Convegni Seminari: Relazioni

Krisztina Nemeth a Cattolica

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UN’ESPERIENZA UNICA A CATTOLICA!

 

 

Krisztina Nemeth è una cantante lirica medianica professionista ed insegnante, laureata all´Universitá di Musica ed Arti Rappresentative di Graz (Austria).
Ricercatrice del suono, della voce e della sperimentazione nel collegamento tra le energie visibili e invisibili.
Le testimonianze delle persone che sono state trattate da Krisztina sono estremamente positive: tutte raccontano di un cambiamento veloce delle loro esistenze e delle sensazioni di un nuovo senso di centratura, di pace, di gioia e di connessione ritrovata.
“Ho visualizzato una figura angelica che sollevava il volto di mia figlia, lo avvicinava a sé, come per darle un bacio. Il colore che dominava era il bianco. Sono ancora emozionata dall´esperienza di oggi e mi tremano ancora le mani e l´organismo tutto sta ancora vibrando.”
“ Un salto-silenzio-mente vuota-mi sono trovato come in Paradiso, dove l´ascolto era totale dove l´estasi é…Poi ero Uno con te, senza separazione.” “Ti scrivo un grazie profondo. Sei un dono per tutti noi, la sensazione che mi ha attraversato non ha parole umane. Grazie” “ Il mio orecchio sinistro ha percepito una piacevole vibrazione che ha inondato fluidamente tutta la mia profonditá. Grazie “ “Quando hai cantato per me é stata un emozione fortissima mi sono sentita avvolta in un fascio di luce e i miei occhi vibravano come cerchi nell´acqua. La sensazione che ho provato é stata di liberazione e sicurezza nello stesso tempo. Grazie del tuo dono.” “Sensazione provata, come se fosse un angelo vicino a te che canta con una dolce voce. Doppia vibrazione.” “Una vibrazione che si espande per tutto il corpo.”

Kris

Edda CattaniKrisztina Nemeth a Cattolica
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Il perdono (scritto medianico)

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Da UMBERTO DI GRAZIA

 

 

 

che terrà un seminario a Cattolica:

 

Perdono, dai Presunti Scritti di Ernesto Balducci e dal nostro sito..!
Il perdono non è amore, ma sottile orgoglio, perché esso significa che resto pur sempre
io la persona importante, sono io che sto perdonando. Non è perdonando che si ama,
ma comprendendo e motivando il comportamento di colui che ha offeso.

Se si desidera comprendere qualcuno, non lo si condanna, non lo si biasima, ma lo siosserva, lo si studia e , soprattutto, lo si ama, nutrendo per lui intenso interesse.

Per esempio, se intendo conoscere a fondo un bambino, dovrò amarlo e mai
condannarlo: dovrò giocare con lui, osservarne i movimenti, le idiosincrasie, il modo di comportarsi e così via.

Ma, se lo biasimerò per la sua condotta, non riuscirò affatto a comprenderlo e ad aiutarlo a crescere interiormente, a migliorarsi.
Se vorrò capire chicchessia, dovrò essere calmo, mettere da parte le mie suggestioni, i
miei pregiudizi e guardarlo faccia a faccia: soltanto quando la mente si sarà liberata dai propri condizionamenti, comprenderò. Non vi è amore, quando non vi è
considerazione, rispetto per l’altro, sia esso amico o nemico.


 

Edda CattaniIl perdono (scritto medianico)
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Da Cattolica con amore

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PASSI NUOVI VERSO LA FEDE.

 

 

Da “Angela de Francesco” su FB
Fare il punto su un Convegno come questo di Cattolica, di così ampio spessore culturale, ben organizzato, che ha dato spazio anche a testimonianze ed emozioni, non è facile; tuttavia, oltre al desiderio di ringraziare la instancabile Edda Cattani che nonostante la sua dichiarata stanchezza, continua a spendersi in prima persona per offrirci un' occasione di crescita spirituale, sento il desiderio di condividere una riflessione sorta in me qualche g…iorno prima di partire, relativa al tema specifico di questo 28° convegno: PASSI "NUOVI" VERSO LA FEDE.
Sinceramente mi chiedevo quali potessero essere questi "nuovi" passi: la nostra fede ha radici antiche, il percorso verso di essa è già stato indicato in tanti modi, dobbiamo solo incamminarci e muovere noi stessi i nostri passi, pensavo; quale "novità" può ancora essere suggerita?
E invece mi sbagliavo: da quel palco sono stati mostrati tanti percorsi, i più svariati, per giungere alla stessa meta: la Fede, sono sicura che ognuno avrà trovato quello che più si adatta al proprio vissuto, alla propria sensibilità; dalle apparizioni Mariane, alla fisica quantistica, alle Costellazioni familiari, alla metafonia etc…tutti ponti verso l'Aldilà, verso il Regno di Dio, verso l'Infinito.
Per me in particolare è stata una grande scoperta, quindi una novità, aver capito finalmente il senso profondo delle Costellazioni familiari: non le conoscevo, e molto superficialmente mi sono solo soffermata sul fatto che sono "rappresentazioni" e come tali, ripeto ignorantemente, le avevo percepite come "finzioni" e non avevo mai approfondito; ieri, con la gradevolissima presentazione del prof.Raffaele Cavaliere, ho capito che anche le Costellazioni familiari sono veramente un ponte verso l'Aldilà, che anche in queste "rappresentazioni" c'è il Dito di Dio che ci offre il Suo aiuto verso la guarigione spirituale.
Naturalmente l'argomento richiede di essere approfondito, cosa che intendo fare con il libro acquistato appunto al Convegno. Sono sicura che mi aiuterà a fare un "passo nuovo" verso la Fede.
Con questo spirito ringrazio Edda Cattani e tutto il Movimento della Speranza, per avermi offerto un nuovo motivo per sperare.

Da Barbara Amadori su FB

 

Vorrei esprimere la mia profonda gratitudine a tutti coloro che hanno partecipato al Convegno del Movimento della Speranza a Cattolica, alla serata dimostrativa, ai colloqui individuali, alle conferenze. Ringrazio sentitamente e con molto affetto Edda Cattani che ha avuto totale fiducia nella sottoscritta, e che mi ha permesso con amore di portare la testimonianza della continuità della Vita, baluardo della mia esistenza. Un grazie intenso a Marco Luzzatto metavisione, e a Riccardo Di Napoli. Ma soprattutto il mio più grande GRAZIE va al Mondo Spirituale, ai miei e vostri Cari che mai si stancano di testimoniarci ed indicarci la Via dell'Amore Divino. Un forte abbraccio Barbara

Edda CattaniDa Cattolica con amore
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Scienza e Fede: Padova 2013

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Scienza e Fede: Padova 2013

 

 

 

Una giornata nebbiosa e tante persone iscritte ad un piccolo convegno per fare andare a briglie sciolte la “speranza”! Oltre vent’anni di esperienza dovrebbero essere servite per fare dell’offerta una gradevole abitudine. Ma non è così… si teme sempre di non essere all’altezza perché questi incontri non sono come quelli che solitamente vengono messi fra gli “eventi”. Qui c’è la storia di tanti dolori, di occasioni mancate, di fili spezzati … a volte di una fede smarrita. Come si fa allora a contenersi, a non farsi un esame di coscienza per dire a tutti che non c’è nulla da proporre se non qualche modesta voce per fare aprire la cassaforte del cuore, anche quando questa è chiusa a doppia mandata.

 

Non ci sono esempi da proporre, solo “condivisione” della sofferenza, perché sì so cosa essa sia, so quanto ci è stato chiesto, so quale fardello abbiamo sulle spalle, ma non per questo mi sento migliore di altri, anzi mi metto ultima fra gli “ultimi”. Una “testimone” questo sono perché se molto mi è stato tolto, altrettanto se non di più mi è stato dato.

 

Ora poi siamo diventati una ONLUS e portiamo avanti ancora una volta, la nostra beneficienza, inviata quest’anno ai bambini dell’Angola… i piccoli diabetici di Sr. Lucia delle Suore Salesie che, ogni anno viene a Padova per raccogliere anche il nostro piccolo contributo.

 

Dopo questa necessaria premessa, come non ricordare i primi grandi convegni tenuti ad Abano Terme…. Tre giorni di ricerca psichica all’insegna sempre della tematica che le raccoglie tutte SCIENZA e FEDE, grandi indirizzi che hanno sempre caratterizzato i nostri seminari di studio sulla ricerca psichica. Li promuovemmo quando ancora non c’era nulla né in Veneto né in altre parti d’Italia… vorrei dire che, con Carla Castagnini che poi è andata avanti fino a costruire il “Centro Culturale L’Albero”, siamo state le prime ad uscire allo scoperto, nate da una costola del Movimento della Speranza di Cattolica. Fu il Prof. Liverziani a sollecitarci a farlo, dicendoci che ci avrebbe aiutato ad organizzare questi eventi e mai mancò la sua presenza fino al 1998 quando compimmo l’ultima nostra esperienza, ritenendola ormai troppo gravosa da gestire. Avevamo accolto in sedi prestigiose personaggi di fama internazionale quali il fisico Senkowsky, i coniugi Harsch, la guaritrice Maggie Lebrun… ma anche grosse personalità quali Vittorio Messori, di P. Heinrich Pfeiffer ed altri…

 

Ed eccoci oggi qui, anzi, eccomi qui, dopo che Mentore mi ha lasciata sola a portare avanti questa vicenda che lui, con tanta disponibilità e amore aveva curato. Eccomi allora, accompagnata dalle figure amiche di Giuliana Vial, di Daniela, Dora, Lorella, Chiara, Nicoletta e dall’impareggiabile Luciano Fassina, a reggere questa fatica, anche per una sola giornata, in un luogo modesto, quale la sede dell’Antonianum retto dai Padri Gesuiti, e a gestire questa piccola “iniziativa” che diviene una preparazione al Santo Natale, in un clima di solidarietà e di Fede!

  

L’introduzione è dedicata alla nostra ACSSS e dopo subito una testimone dei nostri RAGAZZI : la Mamma di Marina che è venuta accompagnata dalla cara Amica Venera di Torino.

 

L’amico Franco Copes che ci ha raggiunto già dalla sera precedente, ci dona momenti di grande sensitività trasmessa agli astanti con inferenze particolari.

 

 

 

Continua il Prof. Carluccio Bonesso, figura amica conosciuta a Cattolica che parla di “scienza delle emozioni” e viene ascoltato con grande interesse.

 

Arriva l’amica di sempre, Paola Giovetti che ci propone l’ultimo Beato, proclamato da Papa Francesco: “Beato Rolando Rivi” un Santo dei nostri giorni.

 

 

 

Un’altra Mamma attende la nostra condivisione con la sua esperienza pluriennale nel Movimento della Speranza, quale “mamma dei tre”.

 

 

Infine abbiamo l’onore di chiudere con la presenza di un rappresentante autorevole della cultura padovana: il Prof. Guido Sgaravatti con “Il divino che è in noi”.

 

Tanti gli interventi, le domande, la partecipazione attiva che termina con la celebrazione eucaristica e da sempre la Mamma di Carlo che suona dolcemente l’Ave Maria di De André per commuovere tutti noi.

 

Grazie amici, grazie a tutti voi, siete stati coraggiosi a raggiungerci così numerosi in una giornata di freddo e gelo… avremmo voluto darvi ancora di più…

 

GRAZIE a tutti coloro che tanto hanno fatto tanto per la riuscita di questo evento e … a tutti, tutti i nostri Cari e a TE, ANDREA e a TE MENTORE!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Edda CattaniScienza e Fede: Padova 2013
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Alla ricerca di mia figlia

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“Mamma, la parola più bella”

(di Maria Letizia Tommasoni Mamma di Marianna)

 

 

Non sono qui per parlarvi del dolore, quello lo conoscete bene nel profondo del vostro cuore, con tutte le sue sfaccettature. Non sia mai però il dolore un muro che ci divide dagli altri ma sia piuttosto un ponte che ci faccia comprendere il valore della compassione affinché il dolore dell’altro diventi anche il nostro. Sono qui per raccontarvi il mio cammino di rinascita dal dolore che ho anche riassunto in un piccolo libro che si intitola “Mamma, la parola più bella” che era la frase che era solita dirmi mia figlia Marianna.

Il 18 agosto 2010 mia figlia Marianna, appena 18enne, non è più rientrata a casa, per lo meno non fisicamente. Quel giorno il mio cuore è stato trafitto da una spada, come i vostri. Di fronte mi sono trovata a scegliere un percorso tra due strade divergenti. Potevo lasciare che la disperazione o la rabbia per non aver protetto la mia bambina o il rancore per chi si era reso responsabile, direttamente o indirettamente, della sua morte, mi facesse avvizzire il cuore e rendesse il mio dolore sterile. Oppure potevo rendere fertile quel dolore per dilatare il mio cuore, in una maternità ampliata, come fece Maria sotto la Croce.

In un attimo avevo perso non solo mia figlia, ma anche mia madre e mia sorella, e la mia migliore amica. Avevo perso tutto. Precipitavo in un baratro senza fondo e buio. Ma quando l’uomo non può più confidare in se stesso, finalmente impara a confidare in Dio, l’Unico che può dare un senso alla vita, anche ad un evento così apparentemente senza senso. Non si possono comprendere i disegni di Dio però si possono umilmente accettare, fidandosi di Lui come bimbi che ad occhi chiusi seguirebbero fiduciosi il proprio padre anche sull’orlo di un precipizio. Dio è onnipotente, se avesse voluto so per certo che avrebbe potuto salvarla, invece ha lasciato che morisse ‘prematuramente’. Ma che cosa ne sappiamo noi di quando un’anima sia ‘matura’ per il Cielo? Solo Dio lo sa.

Ho fatto un vero e proprio atto di affidamento al Padre, Gli ho detto: “Io non so perché l’hai già richiamata a Casa però mi fido di Te. Ora però sono completamente svuotata di fronte a Te, ricolmami. Sono completamente debole, sarai Tu la mia forza. Tu non sarai solo mio Padre ma anche il mio medico ed il mio psichiatra. Tu mi consolerai per il resto dei miei giorni”.

E così, anziché rimproverarGli ciò che sembrava avermi tolto, ho cominciato a lodarLo e ringraziarLo per tutti i doni che mi aveva fatto da quando ero nata: la vita, la salute, la famiglia, ho avuto la possibilità di studiare, ho avuto due splendide figlie… Tutto è Grazia, non dimentichiamolo mai… Tutto è Grazia!

Poi ho chiamato a me i miei cari ed ho detto loro che da lì in poi mi sarei ritirata nella mia ‘chiesa’ interiore alla ricerca di Dio e di mia figlia. Pregavo incessantemente, le preghiere classiche, la coroncina della Divina Misericordia ed il Rosario, per la prima volta nella mia vita. Quando mi distraevo, ricominciavo sempre dall’inizio. Certamente ero addolorata, quella spada era sempre lì nel cuore (e sempre vi resterà) ma non ero disperata perché disperare significa non sperare mentre io speravo ancora: in Dio, in Gesù, nelle Sue promesse. Ero certa che le avrebbe mantenute! Egli mantiene sempre le Sue promesse, è il nostro migliore Amico e l’unico che non ci deluderà mai!

Però, per essere degna di un dialogo con Lui, dovevo ripartire da zero. Allora sono entrata dentro di me e mi sono fatta un severo esame di coscienza poi sono andata a riconciliarmi con Lui. Sì, non mi vergogno a dire che dopo 20 anni sono rientrata in un confessionale e quel giorno il Signore mi aspettava accanto a quel sacerdote! Era accaduto un Miracolo: io avevo donato la vita a mia figlia ma lei mi aveva donato una nuova Vita! Quel giorno ho compreso che siamo tutti ‘malati’, in maniera e gradi differenti, ma siamo tutti malati. Ma la bella notizia è che Dio ci ha posto tutti nel peccato, nella ‘malattia’, per usarci la Sua infinita Misericordia! Egli ci ama infinitamente, più di un padre e di una madre, più di quanto noi amiamo i nostri figli, i nostri cari! Ed è il Padre Misericordioso della parabola del figliol prodigo, è sempre alla finestra o alla porta ad aspettarci, non Gli basta che un nostro cenno per correrci incontro. Ma siamo noi che dobbiamo operare una ‘conversione’, un’inversione di direzione della nostra vita, e indirizzarci verso di Lui. Dio è madre, e quale madre sentendo che il figlio la chiama disperato, non fa del tutto per farsi trovare?

E così più pregavo incessantemente e più percepivo che quel fiele amaro nel profondo del mio cuore si tramutava in qualcosa di dolce e indefinibile e acquisivo una pace sovrumana ed una forza sovrumana.

In questo incessante dialogo col Signore ho compreso il significato della Comunione dei Santi. L’amore che ci lega ai nostri cari è eterno, è più forte della morte, è più forte di tutto, è un legame indissolubile. E forti di questo amore noi, in comunione con loro, possiamo fare la volontà del Padre come in Cielo, dove sono i nostri cari, come in terra dove operiamo noi. I nostri cari istillano nelle nostre menti e nei nostri cuori pensieri di Paradiso e vi piantano ammonimenti. Certamente sono scomparsi alla nostra vista ma sono ancora vivi perché ciò che Dio ha creato non può più non essere! Non si cessa di esistere solo perché si è privati del proprio involucro corporeo. Certamente hanno un nuovo linguaggio, un linguaggio ‘del cuore’. Marianna da bambina amava molto il libro ‘Il piccolo Principe’ ed era solita ripetermi la citazione ‘L’essenziale è invisibile agli occhi, non si vede bene che col cuore’. Se anche noi imparassimo a parlare e ad ascoltare col cuore, comprenderemmo come spesso l’apparenza ci inganni. Io da quel 18 agosto 2010 non ho cessato un momento di parlare con la mia Marianna. Non ne percepivo le risposte ma ero certa che fosse viva e stesse accanto a me come sempre.

Ovviamente, sono umana, anche io ho dei rimpianti, l’avrei voluta vedere diplomata, laureata, sposata e con dei figli, ma ecco, questi erano miei progetti, miei disegni. Poiché i nostri figli sono innanzitutto figli di Dio, Egli aveva un altro Progetto per lei. La vita non mantiene le sue promesse perché la vera vita è quella Eterna!

Ora attendo Marianna come quando doveva tornare da scuola o da pianoforte, l’attendo con pazienza. Rivedremo i nostri cari, dobbiamo esserne certi, e quando li riabbracceremo, non sarà trascorso che un battito di ciglia.

Dobbiamo anche sopportare la nostra sofferenza con pazienza, perché la sofferenza è amore sublimato, purificato dal dolore. Partecipiamo alla Missione redentrice di Gesù!

Quando guardo Gesù crocifisso, però, io non sento che mi dice “Guarda quanto soffro per te” piuttosto sento “Guarda quanto ti amo!”. Ecco, anche noi dobbiamo prendere la nostra croce e seguirLo, donando la nostra sofferenza con amore, per i nostri cari, per gli amici, per il prossimo, e anche per chi non ci garba… Abbracciamo la nostra croce! Sopportiamo la sofferenza col sorriso. Ogni creatura abbracciata alla croce diviene fonte di salvezza per sé e per gli altri!

Siamo anche testimoni dei nostri cari che hanno lasciato un’eredità che va raccolta, per non vanificare la loro esistenza. Marianna nel suo ultimo giorno di vita disse che aveva deciso di voler fare il medico nei luoghi dove c’era più sofferenza. Per noi familiari questo è il suo testamento. E così abbiamo raccolto in un libro i suoi dipinti ed i suoi scritti da quando aveva 9 anni fino all’età di 18 anni , in cui se n’è andata, e il ricavato delle offerte è stato devoluto a Medici senza Frontiere, sperando di assecondare così il suo desiderio. Sia sempre l’Amore il motore che ci muove. Alla fine conterà solo quanto avremo amato, Dio e Lui nei nostri cari, nel prossimo e nei nemici, e quando ci troveremo ad amare i nemici, non ci sembreranno più tali.

A Pietro, che aveva rinnegato il Signore per ben tre volte, Gesù domanda per tre volte solo una cosa: “Tu mi ami?”. Lo sta chiedendo anche a ciascuno di noi. Egli, forte dell’amore per noi, ci restituirà i nostri cari. Gesù di fronte alla vedova di Nain che aveva perso il suo unico figlio, è mosso da compassione e glielo resuscita, restituisce il figlio alla madre! E Abramo crede ciecamente nel Suo Dio tanto che non esita a consegnarGli il suo unico figlio Isacco per sacrificarlo. Ma quando Abramo, completamente abbandonato a Dio, fiducioso in Lui, dona il figlio a Dio, Dio che cosa fa? Glielo restituisce! Ecco, voglio lasciarvi con questa consolazione, con la speranza che il Signore ci restituisce i nostri cari! E nella Fede…la speranza diviene certezza!

La mia guida spirituale, una meravigliosa suora di clausura, appena scomparsa Marianna, mi ripeteva sempre: “Cerca il Regno di Dio”.

Oggi posso dirvi con fermezza: cercate il regno di Dio e siate certi che TUTTO IL RESTO vi verrà dato in aggiunta!

 

Edda CattaniAlla ricerca di mia figlia
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Emozioni da Cattolica

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EMOZIONI DA CATTOLICA

GRUPPO: ALLA RICERCA DEI NOSTRI ANGELI,ATTRAVERSO LA METAFONIA

 

E dopo l'apertura … lasciam parlare loro…

Di Angela De Francesco, Gianna Marino e altri…

 

Di ritorno da Cattolica voglio scrivere due righe di "commento" sul Convegno, al quale ho partecipato per la prima volta, proprio sull'onda delle emozioni scaturite abbondanti in questi giorni. "Familiare" perché ho avuto subito la sensazione di trovarmi in una grande famiglia dove, in quanto tale, regna sovrana la condivisione. Sono stati tre giorni intensi in cui ci siamo appunto scambiati di tutto:pensieri, sentimenti, ricordi, lacrime e sorrisi nel dispiegarsi di una operazione aritmetica particolarissima in cui contemporaneamente il dolore si divide e l'amore si moltiplica, nel comune denominatore della speranza.

Sul palco si sono avvicendati relatori illustri che hanno conferito al Convegno un notevole spessore culturale, e mamme carismatiche che hanno mostrato a noi in sala il loro dolore ma anche il suo superamento, vincendo il naturale pudore per offrire una possibile "via di fuga" alla disperazione.

E in effetti molteplici sono state le "chiavi di lettura" del dolore: la Fede, il Volontariato, il Perdono terapeutico, la Metafonia…Ognuno saprà trovare la sua strada, ma sicuramente tutte ci solleveranno un pochino dalla terra per mostrarci un orizzonte più vasto dove ci attende l'Infinito.

Un ringraziamento particolare va quindi alla nostra instancabile Edda Cattani che, insieme allo staff del Movimento della Speranza, ha reso possibile tutto ciò, spendendosi in prima persona con la sua consueta signorilità, la sua sapienza, la sua saggezza e la immancabile amorevolezza.

Ci tengo inoltre a sottolineare che le nostre metafoniste Gianna Marino e Alessandra Bertone in rappresentanza del gruppo di FB, sono state assolutamente all'altezza della situazione tra i numerosi e autorevoli relatori, mostrando con disinvoltura e competenza una "via possibile" (quella della metafonia) al superamento del dolore di una perdita.

Anche nelle dimostrazioni pratiche…un "figurone"! aiutate dai nostri Angeli che non hanno disatteso le loro aspettative e si sono infilati dappertutto: anche nelle prove tecniche Essi hanno voluto dire la loro!

In particolare la serata di sabato con la presenza graditissima del prof. Paolo Presi, sarà per me, come credo per tutti i presenti, una pietra miliare nel percorso verso la consapevolezza; il prof. Presi infatti, autorevole ricercatore ed esperto in particolare proprio del processo di formazione delle "Voci", con la sua attenta partecipazione alle nostre registrazioni, ha impresso il sigillo della autenticità alle frasi da noi raccolte, spazzando via non pochi dubbi dalla mente dei presenti.

Il prof. Presi inoltre ci ha offerto preziosi suggerimenti metodologici alla luce della sua quarantennale esperienza di ricercatore.

Per quanto mi riguarda anche solo per questa serata, sarebbe valsa la pena di andare a Cattolica, ma certamente insieme a tutto il resto è stata veramente un'esperienza preziosa, di nutrimento spirituale, di grande impatto emotivo e notevole spessore culturale, tale dunque da essere ripetuta; e perciò, care amiche…alla prossima!!!

 

 

 

Angela De Francesco

Cosa mi sono portata a casa da Cattolica 

Le emozioni sono state tante e tali che ogni volta a descriverle si fa fatica. Gli abbracci delle mamme e dei papà, le lacrime miste ai sorrisi  mentre ti raccontano dei loro Figli di Luce, la gioia di poter parlare di Loro al presente di usare il termine VIVI, il tirar tardi  a raccontarsi  la vita  senza neppure accorgersene.  Il far tesoro delle relazioni dei ricercatori, tutti di grande spessore, l'emozionarsi davanti ai racconti delle mamme carismatiche, lo stupore e quasi l'incredulità davanti ai sensitivi che non solo ti portano, in pubblico, un messaggio di tuo figlio ma lo fanno con particolari sconvolgenti … il nome, la via in cui abitava, la città di nascita!!! E, dulcis in fundo, la nostra serata di Metafonia in una sala, purtroppo rumorosissima adiacente una sala pranzo con camerieri che impiattavano e spiattavano,  con Marcello Bacci in prima fila insieme a tutti i genitori, seduto lì, composto e in religioso silenzio. Con il Prof. Paolo Presi seduto accanto a me e Alessandra ad aiutarci nella codificazione dei messaggi e a darci tutte le spiegazioni possibili sul fenomeno e, come ben spiegato da Angela, a dare il sigillo di autenticità alle voci ricevute seppur tra mille rumori. Quasi al termine della serata Marcello Bacci  con tutta la sua dolcezza ci ha salutati dicendoci queste parole " Continuate e non demordete mai… io ho cominciato così, le voci ci sono perchè di là sono vivi. E quando ascoltate date retta a ciò che sentite voi"

Cosa'altro avrei potuto volere da questo Convegno? Nulla. La magia di Cattolica si è rinnovata ancora una volta … perchè lì andiamo tutti con il cuore aperto  e l'energia si sente … e vi assicuro dura nel tempo.  Al Cielo e a tutti voi  grazie  Gianna Marino!!!

 

 

Cattolica 2013 ha rappresentato per me la terza esperienza consecutiva. Due anni fa, mentre faticosamente annaspavo nel web alla ricerca di qualcosa che in qualche modo mi facesse ritrovare mio figlio trapassato da poco, incappai nel Movimento Della Speranza e nel Convegno di Cattolica. Vi partecipai. Mi accolsero visi sconosciuti, ma sorridenti, affettuosi. Persone disponibili all'ascolto che comprendevano il tuo smarrimento ed avevano pronta una parola buona. Da Edda Cattani allo staff tutto, ai relatori, agli esperti a vario titolo, ai convegnisti stessi. Mi sentii a casa. 

Cattolica offre sempre conoscenze nuove, occasioni preziose di riflessione e di riconsiderazione del proprio modo di essere, del proprio sentire, della capacità di rapportarsi alla vita e agli altri. Ma a Cattolica c'è anche una grande carica di umanità, un continuo spendersi per gli altri con semplicità e naturalezza. E' un grande momento di crescita spirituale. 

Questa mia terza Cattolica ha confermato e superato le mie aspettative. Relazioni interessantissime, presenza di valenti studiosi, ricercatori ed esperti che ho avuto il privilegio di poter sentire e vedere all'opera da vicino. E che dire della sorpresa di avere tra noi il mitico Marcello Bacci? Un pioniere italiano nel campo della metafonia, oggetto di studi da parte di ingegneri e fisici. Anche per questo brava Edda!

Grazie a tutti per aver reso possibile ancora una volta questa grande esperienza. Grazie all'opera infaticabile e sensibile di Edda Cattani, alla sua capacità di reperire tematiche e persone straordinarie. Grazie a tutti coloro che sono pronti a mettere il proprio tempo, le proprie capacità e abilità al servizio del fratello che soffre. Viviana Mimma Gatti

 

La propria fede naturale danza con ogni nuovo elemento che trova, diventando più ricca, più intensa, più forte…

Il Carpe Diem diventa una realtà unica e costante… non una bella frase soltanto.

Il terzo Principio Ermetico, quello della Vibrazione, si scatena in ogni direzione… sfiorando l’anima, conquistando gli scettici, attirando l’attenzione dei distratti, coccolando coloro che vibrano da soli…

Il modo di dare, di amare, di comunicare, soffre una piacevole metamorfosi… dando luogo, spazio e parola alla gentilezza, all’ascolto, alla gratitudine…

Si accende un interruttore e la mente, il cuore e l’anima si aprono in attesa di segnali, segreti, battiti di pace, luci sott’acqua, carezze dal cielo… e tutto accade… come per magia.

Si conoscono delle persone. Si “ritrovano” delle persone. Dopo un anno, ma anche dopo secoli…

Si dimentica da dove si è arrivati… il tempo si ferma. E si desidera che sia per sempre…

Quando si torna a casa, il distacco è quasi viscerale, dolcemente amaro…

Tutto ciò è Cattolica. Questa è la mia esperienza. E la ripeterei, decisamente. Grazie infinite a tutti.  Claudia Maini

 

Edda CattaniEmozioni da Cattolica
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Ed è Cattolica 2013!

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Finisce l'estate : ripropongo l'invito di ogni anno!

Il programma di Cattolica

 

 

Ecco, cari amici, che avete vissuto storie simili alla mia e voi che da anni fate parte  del Movimento della Speranza, vi presento il nostro programma del Convegno di Cattolica.  Lo trovate in alto, nella pagina CONVEGNI, nella HOME di questo sito. Approntarlo é stato un lavoro lungo e impegnativo in cui l’amica Paola Giovetti ha avuto un ruolo prezioso. Ora il guardare all’alternarsi di tanti relatori e presenze può far pensare ad un grande involucro in cui resterà poco spazio per gli interventi individuali e per le richieste dei singoli. Chi giunge a Cattolica, infatti, è desideroso non solo di apprendere i contenuti delle discipline che ci affascinano, ma di dare risposta agli innumerevoli “perché “ sull’esistenza e sulla morte. Cattolica è spesso meta di disperati, distrutti da un lutto recente, annebbiati da una visione della vita e di un Dio che sembra volerci togliere le persone a noi più care. Questi sentimenti li abbiamo provati tutti, ma se col tempo il dolore non è scomparso, molti di noi hanno accettato un disegno imperscrutabile a cui daremo risposta solo quando saremo liberi dai lacci che avvolgono la nostra materialità terrena.  Il senso della sofferenza non può essere spiegato, ma solo “trovato” cioè vissuto dall’interno ed un aspetto importante della condizione umana è proprio quello di ritrovarsi con altri che hanno vissuto la nostra stessa esperienza per cominciare a pensare, non solo emotivamente.

Comunione e comunicazione

 

 

Finisce l'estate con le sue calure, i campi bruciati dal sole e con i frutti ormai raccolti, i profumi di erba essiccata, il mare azzurro e le colline verdi, colorate di fiori e frutti selvatici.  La natura è ad una svolta che scioglie nell’animo l'emozione del ricordo dopo l’attesa per l’evolversi  delle abitudini  rappresentate da quel periodo definito “ferie” che ha lasciato alle sue spalle un’infinità di immagini. Come la natura è in pieno rigoglio, così il nostro animo si lascia andare ad una malinconica rilassatezza che trova spazio nella vasta realtà dei nostri ricordi più o meno recenti … i bambini al mare, il bagnetto, le merendine… la doccetta… e noi in vacanza con tutta la famiglia.

La realtà odierna è proprio quella di aver visto a poco a poco sgretolarsi la nostra esistenza, ma riflettendo, questa necessaria evoluzione ha dato luogo a vite nuove, ad ambientazioni diverse,  a svariati gruppi compositi, non tanto dissimili dai precedenti perché anche noi abbiamo contribuito a crearli.

 

 

 

Quando insegnavo ricordo che dicevo ai miei piccoli: “Vedete noi viviamo il tempo presente, perché siamo qui e ci vogliamo tutti bene, ma guardiamo avanti perché ci aspetta un tempo che si chiama “futuro” e sarà tutto nostro… perché lo costruiremo insieme, un pezzetto alla volta.” “…ma cos’è il futuro?…”  “ E’ la pasta che la mamma ti sta preparando a casa e che tu mangerai, è il saluto del papà che verrà a prenderti, è il letto con le lenzuola profumate in cui reciterai le preghiere questa sera!” “Ma quanto tempo ci vorrà perché io diventi grande?” “Eh… il tempo è come il vento e corre veloce…” E tutti a fare con la bocca vvvvvvvvuuuuuhhhhhh!!!

 

Qualche tempo dopo era Andrea che il giorno di un mio compleanno, mi sussurrava, in un colloquio interiore: “ I compleanni servono per fare festa…. Hai visto mamma, come il tempo passa???” Il tempo … è vero che corre veloce facendoci attraversare immagini colorate di blu, come il cielo e gli occhi dei bambini, di nero come il velo della morte, di rosso come il sangue del cuore…  ma anche come le emozioni forti e dolcissime del nostro vissuto quotidiano.

 

Ecco “un mondo bambino” fatto di sogni, di dolcezze e di speranze … E’ vero, molte non sono andate a buon fine ed è anche vero che alcuni di quei piccoli che io ricordo uno ad uno… non è diventato “grande” ed altri, tanti altri… se ne sono volati via in una serata al ritorno dal lavoro o dalla discoteca…. Tanti ragazzi hanno preso il volo troppo presto, così il mio piccolo Marco e Andrea, il mio tenente, partito sulla soglia della giovinezza appena iniziata.

Sono però convinta che ognuno abbia fatto il “pieno” della sua storia o, meglio, ha raggiunto la sua completezza in quell’arco di tempo che a loro è stato dato; un tempo vissuto intensamente, gioiosamente come è il tempo “dei giovani” che sanno prendere le vicende della vita con allegra spregiudicatezza.

 

 

Movimento della Speranza: comunione e comunicazione.

 

 

Sperare vuol dire attendere il momento che , opportunamente, arriverà per ciascuno di noi. Sarà un segno di modeste dimensioni, che altri non noteranno, ma che per noi sarà denso di quel contenuto noto a noi soli e che ci abbaglierà come Paolo sulla strada di Damasco. Prepariamoci a questo evento, durante l’estate, e arriviamo a Cattolica non come gente che soffre di una malattia inguaribile, ma con lo spirito che si ritrova nella “Salvifici doloris” di Giovanni Paolo II° del 1984. Arriviamo per volere essere riscattati, con la spiritualità di chi non vuole vivere un  dolore alienante, ma nella prospettiva della salvezza e della risurrezione. Ricordiamo anche che la “comunicazione” con i nostri Cari esige “rispetto” verso coloro che potranno avvicinarci ad essa e verso i fratelli che , come noi, attendono una stilla di acqua benefica. Pensiamo ai nostri amati Figli che non conoscono più invidie, prevaricazioni, miserie e meschinità e chiediamo a loro stessi di venire a noi illuminandoci della loro Luce, abbracciandoci dell’aura benefica che li avvolge, facendosi riconoscere per la loro vicinanza.  Chiediamolo… e attendiamo … con carità e rispetto … per tutti.

 

 

 

           “Venite a me voi che siete affaticati e stanchi…”

 

Il senso della sofferenza va “trovato” e capito “dall’interno. Cristo ha fatto questo: egli che avrebbe potuto predicare, narrare il dolore e la morte, ha “raccontato” la sua stessa vita. Prima di lui dolore e morte erano segno di un limite, di imperfezione e bagaglio umano creaturale. Con Lui abbiamo la certezza di essere compresi nella nostra angoscia, nello smarrimento, nello sconforto e nella tristezza. Lui le ha provate tutte, come noi, come un qualsiasi uomo, come una qualsiasi madre: l’abbandono, l’incomprensione, la derisione, la nudità. Noi madri, scarnificate, derelitte, offese, abbruttite potremo tornare a vivere e a sorridere perché la vicinanza “dell’uomo dei dolori” ci aiuterà a rivedere tutta la nostra vita, a comprendere la sofferenza degli altri, a dare la giusta importanza alla relatività delle cose. In questa condizione potremo avvicinarci a Cattolica con maggiore serenità e, siatene certi, saremo ascoltati. L’atteggiamento di chi spera è autenticità che richiama un dono ineffabile divino: quello della “provvidenza” che diviene carisma, luce e conforto.

 

                                                                          

 

Un’eterna altalena fatta di ricordi

 

 

 

Una deformazione professionale mi porta sovente a parlare con gli esempi che, da giovane mamma ed insegnante, sapevo trovare con i miei bambini. Ricordo che quando morì tragicamente un papà di una mia piccola alunna, dovendo parlare della “morte” raccontai un aneddoto che mi fece avvicinare a loro, senza sconvolgere quelle piccole menti. Si trattava in verità di un articolo scritto da Luca Goldoni che rispondeva ad una madre che aveva perso il suo bambino: “Facciamo conto di trovarci in cima ad un monte e di vedere, giù nella valle, snodarsi una linea ferroviaria. Lontano a sinistra c’è un treno che avanza e che, poi si ferma improvvisamente perché una frana è caduta sui binari ed ha ostruito la linea. A destra, sempre lontano, c’è la gente che aspetta il treno. Noi che siamo in cima al monte, nell’attimo stesso che il treno si ferma davanti alla frana, sappiamo già quello che ignorano i viaggiatori della stazione di arrivo e che, sapranno solo tempo dopo. Perché tutto questo? Perché noi abbiamo la visione delle alte sfere, perchè guardiamo dall’alto e perché in alto siamo più vicini a Dio” . 

 

Oggi vorrei aggiungere che chi sta in alto non ha il limite della concezione spazio-tempo e del prima-dopo. Per quelli giù a valle la causa e l’effetto sono staccati nel tempo e solo più tardi i viaggiatori in attesa conosceranno la causa (la frana che ha fermato il treno) e risentiranno dell’effetto (il ritardo del treno). Ma noi dobbiamo imparare a guardare dall’alto e a considerare le cose nella dimensione dell’eternità.

 

Ricordo ancora, quando ero bambina, che mi fermavo a pensare a questa parola: eternità… e venivo colta dal panico. Nella mia piccola esperienza tutto era circoscritto ed io sapevo misurare le cose solo con il mio “..e poi? … e poi? … e poi?”  Oggi cerco di pensare all’eternità come coloro che, sulla cima del monte, guardano gli uomini nella vallata, che aspettano il treno e… mi metto nelle mani di Dio.

 

 

 

Edda CattaniEd è Cattolica 2013!
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Tra Modena e Roma

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Fra Modena e Roma

Dopo anni di pausa quale relatrice ai Convegni di Fratelli uniti alla mia famiglia da ultraventennale conoscenza, dopo la dipartita di Mentore, ho avuto la possibilità di recarmi dapprima al “Centro Culturale l’Albero” diretto dall’amica Carla Castagnini dove, in apertura del Convegno e nella serata, ho portato la mia testimonianza di speranza nel contatto con i nostri Cari.

 

 

 

Una riflessione…. per noi tutti … genitori colpiti da una grave perdita…

Chi di noi non ha provato il dolore della malattia e della morte e spesso, disperato, distrutto da un lutto recente, annebbiato da una visione della vita e di un Dio che sembra volerci togliere le persone a noi più care ha invocato la morte come liberazione. Questi sentimenti li abbiamo provati tutti, ma se col tempo il dolore non è scomparso, molti di noi hanno accettato un disegno imperscrutabile a cui daremo risposta solo quando saremo liberi dai lacci che avvolgono la nostra materialità terrena.  Il senso della sofferenza non può essere spiegato, ma solo “trovato” cioè vissuto dall’interno ed un aspetto importante della condizione umana è proprio quello di ritrovarsi con altri che hanno vissuto la nostra stessa esperienza per cominciare a pensare non solo emotivamente.

Le Sue ferite, le nostre ferite.

Il senso della sofferenza va “trovato” e capito “dall’interno. Cristo ha fatto questo: egli che avrebbe potuto predicare, narrare il dolore e la morte, ha “raccontato” la sua stessa vita. Prima di lui dolore e morte erano segno di un limite, di imperfezione e bagaglio umano creaturale. Con Lui abbiamo la certezza di essere compresi nella nostra angoscia, nello smarrimento, nello sconforto e nella tristezza. Lui le ha provate tutte, come noi, come un qualsiasi uomo, come una qualsiasi madre: l’abbandono, l’incomprensione, la derisione, la nudità. Noi madri, scarnificate, derelitte, offese, abbruttite potremo tornare a vivere e a sorridere perché la vicinanza “dell’uomo dei dolori” ci aiuterà a rivedere tutta la nostra vita, a comprendere la sofferenza degli altri, a dare la giusta importanza alla relatività delle cose. In questa condizione potremo vivere con maggiore serenità e, siatene certi, saremo ascoltati. L’atteggiamento di chi spera è autenticità che richiama un dono ineffabile divino: quello della “provvidenza” che diviene carisma, luce e conforto. 

 

 La speranza e la comunicazione.

Sperare vuol dire attendere il momento che , opportunamente, arriverà per ciascuno di noi. Sarà un segno di modeste dimensioni, che altri non noteranno, ma che per noi sarà denso di quel contenuto noto a noi soli e che ci abbaglierà come Paolo sulla strada di Damasco. Prepariamoci ad ogni evento,  e percorriamo il nostro cammino non come gente che soffre di una malattia inguaribile, ma con lo spirito che si ritrova nella “Salvifici doloris” di Giovanni Paolo II° del 1984. Camminiamo per volere essere riscattati, con la spiritualità di chi non vuole vivere un  dolore alienante, ma nella prospettiva della salvezza e della risurrezione. Ricordiamo anche che la “comunicazione” con i nostri Cari esige “rispetto” verso coloro che potranno avvicinarci ad essa e verso i fratelli che , come noi, attendono una stilla di acqua benefica. Pensiamo ai nostri amati Figli che non conoscono più invidie, prevaricazioni, miserie e meschinità e chiediamo a loro stessi di venire a noi illuminandoci della loro Luce, abbracciandoci dell’aura benefica che li avvolge, facendosi riconoscere per la loro vicinanza.  Chiediamolo… e attendiamo … con carità e rispetto … per tutti.  

 

A Roma sono tornata dopo un anno, per vedere l’amico di sempre Filippo Liverziani, il fondatore del Convivio.  Con lui mi avvicinai al Movimento della Speranza quando lo conobbi, oltre un ventennio fa… lui che chiamavo “il patriarca dalla barba bianca”.

Eravamo a Baveno dove eravamo giunti in devoto pellegrinaggio, alla ricerca di quel conforto che non riuscivamo a trovare nel quotidiano. Erano presenti i pionieri Agnese Moneta, Mario Mancigotti, Laura Paradiso, Tonino Mascagna, Francesco Nigro, i coniugi Leardini, Paola Giovetti …

 

Non avremmo immaginato che qualche anno dopo, ci saremmo trovati fra i relatori per esporre quanto di nuovo era avvenuto all’interno della nostra famiglia e che io e mio marito tenevamo gelosamente custodito.

 

Tante volte qui a Roma al Convivio e al Movimento… Eravamo entrati a piccoli passi nella scoperta e nella ricerca di una  meravigliosa realtà che si apriva dinnanzi a noi e che pur ignorandola era raggiungibile “per un atto d’amore”.

 

Quest’anno sono tornata, forse per l’ultima volta. Il Prof. Liverziani, il mio smico e maestro sta molto male ed è stata scorsa l’ultima sua relazione, quasi un testamento spirituale. L’ho ascoltata letta da Gabriella Cominotto in devoto, religioso silenzio. Di questa metto solo il momento iniziale e finale, rimandandone la lettura al sito www.convivium-roma.it

 

 

Cari amici e amiche del Convivio,

ho la chiara impressione che ben si avvicini, almeno per me, il momento di approdare alla meta che ho perseguita, insieme a voi, per serie di anni di meditazioni e di studi.

 

La perfezione religiosa si ha nella totale sottomissione alla volontà divina. La perfezione umanistica si ha nell’associarsi nella maniera più efficace a quella divina iniziativa che vuole dar vita a un mondo migliore ed è tesa, al limite, a porre in essere una creazione perfetta.

Gli umani cooperano con Dio, il quale opera donandosi a loro in una misura che alla fine diviene integrale, totale. La cooperazione degli umani consiste nel farsi, per quanto possibile, recettivi al dono che Dio fa di Sé.

 

In questi segni possiamo vedere i gradini di una scala che ci consentirà in ultimo di salire alla perfezione infinita, alla felicità senza tramonto e senza confini.

Da entrambe le esperienze ne ho dedotto un’unica riflessione: andare ai Convegni, per elaborare un lutto aiuta… tanto… Non si cresce se ci si va con l’unico intento di ricevere un messaggio dalla medium di turno… Non si cresce tornando a casa con uno o più foglietti nella borsa… Quando si sia raggiunta la consapevolezza che i nostri Cari vivono e ci sono accanto ciò che conta è abbandonarsi all’amore del Padre… Lui saprà come consolarci!

"Dammi il supremo coraggio dell'amore,

questa è la mia preghiera,

coraggio di parlare,

di agire,

… di soffrire,

di lasciare tutte le cose,

o di essere lasciato solo.

Temperami con incarichi rischiosi,

onorami con il dolore,

e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.

Dammi la suprema certezza nell'amore,

e dell'amore,

questa è la mia preghiera,

la certezza che appartiene alla vita

nella morte, alla vittoria nella sconfitta,

alla potenza nascosta

nella più fragile bellezza,

a quella dignità nel dolore,

che accetta l'offesa,

ma disdegna di ripagarla con l'offesa.

Dammi la forza di Amare

sempre e ad ogni costo."

(K. Gibran)

 

 

Edda CattaniTra Modena e Roma
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Scienza e Fede: Padova 2012

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Scienza e Fede: Padova 2012

 

 

Una giornata piena di freddo e di neve… e tante persone iscritte ad un piccolo convegno per fare andare a briglie sciolte la “speranza”! Oltre vent’anni di esperienza dovrebbero essere servite per fare dell’offerta una gradevole abitudine. Ma non è così… si teme sempre di non essere all’altezza perché questi incontri non sono come quelli che solitamente vengono messi fra gli “eventi”. Qui c’è la storia di tanti dolori, di occasioni mancate, di fili spezzati … a volte di una fede smarrita. Come si fa allora a contenersi, a non farsi un esame di coscienza per dire a tutti che non c’è nulla da proporre se non qualche modesta voce per fare aprire la cassaforte del cuore, anche quando questa è chiusa a doppia mandata.

 

Non ci sono esempi da proporre, solo “condivisione” della sofferenza, perché sì so cosa essa sia, so quanto ci è stato chiesto, so quale fardello abbiamo sulle spalle, ma non per questo mi sento migliore di altri, anzi mi metto ultima fra gli “ultimi”. Una “testimone” questo sono perché se molto mi è stato tolto, altrettanto se non di più mi è stato dato.

 

Dopo questa necessaria premessa, come non ricordare i primi grandi convegni tenuti ad Abano Terme…. Tre giorni di ricerca psichica all’insegna sempre della tematica che le raccoglie tutte SCIENZA e FEDE, grandi indirizzi che hanno sempre caratterizzato i nostri seminari di studio sulla ricerca psichica. Li promuovemmo quando ancora non c’era nulla né in Veneto né in altre parti d’Italia… vorrei dire che, con Carla Castagnini che poi è andata avanti fino a costruire il “Centro Culturale L’Albero”, siamo state le prime ad uscire allo scoperto, nate da una costola del Movimento della Speranza di Cattolica. Fu il Prof. Liverziani a sollecitarci a farlo, dicendoci che ci avrebbe aiutato ad organizzare questi eventi e mai mancò la sua presenza fino al 1998 quando compimmo l’ultima nostra esperienza, ritenendola ormai troppo gravosa da gestire. Avevamo accolto in sedi prestigiose personaggi di fama internazionale quali il fisico Senkowsky, i coniugi Harsch, la guaritrice Maggie Lebrun… ma anche grosse personalità quali Vittorio Messori, di P. Heinrich Pfeiffer ed altri…

 

Ed eccoci oggi qui, anzi, eccomi qui, dopo che Mentore mi ha lasciata sola a portare avanti questa vicenda che lui, con tanta disponibilità e amore aveva curato. Eccomi allora anche per una sola giornata, in un luogo modesto, quale la sede dell’Antonianum retto dai Padri Gesuiti, a gestire questa piccola “iniziativa” che diviene una preparazione al Santo Natale, in un clima di solidarietà e di Fede!

 

 

L’introduzione è dedicata a Loro: i RAGAZZI con la proiezione del video proposto a Cattolica da Tizi che commuove ci fa sentire in Comunione con i nostri Cari.

Io parlo di Accettazione e Condivisione terminando con una storiella che è piaciuta molto che riguarda la fedeltà come ricchezza.

 

Inizia la “scienza” con Paolo Presi che parla della “psichicità” del fenomeno “voci al registratore” portando la sua indiscussa esperienza di studioso di tale fatto. Conosco l’amico Presi da oltre un ventennio, anche lui era venuto agli eventi di Abano Terme, ed ora mi fa l’onore di parlare della sua vasta conoscenza che l’hanno reso noto a livello internazionale. Coloro che praticano questa perizia lo ascoltano con interesse… Per alcuni si fa domanda che trova replica anche quando riferita alla possibilità che si tratti di voci radioamatoriali…. “Non è possibile quando ci sono riscontri oggettivi…. Loro sono in grado di modificare le voci… Non dimentichiamo che non è lo strumento che crea il fenomeno, ma è la psiche del registrante che stabilisce il contatto”! Alessandra Bertone è alle stelle… tutte le sue certezze divengono conferme!

 

 

Barbara Gregori riprende con la sua piacevolissima esperienza di numerologa…. Va avanti sicura, gradevole, convinta. Infine si propone con esempi pratici e quello che è più strabiliante è che c’ “azzecca” nel definire date di nascita e di morte come caratteristica fondante del “destino” degli uomini. L’esperimento riuscito lascia tutti con il sorriso, soprattutto in quegli scettici che ricevono una risposta diretta che giunge a scandagliare le pieghe della loro storia.

 

E… arrivano le “mie” metafoniste di FB. Manca solo Tiziana Marchetti che non può certamente raggiungerci da Berlino, ma che avremo il prossimo settembre a Cattolica. Ale e Gianna sono solari, tranquille, forti della loro capacità e sanno dare dimostrazione della loro competenza acquisita in anni di registrazioni. Quando lasciamo la sala ormai piena, per recarci a pranzo, tutti sono al massimo della coinvolgente partecipazione. Anche intorno ad una tavola frugale, ma accogliente, non manca la battuta, il sorriso, la conoscenza che supera ogni formalismo.

 

Il pomeriggio è denso: sono relatori venuti a Cattolica che ho potuto attirare anche in questo modesto ambiente in quanto appartenenti al territorio. Dai coniugi De Leo, genitori di due figli scomparsi in un unico incidente, che parlano della loro Fondazione, al Prof. Fanti che ripropone il miracolo della Sindone… è tutto un ascoltare, chiedere, proporre.

 

Dopo la pausa caffè Nico Veladiano, che non ci si stanca mai di deliziarci con la sua notevole conoscenza, propone l’insegnamento dei maestri del Cerchio Firenze che collimano perfettamente con i dettami evangelici della chiesa cattolica. Parla di momento del trapasso, dell’accoglienza dopo la morte fisica, della NDE. Efficace e magnifico il momento conclusivo con l’ascolto delle voci delle grandi Guide.

 

Conclude Padre Gabriele Gastaldello con il suo messaggio sulla GRATUITA’ che ci dice come “il bene che faccio è l’affitto per il posto che occupo sulla terra, e rispondo con gratitudine alla gratuità della vita”. La semplicità, la freschezza del messaggio sono una preparazione al nostro “natale bambino” al quale ci stiamo avvicinando.

 

La Messa conclusiva, concelebrata con il suono della chitarra di Maria Camposampiero e della cornamusa dei pastori sono una felice conclusione della giornata.

 

Grazie amici, grazie a tutti voi, siete stati coraggiosi a raggiungerci così numerosi in una giornata di freddo e gelo… avremmo voluto darvi ancora di più… Grazie per tutti ai Genitori di Martina e di Alessandro, latori di un lutto recente…

 

GRAZIE ad Elisabetta e Luciano che tanto hanno fatto per la riuscita di questo evento e GRAZIE ancora a Chiara e Antonella, a Miriam e Nicoletta… a tutti, tutti e a TE, ANDREA e a TE MENTORE!!!

 

 

 

 

Edda CattaniScienza e Fede: Padova 2012
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A proposito di “Sette” e Spiritismo!

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A proposito di “Sette” e Spiritismo!

 

E ci risiamo…!!! Superati gli anni bui delle diatribe con la “vecchia”gerarchia ecclesiale che, visto l’affacciarsi di questi “sconosciuti” che, cercavano di affrancarsi da lutti insostenibili, in nome della speranza, temeva un’ondata incontrollabile di “spiritismo” visto il successo del grande Movimento nato a Cattolica nel 1986… siamo punto e a capo! Ma in nome di cosa? C’è un ignoto giornalista, di cui non vale la pena di fare il nome, che ferma per strada un genitore che ha perso in un  colpo moglie e figlioletta e gli dice: “Spiegami come fai a registrare, visto che ti dà tanto conforto…!” E questi: “… ma no, non amo questa ingerenza… sono cose spirituali… delicatissime…” “…ma guarda che siamo andati anche a Cattolica e ci hanno fatto riprendere il convegno!”.

Già… a Cattolica era arrivata una telefonata: “Vorremmo pubblicizzare il vostro Convegno, siamo rappresentanti della CEI, visto il bene che state facendo e il consenso di tante persone…” Ed io: “ Beh, noi non abbiamo nulla da nascondere… visto che anche la Chiesa consente e conferma questo tipo di fenomenologia…!”

Ed ecco la trasmissione che fa scalpore negli ambienti delle Associazioni, dei disperati che pensavano di essere in pace con sé stessi e con la “Chiesa”…perché non siamo tutti forse “chiesa”?…popolo di Dio? …comunità dei credenti? E così abbiamo fatto “bingo”! Al dolore… allo scherno… alla beffa… alla diversità…… si è aggiunta l'emarginazione. Ora siamo addirittura considerati "spiritisti" dal momento che veniamo accomunati allo spiritismo del far ballare i tavolini, della medianità dei vecchi cultori dell’”incorporazione” della “materalizzazione”, dell’”evocazione”… di cui a Cattolica non si parla proprio. E così il giornalista acquista il suo patentino (…non so da chi poi) e il povero genitore viene chiamato “satanista” per il quale sarà necessario un esorcismo! Siamo così passati dal danno al vilipendio in una emittente che tanti di noi seguono nella diretta del Rosario quotidiano! L'uomo del Golgota, ancora una volta, è stato colpito nella sua debolezza, nel suo silenzio, nella sua immagine reale di "umanizzazione quale segno dei tempi".

Già eravamo stati indicati a dito per l'immagine sofferente che ci caratterizza e che difficilmente riusciamo a mascherare. Avevano parlato di noi definendoci "mamme piagnone", "fanatici, illusi, isterici".

Oggi, noi madri e padri, noi spose, fratelli e figli di coloro che hanno raggiunto una dimensione definita "aldilà", certamente più tollerante del nostro "aldiqua", siamo quelli da cui ci si deve guardare e che potrebbero creare turbe nel corretto adeguamento del pensare comunitario cristiano cattolico.

Noi, siamo quelli che come i carbonari si riuniscono nei capannoni, negli hotel… ma quando mai? …siamo quelli delle “sette”, quelli che, nella bailamme delle organizzazioni congressuali, stanno davanti alle porte dei sensitivi, con il biglietto del supermercato, per attendere il loro turno nel ricevere il messaggio del "presunto caro estinto".

 

… la psicologa Maria Rita Parsi…

La realtà ha una sua parte di verità: indipendentemente dal mezzo di cui ci si serve, siamo alla ricerca di qualsiasi indizio che, in qualche modo, dia certezza che il nostro caro esiste ancora, ci segue ed è partecipe della nostra vita.

Ma come mai siamo ricorsi a strade, tuttora sconosciute, nella speranza di trovare quel segno, quell'energia vitale che ci aiuti a sopravvivere?

Ci si è chiesti, almeno, a quale fonte avremmo potuto rivolgerci dal momento che coloro che dovrebbero sostenerci ci hanno dichiarato "Tuo figlio non era tuo!" "A questo era destinato!" "Dio ha voluto così!"?

Ma a quale immagine di Dio si riferiscono costoro? Forse Dio può volere il male? Dio può, beffardamente, togliermi d'un colpo quanto di più caro avevo nella vita, il mio scopo, la propaggine di me, il liet-motiv della mia stessa esistenza? E di quale vita, poi, stiamo a parlare quando non si ha più un fine da perseguire?

Sinceramente, di un Dio giustiziere e simile alla Parca della mitologia che taglia i fili, preferisco farne a meno. Anzi, se così fosse, restituirei a questo Dio anche quello che resta della mia vita stessa. Se la tenga pure, non saprei che farmene!

Eppure qualcuno (ci creda chi vuole crederci), servendosi di mezzi scientificamente non spiegabili, non so come, non so per quale permesso, un giorno mi ha raggiunto, è venuto a me, forse durante un congresso (uno di quelli dei biglietti) e mi ha mandato chiari segni di una presenza riconducibili ad una creatura a me infinitamente cara.

Era “metafonia”? O vogliamo chiamarla in altro modo…”transcomunicazione strumentale” “medianità” “carisma”’? Si è trattato di una serie di indizi di cui i soliti "scettici" possono trovare ogni sorta di giustificazioni per distruggere ogni illusione… se di illusione si trattasse!

Sì, non a tutti è dato di accorgersene; anzi non se ne vuole prestare orecchio. E' difficile e impervio il cammino di chi si mette in condizioni di ascolto. E' un cammino molto serio fatto di ricerca, di studio, di grande coinvolgimento e soprattutto di fede; perché il fenomeno esiste e ci è dato come grazia; perché di "dono di Dio" parlano i nostri Cari e tutta la storia dell’umanità racconta di contatti con altre realtà in cui l'uomo è stato chiamato a dare risposta di sé e della sua esistenza.

Ricordiamo le voci di Giovanna D'Arco, mandata al rogo per le sue affermazioni; le visioni dei mistici; le lacrimazioni della Madonna che si vorrebbero esaminare con il DNA.

In una società scettica e materialista si vuole fare di ogni erba un fascio, per togliere spazio alla speranza, alla fiduciosa attesa di tanta gente semplice, disposta a credere… Pensiamo al calvario di Bernadette davanti ai giudici ecclesiastici, ai pastorelli di Fatima, ai veggenti di Medgiugorie e alla Madonnina di Civitavecchia.

Anche a noi,  gente comune, è arrivata la parola di Dio. Me l'ha portata mio Figlio mancato al mio sguardo, ma non al mio affetto. Egli è venuto a dirmi che Dio mi ama e che mi attende in una realtà dove non esistono emarginazioni, dove ci si aiuta e si amano i nostri simili.

Quello stesso Dio, che avrei potuto bestemmiare, mi ha per primo indicata una strada già da Lui intrapresa. Questo Dio, nel suo esempio di grande povertà è un uomo crocefisso, ma è anche un Padre amorevole che ci fa capire che il male esiste in natura, ma non è da Lui voluto, anzi può essere strumento di resurrezione e di vita.

Diciamolo, dunque, chi sono gli adepti del "Movimento della Speranza" indicata come "setta": povere creature provate dall'abbandono di tutta la società che riacquistano una dignità e divengono fiaccole ardenti nella vita quotidiana. Nelle vicende di un mondo che si misura in base all' efficienza del potere e del denaro essi portano la luce della certezza e della speranza, irradiano la carità… cristiana e comprendono il dolore dei fratelli, specialmente dei sofferenti e degli emarginati.

 

… le Mamme metafoniste…

I cosiddetti "adepti" del nostro gruppo veneto hanno vissuto il primo Natale a fianco dei terremotati del centro Italia, e, attraverso i volontari, hanno inviato tonnellate di viveri e di indumenti, hanno portato libri e quaderni ai bambini deprivati delle loro scuole, senza nemmeno qualificarsi, in nome di quella solidarietà… che non ama confondersi con i "centri" che fanno notizia.

Così, mentre venivano stilate queste belle "indicazioni" sulle persone a cui avrebbero "distorto la psiche" e che potrebbero proporre "qualche gesto clamoroso ed offensivo della religiosità…", tutti noi stavamo lavorando per un progetto di amore, gettando nel cuore dei fratelli tribolati le faville della nostra purezza di sentimenti e di comportamenti.

Il messaggio evangelico è per noi fede militante che si dona, che incoraggia, che consola e conforta come Dio stesso.  La notte dell’incredulità che ha accompagnato la nostra rinascita è stata preceduta, a volte, da un piccolo indizio, da un segno, da un breve messaggio che dall'oltre ha irradiato il cammino della nostra disperazione, ma questo ha fatto sì che nella tenebra dell'egoismo e della stoltezza bruciasse il fuoco della fede che crede nella Comunione dei Santi.

Sì cari amici, fratelli, padri e madri, terremotati nel cuore e nelle coscienze, negli affetti e nelle cose, vi vogliamo bene e puntando i piedi ben saldi per terra, andiamo avanti. "Non si turbi il cuor nostro!" I nostri Figli, angeli di Luce, veri militi della schiera celeste ci indicano quali siano i sentieri da percorrere e se un gruppuscolo di disinformati, come la classe al potere del primo cristianesimo, ci crede sovvertitori, accomunandoci a satanisti ed imbroglioni, noi continueremo a prodigarci per cantare il nostro inno alla vita, quella vera, che non ha confini.

Soprattutto, dimostriamo con le opere e con la nostra condotta morale irreprensibile, quanto sia grande la nostra fede. Resistiamo ad ogni impulso di replicare all’ignoranza, alla presunzione, alla diffamazione, all'ingiustizia e guardiamo alla croce della salvezza ascoltando le parole del Risorto: "Abbiate fede, io ho vinto il mondo!".

                                                                                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Edda CattaniA proposito di “Sette” e Spiritismo!
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