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Auguri Papa Francesco!

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Edda CattaniAuguri Papa Francesco!
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Buon Anno!!!

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BUON ANNO!

BUON ANNO A TUTTI!!!

Amici miei, in questo passaggio  ad un nuovo anno della nostra storia, auguro a tutti  e a me stessa di  riuscire a trovare la pace e la serenità interiore tanto da sentirne l’eco in tutto ciò che ci circonda.


Possa il nostro cuore battere all’unisono con il cuore di tutti coloro che abbiamo al nostro fianco quotidianamente… perché ognuno di noi è un battito del cuore dell’intero universo e la nostra esistenza permea e condivide l’esistenza di tutte le creature. 

 

Auguro un anno in cui i misteri che ci circondano, giungano a meravigliarci, a stupirci, finché riusciremo a svelarne qualcuno… come la presenza dei nostri Cari che ci accompagnano e condividono questa nostra realtà che è piena di meraviglie che possono entusiasmarci.

 

 Auguro un Buon Anno nuovo, a me stessa e a tutti voi amici miei…”buono” come il pane fresco appena sfornato, come il vino novello che lascia il sapore dolce in bocca… perché tutto ci è donato per condividerlo, spezzarlo insieme… Lo vogliono i nostri Cari … che saranno felici per noi, per la nostra determinazione, il nostro coraggio, il nostro ringraziamento a Dio per l’esistenza che ci è stata data e mai ci verrà tolta!!!

 

Edda CattaniBuon Anno!!!
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Il Family Day

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Si rinnova anche quest’anno!

Un piacere riproporre una bella circostanza e un bel ricordo.

Il VII° Incontro Mondiale delle Famiglie si tenne nel 2012, sul tema “La Famiglia, il lavoro e la festa”.

 

Ognuno ha un suo “modo” di sentirsi “famiglia”; io ho fatto festa con Andrea, nell’unica possibilità che mi è data, andando in cappella e portandogli un fiore, a nome di tutte le famiglie in difficoltà… che in questo momento… ahimè … sono tante. Gli ho fatto il nome delle persone care, accarezzando la nuda lapide dove è stato posato il suo capo ed ho rivolto una preghiera a Dio Padre d’amore, perché protegga tutte le creature nella prova… In quel momento, alla porta della cappella, si è affacciato saltellando un piccolo passerotto cinguettante… cosa insolita per quel luogo e in quel particolare istante… e l’ho inteso come una conferma di essere stata ascoltata.

 

Mi attendeva la Santa Messa che si celebrava in una chiesa vicina e dove ho trovato che era in corso la cerimonia del battesimo di due piccole creature. Questo evento rende le comunità sempre molto partecipi e si sente risuonare: “ Cristo è presente… è ovunque… ove scorre il Giordano”.

 

Ma l’emozione più grande l’ho vissuta all’uscita della chiesa: una giovane madre era in attesa con il bimbo addormentato in braccio… Maria di Nazareth e il piccolo Gesù!

Edda CattaniIl Family Day
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Anna: la benefica

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Anna: la benefica

Sant'Anna

Oggi Sant’Anna protettrice di tutte le Mamme. Auguri a tutte coloro che si chiamano Anna!

Anna, dall’ebraico “grazia, la benefica” e Gioacchino, dall‘ebraico “Dio solleva” non sono ricordati nei Vangeli canonici; ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell’Infanzia, di cui il più antico è il cosiddetto « Protovangelo di san Giacomo », scritto non oltre la metà del II secolo. Nonostante questo il culto di sant’Anna è estremamente diffuso sia in Oriente (dal VI sec.) sia in Occidente (dal X sec.). Il culto di Gioacchino si diffuse nel XIV sec.

Il 26 luglio nasceva la prima dei miei quattro figli. Oggi resta lei e la sorella nata l’anno successivo. Andrea e Marco ci proteggono dall’alto. Ogni figlio è per sempre!

Concludo con le parole di Kirk Kilgour –

Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi, ed Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese, ed Egli mi ha dato il dolore per comprendere meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto, e mi ha lasciato povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me ed Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita e mi ha lasciato la vita perché io potessi essere contento di tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo, ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato o Signore: fra tutti gli uomini nessuno possiede più di quello che ho io.

Dipinto: Leonardo da Vinci – Sant’Anna.

Edda CattaniAnna: la benefica
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Gesù Risorto oggi tra noi

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Gesù Risorto anche oggi tra noi

Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli.

Quest’anno la domenica di Pasqua, ricorrenza della Resurrezione del Signore, cade “Pasqua alta”, come dice la tradizione popolare quando questa avviene a primavera inoltrata. In questi giorni ho scritto varie riflessioni, soprattutto i richiami del nostro Papa Francesco sul profondo significato della Pasqua. Per noi, infatti, avendo fatto della “speranza” il nostro vessillo, é nel Cristo Risorto che troviamo il senso pieno della vita che è vocazione all’amore e alla solidarietà fraterna. “Non fatevi rubare la speranza”!

Guardavo  l’esposizione della Sacra Sindone e mi sono sentita annientare da tanta sofferenza. In quell’uomo dei dolori c’è il significato della nostra vita, la risposta a tutti nostri perché… Il Santo Padre ha detto che quell’immagine parla… è parola di salvezza per tutti noi!

Care amiche, cari amici, è stato difficile per tutti tornare a sorridere dopo aver conosciuto la disfatta della nostra esistenza e lo è stato ancor più in questi giorni,  in cui abbiamo visto lo strazio del Golgota del mondo.

Mentre si trascorre la Quaresima sugli schermi televisivi si sono avvicendate non solo immagini di guerra, di distruzione, di morte; conflitti di ogni genere deturpano irrimediabilmente l’immagine dell’uomo: stupri, violenze sui bambini e le donne, omicidi efferati… ma anche ritratti di dolore, di fame di miseria… tanto da farci urlare: “Dio mio, Dio mio perché?… perché?” In questa sofferenza estrema ci siamo calati ed abbiamo condiviso profondamente il senso della “pietas” cristiana, intesa come “compassione”, “patire insieme”.

Ma se la Pasqua è collocata al vertice dell’anno liturgico, per i cristiani convinti è Pasqua ogni giorno perché Cristo, per primo, celebrando la Sua Pasqua,  ha veramente glorificato il trionfo sulla morte che si apre all’alba dell’eterno. Questa fine drammatica e confortante, riportata nei testi evangelici, è stata preceduta da tanti episodi in cui si manifesta il grande amore di Gesù per i malati, per i poveri, per le sofferenze di ogni genere. Come dare, allora,  risposta alle vicende umane che si ripetono riproponendo un’umanità provata, distrutta, dolorante?

Cosa dire di noi che abbiamo intravisto la luce della salvezza, che abbiamo creduto che le parole: “Oggi sarai con me in Paradiso!” fossero indirizzate proprio a noi e a quanto di noi era più caro: il nostro sposo, la nostra mamma, nostro Figlio?

E ancora: come rimuovere lo scetticismo che oggi, come allora, non vuole ammettere tante manifestazioni in cui un Dio che ci ha creato e che si è fatto uomo nella storia degli uomini per lenire le loro piaghe, è risorto e si fa palese per dichiararci la Sua continua presenza, i Suoi continui interventi?

Trascrivo un commento ad una vicenda rinvenuta su FB:

Ripenso a quella mamma T.Z. recisa della sua figliola. E così rifletto. La resurrezione di Gesù spalanca d’innanzi agli occhi di noi tutti spazi infiniti. Perché non provare a non strisciare nei cunicoli e nelle strettoie del quotidiano? C’è un moto interiore che salva: la fede. Quante volte è ripetuto: “Va’, la tua fede ti ha salvato”. E non è un dono. Non è quel sentito dire comune: “La fede? O ce l’hai, oppure no”. La fede è scelta, atto di volontà. E’ abbandono fiducioso a quell’amorosa Sapienza che porta il nome di ognuno e di tutti scritto nel palmo della sua mano.
Quante volte quella piccina correrà con un vasto sorriso incontro al cuore della sua mamma. Che non lo trovi celato dietro ad alte e spesse mura, a tossire e sputare ancora e solo sangue di dolore.

 

Questi sono gli auguri che ci vengono dalla bacheca di Fra Benito :

Buona Pasqua, amiche, amici .. vinca la luce e la vita nei vostri spazi, nei vostri cuori, nei vostri affetti, nei vostri sogni .. ci è donata una promessa: la pietra rotolerà via, sarà rimossa dai sepolcri oscuri delle nostre paure, delle nostre delusioni, delle nostre aridità .. non saremo più abitati dalla morte, saremo abitati dalla speranza .. non vincerà la durezza, l’imponenza, la freddezza delle pietre, ma la tenerezza umile della resurrezione che vince ogni oscurità .. e se tornando nella quotidianità forse i problemi saranno quelli vecchi di sempre, lasciamoci comunque investire nel cuore dal vento nuovo del Risorto che spoglia la Croce .. e fa fiorire la vita .. Buona Pasqua, a tutte, a tutti ..

 

FENOMENOLOGIA E RELIGIONE

Dobbiamo, ora come sempre, lasciar parlare i fatti e i fenomeni concreti da noi vissuti che vanno al di là delle leggi fisiche, dei vincoli terreni spazio-temporali, dei condizionamenti dell’umana natura dimostrano che la vita nostra va ben oltre la realtà visibile, ma tende verso l’infinito, il trascendente, alla ricerca di una risposta universale.

La scienza ufficiale non è riuscita a dare risposte adeguate ai fenomeni che travalicano il campo della sua esperienza ed ha preferito rifiutare o arrendersi all’ipotesi di grandi poteri sconosciuti insiti nella natura della mente e dell’uomo.

Se la fenomenologia paranormale è un ritorno alle cose e alla loro origine, cioè a Dio, sappiamo che prestare attenzione alla Sua volontà, attraverso i segni che la rivelano è il tornare all’originario Suo progetto di salvezza, perseguito con ogni mezzo, perché questo piano di salvezza ci appartiene.

Dopo tanti interrogativi perenni ed inevitabili, è nelle loro risposte che risiede la  dimensione vera, la dimensione che ora ci è dato solo di intuire, perché il filo di amore che ci unisce ai nostri Cari ci ha permesso di spaziare oltre il finito e ci ha proteso verso l’inesplorato possibile.

Accettiamo questo verdetto: le manifestazioni ricevute sono la conferma che Dio ci ha visitato, come, dopo la Sua Resurrezione, ha fatto con Maria di Magdala, con i discepoli di Emmaus, con gli apostoli nel cenacolo e da Lui abbiamo ricevuto doni straordinari, quando tutti ci guardavano con condiscendenza ed anche con derisione e commiserazione.

Per tutti noi, allora, è sempre Pasqua, perché siamo testimoni di fatti dichiarati e documentati. E se avverrà che una voce ci  raggiunga per parlarci di una realtà “altra”, parallela alla nostra, priva di sofferenza e di dolore, dove la morte non esiste e da cui i nostri Cari  ci invitano all’impegno, alla preghiera, all’amore, nell’attesa di essere tutti riuniti nella Luce beatifica di Dio, le campane di Pasqua suonino a festa ogni giorno e il segreto chiuso nel cuore, gridiamolo sui tetti!

“Sono io Mamma quell’angelo che suona la tromba!”

 

Edda CattaniGesù Risorto oggi tra noi
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Buone Feste Famiglia!

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Buon Anno Famiglia!

Oggi si parla di famiglia. La nostra storia si ripete e prosegue con queste alternanti vicende di vita e di rinascita. E’ la festa della Sacra Famiglia!

Forse in molti ne hanno perduto la dimensione di solennità e di mistero, ripiegando su aspetti decisamente più secondari ed esteriori, soprattutto quando distaccati dal contenuto religioso.

Tuttavia, il Natale riesce ancora e sempre a mantenere il suo più intimo significato, di attesa della luce nel buio, del faro nella notte, del fuoco nel freddo.

Dio ha compiuto in un certo senso scelte “controcorrente”, nel realizzare il progetto della venuta sulla terra di suo figlio. Gesù infatti, non è apparso dal nulla e da solo, già adulto, né la sua apparizione è stata accompagnata da eventi naturali incredibili e sconvolgenti. Anzi Gesù è nato da una donna, Maria; ha avuto un Padre, Giuseppe, che si è fatto garante presso di Lui della sicurezza e della serenità di una casa che lo accogliesse. Egli è nato sapendo già tutto e disponendo delle sue capacità subito e in modo completo, ma ha avuto bisogno di crescere in una famiglia che lo amasse e lo aiutasse a maturare sia la coscienza di chi fosse, sia la tenuta psichica e morale necessaria per compiere la volontà del Padre.

In questo giornate che seguono il Natale cerchiamo di rendere le nostre Famiglie quei luoghi santi e privilegiati in cui si formano uomini e donne autentici, coraggiosi e tenaci, e tentiamo di essere degni di una tale bellezza con la grazia dello Spirito santo e l’accompagnamento di Maria, madre di tutti.

 

Papa Francesco e la Famiglia!

“In questa prima domenica dopo Natale, mentre siamo ancora immersi nel clima gioioso della festa, la Chiesa ci invita a contemplare la Santa Famiglia di Nazaret”. Inizia così l’Angelus di Papa Francesco della prima domenica dopo Natale. “Il messaggio che proviene dalla Santa Famiglia è anzitutto un messaggio di fede – ha continuato il Pontefice -. Nella vita familiare di Maria e Giuseppe Dio è veramente al centro, e lo è nella Persona di Gesù. Per questo la Famiglia di Nazaret è santa. Perché? Perché è centrata su Gesù. Quando genitori e figli respirano insieme questo clima di fede, possiedono un’energia che permette loro di affrontare prove anche difficili, come mostra l’esperienza della Santa Famiglia, ad esempio nell’evento drammatico della fuga in Egitto: una dura prova”.

“Il Bambino Gesù con sua Madre Maria e con san Giuseppe sono un’icona familiare semplice ma tanto luminosa. La luce che essa irradia è luce di misericordia e di salvezza per il mondo intero, luce di verità per ogni uomo, per la famiglia umana e per le singole famiglie. Questa luce che viene dalla Santa Famiglia ci incoraggia ad offrire calore umano in quelle situazioni familiari in cui, per vari motivi, manca la pace, manca l’armonia, manca il perdono. La nostra concreta solidarietà non venga meno specialmente nei confronti delle famiglie che stanno vivendo situazioni più difficili per le malattie, la mancanza di lavoro, le discriminazioni, la necessità di emigrare” ha concluso Bergoglio.

Gesù è Colui che avvicina le generazioni. È la fonte di quell’amore che unisce le famiglie e le persone, vincendo ogni diffidenza, ogni isolamento, ogni lontananza. Questo ci fa pensare anche ai nonni: quanto è importante la loro presenza, la presenza dei nonni! Quanto è prezioso il loro ruolo nelle famiglie e nella società! Il buon rapporto tra i giovani e gli anziani è decisivo per il cammino della comunità civile ed ecclesiale. E guardando a questi due anziani, questi due nonni – Simeone ed Anna –salutiamo di qua, con un applauso, tutti i nonni del mondo”

 

 

 

 

Edda CattaniBuone Feste Famiglia!
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Tempo d’Avvento

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Tempo d’Avvento

L’Avvento è il tempo dell’attesa, di preparazione all’incontro con il Signore che viene, è il tempo in cui attendiamo e invochiamo quel Regno di amore e di pace che il Padre ha preparato per noi.  Il Natale è la festa che ci fa rivivere il fatto che il Figlio di Dio è venuto a condividere la nostra vita umana affinché noi potessimo condividere con Lui la sua vita divina. E “Condividere” è l’atteggiamento e l’impegno che vogliamo tutti avere.

 

Prepariamoci con il cuore dei bambini che non è solo “attesa dei regali”, ma innocenza… stupore… davanti all’”inaspettato” da Colui che  tutto ci viene donato.

 

Oggi è la prima domenica di Avvento.

 

Avvento vuol dire attesa della nascita di Gesù.  Questo periodo è di quattro domeniche e in esso tutti noi che ci consideriamo cristiani ci prepariamo al Natale. Il colore liturgico di questo periodo è il viola, eccetto la terza domenica di Avvento in cui facoltativamente possono essere indossati paramenti rosacei. Nella Liturgia di Avvento non si recita il Gloria, ma si mantiene l’Alleluia.

 

I miei nipotini al catechismo hanno preparato il calendario dell’avvento che fa parte di quello più grande (una grande striscia a colori diversi) che è il calendario liturgico.

 

La corona dell’Avvento è fatta con sempreverdi che stanno a significare la continuità della vita: il lauro significa la vittoria sulla sofferenza;  il pino, l’agrifoglio e il tasso rappresentano l’immortalità;  il cedro forza e guarigione.

 

Le quattro candele rappresentano le quattro settimane di avvento.

La prima candela si chiama Candela del Profeta. Ci rammenta che molti secoli prima della nascita del bambino Gesù, uomini saggi chiamati profeti predissero la sua venuta.

La seconda candela, chiamata Candela di Betlemme, ci ricorda la piccola città in cui nacque il nostro Salvatore.

La terza candela è chiamata la Candela dei pastori, poiché furono i pastori ad adorare il bambino Gesù e a diffondere la lieta novella.

La quarta candela è la Candela degli Angeli per onorare gli angeli e la meravigliosa novella che portarono agli uomini in quella notte mirabile.

 

 

In giardino ho un grande agrifoglio che è anche un simbolismo cristiano: le foglie acuminate sono come la corona di spine come in una leggenda inglese si racconta che la stessa croce fosse di agrifoglio. La corona che è un cerchio rappresenta  l’eternità di Dio che non ha nè inizio nè fine, l’immortalità dell’anima e la vita eterna in Cristo. Quando si usa il decoro delle pigne e delle noci simbolizzano la vita e la risurrezione.

 

 Così, come i bimbi, preparo il mio Avvento e sono certa che i miei Cari, dalla Gerusalemme Celeste, mi seguiranno con amore!

 

 

Edda CattaniTempo d’Avvento
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Le Promesse del Sacro Cuore di Gesù

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Rinnoviamo anche quest’anno ;

IL CUORE DI GESU’ L’ ICONA DEL DONO

(B.Giovanni Paolo II°)

 

Quando si parla del Sacro Cuore, il primo pensiero corre a quella serie di gesti che normalmente vanno sotto il nome di devozione al Sacro Cuore, ma il cuore di Cristo non un “oggetto” da venerare, è la rivelazione della persona di Gesù che noi conosciamo nella sua misteriosa storia  di amore. E più si entra nella conoscenza profonda del suo mistero, più si scopre che  il Cuore di Gesù  non è neppure l’immagine di chi aspetta qualcosa. Egli è l’icona di chi offre un dono e vuole essere riconosciuto come Colui che ha tanto amato l’uomo da dare la sua vita, che  ama e  vuole incontrare chi cerca l’amore. A chi abitualmente si pone davanti a questo mistero, con confidenza filiale, Dio dà la possibilità di entrare nei segreti della Nuova Alleanza attraverso la strada del cuore di suo Figlio, perché possa scoprire la lunghezza, l’ampiezza, la  profondità del suo amore.

 

Che cosa è l’Apostolato della Preghiera

 

 

 

 

L’ Apostolato della Preghiera (AdP) è un servizio alla Chiesa Cattolica diffuso in tutto il mondo, compatibile con tutti i tipi di associazioni e movimenti, che propone la spiritualità del Cuore di Gesù per aiutare tutti i membri della Chiesa a vivere pienamente il Battesimo e l’Eucaristia nello spirito del sacerdozio comune dei fedeli. L’ AdP propone tre impegni fondamentali e progressivi che consentono di vivere:

 

• l’Offerta quotidiana

la Consacrazione

la Riparazione

“Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.”

Un po’ di storia…

Era l’anno 1844 a Vals in Francia, quando un gruppo di studenti gesuiti in procinto di partire missionari chiesero ai loro insegnanti un suggerimento per la buona riuscita della loro impresa. P. Gautrelet, alla vigilia della festa di San Francesco Saverio, suggerì di offrire quotidianamente a Dio il lavoro e lo studio per la salvezza di tutti gli uomini. Due anni dopo pubblicò un libretto in cui descriveva la spiritualità di una associazione di persone che pregavano per le grandi intenzioni apostoliche della Chiesa. Quest’offerta, infatti, era stata accolta da molti religiosi e religiose.

Nel 1860 padre Ramiere completò l’offerta e la rivolse al Cuore di Gesù simbolo dell’amore del Nostro Redentore. L’offerta è ora di tutta la giornata: lavoro, studio, gioie, dolori. E’ un atto di amore che si rivolge a Gesù per ricambiare il grande amore della Croce.

Padre Ramiere, un anno dopo, iniziò la pubblicazione del Messaggero del S. Cuore. Nel 1866 elaborò i primi statuti e fino al 1884 si adoperò per diffondere questa spiritualità in tutto il mondo, non solo fra i religiosi ma anche fra i laici. Il suo zelo fu premiato: infatti, alla sua morte, esistevano 3500 centri e 13 milioni di iscritti.

 

Perché l’offerta venne rivolta al Cuore di Gesù?

Circa 200 anni prima, sempre in Francia, Gesù mostrò il suo cuore a Santa Margherita Maria Alacoque dicendo: “Ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudini e disprezzo”. Nelle successive apparizioni Gesù fece importanti promesse per coloro che avessero onorato il Suo Cuore. Ne riportiamo una soltanto: “Prometto la grazia della penitenza finale a coloro che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi. Il mio amore onnipotente non permetterà che muoiano in disgrazia né senza ricevere i sacramenti, il mio Cuore sarà loro asilo sicuro nell’ora estrema”.       

L’Apostolato della Preghiera è sorto dunque in Francia presso la compagnia di Gesù. La diffusione in Italia dell’A.D.P. è avvenuta ad opera dei Barnabiti, i quali in contatto per quarant’anni con padre Ramiere hanno tradotto in italiano e distribuito Preghiere e Messaggero in tutta la penisola.   

I Pontefici, da Pio IX a Giovanni Paolo II, ebbero molto a cuore l’Apostolato della Preghiera. Lo dimostrano le indulgenze concesse, l’approvazione degli statuti e le intenzioni da essi aggiunte alla offerta giornaliera.   

 

Che cosa deve fare una persona consacrata o iscritta o simpatizzante dell’A.D.P.?

• recitare giornalmente la formula di offerta della giornata in riparazione dei peccati per la salvezza delle anime;

• realizzare e vivere l’offerta stessa in modo che le sue azioni siano in accordo con la volontà di Dio;

• avere a cuore tutto ciò che alimenta la pratica della preghiera;

• essere presente all’Adorazione Eucaristica (nella propria parrocchia ogni primo venerdì del mese durante la celebrazione eucaristica);

• farsi carico di opere di misericordia, come la visita agli ammalati ed il conforto ad essi, la preghiera per i defunti e l’accompagnamento dei defunti durante le esequie (non solo delle ascritte)  con la  preghiera. 

 Leggiamo con devozione questo opuscolo dedicato a:

il sacro cuore

 

Il Padre Raffaele Reyes insegnava lettere in un seminario. Era ancora giovane quando rimase cieco e così non poté essere ordinato sacerdote. Se al mondo vi sono delle altre prove, tra queste non sono le più piccole il divenire ciechi e il dover rinunciare al sacerdozio per chi ne ha ricevuto e abbracciato la vocazione. Ma Raffaele Reyes che viveva fortemente la realtà del suo intimo dialogo con Cristo, scrisse in quella occasione una poesia meravigliosa. In essa diceva: «Quando ero piccolo mia madre era solita avvicinarmisi di nascosto, mettermi le mani sugli occhi, per domandarmi poi: «Chi è?». Io, che la riconoscevo, rispondevo abbracciandola: «Sei  la mia mamma!». Ora sono ormai grande e sei venuto tu, Dio mio, e mi hai posto le mani sugli occhi e mi chiedi: «Chi sono?». Io riconosco la tua voce e le tue mani e rispondo: «Sei mio Padre!» E il mio desiderio è che Tu ritiri le tue mani, affinché io possa contemplare il Tuo volto e abbracciarti per tutta l’eternità».

 

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Il Via al Giubileo

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MONDO A BANGUI, IN CENTRAFRICA

 

IL VIA AL GIUBILEO DAL CUORE DELL'AFRICA.

 

 

PAPA FRANCESCO: "DEPONETE LE ARMI, STRUMENTO DI MORTE"

 

 Nel corso del suo discorso, davanti ai 500 fedeli radunati all'interno della cattedrale e al migliaio che seguiva fuori guardando i maxischermi, il Papa ha ribadito il suo appello a deporre le armi. Quella di oggi è la tappa più attesa del viaggio di Francesco con l'apertura della Porta santa della cattedrale di Bangui – di fatto anticipando l'inizio del Giubileo  –

 

"Riconciliazione, perdono, amore e pace, amen". Con queste parole esclamate a braccio e con grande forza il Papa ha concluso l'omelia della messa nella cattedrale di Bangui. L'ha pronunciata in italiano, con traduzione simultanea nella lingua nazionale, il sango, dopo ogni paragrafo. Negli ultimi 5 paragrafi il Papa si è animato sempre di più, e i presenti hanno applaudito a più riprese. Nel corso del suo discorso, davanti ai 500 fedeli radunati all'interno della cattedrale e al migliaio che seguiva fuori guardando i maxischermi, il Papa ha ribadito il suo appello a deporre le armi. "A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell'amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace". 

Edda CattaniIl Via al Giubileo
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Papa Francesco benedice l’ulivo

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Papa Francesco benedice palme e ulivi

Omelia a braccio per la domenica delle Palme

 

 

“Chi sono io davanti al Signore?”: una domanda semplice, posta dal capo della Chiesa romana. Papa Francesco recita la sua omelia in una domenica delle Palme di festa a piazza San Pietro e parla a braccio. Sembra quasi provato, stanco, ma chi lo conosce bene ha detto che la serietà di Bergoglio è dovuta “al momento solenne”. Il Papa ha analizzato l’atteggiamento di tanti personaggi durante la passione e la morte di Cristo.

“Dove è il mio cuore, a quale di queste persone assomiglio? Questa domanda ci accompagni per tutta la settimana”, ha detto Francesco, dopo aver citato i farisei, Giuda, le donne al sepolcro e Giuseppe di Arimatea. Impugnando il pastorale di legno d’olivo, sormontato da una croce, donato dai detenuti del carcere di Sanremo, il Papa ha benedetto le palme e gli ulivi dei tantissimi fedeli stipati in una San Pietro gremita.

Il pensiero di Bergoglio va ai giovani delle Giornate mondiale della gioventù, quando i polacchi hanno consegnato la croce ai brasiliani. Immancabile il riferimento a Papa Wojtila: “Egli chiese di portare questa croce in tutto il mondo come segno dell’amore di Cristo per l’umanità. Giovanni Paolo II è stato l’ideatore delle Giornate mondiali della gioventù e ne diventerà patrono”.

Papa Francesco ha ricordato l’imminente canonizzazione di Papa Wojtyla e di Papa Giovanni XXIII, prima di anticipare che “a Dio piacendo, 15 agosto prossimo, a Daujeon, nella Repubblica di Corea”, incontrerà “i giovani dell’Asia nel loro grande raduno continentale”.(A.B.)

 

13 aprile 2014

 

Non costringiamo il Padre nelle stanze del nostro sentire. Accogliamolo, così come si accoglie quella brezza di vento che smuove per un attimo le tendine alla finestra… P.V.

 

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