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Così parlano le mamme su FB

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Vale la pena di riproporle…

Le Mamme della Speranza…

Madre della panca

 

Madre della panca
sostieni il nostro peso
ora che si abbandona…

Intreccia le dita

a difesa di questo corpicino,

già reclina il nostro capo

nell’insenatura del tuo braccio…

Per Francesca

La Mamma: Io non ho paura

Con la morte di Francesca, tanto inattesa quanto imprevista (una ragazza che scoppiava di salute) chi più di me sente il peso, la pena di questa vita?  

Ho passato un lungo periodo di difficoltà terribile, oserei dire terrificante, da non augurare neanche al peggior nemico sulla faccia della terra. Il mio mondo è stato messo a soqquadro; la mia vita ancora adesso, assomiglia ad una strada di montagna, con un tornante dopo l’altro. Il dolore è una Realtà Inevitabile! Anche sulla Bibbia sta scritto: “Piangerete come il dolore della perdita del primogenito”; il dolore più grande che un essere umano possa subire.

Il dolore non si attenua, ma siamo noi che ci adeguiamo al dolore… Ci attrezziamo a sopportarlo! Nel mio caso, ascoltando i Richiami di Gesù in Croce. Sì, perché il Suo Calvario si è fuso con il mio e dalla Sua Croce io traggo la Sua forza per andare avanti. Il dolore mi ha fortificata!

Io non ho più paura di niente, meno che meno che della Morte!

Ho una figlia in Paradiso che mi aspetta; ha preparato un posto per me!

In questa tribolazione, c’è la mano del Signore che mi chiede di riposizionarmi in Lui… Accetto la sua Volontà!…

M.G.      

 

Claudia di Eleonora

 

Mi riapproprio del mio passato che è il mio presente e resto in me, piccola, fragile, piena di te, immagine di quello strano noiche ci racconta di sé. Una volta iniziasti a girare, quella volta non volevi più smettere la tua danza… inciampasti, ti aggrappasti a me… continua a farlo, mia essenza, continua a volteggiare veloce e leggera quanto più puoi, continua a cadere serena, io ti reggerò per sempre.

Gigi di Pasqua Gina

…e guarderò sempre più spesso il cielo
la luce disperderà il buio….
forse un giorno riuscirò a trovare un nuovo
equilibrio
un equilibrio tra la lacerazione della perdita
e la speranza…..
troverò la voglia di ricominciare a vivere,
non solo a sopravvivere…..

Ilaria di Maria Grazia

 

 

Ho avuto due figlie meravigliose: Ilaria ed Alessandra. Due figlie che sono state la mia vita ed alle quali ho dedicato ogni mio pensiero dal giorno in cui sono rispettivamente nate. La mia vita era divisa tra loro, i miei progetti divisi tra loro, il mio futuro diviso tra loro.Tutto programmavo pensando a loro due.Fino al 6 Aprile 2009, giorno in cui da qualche parte era segnato che la mia vita doveva cambiare per sempre.
Il 6 Aprile 2009, c’è stato il terremoto a L’Aquila. Ilaria era lì, stava per laurearsi in Ingegenria Edile Architettura. Era lì, doveva consegnare delle tavole e lo doveva fare il martedì’ ed il mercoledì successivo…Aveva lavorato fino alle due , due e mezza della notte, alternando momenti di lavoro a momenti di fuga e di paura, perchè vi erano state delle scosse anche lle 23, 30 e all’1 di notte.
Con lei c’era Paolo, il suo ragazzo e compagno di studi, che non l’aveva lasciata perchè lei aveva paura….io l’ho sentita fin verso le 22, 22 e 30 , poi ero tranquilla…Mi aspettava l’inferno e non lo sapevo. Sono andata a dormire ignara che il mio risveglio sarebbe stato in una realtà diversa e mai più avrei recuperato la serenità di quel momento.
Ilaria è andata via con Paolo. Sono andati via vicini, abbracciati mentre dormivano, stanchi del lavoro della giornata….Ilaria si è portata via una parte di me, una parte della mia vita. Aveva 25 anni, 25 splendidi anni, vissuti come una ragazza bella, intelligente e dolcissima, amata da tutti quelli che l’hanno conosciuta, stimata da tutti quelli che l’hanno conosciuta. Mi è caduto il mondo addosso.
Da quel momento è cambiato tutto, non ho più la stessa visione della vita, non riesco a programmare il mio futuro, nemmeno quello più vicino….Mi manca la mia stellina, mi mancano i suoi sorrisi, gli sguardi d’intesa tra noi, il nostro parlottare….Eravamo molto complici e vicine…
Non so descrivere la fatica di ogni giorno nell’alzarsi ed affrontare la vita sapendo di non averla più vicino….fisicamente intendo….
la voglia di abbracciarla, di sentirla, di baciarla…di coccolarla tra le mie braccia… di non lasciarla andare via…. mai da me…ed in tutto il buio della disperazione, trovare solo la forza per sussurrare “Signore aiutami”
e trovare la forza di parlarle per dirle sempre ed in continuazione ” Ilaria non andare mai via, stammi vicino, stammi vicino, tienimi stretta a te, anche se non ti vedo”.
La immagino bella , tranquilla, ma so che li mi vede soffrire e soffre anche lei con me…. ma io anche se mi sforzo a non soffrire non riesco. Riesco a fingere quello sì, ma non è la stessa cosa.
Fingo e mi faccio forza per l’altra mia figlia Alessandra, che ha diritto ad una vita serena….ma fingere è una cosa, essere è un’altra.
Mi rimane la preghiera, mi rimangono i segni d’amore che Ilaria mi invia e che mi danno tanto conforto, ma non riesco a considerare la vita se non un contatore che gira alla rovescia fino al giorno in cui la rivedrò.Mille baci Ilaria. La tua mamma.

Umberto di Fiorella

 

 

Sono la mamma di Umberto Pasanisi, sino al 16 giugno 2007 la mia vita era retoricamente normale e felice: Un marito, una figlia di 28 anni, un figlio di 21, meravigliosi, sereni. Che cosa avrei potuto volere di piu’???? Il 16 giugno2007, alle 20 circa, non c’era piu’ niente di normale, il vuoto il baratro:Umberto a causa di un incidente stradale, con la moto, era letteralmente volato via. In quel momento di me persona della mia vita, della mia anima rimane ben poco, forse nulla. Mi aggrappo a Carlo, mio marito, a Silvia mia figlia, entrambi rocce di granito e perno portante della mia rinascita. A loro va il mio grazie piu’ grande e piu’ forte, ed è grazie a loro se oggi posso raccontare la mia storia. La telefonata, mi giunse verso le 20 di quel tragico sabato.Qualcuno, con voce sommessa, mi disse che Umberto aveva avuto un grave incidente e che purtroppo non c’era piu’. Per qualche secondo rimasi intontita, poi un dolore gelido mi pervase, accompagnato da lacrime caldissime e urla di strazio.Ero a 900 km di distanza(noi siamo a taranto e lui era a parma) non volevo crederci, non poteva essere vero.Tutto era finito e io con lui.Speravo in un miracolo all’ultimo momento.Pregavo Iddio di farmi arrivare in tempo. Darmi e dargli una possibilità, poterlo stringere e gridargli nell’orecchio che ce la poteva fare.Accarezzarlo e coccolarlo cosi’ come piaceva a lui, fino a fargli riaprire quegli occhi splendidi che aveva e fargli ritornare quel sorriso simpatico che lo distingueva da tutti. Ma questo non mi è stato concesso. Il mio piccolo ormai non c’era piu’. Vivo insieme alla mia famiglia giorni tremendi, quel 16 giugno ha segnato la fine della nostra serenità.C’è ancora incredulità per cio’ che è successo. Dolore e rabbia si alternano. Abbraccio mio marito e mia figlia e insieme piangiamo. Non sappiamo come continuare a vivere nel vuoto incolmabile che Umberto ha lasciato. Ma in ogni caso, la nostra vita non potrà essere piu’ la stessa. Ci era stato strappato un ragazzo dolce e sensibile, dal carattere gioioso, pieno di vitalità e attenzione per gli altri, un ragazzo dai sani principi, con grandi progetti per il futuro. Si, ero cattolica, ma le chiese li’ ed io qui. Allora mi chiedevo:Se è vero che LUI c’è, come poteva togliere un figlio ad una mamma???? Ho cominciato a cercare, cercavo i suoi uomini,i suoi sacerdoti, assetata della mia umana giustizia. Volevo delle risposte a tutti i costi. Ho incontrato solo belle parole:signora si faccia coraggio, bisogna andare avanti eccc. Ma le risposte alla mia angoscia? Nessuna! Poi, un caso, diciamo cosi’,un frate francescano,semplice, molto colto,testardo.

 Ero distaccata,pensavo, il solito prete che vuole giustificare il suo diciamo”superiore”.Passano i giorni, i mesi e il frate a goccia lenta diventa un tramite, tra noi e DIO.E noi su e giu’ su un’altalena: oggi la speranza e subito domani giu’ verso l’angoscia.Qualche mese dopo, decide di celebrare una messa per i giovani defunti…… non sopporto sentir chiamare mio figlio defunto.La sera della messa, quante mamme, quante lacrime, quanto dolore palpabile. E lui? Che dice nell’omelia? Comunicate, parlate dei vostri figli, con i vostri figli, loro sono qui con voi, in mezzo a noi, siete voi che non li vedete.Ma se alimentate la vostra fede, alla fonte, a quel crocefisso lassu’, capirete che il progetto non è vostro, non è nostro.Poteva essere una semplice omelia, ma era un invito a tutti noi ad incontrare e riabbracciare i nostri figli in cielo con gli occhi dell’AMORE DI DIO. LA FEDE. E che fare? Io niente…… Umberto molto……… DIO tutto. Cosi’, in punta di piedi, mi sono riavvicinata a quel DIO con cui ero molto arrabbiata.Sono iniziati i primi messaggi d’amore di Umberto, fino ad arrivare a voi, mamme stupende, di altrettanto ANGELI MERAVIGLIOSI.Grazie di cuore a tutti voi, che mi fate incontrare con il mio cucciolo tutti i giorni.A tutte, ma proprio a tutte, UNA CAREZZA AL CUORE!!!!!!!!!

Elena, Mamma di Alessandro… sono partiti in quattro!

Dolores guarda la figlia ormai Mamma, pensando a Daniele

 ALLA DONNA PIU’ IMPORTANTE DELLA MIA VITA MIA FIGLIA

pubblicata da Dolores

ECCOCI QUI, ERA TANTO CHE NON TI SCRIVEVO.OGGI VOGLIO SCRIVERTI TUTTO CIO’ CHE SEI,SEI DIVENTATA UNA DONNA HAI DUE BIMBI MERAVIGLIOSI ,E SEI UNA MAMMA MERAVIGLIOSA, TI VEDO QUANDO CON MELISSA GLI RACCONTI LE FAVOLE TI HO SENTITA CANTARE UNA NINNA NANNA CON UNA VOCE COSI DOLCE PIENA D’AMORE PER LEI CHE SI STRINGEVA A TE ,TI  ASCOLTAVO E MI COMMUOVEVO FINO ALLE LACRIME.SEI CRESCIUTA ATTRAVERSO IL DOLORE RICORDO CHE VENNE UN PERIODO CHE NON VOLEVI NEANCHE CHE TI ABBRACCIASSI TANTO ERI ARRABBIATA COL MONDO INTERO .TI AVEVANO TOLTO LA PERSONA CHE AMAVI DI PIU’ TUO FRATELLO ORA LUI SARA’ FELICE DA LASSU’ GUARDANDOTI CON LA TUA FAMIGLIA .POI TI E NATO IL SECONDO FIGLIO HAI VOLUTO CHIAMARLO COME LUI DANIELE TI GUARDO QUANDO LO ALLATTI AMORE MIO NON SAI CON CHE  TENEREZZA GUARDI TUO FIGLIO .MI DIRAI E TUTTO NORMALE, MA NON PER ME ,DOPO TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO PASSATO E CON TUTTO IL DOLORE CHE CI PORTIAMO APPRESSO SEMPRE .VIVO PER TE ,GRAZIE AMORE MIO TU MI HAI DATO LA FORZA DI ANDARE AVANTI ,GRAZIE PER LA DONNA CHE SEI ,GRAZIE PER LA MAMMA CHE SEI ,SAI DONARE AMORE HA CHI TI CIRCONDA. MIO DIO SEI DIVENTATA GRANDE. TI VEDO SERENA FELICE CON TUO MARITO ,E MI SENTO SERENA .SAI HO DESIDERATO TANTO MORIRE SONO CONTENTA DI AVER RESISTITO A NON FARMI DEL MALE PENSAVO CRI HA BISOGNO DI ME NON POSSO .SEI COSI BELLA MA PER UNA VITA INTERA TI O SEMPRE DETTO CHE LA BELLEZZA VERA E QUELLA CHE SI HA DENTRO, TU NE SEI PIENA ,SEI LA MIA VITA TU E TUO FRATELLO LE COSE PIU’ BELLE CHE GESU’ MI HA DONATO .PICCOLA SEGUI  SEMPRE IL TUO CUORE ,E COME IL TITOLO DI QUEL LIBRO TI DICO VA DOVE TI PORTA IL CUORE SEMPRE …. CON AMORE LA TUA MAMMA

PER DANIELE GLI SCRISSI QUESTA LETTERA QUANDO AVEVA 22 ANNI IL PRIMO NOVEMBRE NE AVREBBE COMPIUTI 39

pubblicata da Dolores il giorno venerdì 29 ottobre 2010 alle ore 18.49
 
 
MI SPOSAI GIOVANE ,E INCOSCIENTE, MI DISSERO CHE ASPETTAVO UN BIMBO… MI SEMBRAVA UN GIOCO NON CI PENSAVO PIU’ DI TANTO. VENNE IL GIORNO CHE NASCESTI QUANTO DOLORE..CAPIVO SOLO QUELLO ,POI SENTII IL TUO PIANTO,CAPII CHE TUTTO QUESTO NON ERA UN GIOCO,PIU’ PIANGEVI E PIU’IO MI SCOGLIEVO IN UN MARE DI TENEREZZA ..IN QUEL MOMENTO DIVENTAI MAMMA TENERAMENTE TI PRESI TRA LE BRACCIA. TI AMAI. TI AMAI DI QUEL AMORE UNICO TOTALE .GRESCEVI BIRICCHINO E BELLO,E IO CRESCEVO CON TE.MI INSEGNASTI A FARE LA MAMMA ,TI INGELOSIVI SE QUALCUNO PER STRADA OSAVA GUARDARE LA TUA MAMMA ORA SEI UN UOMO IL MIO AMORE PER TE E GRESCIUTO ANNO PER ANNO. IO SONO DIVENTATA MA’ NON PIU’ MAMMINA, ANCHE I TUOI ABBRACCI SONO DIVERSI.MA IO CONTINUO E CONTINUERO’ A SENTIRE L’AMORE..CHE CI LEGA.L’AMORECHE MI PORTI, DOLCE, CARO, E UN PO’ RUDE ……A DANIELE CON AMORE MAMMA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti

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Edda CattaniCosì parlano le mamme su FB

2 comments

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  • Peter Versac - 5 febbraio 2011 reply

    In questo tempo di futili, vani, menzogneri chiacchiericci,
    quanta gratitudine dobbiamo a queste donne!
    Portando nel calice delle mani il loro cuore sanguinante,
    ci mostrano parole di Verità.
    A noi che leggiamo, alle nostre presuntuose idee e certezze,
    sembra che sia rivolta la stessa considerazione riportata
    nel libro di Giobbe: “…non  avete detto di me la verità
    come il mio servo Giobbe”.
    E’ Vero.  E sono tornato e a vedere sotto il sole che
    non ai leggeri è la corsa e non ai coraggiosi la guerra
    e anche non ai saggi pane e anche non agli intelligenti
    ricchezza e anche non a quelli che conoscono, grazia.
    Perché un punto e un impatto• (•Fegà, impatto: rafforza il
    valore di urto e di accidente della parola et, punto.
    Sta a indicare che ci accadono cose e destini che
    non corrispondono mai alle nostre caratteristiche e
    che le urgenze della vita investono a caso le persone
    e quasi mai le più idonee) accadrà a tutti loro.
    Perché anche non conoscerà l’Adàm  il suo punto
    come pesci che sono afferrati in una nassa cattiva
    e come passeri afferrati nel laccio. Come essi, sono acciuffati
    i figli di Adàm a un punto cattivo quando cadrà sopra di
    loro d’improvviso• ( •Gli eventi ci attendono a un varco e noi
    con tutta la scaltrezza e l’esperienza che presumiamo,
    ci finiamo dentro come pesci, come uccelli a capofitto
    in trappola)". In “Kohèlet. Ecclesiaste” traduzione e cura di Erri De Luca.
    E’ Vero. Conosciuto l’amore, si anela a esso per sempre
    ( “Là dov’ è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore” ) e la vita
    non diventa “che un contatore che gira alla rovescia”.
    E’ Vero. C’è un Uomo che ha lasciato le bende nel sepolcro.
    C’è una donna che nel rivederlo ha sentito come prima
    urgenza la voglia di abbracciarlo, sentirlo, baciarlo,
    di non lasciarlo andare via.
    E’ Vero.  C’è chi va triste per strada, ricordandolo.
    C’è Lui che ritorna in carne e ossa a fare memoria.
    E’ Vero. C’è solo da “spostare le montagne”, perché
    tutti questi “sgusciati” sono adesso piccoli e nascosti,
    come lo è l’Amore.    
     
     

  • Edda Cattani - 6 febbraio 2011 reply

    Gentile amico navigatore, sempre puntuali giungono i suoi commenti che impreziosiscono le nostre pagine. Le mamme di FB a cui ho girato il messaggio ringraziano commosse. E.C.

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