,

non appena affacciati alla vita.

Vieni con le tue Sante Mani in loro soccorso.

Ricompatta il terreno sfalciato.

Se c’è qualche foglia spezzata,

un petalo in bilico nel vuoto,

portalo pur via,

anche se il vedere le Tue Mani operose

nelle Mani di chi verrà in aiuto,

ci spegnerà nel dolore ogni parola e pensiero.

Ma ricomponi, o Padre, la bellezza di questi figli.

Fa’ che restino dritti in tutte le albe

del loro cammino.

Portano al cielo questi occhi così limpidi

che si stagliano su una carne

già maciullata da lividi e sangue.

Vedi, son gli stessi occhi di Tuo Figlio.

Amen

 

 

 

 

 

L’ho letta attentamente, appoggiata ad una colonna, guardando emozionata il grande altare e la lapide bianca; poi ho telefonato a Simone: “Dimmi, cosa debbo chiedere al Papa buono?” “Che mi faccia diventare un campione!” ha risposto il mio piccolo con la sua vocetta cantilenante mentre gli occhi mi brillavano per l’emozione. Stringendo il mio cappotto ho racchiuso nel cuore tutte le sofferenze che mi portavo appresso, tutte le consegne ricevute e sono entrata al di là della balaustra. Volevo rimanere lì semplicemente sostando per ascoltare in quel filo invisibile che si crea nella preghiera silenziosa, l’emozione che non si può controllare e che non ha parole. In quella contemplazione di note mi sono trattenuta finchè un raggio di sole improvviso ha squarciato la penombra di un cielo ombroso e si è proiettato sull’altare trasformandosi in un cuore e una coroncina di stelle ai piedi del Cristo… Poco per volta tanti e tanti volti di donne, bambini, giovani, anziani… si formavano sul marmo, sul pavimento, intorno come in un film… Avrei voluto fotografarli, ma era proibito farlo e poi a me bastava; io sapevo che con me c’era tutta la Gerusalemme Celeste.

 

Poco dopo una campanella chiamava alla celebrazione eucaristica all’altare maggiore sotto la maestosità della Gloria del Bernini ed io, ancor più piccola mi racchiudevo in me stessa per accogliere nel mio cuore Gesù in Comunione con tutti i nostri Cari ed Andrea, certamente presente a racchiudermi in un guscio dorato per proteggermi come una conchiglia.

 

Grazie Giovanni Paolo II°, Grazie Andrea, Grazie Paradiso!

 

Edda CattaniL’amore è pellegrino
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Da FB una storia NDE

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Da FB

giunge a noi questa commovente storia

Le pagine di FaceBook sono un'autentica miniera di storie interessanti che prendono il cuore e lo spirito, fino a trarne le nostre personali conclusioni che ci portano a condividere la fede in una realtà "altra" con un messaggio d'amore di cui tutti siamo partecipi.

Questa testimonianza è tratta dalla pagina di S. P. che la racconta con grande semplicità.

 

Cari amici vorrei condividere con voi l’emozione che mi ha avvolto la scorsa mattina, un incontro con una persona speciale ….

Niente avviene per caso e,se gli occhi del cuore sono nitidi, il quotidiano ce lo conferma puntualmente …

Percorrevo una strada vicino casa,in sella della mia bici ed io,che conosco più i cani delle persone del mio rione,noto un bellissimo cane marrone,dal muso dolcissimo ch…e come calamita mi ha attirato a se e…. ci siamo presentati! Si chiama Sciatz,ha sette anni ed è un meticcio di padre corso e mamma Labrador:stupendo! Stavolta non ho visto un semplice cane che veniva portato fuori dal padrone,bensì una guida speciale che accompagnava la sua padrona. La signora “ipovedente”,mi ha raccontato che Sciatz non lo ritiene un cane,ma un angelo a quattro zampe perché le ha salvato la vita. Affetta da una grave malattia che la porta a scompensi cardiaci,una notte durante un’insufficienza,cade in ipotermia … Lei è riuscita ad essere vigile e consapevole di ciò che le stava succedendo pertanto ricorda nei dettagli anche quando non aveva più padronanza di muovere un solo dito … a quel punto mi ha raccontato che lei si è ritrovata in un posto dove riusciva a vedere la sua stanza e d’un tratto come un orizzonte che si divideva di due colori,in basso blu scuro e in alto avorio. Anche se lei vede pochissimo,la luce del sole le fa dolere forte gli occhi,ma quella luce,in quella situazione glieli aveva fatti aprire senza il minimo fastidio … Continua dicendo che stava lì come fosse in attesa di qualcosa ,ma in un senso di pace mai provata;a scuoterla furono dei flash della sua vita racconta …. fatti accaduti che neanche ricordava,ed è lì che il dolore l’ha colta,il dolore del rimorso e successivamente il voler riparare ciò che stava aggredendo quel senso di beatitudine …..In questo conflitto di forti emozioni,abbassa lo sguardo e rivede la sua stanza,e lei nel suo letto che sembrava dormisse … d’un tratto osserva che entra in camera Sciatz,abbassa il lenzuolo con quella zampona ed entra nel letto con la delicatezza e l’Amore che occorreva per scaldare quel corpicino sofferente … Lei si sveglia e si ritrova occhi negli occhi con Sciatz che la sprona con una leccata per darle la forza di chiamare l’autoambulanza.

Questo episodio,  è inutile che lo commenti … ma ripeto, nulla accade per caso …. perché dopo questo delirio emotivo, mentre camminavamo insieme,mi viene un flash back ed è come se gli occhi di quella signora già li avessi visti da qualche parte …. dopo una serie di domande,scopro che era Mariangela,la mia catechista che mi ha accompagnato nel percorso per il sacramento della prima comunione. Erano 24anni che non la vedevo e l’avessi vista passare e via,non l’avrei mai riconosciuta per la trasformazione che il suo corpo ha avuto a causa della malattia e degli anni ….

E’ stata lei che cominciò a parlarmi di “Speranza” 24 anni fa,ma poco comprendevo …. adesso, sono certa che questa lezione ricevuta in strada,è stata impartita dall’alto!

 

Grazie della lettura!

 

 

 

http://www.nderf.org/Italian/index.htm

Near Death Experience Research Foundation
 (Fondazione per la ricerca sulle esperienze di pre-morte)

NDERF la più vasta raccolta di testimonianze di NDE (1) mai pubblicata al mondo!

(1)NDE  sta per: “Near Death Experience”, ossia  “Esperienza vicino alla morte” ovvero “Esperienza di Pre-Morte”. Quest’ultima è l’espressione comunemente impiegata nella lingua italiana con l’acronimo:  EPM.

La scienza e le esperienze di premorte (NDE)

“Sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che le NDE si verificano in tutte le culture e si sono verificate in ogni epoca storica … le NDE riguardano sia i giovani che gli anziani, la gente di ogni ceto sociale, coloro che nella vita hanno sviluppato una dimensione spirituale e coloro che non professano alcuna fede … ci sono parecchi esempi di persone che hanno sperimentato una NDE in un momento in cui non sapevano nemmeno che esistesse un fenomeno di questo genere.”

Dott. Peter Fenwick

 Dall'esperienza di pre-morte all'esistenza dell'anima?


 

Il cardiologo olandese Pim Van Lommel afferma di avere trovato la prova scientifica dell'esistenza della vita dopo la morte analizzando numerosi casi di “esperienze di pre- morte” [indicate spesso con l’acronimo NDE, ovvero Near Death Experience]. L'esperienza classica è la visione di un tunnel con una luce bianca sul fondo, ma anche un senso di distacco dal corpo e l'incontro con parenti defunti. Fra queste persone molte hanno provato l’esperienza della rivisitazione della propria vita passata (life review) ed alcuni di essi hanno avuto anche esperienze di distacco dal corpo con percezione del proprio corpo visto dall’esterno [indicate speso con l’acronimo OBE, ovvero Out of Body Experience]. I risultati del suo studio sono stati pubblicati nella prestigiosa rivista medica The Lancet nel dicembre 2001 col titolo "Un'indagine estensiva in Olanda sulle esperienze di pre- morte in sopravvissuti ad arresti cardiaci" ["Near-death experiences in survivors of cardiac arrest: a prospective study in the Netherlands"].

L'esperienza di premorte o NDE (acronimo del termine inglese Near Death Experience) costituisce un'argomentazione potente a favore dell'esistenza di una vita dopo la morte. Grazie al progresso registrato nell'ambito delle tecniche di rianimazione, sempre più persone vengono riportate indietro dal limite della morte clinica. E molte riferiscono un'esperienza profondamente significativa durante la quale hanno l'impressione di essere vivi e in pieno possesso delle proprie facoltà al di fuori del proprio corpo. Per molti un'esperienza di premorte è un'esperienza intensamente emotiva e spirituale.

Le prove a supporto delle NDE sono coerenti, schiaccianti e sperimentate da molti. L'evidenza empirica delle NDE è anche concorde con altre prove sperimentali che sembrano suggerire una sopravvivenza alla morte – prove che includono le esperienze extracorporee, le informazioni ottenute grazie ai medium mentali e fisici, e le apparizioni.

I sensitivi affermano che, in una situazione di crisi, quando la morte è quasi inevitabile o è percepita come tale, il duplicato del corpo fisico, il corpo astrale o eterico, lascia il corpo fisico e sperimenta il primo stadio dell'Aldilà. Se la morte non si verifica, il duplicato riprende il suo posto nel corpo fisico. Gli scettici sostengono, invece, che non esiste alcun duplicato del corpo fisico e affermano che l'esperienza che si vive è provocata dai problemi del corpo fisico – è tutta nella mente.

Degli studi hanno dimostrato che le NDE si possono verificare a seguito di malattie, di interventi chirurgici, durante il parto, a seguito di incidenti, di attacchi cardiaci e di tentativi di suicidio.

In questo campo, un pioniere è stato il Dott. Raymond Moody Jr., un medico e filosofo che ha iniziato il suo lavoro da scettico e oggi è fermamente convinto della realtà della vita dopo la morte. Il suo primo libro, Life After Life (La vita dopo la vita) del 1975, considerato l'opera classica che ha aperto questo campo alla ricerca moderna, è stato seguito da altri due nel 1983 e nel 1988.

A partire dal 1975 sono stati condotti diversi studi in molti Paesi – al punto che oggi esistono diverse associazioni e riviste internazionali dedite all'indagine degli studi sulle esperienze di premorte. L'ottimo libro dell'australiana Cherie Sutherland (1992) contiene una bibliografia selezionata di oltre 150 relazioni di ricerche di carattere accademico.

NDE di Pietro B

TESTIMONIANZA:


          mi sono visto proiettare nello spazio con la visione perfetta dell'allontanamento dalla terra ed entrare in una luce bianchissima, nello stesso tempo avevo una visione nitida della mia vita terrestre, come stare in uno scermo duodimensionale, anche questo difficile da esprimere in parole. ero cosciente di tutto e riflettevo su cio' che stavo provando, felicita', pace infinite che aumentavano nell'addentrarmi nella luce, sapevo di far parte di questa luce, non so' perche' ma lo sapevo e sapevo che tutti ne siamo parte; al culmine c'era come una luce piu' grande e sapevo che entrando non sarei piu' tornato, non so' il motivo, ma lo sapevo, e questa è una cosa che non saprei spiegare, ma neanche cerco spiegazioni, accetto il vissuto in quanto tale.  riflettevo sul mio egoismo, provando quelle straordinarie sensazioni, perchè non volevo tornare indietro; pensavo ai miei affetti e le cose terrene, non mi importava niente e questo pensiero poi mi ha colpito. non sò perche' e come, mi sono reincorporato ed il mio primo problema è stato giustificare il mio ritorno, come se ce ne fosse stato bisogno!!!!!!! ho avuto e continuo ad avere flash di quell'esperienza, è come un puzzle che  pone nel suo giusto posto cadatessera.

da quel momento sò che dentro di me qualcosa sta cambiando e che sta lavorando, lo sento  perfettamente, ma non so ancora cosa accadrà.  certo ora mi relaziono con la vita quotidiana e con i miei rapporti come se avessi una coltre di protezione verso le cose, non mi toccano come prima e poi vedo e percepisco le persone differentemente, le vedo dentro ed il suono delle voci mi arriva come un suono ed è stonato quando qualcuno dice cose non sentite, stranissimo.

non sò in che modo, ma la mia vita sta cambiando e non capisco dove mi porterà, mi chiedo il senso del ritorno, ma sono stanco di chiedermelo, forse lo scoprirò o forse no, non importa, ciò che ritengo importante è portare a termine i miei studi e costruire un posto per la ricerca spirituale, possibilmente con l'aiuto degli shamani dell'alto peru, ai quali devo molto, la comprensione del valore della vita e dei valori della vita, il vivere in connessione con la natura di cui facciamo parte, tutto ha vita per loro e quest'insegnamento lo considero il più grande regalo avuto. il resto non sò niente e seguo nel cammino.

per ultimo vorrei scrivere un libro, sono 7 anni che studio per questo, ma sembra che ogni volta qualcosa di piu' grande si debba aggiungere.

grazie per ascoltare e auguri per la vostra importante iniziativa, credo che ognuno di noi ha bisognodi condividere questo tipo di esperienza con persone che non ci guardano come allucinati, grazie.

Si trattava di un tipo di esperienza difficile da descrivere a parole?      Si          difficile spiegare le sensazioni di pace, armonia,felicita',completezza………..

L’esperienza si è verificata in concomitanza di un evento costituente un grave pericolo di vita?     Si    nel corso del terzo intervento in 20 gg.

In quale momento nel corso della vostra esperienza eravate al massimo livello di coscienza (consapevolezza) e  di vigilanza?        sempre

Il massimo livello di coscienza (consapevolezza) e  di vigilanza raggiunto durante l’esperienza può essere in qualche modo  paragonato al vostro normale livello di coscienza e vigilanza di ogni giorno?     More consciousness and alertness than normal
If your highest level of consciousness and alertness during the experience was different from your normal every day consciousness and alertness, please explain:        difficile da mettere in parole

La vostra capacità visiva era in qualche modo diversa dalla normale, quotidiana capacità visiva?       No     

Il vostro udito era in qualche modo diverso da quello normale, di tutti i giorni?          No     

Avete constatato una separazione della vostra coscienza dal vostro corpo?           Si

Quali emozioni avete provato durante l’esperienza?         pace,armonia,felicita, pace , immensi, direi indescrivibili

Siete passati attraverso dentro o attraverso un tunnel o un passaggio ristretto?     No     

Avete visto una luce?      Si    come un cammino di luce bianchissima, purissima, all'addentrarvi una pace , felicita immensi; al finale un "cerchio" di luce bianchissima, entrando nella quale non c'è ritorno, solo pace e felicità pura,, lo sò ma non sò perchè lo sò.

Avete incontrato o visto altri esseri?   No     

Avete avuto una re-visione degli eventi accaduti nella vostra vita?       Si    è come se ci fosse stato uno schermo nel quale potevo vedere gli accaduti,ma l'interesse era troppo forte per il cammino di luce e le sue sensazioni

Avete visto o udito, durante la vostra esperienza,  qualcosa riguardo a persone o eventi che si sarebbero  poi verificati in  seguito?         Si    nei giorni immediatamente seguenti l'esperienza, ho avuto come scorci di avvenimenti che a mio giudizio avverranno, ho anche avvisato persone del visto che li riguardava, a volte ancora ho visioni strane, confuse

Avete visto o visitato luoghi, livelli o dimensioni di particolare bellezza o insoliti?        Uncertain    

Avete avuto una sensazione di spazio o tempo alterato?  Si    il tempo e lo spazio non hanno più significato

Avete sperimentato un senso di conoscenza speciale, relativa all’ordine e/o alle finalità dell’ universo?     Si    non alla finalità, se no la consapevolezza di essere parte della "luce"

Avete raggiunto una barriera o un limite concreto? No     

Avete avuto conoscenza di eventi futuri?      Si
          ancora non lo sò

Dopo l’esperienza avete avuto particolari  doni  psichici, paranormali o altre particolari capacità che prima dell’esperienza non avevate?       Si          ipersensibilità e percezioni psichiche ed altro

Avete parlato di questa esperienza con altre persone?     Si    la prima persona a cui ho parlato è stata mia moglie che mi ha creduto ed è stata felice e vicina.

la seconda persona , un amico che è stato in coma 20 gg. ed ha avuto la stessa esperienza.

in famiglia mi guardano con diffidenza ed anche i miei amici in italia , a cui ho parlato. in peru è diverso perchè sono molto aperti alla spiritualità.

Eravate a conoscenza delle esperienze di pre-morte (NDE) prima della vostra esperienza? Si    ho visto mprogrammi in tv ed ho letto qualcosa.-

Qual è stata la vostra opinione circa la realtà della vostra esperienza a breve distanza di tempo (giorni o settimane)  dall’accaduto?      Experience was definitely real         semplicemente perchè è ancora vivissima la visione dell'accaduto, anche se non sono riuscito a rivivere quelle sensazioni, neanche con la meditazione, ma non dispero

Vi sono state una o più parti dell’esperienza particolarmente significativa per voi?   la consapevolezza che la vita nel corpo in terra è solo momentanea

I vostri rapporti con le altre persone  hanno subito particolari cambiamenti a seguito della vostra esperienza?         Si    vedo le cose con distacco a differenza di prima e delle persone che vedo

Le vostre convinzioni / pratiche  religiose hanno subito particolari cambiamenti a seguito della vostra esperienza?      No     

Dopo la esperienza,  ci sono stati altri eventi o cause, nella vostra vita, assunzione di medicinali o di sostanze, che hanno riprodotto anche parzialmente l’esperienza?        No     

C’è stato qualcos’altro che volete aggiungere riguardo alla vostra esperienza?          no, grazie

Le domande poste e le informazioni che voi avete fornito sono  sufficientemente accurate ed esaustive per descrivere la vostra esperienza? Si   

 

 

 

 

 

Edda CattaniDa FB una storia NDE
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Namasté : mi inchino a te

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Dal GRUPPO FB

Alla ricerca dei nostri angeli attraverso

MESSAGGI ISPIRATI

 

Ho avuto l’onore e il piacere di conoscere la carissima Lina de Filippo che gestisce questo Gruppo di persone alla ricerca di un conforto e mi ha sorpreso salutandomi “Namastè” . Siccome ultimamente sempre di più viene usato questo termine senza conoscerne il significato, mi permetto di chiarirlo perché tutti noi ne possiamo fare buon uso!

Namastè è una parola sanscrita il cui significato letterale è "mi inchino a te": infatti è formata da namas, ossia "salutare, inchinarsi facendo una reverenza" e dalla parola ti, ossia "a te"! Ma a parte il significato puramente letterale, il saluto Namastè è legato ad un significato spirituale che molti traducono con: *il divino che è in me saluta il divino che è in te*. Anche a me piace questa ultima interpretazione e mi piace, se posso, unirvi anche il classico gesto delle mani giunte dinnanzi al cuore (che sarebbe, poi, un mudra), mentre inchino il capo verso la persona a cui lo dirigo!

L’ho imparato qualche tempo fa e vorrei che tutti coloro che si rivolgono a Lina, proprio perché in ciascuno di noi c’è qualcosa di “sacro”, lo usino quotidianamente per salutarla anche qui con tutti voi!

 

Edda CattaniNamasté : mi inchino a te
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La vida es sueño

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LA MERAVIGLIA  DELLA  VITA  UMANA

"La grandezza della vita sta nella grandezza del Sogno in cui si è deciso di credere"

(MARTIN LUTHER KING)

Ci siamo incontrati per parlare dell'amore ed ora vediamo le domande che si pone il papà di Lene, nell'articolo postato sotto. Vogliamo parlare di questa esistenza come meraviglia o sogno. Pensiamo che anche la vita animale e vegetale è meraviglia e ci è affine. Riconosciamo questa meraviglia, immergiamoci riconoscenti nella dolcezza, nel valore di questa continuità. Ma anche realizziamo che solo la vita umana può dire a se stessa la meraviglia che: la vita, solo nella vita umana, la vita giunge alla coscienza di sé.

La vita umana è quel luogo della materia matura dove si accendono misteriosamente coscienza, pensiero, esperienza morale, manifestazioni di spiritualità contemplativa e creativa, nostalgie e dedizioni e tragedie d'amore, tutte cose su cui non voglio fermarmi perché sono accessibili all'esperienza comune, ma che fanno della vita umana una parte più grande dell'intero universo biologico e fisico che la contiene, un effetto che può tra­scendere l'immensa causa da cui ha origine, non contentarsi di questo universo, metterlo in questione, chieder­gli radicale giustificazione di sé nell'ordine dell'essere e nell'ordine del valore con la scienza e la filosofia.

L'uomo è micidiale all'uomo, perché non vede che cosa veramente è l'uomo.

Come meraviglia si contempla la vita umana come tenerezza del cuore.

 

 

 

 

Il cuore ha un suo modo di vedere, che non è quello de! pensiero ma che è conoscitivo.

 

Non è conoscenza quella che acquisisce il padre nello scrutare il profilodel bambino che tiene in braccio, non è conoscenza quello che  l'innamorato  segue nei  movimenti di lei … Queste cose conosce della vita umana la tenerezza del cuore e altre quali le beatitudini evangeliche, che parlano di una vita che supera l’autoaffermazione naturale. Questa conoscenza sa toccare, gli orro­ri, le disperazioni sempre possibili della vita in un modo che inspiegabilmente solleva, guarisce.

 

Non dovremmo mai dimenticare come ogni vita, ogni stadio della vita, può presentarsi all'amicizia incondi­zionata, alla tenerezza del cuore.

«La cosa forse più bella della vita umana è che ci sono altre vite umane»,  molto accade come se nel semplice essere se stessi, essere grandi, al limite divini, non si realizzasse ancora la pienezza di quello che l'idea di vita umana contiene o promette. La vera vita sembra essere un vivere insieme la vita: perfino in Dio, se è vero il più profondo mistero cristiano che essa sia vita non sola, ma con altri, per altri, di altri; comunione di vita.

 

 La vita più vera e più forte non è quella che si contrappone alle altre e forse le sovrasta, ma quella che maggiormente si comunica, che maggiormente comunica con tutte le vite. La vita più grande e più forte è la vita di (tra) tutte le vite.

 

.."Ma le canzoni
son come i fiori
nascon da sole
e sono come i sogni
e a noi non resta
che scriverle in fretta
perché poi svaniscono
e non si ricordano più"..


(VASCO)

Altra meraviglia è contemplare la vita umana come appare all'abisso della fede.

 Qui la vita umana è avventura [senza Fine. Una volta che c'è, è] per sempre. Noi ammessi alla vita, questi e non altri, per eterno decreto, saremo stati l'unica storia dell'essere nell'infinità del possibile, saremo appartenuti al club più esclusivo che si possa pensare.

 

L'essere avrà avuto il mio volto. L'eternità avrà per sempre il mio volto. Perché proprio il mio, scelto dall'A­more infinito?

 

Entro l'abisso della fede, la vita si presenta guardata molto più dal termine, dall’éschaton, che dall'inizio. L'inizio già non è povera cosa, come abbiamo visto: la cellula umana è un miracolo di complessità che richiede un'immensità per formarsi, il suo grembo è un universo di miliardi di anni luce. Ma nulla distingue nel visibile quella cellula dalle altre cellule viventi, e mortali.

È dal termine che, nella fede, si comprende l'inizio. In Dio viene prima ciò che viene dopo, il compimento della storia: quelle cellule come tutte le altre sono l'inizio di una vita eterna elevata alla visione di Dio. Dal dopo si capisce il prima.

 

La fede vede il mondo alla rovescia. La vida es sueno: dalla vita che «è sogno» ci risveglieremo alla vita che è realtà. Diremo: era solo un sogno. Vedremo come stanno veramente le cose. Si ridimensioneranno incredibil­mente tutti i valori.

 

La grandezza umana: era un sogno. La sofferenza, il fallimento, l'orrore: era soltanto un brutto sogno. Ecco quello che contava: la buona volontà: ecco anello che conta: la gloria di Dio, il dono di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Edda CattaniLa vida es sueño
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Comunione e comunicazione

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Fine estate: ripropongo l'invito

 

Movimento della Speranza: comunione e comunicazione.

 

 

Sperare vuol dire attendere il momento che , opportunamente, arriverà per ciascuno di noi. Sarà un segno di modeste dimensioni, che altri non noteranno, ma che per noi sarà denso di quel contenuto noto a noi soli e che ci abbaglierà come Paolo sulla strada di Damasco. Prepariamoci a questo evento, durante l’estate, e arriviamo a Cattolica non come gente che soffre di una malattia inguaribile, ma con lo spirito che si ritrova nella “Salvifici doloris” di Giovanni Paolo II° del 1984. Arriviamo per volere essere riscattati, con la spiritualità di chi non vuole vivere un  dolore alienante, ma nella prospettiva della salvezza e della risurrezione. Ricordiamo anche che la “comunicazione” con i nostri Cari esige “rispetto” verso coloro che potranno avvicinarci ad essa e verso i fratelli che , come noi, attendono una stilla di acqua benefica. Pensiamo ai nostri amati Figli che non conoscono più invidie, prevaricazioni, miserie e meschinità e chiediamo a loro stessi di venire a noi illuminandoci della loro Luce, abbracciandoci dell’aura benefica che li avvolge, facendosi riconoscere per la loro vicinanza.  Chiediamolo… e attendiamo … con carità e rispetto … per tutti.

 

 

 

           “Venite a me voi che siete affaticati e stanchi…”

 

Il senso della sofferenza va “trovato” e capito “dall’interno. Cristo ha fatto questo: egli che avrebbe potuto predicare, narrare il dolore e la morte, ha “raccontato” la sua stessa vita. Prima di lui dolore e morte erano segno di un limite, di imperfezione e bagaglio umano creaturale. Con Lui abbiamo la certezza di essere compresi nella nostra angoscia, nello smarrimento, nello sconforto e nella tristezza. Lui le ha provate tutte, come noi, come un qualsiasi uomo, come una qualsiasi madre: l’abbandono, l’incomprensione, la derisione, la nudità. Noi madri, scarnificate, derelitte, offese, abbruttite potremo tornare a vivere e a sorridere perché la vicinanza “dell’uomo dei dolori” ci aiuterà a rivedere tutta la nostra vita, a comprendere la sofferenza degli altri, a dare la giusta importanza alla relatività delle cose. In questa condizione potremo avvicinarci a Cattolica con maggiore serenità e, siatene certi, saremo ascoltati. L’atteggiamento di chi spera è autenticità che richiama un dono ineffabile divino: quello della “provvidenza” che diviene carisma, luce e conforto.

 

                                                                          

Il programma di Cattolica

 

 

Ecco, cari amici, che avete vissuto storie simili alla mia e voi che da anni fate parte  del Movimento della Speranza, vi presento il nostro programma del Convegno di Cattolica.  Lo trovate in alto, nella pagina CONVEGNI, nella HOME di questo sito. Approntarlo é stato un lavoro lungo e impegnativo in cui l’amica Paola Giovetti ha avuto un ruolo prezioso. Ora il guardare all’alternarsi di tanti relatori e presenze può far pensare ad un grande involucro in cui resterà poco spazio per gli interventi individuali e per le richieste dei singoli. Chi giunge a Cattolica, infatti, è desideroso non solo di apprendere i contenuti delle discipline che ci affascinano, ma di dare risposta agli innumerevoli “perché “ sull’esistenza e sulla morte. Cattolica è spesso meta di disperati, distrutti da un lutto recente, annebbiati da una visione della vita e di un Dio che sembra volerci togliere le persone a noi più care. Questi sentimenti li abbiamo provati tutti, ma se col tempo il dolore non è scomparso, molti di noi hanno accettato un disegno imperscrutabile a cui daremo risposta solo quando saremo liberi dai lacci che avvolgono la nostra materialità terrena.  Il senso della sofferenza non può essere spiegato, ma solo “trovato” cioè vissuto dall’interno ed un aspetto importante della condizione umana è proprio quello di ritrovarsi con altri che hanno vissuto la nostra stessa esperienza per cominciare a pensare, non solo emotivamente.

Comunione e comunicazione

 

 

E’ ancora estate con le sue calure, i campi bruciati dal sole e con i frutti ormai raccolti, i profumi di erba essiccata, il mare azzurro e le colline verdi, colorate di fiori e frutti selvatici.  La natura è ad una svolta che scioglie nell’animo l'emozione del ricordo dopo l’attesa per l’evolversi  delle abitudini  rappresentate da quel periodo definito “ferie” che ha lasciato alle sue spalle un’infinità di immagini. Come la natura è in pieno rigoglio, così il nostro animo si lascia andare ad una malinconica rilassatezza che trova spazio nella vasta realtà dei nostri ricordi più o meno recenti … i bambini al mare, il bagnetto, le merendine… la doccetta… e noi in vacanza con tutta la famiglia.

La realtà odierna è proprio quella di aver visto a poco a poco sgretolarsi la nostra esistenza, ma riflettendo, questa necessaria evoluzione ha dato luogo a vite nuove, ad ambientazioni diverse,  a svariati gruppi compositi, non tanto dissimili dai precedenti perché anche noi abbiamo contribuito a crearli.

 

 

 

Quando insegnavo ricordo che dicevo ai miei piccoli: “Vedete noi viviamo il tempo presente, perché siamo qui e ci vogliamo tutti bene, ma guardiamo avanti perché ci aspetta un tempo che si chiama “futuro” e sarà tutto nostro… perché lo costruiremo insieme, un pezzetto alla volta.” “…ma cos’è il futuro?…”  “ E’ la pasta che la mamma ti sta preparando a casa e che tu mangerai, è il saluto del papà che verrà a prenderti, è il letto con le lenzuola profumate in cui reciterai le preghiere questa sera!” “Ma quanto tempo ci vorrà perché io diventi grande?” “Eh… il tempo è come il vento e corre veloce…” E tutti a fare con la bocca vvvvvvvvuuuuuhhhhhh!!!

 

Qualche tempo dopo era Andrea che il giorno di un mio compleanno, mi sussurrava, in un colloquio interiore: “ I compleanni servono per fare festa…. Hai visto mamma, come il tempo passa???” Il tempo … è vero che corre veloce facendoci attraversare immagini colorate di blu, come il cielo e gli occhi dei bambini, di nero come il velo della morte, di rosso come il sangue del cuore…  ma anche come le emozioni forti e dolcissime del nostro vissuto quotidiano.

 

Ecco “un mondo bambino” fatto di sogni, di dolcezze e di speranze … E’ vero, molte non sono andate a buon fine ed è anche vero che alcuni di quei piccoli che io ricordo uno ad uno… non è diventato “grande” ed altri, tanti altri… se ne sono volati via in una serata al ritorno dal lavoro o dalla discoteca…. Tanti ragazzi hanno preso il volo troppo presto, così il mio piccolo Marco e Andrea, il mio tenente, partito sulla soglia della giovinezza appena iniziata.

Sono però convinta che ognuno abbia fatto il “pieno” della sua storia o, meglio, ha raggiunto la sua completezza in quell’arco di tempo che a loro è stato dato; un tempo vissuto intensamente, gioiosamente come è il tempo “dei giovani” che sanno prendere le vicende della vita con allegra spregiudicatezza.

Un’eterna altalena fatta di ricordi

 

 

 

Una deformazione professionale mi porta sovente a parlare con gli esempi che, da giovane mamma ed insegnante, sapevo trovare con i miei bambini. Ricordo che quando morì tragicamente un papà di una mia piccola alunna, dovendo parlare della “morte” raccontai un aneddoto che mi fece avvicinare a loro, senza sconvolgere quelle piccole menti. Si trattava in verità di un articolo scritto da Luca Goldoni che rispondeva ad una madre che aveva perso il suo bambino: “Facciamo conto di trovarci in cima ad un monte e di vedere, giù nella valle, snodarsi una linea ferroviaria. Lontano a sinistra c’è un treno che avanza e che, poi si ferma improvvisamente perché una frana è caduta sui binari ed ha ostruito la linea. A destra, sempre lontano, c’è la gente che aspetta il treno. Noi che siamo in cima al monte, nell’attimo stesso che il treno si ferma davanti alla frana, sappiamo già quello che ignorano i viaggiatori della stazione di arrivo e che, sapranno solo tempo dopo. Perché tutto questo? Perché noi abbiamo la visione delle alte sfere, perchè guardiamo dall’alto e perché in alto siamo più vicini a Dio” . 

 

Oggi vorrei aggiungere che chi sta in alto non ha il limite della concezione spazio-tempo e del prima-dopo. Per quelli giù a valle la causa e l’effetto sono staccati nel tempo e solo più tardi i viaggiatori in attesa conosceranno la causa (la frana che ha fermato il treno) e risentiranno dell’effetto (il ritardo del treno). Ma noi dobbiamo imparare a guardare dall’alto e a considerare le cose nella dimensione dell’eternità.

 

Ricordo ancora, quando ero bambina, che mi fermavo a pensare a questa parola: eternità… e venivo colta dal panico. Nella mia piccola esperienza tutto era circoscritto ed io sapevo misurare le cose solo con il mio “..e poi? … e poi? … e poi?”  Oggi cerco di pensare all’eternità come coloro che, sulla cima del monte, guardano gli uomini nella vallata, che aspettano il treno e… mi metto nelle mani di Dio.

 

 

 

Edda CattaniComunione e comunicazione
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Buona estate!

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 Per augurarvi una serena estate vi dono le parole, i saluti e le immagini dei miei ultimi giorni di scuola.

 

LA VITA È BELLA COSÌ

Sorridi, senza ragione
Ama, come se fossi un bambino
Sorridi, non importa quel che ti dicono
Non ascoltare una sola parola
perché la vita è bella così

Lacrime, un'ondata di lacrime
Luce, che lentamente si affievolisce
Aspetta, prima di chiudere il sipario
C'è ancora un altro gioco da giocare
E la vita è bella così



Dalle immagini dei  prati fioriti

 

Qui, nei suoi occhi per sempre
Sarò sempre vicino come ricordi

Ora, che sei là fuori da solo
Ricorda, quel che è vero e quel che sogniamo è solo amore.

Tieni il sorriso nei tuoi occhi
Presto, il premio che aspettavi da tempo
Dimenticheremo il nostro dolore
E penseremo ad un giorno migliore
perché la vita è bella così



All'uscita dalla "Karol Woytjla" 

 

Dimenticheremo il nostro dolore
E penseremo ad un giorno migliore
perché la vita è bella così

C'è ancora un altro gioco da giocare
E la vita è bella così

 

Ai campi dei Giochi della "Papa Luciani"

 

Un sorriso a tutti per far bene al cuore…

Edda CattaniBuona estate!
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