La Vita Oltre la Vita

Comunicazione e comunione

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 Pubblico in risposta al GRUPPO METAFONISTE DI FACEBOOK

Questo prezioso documento ha vent'anni e mi è stato consegnato in copia (che ho ribattuto) da Agnese Moneta, la Mamma di Frangi, nel mio primo Convegno del Movimento della Speranza, quando vi partecipai ancora fresca della dipartita del nostro Andrea. Anche se trovo che sia, in alcuni passi, abbastanza rigido, fu per me una guida sicura e con queste direttive intrapresi una ricerca nel rispetto della comunicazione con i nostri Cari.

 

BAVENO 8/5/93

 

COMUNICAZIONE E COMUNIONE CON I NOSTRI CARI

 

 

La comunicazione con i nostri cari trapassati all'altra dimensione dovrebbe avere lo scopo di condurci gradualmente all'intuizione dello stato in cui essi sono stati inseriti, stato molto diverso da quello che conoscevano, molto diverso dal nostro,in cui dobbiamo continuare a vivere, e pertanto, alla fine, dovrebbe generare in noi una totale comunione con loro,comunione di sentimenti e di valutazione dei valori.

Io penso, appunto, che lo scopo primario per cui questi contatti coll'altra dimensione sono permessi, sia quello di far intravedere un po’ di Cielo alla nostra umanità moderna, corrotta negli ideali e nei propositi,stupidamente protesa ad una corsa disperata ed inutile per la conquista di beni terreni e transitori, come la ricchezza, la notorietà, la fama, il successo, la bellezza esteriore, la buona salute, il benessere sociale. Ai nostri figli noi abbiamo insegnato questi valori,perché avessero successo nella vita, ma abbiamo insegnato valori falsi,che in seguito siamo stati costretti a rivedere. Valori apparenti, che abbiamo elevato ad idoli del nostro vivere sociale e di cui abbiamo reso schiavo il nostro intelletto, mentre, per raggiungerli,abbiamo sperperato senza nemmeno accorgercene le forze migliori che albergano in noi stessi.

L'impostazione della moderna società oggi lo esige. Ma appenda però, accade nella nostra famiglia un fatto negativo, irreparabile, che ci tocca e non rientra nella norma cui egoisticamente ci siamo abituati, ecco che nel nostro cervello si scatena un vero e proprio finimondo e i più non riescono a capacitarsi che proprio a loro il destino abbia riservato un'ingiustizia così pesante,un’ingiustizia così ingiusta,….. il destino o Dio? Meglio prendersela con Dio, perché ricordiamo vagamente che un tempo ci hanno insegnato che Dio è buono e misericordioso e giusto. Quindi, perenne?

Una saggia massima proferisce: "La misura in cui credi nella disgrazia e nell'ingiustizia è la misura della tua ignoranza".

Ora fra noi ci sono molti genitori che hanno superato questa prima fase con grande intelligenza e cuore aperto, si sono resi conto della realtà vera che esiste dietro la cortina di fumo di errate mentalità e si sono incamminati con fermezza, serenità e gioia interiore sulla strada che i nostri figli trapassati hanno indicato ed indicano a note sempre più evidenti e chiare.

Ci siamo resi conto, noi del Movimento della Certezza, che coloro che noi abbiamo pianto, immobili e cerei, ma bellissimi,nel sonno eterno dentro la bara,si sono trasformati in esseri trasparenti e luminosi, che si aggirano attorno a noi, invisibili, sulla terra, e viaggiano rapidissimi nell'immensità del cosmo,che sono dotati di poteri superumani e nutrono sentimenti sublimi perché alimentati direttamente dal Divino Amore, che nella loro dimensione, o possibile assaporare e godere molto più facilmente ed efficacemente di quanto sia concesso a noi, qui sulla terra.

 

Quante comunicazioni,giunte nei modi più svariati e complessi,convergono tutte alla conferma di questo concetto. Lo affermo con sicurezza, coll'esperienza di diciassette anni di comunicazioni dirette e di confronto colle esperienze di altri genitori,centinaia, forse anche migliaia, che me le hanno raccontate.

Il quadro è unico, e stupefacente nella sua compattezza e nella corrispondenza: I nostri ragazzi della luce ci hanno dipinto, fornendocene anche le prove, una esistenza nell'altra dimensione che è tutta da assaporare e da godere, tanto bella, grande, gioiosa ed utile, che nessuna delle persone interpellate, se per caso volessero tornare indietro, ha risposto di sì. Unanimemente tutti gli spiriti di Luce, o coloro che si stavano incamminando verso la luce, hanno fornito una risposta identica, nessuno vorrebbe tornare, essi hanno trovato una condizione ottimale, infinitamente migliore di quella che hanno lasciato, e intuiscono, se già non sanno, che quella condizione è passibile di ulteriore miglioramento. Frangi, per primo, disse:"Qui non mi manca nulla abbiamo molto di più di quello che avevamo in terra. Allora avevamo il vostro amore, ma possiamo averlo anche qui, se voi seguitate a mandarcelo, sta a voi amarci, ancora, meglio e più di prima". Una volta constatato, attraverso comunicazioni incrociate, segni e prove di ogni tipo, che essi affermano la verità e sono davvero felici là, dove il disegno di Dio Padre li ha chiamati, il nostro cuore dovrebbe calmarsi e trovare pace, non gridare più parole disperate e di ribellione, incanalarsi ubbidiente nella via della fiducia e della comprensione della volontà della Divina Provvidenza. E1 un mutamento che avviene nella nostra coscienza,quando, alla fine di una penosa ricerca, qualcosa all'improvviso ci convince, arrecando l'elemento definitivo, il pezzetto che mancava ancora al mosaico. All'improvviso ci viene fatto di saltare il fosso dell'incomprensione e della diffidenza. A volte il salto è provocato semplicemente dall' ascolto di una conferenza o soltanto di una voce amica che ci convince perché tocca quella piccola corda nascosta nel profondo del nostro essere che, magari, ignoravamo anche di possedere. A volte è la ragione stessa che ci impone di rivedere le nostre posizioni perché si è verificato un fatto che razionalmente, umanamente, non si è in grado di spiegare e bisogna ricorrere alle conoscenze paranormali; a volte ci si arriva collegando mentalmente tanti fatti che ci sono accaduti, fatti apparentemente insignificanti, ma che presi nel loro complesso messi insieme, costituiscono una montagna di indizi che convergono tutti alla stessa conclusione.

 

Tale processo si è verificato per me in diciassette anni di strada battuta con interesse sempre vivo, attenzione, fede e volontà di capire, e posso affermare,sulla base della mia esperienza personale,che si tratta della forma più completa e consistente per arrivare alla certezza, perché è come la costruzione graduale di una torre, pietra su pietra,attaccate l'una alle altre con cemento indissolubile, per cui tutta la costruzione è solida,compatta, non presenta né incrinature, né tare. Per questo motivo ho sempre consigliato i miei amici di non aver fretta, lasciare tempo al tempo, dopo aver gettante le radici e lasciarsi guidare da "loro" che possiedono attitudini,forza e saggezza per attuare quanto è stato stabilito, nel modo e nel momento più opportuno. I figli di luce guidano il nostro cammino terreno e lo fanno per condurci al Cammino Celeste.

 

Impercettibilmente, sulle prime,ci sospingono nella direzione da essi voluta, mediante incontri, letture, discorsi che ci colpiscono e ci fanno mutare orientamenti, desideri e speranze. Si valgono di avvenimenti per noi casuali, ma da essi predisposti, sicché non si può più attribuirli al "caso", conoscenze nuove, conversazioni, letture,anche spettacoli televisivi. Dalla telefonata alla persona giusta può scaturire l'inizio di un radicale cambiamento di vita. Poi, man mano si avanza , le concatenazioni diventano più evidenti,ci accorgiamo di essere presi nel giro, di divenire parte di un disegno importante,che è bello lasciarsi condurre dagli invisibili, offrendo ogni ora della nostra vita di attesa,ed allora pace e financo allegria compenetrano il nostro essere e diveniamo veramente partecipi di un Progetto del Cielo, assecondando la volontà di chi ci parla attraverso canali inconsueti, ma molto più efficaci di quelli terreni.         Ormai il desiderio iniziale, la necessità di essere rassicurati sullo stato dei nostri figli, il sapere "se stanno bene", questa richiesta, proferita tra i singhiozzi di chi chiede per la prima volta un aiuto una volta che questa necessità è stata soddisfatta perché la risposta è arrivata, chiara e convincente, allora nel nostro intimo subentra un'altra richiesta, un'altra necessità, quella di imparare, per poterli seguire nella loro nuova vita,nella loro evoluzione ultraterrena.

E qui, inizia la comunione con loro,attraverso il nostro intimo accostarci e compenetrarci con l'essere che amiamo, che non è più come prima, perché ha subito una trasformazione, abbandonando la veste di carne e di ossa, per divenire spirito puro,antenna vibrante, pensiero disincarnato,Entità di Luce.

La trasformazione che ci procura l'abbandono del corpo fisico è immane, un cambiamento di stato totale, a cui le creature umane il più delle volte non sono preparate, specie quelle più giovani che trapassano all'improvviso.  Frequentemente, nei nostri contatti, ci viene descritto lo stupore di cui si è preda nei primi momenti dopo il passaggio. Questa meraviglia che ci compenetra nel constatare che i nostri sensi abituali non ci servono più è stata anche grossolanamente, ma efficacemente descritta in alcune sequenze cinematografiche,tipo GOST e ALWAISS. L'essere che si è appena staccato dal corpo, mettiamo per incidente,lo vede lì, giacere a terra o su una barella, insanguinato, rotto, distorto, e non prova dolore. Vede la gente che lo circonda piangere o darsi da fare per soccorrerlo, e non è in grado di intervenire, di dire la sua parola e non è udito, tocca i volti e le mani dei presenti e non riesce ad attirare la loro attenzione, e perciò è disorientato, in una situazione che non capisce, della quale nessuno si è mai preso la cura di parlargli.

Ebbi un'esperienza con un giovane milanese che era caduto in un burrone e vi morì dopo una lunga agonia. Lo cercavano in tanti, ma non fu trovato che dopo mesi. Ebbene, questo giovane ci raccontò tramite medium, naturalmente, di essere rimasto a lungo, dopo morto,accanto al suo corpo col proposito di risalire dallo sprofondo, e poi di essersi trovato di nuovo sul ciglio del burrone da cui era caduto,immerso nella solitudine e nel silenzio della montagna, e di avere iniziato ad aggirarsi senza trovare nessuno. Nei giorni successivi tornava accanto al suo corpo, senza capire, finché si accorse che esso iniziava a decomporsi, allora si rese conto di essere morto, e provò molto spavento.

 

Coloro che trapassano, invece, per vecchiaia o per malattia, arrivano più preparati, perché hanno avuto modo o tempo di riflettere ed assaporare contatti con persone della loro famiglia o con amici già trapassati che trovano il modo di farsi vedere dai moribondi, o con le Entità di Luce che intervengono a predisporre il passaggio. Nelle ultime ore della sua agonia Frangi parlò di visioni bellissime che vedeva, di scene e di personaggi che entravano e uscivano dal suo campo intellettivo, secondo le fasi del torpore e della coscienza che si alternavano. Frangi non era in preda ai farmaci,lo hanno lasciato senza somministrazioni di sedativi particolari,era attaccato soltanto ad una bombola di ossigeno, perché non aveva più praticamente i polmoni, e non credo che l'ossigeno, in quelle condizioni, possa procurare allucinazioni. Frangi ha detto che vedeva e che sentiva la Realtà meravigliosa in cui stava entrando, ed io gli credo. Del resto, successivamente ,quando poté servirsi di un mezzo per comunicare, riprese il discorso, rivolgendosi al fratello, per completare e chiarire ciò che non aveva potuto spiegargli dal suo letto di dolore. Le persone il cui corpo è stato distrutto dalla malattia entrano subito nel sonno riparatore, che non sappiamo quanto duri, perché'varia da soggetto a soggetto. Per tutti, però, c'è poi il provvidenziale intervento delle Guide, esseri Celesti il cui compito consiste nell'accogliere, rassicurare, guidare i nuovi arrivati. Tutti possono ricevere un aiuto, basta desiderarlo, chiederlo, e le Entità di luce iniziano  a svolgere il loro compito. L'anima affronta allora una serie di processi consecutivi che la portano a spogliarsi progressivamente di ogni residuo materiale, e sceglie, da sola,sulla base di quanto percepisce attorno a sé e in sé il tipo di cammino che vuole seguire, la compagnia a cui aggregarsi, cioè la scuola,  per così dire, nella quale vuole essere inserito per conseguire la propria evoluzione. Tutto ciò richiede del tempo, perché la maturazione è graduale ma la scelta è definitiva, ed è perciò raccomandabile non intervenire da qui intempestivamente, con pratiche e richieste inopportune e anche dannose, dal momento che nessuno di noi vorrebbe recar danno a chi ama. A questo punto entriamo dunque in scena noi, che possiamo dalla terra agire o no in maniera appropriata, influenzarli positivamente o negativamente. E’sempre stato detto che il nostro pianto ostinato disturba i trapassati ed è tutt’altro che gradito, e ciò si spiega col fatto che chi è arrivato di là percepisce in maniera più forte e più completa le vibrazioni provenienti da noi, perché essi sono privi di corpo fisico, il quale costituisce come una solida corazza che sulla terra ci protegge,colla sua fisicità, da tutto ciò che di mentale, psichico ci viene scaricato addosso, sia nel bene che nel male. Quando questa protezione di materia viene a mancare, ecco che lo spirito disincarnato recepisce violentemente i nostri stati d'animo, e ne resta condizionato. Io consiglio sempre di inviare pensieri e sentimenti amorosi e pacifici, di rassegnazione e di incitamento a chiedere l'aiuto degli Angeli, o di parenti già trapassati e di mettersi nelle mani di Gesù e di Maria.  Il pianto irrefrenabile che sgorga inevitabilmente dai nostri occhi e dai nostri cuori straziati, deve essere dolce, amoroso,provvido di esortazioni incoraggianti,affinché i nostri cari non soltanto non si sentano soli, abbandonati ad un destino ignoto, ma avvertano la nostra sollecitudine, la nostra solidarietà e comprensione, attingano da noi la forza necessaria per superare quei primi stadi in cui tutto risulta nuovo e si ha veramente bisogno di aiuto. Cerchiamo di non gravare ulteriormente su una situazione, di per se stessa critica. Ricordiamoci il titolo del più importante libro di Ernesto Bozano: "La crisi della morte".

 

Se riusciamo a convincerci della verità e logicità di tutto quanto sto esponendo, perché mi risulta da più e più esperienze, allora saremo capaci di fornire realmente l'aiuto valido e concreto, il più opportuno alle persone che amiamo, invece di gravare su di loro, come purtroppo spesso avviene, colla nostra angoscia cieca che va ad aggiungersi al peso già notevole dei problemi e delle sofferenze che inevitabilmente accompagnano lo stadio del passaggio e del primo inserimento nella nuova dimensione.

  Secondo la nostra religione le anime che transitano dal Purgatorio attendono da noi viventi le preghiere ed i suffragi che solo noi possiamo inviare, in quanto loro, i trapassati, possono usufruire, nella loro dimensione, dei propri meriti requisiti per le buone azioni compiute nel corso della loro vita, e della umile accettazione della penitenza necessaria a lavare i propri peccati, però la preghiera che formuliamo noi,come le Messe, le indulgenze che possiamo liberare ed applicare alle loro anime, provengono esclusivamente da noi, incarnati in terra, quindi risulta chiarissima la responsabilità di ciascuno di noi verso i nostri defunti, ai quali possiamo giovare in modo estremamente utile e gratificante, o negare quell'appoggio che solo noi possiamo fornire, per nostra ignoranza o incompetenza o disinteresse. E’ questa prima responsabilità morale alla quale non si è abituati a riflettere. Si piange, si esternano dolore e rabbia, e non si tiene invece conto delle reali necessità del trapassato.

A causa della mentalità superficiale adottata oggi per vivere, mi sento riferire spesso questa frase, pronunciata in famiglia,per esortare magari un congiunto a dimenticare la tragedia:"Lascia in pace i morti". Dietro a queste parole c'è un abisso di egoismo che si nasconde nella falsità di un principio morale che è puro frutto di ignoranza e di pigrizia. Ma come si fa a pensare che un figlio, anche dopo morto, non si avvicini più a chi gli ha dato la vita, lo ha amato e cresciuto e per anni gli ha espresso affetto, tenerezza, comprensione, fin dalla culla? Come si può affermare, esortare a dimenticare, lasciarli "in pace", in definitiva, cancellandoli dal cuore, dalla mente, come non fossero mai esistiti? Eppure c’è chi lo fa, chi sostituisce il figlio scomparso con un altro, giungendo persino a imporre lo stesso nome del fratello al nuovo arrivato. Ho sentito l’angoscia nelle comunicazioni di bimbi, di fanciulli che si erano sentiti messi da parte, accantonati, nel cuore di un Papà o di una Mamma, che avevano trasferito tutto il loro amore su un'altra creatura, sforzandosi di cancellare i ricordi che avrebbero fatto soffrire.

 

Lasciare in pace i morti significa esattamente questo: Non porsi problemi, voler vivere alla giornata, eguale = Egoismo. L'essenza che è vissuta, che è, continua a vivere per l'eternità, la ritroveremo intatta, con tutte le sue caratteristiche, e  potremo ancora amarla, vivere in comunione con lei, in Paradiso.

E allora cominciamo a costruire questa   comunione fin da ora, da subito, rendendoci conto immediatamente della lealtà e comportandoci in modo responsabile e coerente con gli insegnamenti che ci vengono impartiti da chi è più informato e saggio di noi. In definitiva, tutto ciò che vogliamo è procurare loro del bene, perciò dobbiamo agire esclusivamente in conformità dei loro  interessi. E’ inutile ripetere che la nostra vita è stroncata, che non abbiamo più voglia,che non ci va di vivere. Questo è ovvio, non vale la pena di ripeterlo fra noi, è un'ostentazione di sensibilità inutile, a mio parere. Si dimostra molto più efficacemente la nostra voglia di loro adeguandoci a quanto loro ci richiedono. Entrare in comunione con loro vuol dire comprendere ed accettare le regole del loro nuovo mondo, agevolare e favorire al massimo il loro inserimento in una vita diversa da quella che noi stessi conosciamo, ma molto più bella e ricca di amore e di possibilità. Non abbiamo insegnato nulla o quasi di questa vita, che tutti ci attende, ai nostri figli quando erano qui con noi,non se ne parla, nella nostra società che quando la morte colpisce qualcun altro,come un'eventualità incompatibile colla nostra sicurezza, non se ne parla per scaramanzia, forse, per paura, ma soprattutto per ignoranza. Osservate invece come reagiscono spontaneamente i bambinelli nelle famiglie dove è entrata la morte: essi l'accettano con semplicità,come una realtà si sintonizzano spontaneamente con il Cielo, immediatamente e senza problemi. Molte volte affermano di aver stabilito un contatto con ciò che per noi adulti è invisibile, che loro, invece, affermano ingenuamente di vedere.

 

I nostri sforzi per entrare in comunione perfetta con la condizione radiosa saranno sicuramente benedetti ed agevolati dal Cielo. Quando il contatto con coloro coi quali vogliamo dividere l'eternità sarà stato raggiunto,attraverso la Comunione intensa e profonda fra i nostri due livelli, noi, nel frattempo, avremo imparato a vivere in modo diverso la nostra giornata terrena, considerando accadimenti necessari alla nostra evoluzione le avversità legate al nostro procedere, e con distacco e vero spirito di sopportazione guarderemo più dal¬l'alto le incongruenze, le distorsioni, le malignità di cui è infarcita la nostra vita, in cui siamo quotidianamente immersi, conferendo loro sempre minore importanza, e non consentendo più che ci procurino fastidio o che ci addolorino. Il distacco, non solo dai beni terreni, ma anche dai mali è la conseguenza di una maturazione anteriore che solo il contatto genuino e completo colla dimensione ultraterrena è in grado di assicurare. E' la saggezza dell'uomo consapevole. La luce in cui vivono i nostri cari irradierà pian piano anche la nostra realtà, facendoci edotti e consapevoli dell'altra Realtà che stiamo andando a conquistare, quindi, il bene che abbiamo voluto per loro, cominciando,col rinunciare al nostro egoismo, ci verrà non solo corrisposto, ma amplificato enormemente, generando con loro una specie di osmosi amorosa e rasserenante,che ci accompagnerà per il resto della nostra vita terrena e per sempre, perché le conquiste spirituali sono l'unica dote che nessuno potrà mai toglierci. Operiamo dunque secondo le richieste dei nostri figli, lasciandoli liberi di avanzare nella conoscenza senza tenerli legati alla nostra quotidianità, ma elevandosi al loro livello di generosità e altruismo. Essi sono cresciuti,anche i più piccini crescono, in potenza e in grazia, possono e debbono esserci maestri,e questo, riconosciamolo,è un compito nostro. Imparare! Frangi una volta mi disse:"La manina che affidavo a te, bambino, ora è divenuta ampia e forte, e si tende verso di te, per sostenerti". L'umiltà si dimostra anche accettando di farsi guidare da chi  abbiamo guidato, e l'intelligenza ci chiarisce che è cosa saggia sottostare alla guida di colui che è arrivato più in alto perché chiamato da Chi voleva servirsi di lui e sapeva che sarebbe stato all'altezza dei compiti che intendeva affidargli.

 

Ho conosciuto genitori che, senza rendersi conto del male che procurano, insistono in pratiche che non consentono ai loro figli di staccarsi e conseguentemente di elevarsi, gravandoli col peso delle loro egoistiche angosce, desiderando ardentemente il loro ritorno fisico in casa, crogiolandosi nella rievocazione dei momenti cruciali del loro trapasso, su cui, invece, generalmente i comunicanti sono propensi a sorvolare,affermando che si tratta di un semplice passaggio, e crogiolandosi altresì  nell'ostentazione della loro disperazione e della loro  impossibilità di andare avanti nella vita.

C'è anche chi, dopo aver raggiunto qualche risultato col registratore, pretende l'intervento del proprio caro tutti i giorni, a orario fisso c'è chi instaura un contatto mentale malato, in cui pretende di essere assistito e guidato anche nelle faccende più umili di vita quotidiana.

L'amore possessivo il più delle volte è ottuso e non si cura del vero bene dell'amato, che tale atteggiamento sia un errato retaggio di una mentalità vecchia e sorpassata è proprio ciò che dobbiamo capire, superare e vincere.

Elevare noi al loro livello, e non tentare, invece, di abbassare loro a noi, e trattenerli.

Quando arriveremo anche noi dall'altra parte del ponte, dobbiamo trovarci in grado di camminare assieme, sullo stesso livello, e perciò utilizziamo questo tempo che ci resta, e che assai probabilmente ci è concesso proprio a questo scopo,per prepararci, sintonizzandoci in Comunione con loro, con il cuore, l'anima, la mente.

 

 

 

 

   

Edda CattaniComunicazione e comunione
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La “comunicazione” con i nostri Cari

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… e di seguito ripropongo per le amiche dei "MESSAGGI ISPIRATI….! di FB…

…..e udirono parole…

 «La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede». Queste sono le parole dette da Benedetto XVI che suonano come la denuncia di una situazione drammatica. Questo Papa che ha lamentato «l' eclissi di Dio» e ha paragonato il nostro tempo a quello del «crollo dell' impero romano dichiara che il  problema è la «questione su Dio». E ribadisce: «Ripetutamente, nella storia, persone attente hanno fatto notare che il danno per la Chiesa non viene dai suoi avversari, ma dai cristiani tiepidi».  Ritorna poi su alcuni suoi punti fermi : «Noi siamo Chiesa!», ma la questione essenziale è un' altra: la Chiesa è in crisi di identità. E’ perciò opportuno che noi, Mamme della Speranza, popolo di Dio, mentre un integralismo conservatore, sembra volerci escludere dalla Comunità ecclesiale e attribuirci un’etichetta “spiritistica” che non ci appartiene, ribadiamo i cardini che supportano la nostra dichiarata fermezza, già promulgata da un Santo Sacerdote che ormai ha raggiunto la Gerusalemme Celeste.

 

LA GERUSALEMME CELESTE E LA COMUNIONE DEI SANTI

di Padre Zaccaria Bertoldo

 

Lo Spirito vivificante non è tale solo nella realtà attuale della Chiesa, cioè attraverso la comunicazione della grazia nei sacramenti o in altri modi (Parola di Dio, preghiera, etc.), ma è presente e dà la sua vita e il suo soffio vitale “ruah” anche al di là, nella nuova dimensione della sopravvivenza. Per cui la domanda:

”Rimangono il legame, l’unione, nel ricordo e nell’amore, il colloqui tra noi che siamo ancora sulla terra (i viandanti) e “loro”, che sono già dall’altra parte?”. E’ una domanda davvero interessante che è stata posta anche in un recente convegno a Torino, dal tema: “L’al di là ritrovato”, al quale assistevano anche insigni teologi.

La posizione della Chiesa qui è affermativa e si concretizza nei concetti – dogmi – di “Comunione dei Santi” e di “Chiesa” come totalità nei 3 stadi di: Chiesa itinerante sulla Terra, Chiesa purgante dei defunti e di Chiesa trionfante di quelli che si trovano già nella pienezza della gloria di Dio.

Tutto ciò è confermato nel “Catechismo della Chiesa Cattolica” che, al numero 1024 dice:”Questa Comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, con gli angeli e tutti i beati è chiamata il cielo”. E nel numero 1025 si dice, ancor più chiaramente:”Vivere in cielo è essere con Cristo. Gli eletti vivono “in Lui”, ma, conservando, anzi, trovando la loro vera identità, il loro proprio nome”.

Specialmente se si realizza l’unione del corpo sottile o spirituale con l’anima (vedi Prieur e Marta Toniolo). Importanti sono soprattutto i numeri 1029:”Nella gloria del cielo i beati continuano a compiere con gioia la volontà di Dio in rapporto agli altri uomini e all’intera creazione”. E nel numero 1027 si dice:”Questo mistero di comunione beata con Dio e con tutti coloro che sono in Cristo supera ogni possibilità di comprensione e di descrizione. La scrittura ce ne parla con immagini: vita, luce, pace, banchetto di nozze, vino del regno, casa del Padre, Gerusalemme celeste, paradiso”.

La parapsicologia sopravviventistica che studia la fenomenologia di questa continuazione di rapporto e di colloquio non appare quindi su posizioni conflittuali nè inconciliabili col magistero ecclesiale. Però sarebbe inesatto e riduttivo definire queste esperienze “paranormali”. In realtà siamo di fronte ad esperienze certamente spirituali. Sarebbe ingiusto negare l’evidenza di certi fenomeni che abbondano nella vita dei santi (Padre Pio, Lourdes, Medjiugorie, Paravati), così come i messaggi dei due giovani francesi Pierre Monnier e Roland De Jouvenel, e di latri giovani alle loro mamme. Sopra tutti vorrei segnalare Giampiero Campana, “Di là qualcuno ci scrive”, a cura di Guido Sommavilla, S.J. Purtroppo molti della Chiesa ufficiale ignorano questo problema o si manifestano ostili. Forse perché non hanno ancora letto bene gli articoli 2116 e 2117 del “Catechismo della Chiesa Cattolica”, laddove si proibiscono la divinazione e la magia: la fenomenologia di questi rapporti e colloqui – infatti – non appare su posizioni conflittuali né inconciliabili col magistero ecclesiale, perché in essi non si tratta di magia o di divinazione. Lo stesso prof. Collo (teologo dell’arcivescovo di Torino) nel convegno di Torino ha ammesso che il colloquio o il conversare con i propri cari in Cristo non è escluso dalla Chiesa e può aver luogo con il consenso di Dio. La stessa affermazione è stata fatta da una cattedra più importante, e cioè in una nota dell’Osservatore Romano dal teologo P. Igino Concetti o.f.m. colonnista della terza pagina dello stesso giornale vaticano.

Pertanto queste fenomenologie e questi colloqui (di cui abbiamo molte testimonianze) ci offrono alcuni concetti generali sul modo di essere di questa sopravvivenza e del mondo in cui si svolge. Si parla infatti generalmente in essi di un mondo di luce, di gioia, di missione per aiutare gli altri, spinti certamente dal soffio dello Spirito Santo. Cosa questa che supera certamente il paranormale ed entra nella sfera del soprannaturale. Da ciò la denominazione da noi data specialmente ai giovani rapiti alle loro mamme, di RAGAZZI DI LUCE, o meglio ancora di NUOVI ANGELI. Essi sino come dice stupendamente il prof. Gomerro “nel dinamismo di Dio”. Ciò vuol dire che essi cooperano e partecipano, o meglio, Dio li chiama a partecipare alla sua missione salvifica. Ora cos’è tutto questo (compreso il conforto che danno alle mamme desolate) se non quella missione di aiuto a comprendere e salire verso Dio di cui si è già detto e di cui ci parlano i nostri amici di lassù? Il cardinal Tonini, in una trasmissione TV ha accolto questa idea. Non si possono pertanto condannare – come avviene da parte di qualcuno – coloro

che fanno simili esperienze, perché essi vivono l’insegnamento della Chiesa nella realtà della Comunione dei Santi, in cui sono inseriti i nostri cari giovani, i nostri nuovi angeli di luce e di conforto.

Concludendo: le prescrizioni del Catechismo che riguardano la magia e la divinazione non toccano le nostre esperienze: infatti i nostri cari ragazzi di luce quando si manifestano lo fanno non per svelare futuri contingenti o cose occulte ma in un dialogo d’amore, in una tensione che finisce per essere altamente spirituale e religiosa sotto il soffio dello Spirito.

Come io stesso ho avuto la ventura di fare esperienza (vedi il mio scritto di testimonianza nel libro “Nella scia della luce” di Emma Capanna) le anime che si manifestano (in quel caso Alessandra) affermano di farlo col permesso di Dio, se no addirittura per sua volontà. E’ mai possibile che ci ingannino o ci inganniamo noi stessi fino a questo punto? O non è forse un inganno o una non ammissione di chi non vuol credere che lo “Spirito soffia dove, come e quando vuole?”.

Per tutte queste ragioni penso anche io, col P.Ferrarotti, “che dobbiamo andare avanti serenamente con fiducia, nella saggezza della Chiesa”. Vorrei però aggiungere che sono d’accordo con il teologo prof. Gozzellino quando dice che ci vuole “discernimento, discernimento e ancora discernimento. In questi contatti occorre discernimento e prudenza”.

Io direi a chi ha il dono della comunicabilità: hai ricevuto gratuitamente questo dono? Generosamente donalo agli altri, con la più grande onestà e lealtà. Concludo dichiarandomi pienamente d’accordo col P.Ferrarotti, che vede nel fenomeno dei ragazzi di luce un particolare momento di grazia, una vera carezza di Dio. In questi tempi di incredulità, quasi “una nuova Pentecoste”, destinata a prolungarsi nel tempo e a rinnovarsi di continuo. Io vedo l’affacciarsi del 2000, soprattutto per voi care mamme, illuminato dallo Spirito – “ruah” – di Dio, che agisce con lo stesso impeto e la stessa forza dei primi tempi della Chiesa.

 

Edda CattaniLa “comunicazione” con i nostri Cari
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Da Cattolica una testimone

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Parla la Mamma di Laly

 

Buongiorno amici ,

 dal link  sulla metafonia , che mi ha fatto trovare in bacheca il mio Gio', ho estrapolato una parte che, pur scritta dalla  mamma   e sorella Edda Cattani , sento profondamente rispondente alla realtà  personale …

A soli 50 giorni dal trapasso di LALY , io , madre di un unico figlio , costretta a chiedere la separazione dal padre solo 28 ore prima dell' incidente che l' ha portato a VIVERE LASSU', il 21 settembre 2001 , mi trovavo appunto a Cattolica , in occasione dell' allora XV Convegno del Movimento della Speranza.

E' grazie a queste che gli scettici definiscono come " sette spiritiche " , che , con FEDE , tanta innegabile pazienza e tenacia sono riuscita a risalire dal baratro della disperazione e a trasformare la mia esistenza , da inumana sopravvivenza in dignitosa accettazione del distacco .

Nella sua amorevole misericordia , quel DIO che inizialmente , non riuscivo a pregare , perché arrivata al " SIA FATTA LA TUA VOLONTA' " , mi sembrava di essere blasfema , quel Dio , ripeto , ha accettato che rivolgessi le mie invocazioni di aiuto e le mie più ferventi preghiere , alla SUA GRANDE MADRE , la MADRE di tutte le madri .

Da subito ho ricevuto prove inconfutabili della sopravvivenza dell' anima e della continuità della VERA VITA dopo la vita terrena.

Il devastante dolore del distacco , acuito  anche dalla mia infelice situazione coniugale , mi aveva portata persino ad accarezzare  malsani propositi  di suicidio. Di fronte alla bara sigillata del mio LALY mi sono però caparbiamente ,riproposta che ,  se fosse esistito anche un solo modo per venire nuovamente in contatto con la mia CREATURA ,lo avrei  cercato ! . Il mio cuore afflitto di madre ,  la mia FEDE  ,  mi facevano vedere “ segni “ di ALESSANDRO , anche dove la razionalità umana avrebbe catalogato il tutto come farnetica suggestione  .

 Ho iniziato i miei primi passi , attraverso la scrittura ispirata , spontaneamente accantonata dal 7 dicembre 2002 ( perché , in qualche modo pensavo di avere influenza su quello che scrivevo ). Sono poi passata alla metafonia , operata , dapprima con un semplice registratore da tavolo a nastro magnetico . Faticosamente mi sono aggiornata nell’ uso dei mezzi telematici e , dal mese di Giugno 2003 , opero registrazioni direttamente dal PC .ed utilizzando un programma di filtraggio delle voci.

Forgiata dal dolore , sento oggi di essere cresciuta spiritualmente  , di  essere gran lunga migliorata  come metafonista , fotografa  e mamma DJ celeste .

Vivo della musica , dei colori , della poesia del mio LALY e dei tanti suoi AMICI di LUCE .

Spenderò ogni mio altro giorno di vita a Lodare e glorificare  quel DIO a cui sono arrivata , solo attraverso il mio sconfinata amore di madre ,  a ringraziare COLUI che  mi concede di testimoniare , quotidianamente il suo IMMENSO AMORE DI PADRE , con i  MIRACOLI D' AMORE CELESTE che arrivano ad accarezzare la mia anima e , spero , non solo la mia .

 

Grazie amica mia… e come te …tante… Questa è la verita!

Edda CattaniDa Cattolica una testimone
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La luce e la morte

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La Luce e la morte

(ancora una testimonianza ad indicare la sopravvivenza e

un'altra dimensione dopo la morte fisica)

 

La storia di un ragazzo del Texas sta commuovendo l’America. Lui, Ben Breedlove, è morto il giorno di Natale per un attacco di cuore, provocato da una malformazione che lo ha perseguitato tutta la vita. Il video che ha lasciato come testimonianza, però, è diventato un fenomeno e un’ispirazione, e lo hanno già visto mezzo milione di persone su Internet.

Ben aveva 18 anni e viveva ad Austin. Era nato affetto da cardiomiopatia ipertrofica, una condizione in cui una parte del cuore è più spessa delle altre, impedendo il battito regolare. Frequentava la Westlake High School ed era molto attivo su YouTube, dove gestiva due canali piuttosto popolari, «BreedloveTV» e «OurAdvice4You». Il 18 dicembre, per ragioni che la sua famiglia ancora non conosce, ha deciso di registrare un nuovo video. In sostanza la storia della sua vita e della sua lotta per sfuggire alla morte, raccontata attraverso una serie di cartoncini scritti e mostrati in silenzio alla telecamera.

«Salve, io sono Ben Breedlove», comincia lui con un sorriso. Spiega la sua malattia e dice che ha «imbrogliato la morte tre volte». La prima quando a 4 anni era stato colpito da un attacco. Mentre lo portavano in ospedale aveva avuto una visione: «C’era questa grande luce splendente sopra di me. Non potevo capire cosa fosse perché era così abbagliante. Dissi a mia madre: “Guarda la luce”, e la indicai. Lei rispose che non vedeva nulla. Non c’erano luci nella stanza. Io non potevo toglierle gli occhi da dosso. E non potevo evitare di sorridere. Non avevo alcuna preoccupazione, come se tutto il resto non esistesse. Non riesco neppure a descrivere quanto fosse pacifico. Io non dimenticherò MAI la sensazione di quel giorno».

Dopo il primo attacco Ben si era rimesso e aveva vissuto relativamente bene fino al 2007, quando il cuore era tornato a dargli problemi. Il 3 maggio 2009 i medici gli avevano impiantato un pacemaker. L’estate scorsa, poi, era arrivata la seconda occasione in cui aveva «imbrogliato la morte». Si era dovuto operare alle tonsille, ma era andato in arresto cardiaco: «E’ un miracolo che mi abbiano salvato. Avevo paura di morire, ma sono COSÌ felice che non sia successo».

Il terzo incontro ravvicinato con la morte è stato il 6 dicembre scorso. Ben si trovava a scuola ed era svenuto. Aveva sentito gli infermieri che cercavano di rianimarlo, ma dicevano che non aveva più battito: «Ho pensato, stavolta ci siamo. Sto morendo». Poi la stessa visione pacifica di quando aveva 4 anni, stavolta in una stanza bianca: «Indossavo un bel vestito, e con me c’era il mio rapper favorito, Kid Cudi. Mi guardai allo specchio ed ero ORGOGLIOSO di me, di tutta la mia vita. Era la MIGLIORE sensazione. Poi Kid Cudi mi ha detto: “Vai”. Subito dopo mi sono svegliato. Non avrei mai voluto lasciare quel posto. Avrei desiderato non svegliarmi MAI». Il video si chiude con due cartelli: «Credete negli angeli o in Dio? Io sì». Una settimana dopo, la sera di Natale, Ben è morto.

da Paolo Mastrofilli – inviato a New York

Edda CattaniLa luce e la morte
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XX° Anniversario Andrea

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Andrea Figlio Amatissimo

 

Il papà di Andrea, era molto devoto di San Giuseppe e vorrei dire che come lui adorava il figlio donatogli dal Signore. Quando Andrea venne a mancare al nostro sguardo, fu il primo a sognarlo: raccontò di trovarsi in una stazione dove Andrea sarebbe dovuto partire per sempre ed egli, con una stretta al cuore, lo incoraggiò: “Vai Andrea, vai, non ti preoccupare … Papà è sempre con te!”  … e così fu … perché Andrea gli donò una comunicazione continua e costante. Anche ora, nel suo letto di dolore, sono convinta che lo vede e che gli è accanto sempre!

 

 

 

 Queen – Who Wants To Live Forever è la canzone che Andrea ascoltava in macchina la sera della sua partenza: Chi vuole vivere per sempre…

Pubblico questa Relazione fatta da Mentore al Convegno del CONVIVIO a Roma prima dell'aggravarsi della sua malattia. E' un devoto omaggio a mio marito e ad Andrea:

 

 

 

 Ringrazio la Presidenza che ci dà la possibilità di significare a voi, per quanto mi sarà possibile, la testimonianza e convinzione di una esperienza che riempie la nostra giornata dall' evento che divise il corso della nostra vita, come quella di nostro figlio.

Vi parlo al plurale, ma non è un plurale "maiestatis"; questo è motivato dal fatto che la realtà degli avvenimenti ben circostanziati e riscontrabili capitano simultaneamente a me e a mia mo­glie  sia pure differenziati dallo stesso comportamento che,  quand’era presente fisicamente nostro figlio aveva con noi.

Sono il papà di Andrea – Andrea Cattani – e la mamma è qui in sala – Andrea ha nome nostro figlio, Andrea come tanti altri giovani figli per i quali sembra essere stato tessu­to con il nome, un comune disegno.

Il nostro si presenta e si fa chiamare il  "tenente…" e come non comprendere il suo giusto orgoglio per il merito conquistato , frutto di impegno , di abnegazione, di fatica che gli ha consentito di vestire onorevolmente l'uniforme militare del­l'esercito italiano e di essere nominato Capo Servizi del Presi­dio della regione Nord-Est. In onore di quella che tuttora defi­nisce, con una nota di velata tenerezza , dall' altra dimensione, "Patria  mia" quasi a ricordo dell' abnegazione , della generosità e del coraggio esercitati per raggiungere qui in terra il suo ideale

Andrea se n’è andato una sera limpida del dicembre ‘91 , all' uscita dalla caserma, da trasportato  schian­tandosi contro un platano nel centro della città.

Tralasciando, per brevità, numerose mie proprie considerazioni dei primi momenti di smarrimento, si accese in noi più viva la fede racchiusa nella verità del dogma della Comunione dei Santi che ci suggerì la prima preghiera:

 

Sei passato dalla nostra casa Signore

e hai raccolto il fiore a Te gradito

Signore ti ringraziamo

di AVER LASCIATO PER VENTIDUE ANNI

il nostro Andrea alle nostre cure

e al nostro sguardo.

Aumenta in noi la fede nella sua

presenza e nella Tua volontà. A lui la tua Luce.

Premetto  che la  fede, la fiducia, la speranza e la volontà che fra noi e nostro figlio continuasse il dialogo così come era avvenuto nei ventidue anni trascorsi insieme, è stata la prima ancora cui ci siamo aggrappati fin dal primo momento con la voluta certezza che ciò avvenisse come dono di Dio per quella poca fede che avevamo sempre coltivato,  credendo nella promessa di Dio e nella Verità della Sua Rivelazione.

 

 

 

Ebbene , Andrea  dopo pochi giorni dalla sua partenza ci inviava segni di luce tali da non coltivare alcun dubbio sulla sua presenza:

L'allarme della sua macchina ferma in garage,disinserito, che si accendeva; era una tromba che suonava davanti alla finestra della sua camera per salutare gli amici venuti a trovar­ci, era il sovrapporsi della sua immagine sullo schermo televisivo che si è più volte ripetuta,inviando a suo padre un messaggio " "Vuoi capire che sarò tuo amico per sempre"!.L'accendersi improvvi­so del suo stereo  e del televisore,su un programma mai guardato. Ed altri che  conserviamo gelosamente nel nostro animo. Dopo questi segni  – materiali – è continuato il colloquio diretto dove Andrea si manifesta  con tutte le sue peculiari doti di carattere,il suo modo di fare,di esprimersi,le particolari attenzioni per le persone a lui care.

 

Fu a Baveno nel '92 che si presentò come “tenente” a Laura Paradiso chiedendo della sua mamma .

Eravamo andati ,esortati da nostra figlia Alessandra,col nostro peso di dolore  e inconsapevoli di tutto: non ci eravamo mai interessati ,per dirlo in parole correnti  del paranormale e delle sue manifestazioni ,d'altra parte  "ignoti nulla cupido"!

 

Ritornati a casa,come lui ci aveva comandato "andate a casa alla fonte berrete" lasciandoci con tanto di "saluto" (così diceva rientrando in casa,ogni sera, dal lavoro in caserma) mentre la mamma riceveva con la scrittura automatica i primi

messaggi di conforto e di certezza che colui che faceva muovere la penna appoggiata alla mano sinistra era Andrea:

 

"sono vivo, vivo, vivo

Andrea ,angelo di luce"

 

e altri messaggi di riconoscimento della sua presenza  reale e circostanziata da riferimenti vissuti dalla sua persona

il  papà riceve -su nastro magnetico,la prima ……rivelazione:

 

"il tuo bambino   SONO”

 

E’ indescrivibile la forza di questo sono – il sum  latino ch'è significato di esistenza(esistenza);ricordiamo le parole di Colui che disse "Ego sum qui sum:Io sono colui che E'" Si presentò con la sua carta d'identità: già ventiduenne,ogni qual volta gli si prospettavano le nostre difficoltà alle sue richieste, mi convin­ceva col dirmi: “non fai questo per il tuo bambino?”

Dopo questo,i messaggi sono tanti che per raccoglierli non basterebbe un volume di mille pagine.

Sono lì incisi in nastri magnetici, più o meno, ma tutti intelligi­bili,a testimoniare una realtà che trascende l'ansia della nostra volontà di conoscere,di comprendere il mistero di luce e di gioia che lo avvolge e che tenta di trasmettere a noi.

Alla mia domanda esplicita di quanto felice, la risposta è categorica  e immediata: "TANTO EELICE".

E poi si ripetono con insistenza  i messaggi della sua presenza “Sono con voi.. …più di prima……. più vicino di prima!”

Poi seguono i messaggi d'invito:



Alla fortezza: Papà coraggiofatti coraggio!

                          se tu sapessi con chi sono….non piangeresti!

 

 Alla sopravvivenza: E insistente il ripetere   "Vivo… sono vivo...

                ..io parlo con quelli che mi credono vivo

                      Vedo la luce, .anche quando c'è buio!

 

La sera del suo primo anniversario,mentre si commentavano in casa le parole del Sacerdote alla messa del mattino,celebrata nel Duomo dei Militari in Padova,sono state registrate chiaramente queste parole: "Si dice di Andrea che è tornato sulla terra… stamattina"

Mi assillava il pensiero che il nostro Andrea,a causa della sua improv­visa  dipartita non avesse avuto tempo e modo di chiedere a Dio perdono se in qualcosa avesse a Lui dispiaciuto e feci una particolare richiesta a Cristo.

Ero in chiesa alla SS.Messa domenicale. Al momento della Comunione mi alzai dal banco e accesi il registratore che uscendo di casa mi ero posto nella tasca interna della giacca. Tornato a casa ascoltai la registrazione: sovrapposte alle parole del parroco si ascoltano queste:

 

" Mi sono comunicato con te.”

E ancora: "Vi guardo attentamente negli occhi quando pregate!

 

 

"Nella patria ove verrai io sono RE"

Non posso nascondere la nostra sorpresa quando, presenti al conve­gno di Riccione nel 1993, la sorella del medium Roberto Setti,in una tavola rotonda,uscì "ex abrupto" con questa dichiarazione: di là loro si chiamano  "re" ;  una verifica incrociata?…..

E in seguito il presentarsi di diverse altre Entità tra le quali una che si qualifica Arno; poi mi chiamano per nome dandomi perfino del  'Signor'

 

"Perdonare , Signor Cattani, perdonare  (per ) fare la Comunione e rispondono alla domanda che da sempre è sulle nostre labbra :Dove sei Andrea?

"Andrea è benedetto

"Andrea ormai è qua"

A questo punto lasciateci credere non solo alla sopravvivenza ma alla vita eterna nella vera casa del padre quale tutta la Rivelazione annuncia e Cristo ci promette…….

e di lasciare alle sofisticate ipotesi degli studiosi il problema della "grande reincarnazione", come alle sottigliezze dei filosofi

la "piccola" reincarnazione riservata ai residui psichici. Nostro figlio Andrea ormai è "là".

E ci sia lecito usare due termini latini: L ' accidens di nostro figlio è qua,in una tomba,ancora alle nostre cure e affetto umano, ma la  "substantia" l'"essere", la "persona" è là con tutte le sue prerogative proprie  della persona nel suo totale significato filosofico-scientifico. E là operante un'ulteriore opera di perfe­zione,in cammino costante verso la beatifica visione di Dio.

"Andrea vola come aquila"…..

sempre nel primo nastro rovesciato dove troviamo conferma inconte­stabile di una misteriosa telefonata ricevuta da chi vi parla alla presenza di altre persone il 6 Genn.93 ; telefonata durata circa una decina di minuti,quasi tutti passati a contestare che non riuscivo a riconoscere la persona che al miopronto” afferma di essere "la Jolanda”… (mia sorella deceduta nel 1932 a 12 anni (spiegazione a voce).

II 27 Genn. 93 ,facciamo la prima esperienza del nastro rovesciato e l’entità Arno si premura di confermarmi: La Jolanda ti consola per telefono,la Jolanda prepara un secondo colloquio" …"buona giornata"…(secondo colloquio?)

Fatti tutti gli accertamenti e riscontri possibili non ci resta che convincerci della veridicità di questa transcomunicazione da parte di mia sorella giunta a noi come conferma (senz'altro voluta da nostro figlio ) della Sopravvivenza e dei messaggi:si istae et isti….cur  non ego?”

In attento esame di tutta la messaggistica proveniente da nostro figlio avvertiamo  una costante evoluzione di contenuti nei suoi colloqui con noi.

E' vero molti messaggipur in sé chiari e bene intelleggibili, rivelano una esistenza di vita  incomprensibile da parte nostra ,ma di una realtà  che non si configura in pure creazioni mentali,mentre rispondono a concetti concreti quali si riscontrano nel complesso di tutta la rivelazione divina.

Quante volte riflettiamo  sul significato di alcuni di questi messaggi ricevuti sia dal papà che dalla mamma e poi dobbiamo convincerci di quello che ci consiglia un'Entità nel quarto nastro rovesciato:…."la strada è in salita: forza alla fede!”

 

 

  

 

 

 

 

Abbiamo cercato sfogliando avanti e indietro- la lette­ratura scientifica per trovare il perché, il come ci fosse data questa comunicazione trascendentale. Ma non abbiamo trovato nella scienza e nelle sue meravigliose conquiste,che ipotesi,probabi1ià,quando non addirittura fantasiose creazioni della ragione umana pur di non ammettere l'ambito del mistero che l'Economia Divina ha posto non a pezza giustificativa di questa nostra intelligenza, ma quale faro luminoso a guida di un retto cammino r a z i o n a 1 e VERSO LA LUCE INFINITA.

        Togliamo alla ragione l'ambito del mistero e troveremo le più stravaganti deviazioni.

E' la fede nel mistero cosmico che ci assicura giungano a noi messaggi di nostro figlio Andrea non la credenza nel contenitore cosmico o nei residui psichici vaganti nell'universo; ancora nessuna intelligenza umana sa dirci il tutto della sua grandezza, della sua profondità e della sua entità.

Stavamo dibattendoci in questi interrogativi quando il nostro Andrea ci disse:

"Al di sopra della legge degli uomini vi ho convinto" E il fatto che questa comunione o comunicazione fra le due dimensioni (per usare termini correnti) terrestre e celeste la si riscontri da sempre e presso tutte le genti di ogni epoca, di ogni popolo e di ogni cultura ci conferma la sua origine trascendentale poiché in tutti troviamo il filone della Rivelazione col suo principio essenziale alla salvezza: Quod Deus est et remunerator sit: Che Dio esiste ed è rimuneratore".

Nell'evolversi della nostra testimonianza di comunione con il nostro Andrea riscontriamo una calda, appassionata parteci­pazione alla nostra vita: Sono con voi più di prima -ci ha assicurato- e lo manifesta nelle circostanze più particolari sia verso la mamma che il papà, come verso le sorelle: II giorno del mio compleanno:Papà tanti auguri!”

Vedo tutto quello che fai …Tra fuori il pane!

Via radio:  Ti mando un bacio,sei contento?

Verso la mamma è di  una tenerezza infinita: Mamma, mammina mia… riposati… non ti affaticare! Sono qui con te!

Il tempo  non è che lenisca,anche se accettato con fiducia nella Divina Provvidenza,il dolore dovuto alla sua mancanza fisica fra noi,lo portiamo con noi,ci segue come la nostra ombra. Nel terzo nastro rovesciato l'entità comunicante ce lo assicura "amare cordis" che noi interpretiamo : “con l'amarezza del cuore" camminerete verso la patria celeste.

Ammiriamo quei genitori che, come abbiamo avuto modo di sentire in questi convegni, hanno raggiunto la gioia interiore; noi questo stato di grazia non l'abbiamo ancora conquistato e pensiamo, come penso, che in me il dolore cesserà il giorno in cui rivedrò il mio Andrea venirmi incontro e dirmi “papà vieni con me!”

                                       

                                                    Mentore Cattani

Grazie

 

 

 

    

 

 

 

Edda CattaniXX° Anniversario Andrea
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N.D.E. Testimonianze

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Dalle amiche di FB

Loredana Valente: Nell'anno 1996..Una mattina, mi sono alzata per svegliare le mie bambine che dovevano andare a scuola… Nell'uscire la mia stanza e raggiungere la loro… sono stata colta da un malore… Un fortissimo dolore al basso ventre…. Non ho fatto in tempo ad arrivare nella stanzetta delle mie bambine.. che sono svenuta….!! Dopo parecchio tempo sentivo le urla delle mie figlie che gridavano…. " Mamma Svegliati" e piangevano a dirotto…!!! Mi sono svegliata e trovata per terra…!!! La più piccola disse… Mamma mia… mi hai fatto spaventare…!!! Avevi gli occhi all'insù…. Mentre la più grande…(15 anni)… chiamò subito la guardia medica,… vennero subito sentendo piangere la bimba al telefono..!! Il medico mi misurò subito la pressione ed era 40 la minima – e -50 la massima… Mi dissero sig.ra è un collasso… Le piccola scese a chiamare l'amica che abitava al piano inferiore.. salì e mi misero in cucina seduta….!!! Beh'…. lì… ho visto una luce gialla e piano piano entravo in questo tunnel… Sì.. dico bene… Un tunnel lunghissimo color giallo oro… e..in fondo … il volto di GESU' CRISTO…!!! Dissi alla mia amica … Cecilia…!!! IO SONO MORTA… "STO IN PARADISO"… Ma che dici mi disse…!! Tu sei qui affianco a me.. seduta in cucina..!!! Così.. piano piano mi ripresi…!!.. Il giorno dopo fecero una trasmissione in televisione.. e.. parlarono proprio cosa si vede quando entri in coma.. Lo chiamarono… IL TUNNEL DELLA VITA… Mamma mia.. dissi… Lo stesso mio caso di ieri….. Quindi io non sapevo cosa fosse il "TUNNEL DELLA VITA".. Mai sentito in vita mia… !!! Quindi Amiche ed amici miei…Quello che ho visto è stato " BELLISSIMO.." STUPENDO "…. Ora sì che so il significato di quella parola…!!! ……………………..

 

N. D. E. TESTIMONIANZE

                              

Dopo l’esperienza del Convegno di Cattolica in cui Paola Giovetti ha raccontato alcune vicende presenti nel suo libro,  Alessio Tavecchio ospite del Convegno di Padova ha esposto ai presenti in modo semplice e spontaneo la sua “avventura”: l'incidente motociclistico. Questoaccadimento, drammatico dal punto di vista umano, gli ha rivelato il mistero della vita spingendolo a varcare quella soglia che chiamiamo morte, ma che invece gli si è rivelata come un passaggio della coscienza a un livello diverso da quello conosciuto nella dimensione fisica.

       

Near Death Experience può essere tradotto in italiano con "esperienza in punto di morte" o "esperienza di pre-morte", ma l'acronimo NDE è il termine più diffuso e riconosciuto per indicare questo tipo di esperienze. Le NDE classiche sono costituite da racconti o testimonianze di eventi "vissuti" da persone che si sono trovate, per un periodo più o meno breve o lungo, in uno stato di potenziale morte clinica riconosciuta, rispetto al quale sono state poi riportate in vita. Gli eventi narrati dovrebbero coincidere col periodo della morte clinica, anche se vengono avanzati dubbi al riguardo.

 

Durante gli ultimi 40 anni vari ricercatori hanno approfondito ed arricchito le conoscenze su questa nuovo campo di studi nato nell'ambito della tanatologia. Tra i pionieri figurano medici come Raymond Moody, Michael Sabom, Melvin Morse, psichiatri e psicologi come Elizabeth Kübler-Ross, Kenneth Ring, Peter Fenwick, Phyllis Atwater e molti altri. Da un'indagine Gallup del 1982 risultava che nei soli Stati Uniti circa 8 milioni di persone adulte avevano avuto una NDE. Sondaggi successivi hanno elevato tale cifra a quasi 12 milioni. Da uno studio pubblicato nel 2001 dal Dott. van Lommel è risultato che su 344 pazienti riportati in vita negli ospedali olandesi dopo un arresto cardiaco, circa il 18% era andato soggetto ad una NDE.

Le NDE hanno quasi sempre un profondo impatto su coloro che ne fanno esperienza, anche per quanto riguarda la loro vita successiva. Molti "sperimentatori" infatti tornano indietro con un bagaglio di esperienze e di convinzioni interiori sui principi che riguardano lo spirito ed il significato dell'esistenza umana, e ricominciano a vivere con una visione del mondo e del proprio impegno nella vita che in alcuni casi risulta completamente diversa da quella che avevano prima di "morire".

Molte di queste testimonianze sono pervase da un'aura numinosa per la presenza di un'energia la cui orgine viene percepita come divina, un'energia che si manifesta sotto forma di luce e di un amore immenso ed incondizionato. Ho pensato di dare evidenza alle testimonianze di NDE perché sono tante e provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Gli effetti di una NDE comprendono la drastica riduzione del timore della morte, la comprensione del significato dell'amore e l'incremento della capacità di amare senza condizioni e senza personalizzare l'amore, il sentimento che tutto l'esistente è un'unica entità e che la vita ha un significato profondo ed uno scopo, l'acccettazione e la compassione per gli altri esseri umani e l'accrescimento dell'interesse per lo spirito e per la sua evoluzione. Chi è passato attraverso quest'esperienza, in genere tende ad essere più incline ad una spiritualità universale, anziché assumere un atteggiamento "religioso" nel senso convenzionale del termine, e molti ne tornano convinti del fatto di essere "spiriti" temporaneamente ingabbiati in un corpo fisico.

Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che le NDE possano essere prodotte dall'attività cerebrale (in particolare da forme di attività che si produrrebbero nel nel cervello morente). Ma il dottor Peter Fenwick, neuropsichiatra inglese impegnato nel campo delle ricerche sulle NDE, pensa che tali ipotesi non reggano alla prova dei fatti. Il dottor Fenwick così descrive lo stato del cervello durante una NDE: «Il cervello non sta funzionando, non è là, è fuori gioco, può anche essere leso… Eppure queste esperienze, chiarissime, si verificano… Quando il cervello smette di funzionare, normalmente si ha uno stato di incoscienza. Per esempio, se voi avete uno svenimento, cadete al suolo senza sapere cosa sta accadendo, perché il cervello non funziona. I sistemi della memoria sono particolarmente sensibili all'incoscienza, e così non potrete ricordare nulla. Eppure, dopo una di queste NDE, i ricordi sono chiarissimi e lucidi… Questo è un vero rebus per la scienza. Non ho ancora trovato una sola spiegazione scientifica che possa dar conto di questi fatti».

In questa sezione sono riportate alcune testimonianze di NDE, tra le tante che provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Cliccando sui nomi della pulsantiera di destra si accede alle singole esperienze.

Nell'occuparmi di esperienze come le NDE il mio scopo non è quello di dimostrare l'esistenza di una vita dopo la morte – cosa che comunque non escludo – ma piuttosto di evidenziare un messaggio, un insieme di informazioni, relative ad una condizione che per molti aspetti appare diversa, quasi antitetica rispetto a quella umana. Per esempio, in molte di queste esperienze compare un essere luminoso che irradia amore, un amore di un'intensità che va oltre qualsiasi esperienza umana, un amore incondizionato che infonde sicurezza, immensa felicità e senso di appartenenza, un amore che fa sentire finalmente a casa. Un altro aspetto che si verifica di frequente è la revisione della propria vita in compagnia di questo essere di luce. Non vi è la sensazione di essere da lui giudicati, e meno che mai condannati. Vi prevale invece un senso di comprensione e di conforto, non disgiunto in qualche caso da un benevolo umorismo. Semmai è il soggetto stesso che, nel percepire quanto vi è stato di disarmonico nella propria vita, soprattutto in relazione alle sofferenze causate agli altri dai nostri atti, sente con rammarico l'inadeguatezza della propria capacità di controllare in modo positivo una condizione così difficile quale è quella dell'incarnazione.

Nella loro maggioranza, le esperienze narrate da chi è passato attraverso una NDE non vengono percepite come fantasie o avventure oniriche, ma hanno lo spessore e l'impatto di un vissuto reale, che non di rado presenta una qualità della realtà percepita come superiore a quella del nostro normale stato di veglia. Anche la registrazione nella memoria di tali eventi risulta profonda e duratura, almeno pari, se non superiore, a quella degli episodi della nostra vita che hanno determinato il maggior coinvolgimento emotivo e di significato. Pertanto, sempre alla luce dell'importanza dell'elaborazione e della trasmissione dell'informazione, possiamo affermare che tramite le NDE ci perviene un messaggio informativo da non sottovalutare. A mio avviso la questione se tale messaggio sia in tutti i casi di NDE un'elaborazione dovuta all'attività del cervello, come sostengono alcuni ricercatori, oppure venga trasmesso in qualche caso anche in assenza di attività cerebrale, come sostengono altri, pur essendo molto importante, non è essenziale.

In alcuni casi la sospensione delle funzioni vitali è stata determinata da esigenze di tecnica chirurgica strettamente controllata, che non dovrebbero lasciare dubbi sulla verifica delle condizioni di sospensione del funzionamento del cervello (per esempio, lunghi periodi di (encefalogramma piatto). Le testimonianze delle esperienze vissute dalle persone le cui funzioni vitali si trovavano in quello stato inducono alcuni ricercatori ad ipotizzare che la corrispondenza coscienza=stato mentale=attività cerebrale in alcune circostanze possa venir meno.

Coloro che sostengono la tesi che in ogni caso le NDE devono essere prodotte dall'attività del cervello, appartengono a due categorie: o si richiamano al fatto che, senza eccezioni, qualsiasi forma di consapevolezza e qualsiasi elemento di informazione ricevuto dagli esseri umani deve passare attraverso l'attività cerebrale – il che si risolve in una negazione a priori di altre alternative – oppure cercano di provare che le NDE non si verificano in condizioni di EEG piatto (pur se così potrebbe sembrare) ma prima o dopo tali stati, e che l'attività cerebrale anche in condizioni di ridotta efficienza può consentire il prodursi di tutte le esperienze delle NDE e la loro memorizzazione. I primi sostengono (logicamente, in base ai loro presupposti) che l'onere della dimostrazione del fatto che le NDE potrebbero non dipendere dall'attività cerebrale sia tutto a carico di chi sostiene tale tesi, mentre i secondi ritengono di aver dimostrato che le NDE sono prodotte dal cervello.

Per conto mio, ritengo che allo stato attuale le conoscenze scientifiche sul modo in cui il cervello elabora l'informazione – e soprattutto un tipo di informazione come quella presente in diverse NDE – siano insufficienti per poter trattare l'argomento con adeguata sicurezza, nonostante i recenti sviluppi delle neuroscienze: preferisco pertanto sospendere il giudizio. Credo inoltre che, quand'anche fosse dimostrato che le NDE siano in ogni caso un prodotto dell'attività cerebrale, questa specie di "canto del cigno" del cervello costituirebbe comunque un'esperienza della massima importanza, dato che può comportare fenomeni come l'uscita dal tempo e dallo spazio, la ricezione di informazioni appaganti e confortanti sul significato della vita, il coinvolgimento emotivamente intenso ed estatico in un'onda d'amore infinito ed onnicomprensivo, che possono essere considerati come significativi in relazione ad un possibile stato di transizione della consapevolezza. È inoltre mia convinzione che le NDE più significative abbiano una qualità del tutto diversa da quella delle esperienze ottenibili mediante l'uso di sostanze psicoattive.

Penso che vada sempre tenuta presente l'impostazione logica della teoria dell'informazione, in base alla quale l'informazione stessa, comunque elaborata, ha sempre un destinatario che deve essere in grado di decodificarla. Tutti gli sforzi della scienza sono orientati in questa direzione. Se così non fosse tutto l'universo sarebbe "assurdo" e qualsiasi nostro sforzo verso la sua conoscenza sarebbe vano (tesi che alcuni filosofi hanno sostenuto). Se noi non avessimo la facoltà di decodificare l'informazione presente nell'universo, la nostra condizione umana sarebbe quella di vittime, prive di difesa, di un'illusione, di un imbroglio colossale senza vie di uscita (una posizione simile a quella della maya della filosofia indiana). Ma proprio l'esistenza della possibilità di decodificare l'informazione ha come premessa inevitabile il fatto che essa sia stata codificata e trasmessa, anche tramite l'elaborazione compiuta dal cervello, generazione dopo generazione. In relazione all'informazione, dobbiamo sempre ipotizzare, per coerenza logica, una sorgente, un sistema di trasmissione e di elaborazione, ed un destinatario: in caso contrario, non vi potrebbe essere "significato" nella decodifica dell'informazione stessa.

Se il cervello è lo strumento di trasmissione e di elaborazione dell'informazione di cui disponiamo nella nostra dimensione fisica, non mi sembra che ci siano elementi nelle attuali conoscenze scientifiche che consentano di escludere la possibilità dell'esistenza di altri sistemi di trasmissione ed elaborazione dell'informazione in dimensioni diverse. La stessa fisica, non solo non esclude, ma anzi afferma la possibile esistenza di universi "paralleli" distinti da quello in cui viviamo, ma con esso coesistenti. Questo non significa che la morte debba di necessità implicare una transizione dall'uno all'altro di questi universi, ma può darsi che la coscienza possa disporre di sintonie diverse.

Quest'articolo di Paola Giovetti offre un quadro sintetico della storia delle ricerche nel campo delle NDE. In quest'altro articolo, sulle esperienze indotte da sostanze psicotrope, si esaminano testimonianze di esperienze prodotte dall'uso di allucinogeni (psilocibina) per metterle a confronto con le NDE.

 

 

 

 

Edda CattaniN.D.E. Testimonianze
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Un Figlio parla alla madre dall’aldilà

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 Un'esperienza straordinaria che varca il confine della vita terrena: 20100407_CORR_PG_006_B

La Dott.ssa Emma Vitiani Una Studiosa qualificata professionista

La Dott.ssa Emma Vitiani sarà relatrice nel Convegno di Cattolica 2010 ove terrà anche un seminario.

PRESENTAZIONE

Nella vita e nella professione non mi sento mai arrivata. EVOLUZIONE è la mia parola preferita. La sete di sapere e la curiosità intellettuale sono gli stimoli che mi portano a ESSERE INNNOVATRICE.
Tanti anni fa, infatti, ho lasciato la pratica forense presso lo studio legale di mio padre per dedicarmi alle mie passioni, la dietologia e l’approccio olistico che individua l'uomo nel suo insieme di mente, corpo e spirito.

Così, ho “Creato” uno Studio Dietetico e di Rieducazione Alimentare e una metodologia tutta personale che ho chiamato “Dietetica Olistica Innovativa”, con la quale il paziente può risolvere i problemi di peso e di salute con serenità e può dimagrire con regimi bilanciati a 2000 Kcal.

In questa ricerca d’innovazione, dal ’96 ho introdotto il metodo delle Intolleranze Alimentari per trovare le cause nutrizionali dei disturbi di salute cronici. Dopo gli studi sulla Creatività e il problem solving, utilizzo la tecnica del PENSIERO POSITIVO CREATIVO, che abbino alla dietetica olistica innovativa e all’esclusione dei cibi intollerati.

Il libro "La Dieta Olistica" in libreria oppure ordinarlo direttamente alla casa editrice M.I.R. di Montespertoli (Fi) scrivendo a info@miredizioni.it.

 I messaggi di Ale alla madre

I messaggi di Ale alla madre 

In questi anni la dottoressa Vitiani ne ha ricevuti centinaia, per noi ne ha scelti quattro:

1)Mamma cara, chiudi gli occhi e scoprirai
il mondo di luce dove noi siamo… Ascolta
l’incanto della mia voce che parla attraverso
te e con te… Sempre vi parliamo e vi
esortiamo ad essere uniti in Dio, ma siete
sordi perché avete paura di credere nella
vita dopo la morte. Siamo vivi, siamo felici e
vi esortiamo a pregare per noi e per voi, per            
raggiungere la pace dello spirito…Nel Cielo
tutto è luce, è speranza, è preghiera, è intriso
di voi che vivete laggiù e dovete credere
che noi siamo e domani ci uniremo tutti nel
nome del Signore…Ancora una volta l’amore
è l’unico richiamo forte e capace di superare
la barriera che ci divide. Di fatto essa
non esiste se non l’impossibilità fisica di essere
corpo per me e nell’incapacità di essere
solo spirito per te…

 

2)Per te, per voi, l’impossibilità per noi di essere corpo è comunque vista un’incompletezza. Specie per papà e per coloro che hanno
difficoltà a credere e a capire come avvenga loro, la nostra presenza spirituale è una tentazione,
ma così allettante e consolatoria,
da non
poter essere vera. Io sono felice comunque e pago del vostro amore per me.
Non ho fretta, non abbiamo fretta abbiamo tutto il tempo e la perseveranza di aspettare
che comprendiate a pieno la verità dell’immortalità della vita spirituale…

3)Ogni gesto generoso, ogni atto sincero verso il fratello, ogni parola buona detta, ognirimprovero taciuto, sono veri mattoni per la costruzione della pace…Anche la maggioranzadi noi giovani è un Angelo che è statochiamato, prima del tempo direte voi, nell’integrità del suo spirito terreno per assolvere compiti importanti. Tra questi c’è anche quello di permettere ai migliori di voi, tramite la nostra dipartita, di riflettere, di diventare più buoni, di avvicinarsi alla vita dello spirito. Quanti dopo la morte del proprio figlio o del proprio caro si sono chiesti se esiste un Aldilà, se le persone che hanno amato in verità non muoiano  nell’anima.

 4) Portatemi sempre nel vostro cuore perché io sono il vostro cuore…Non vi ho mai lasciato e preparo per voi una strada piena di fiori e di luci colorate, la stessa che ogni giorno della mia vita terrena voi avete costruito per me… Vi amo e vi bacio ed accompagno ogni vostro passo e conto ogni vostro respiro”.

Ale che è nel Cielo  


 

 Vediamo l'articolo pubblicato sul quotidiano:

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Edda CattaniUn Figlio parla alla madre dall’aldilà
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Contatti con l’aldilà

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Intervista al Dr. Claudio Pisani

http://www.ampupage.it

IN TUTTE LE LIBRERIE:
Nicola è accanto a me

Di M. Parodi e C. Pisani

 Nicola non ha neppure 4 anni quando gli viene diagnosticato un terribile tumore. È l’inizio di un calvario terribile che culmina con la morte all’età di appena 6 anni, nel 1994. La tragedia getta nel dolore più profondo la famiglia. Il padre però non si arrende alla perdita del figlio e inizia a studiare, a leggere, a documentarsi: se esiste l’aldilà, possibile che non ci sia un modo per comunicare con esso? È un uomo di scienza il dottor Claudio Pisani, ma la perdita di Nicola lo porta a non lasciare nulla di intentato. Cominciano per lui i “viaggi della speranza” alla ricerca di un medium che sappia offrirgli la possibilità di comunicare ancora con il figlio scomparso. Di delusione in delusione, Claudio giunge negli Stati Uniti, dove incontra la singolare figura di un ingegnere informatico, Bruce Moen, che gli rivela che ogni uomo può esser medium e comunicare con i propri cari defunti. Attraverso la pratica di tale metodo Claudio scopre che è tutto vero: riesce a entrare in contatto con Nicola, dando via a un rapporto che gli restituisce la quotidianità e il dialogo perduti. Si tratta di una scoperta che cambia la sua vita. Grato per questo insperato dono, il dottor Pisani decide di dedicare tutto se stesso a raccontare questo prodigio, per donare ad altri genitori – e non solo – la possibilità di ritrovare un rapporto con i figli o i propri cari che si credevano perduti per sempre.  

Edda CattaniContatti con l’aldilà
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