VORREI UN’ALA DI RISERVA Quando nel 2000 venimmo ad abitare ad Abano Terme per essere più vicini alla cappella di Andrea, curammo ogni particolare di questa casa acquistata con tanti sacrifici, dove avremmo dovuto vivere gli anni della nostra vecchiaia. Pensando ad un nome da mettere sulla porta, avrei voluto scrivere: “I GABBIANI”. Erano i tempi in cui facevamo lunghe silenziose passeggiate, sul finire dell’estate, in riva al mare e guardavamo stormi dei maestosi volatili posarsi sulla riva, alla ricerca di briciole sparse dagli ultimi bagnanti. Mi colpivano quegli uccelli così solenni nell’aria e faticosamente pesanti a terra, tanto da farmi pensare come non avessero una terza ala come timone che permettesse una manovra meno impacciata dei loro piccoli passi. Eppure, quando si libravano in cielo, aleggiavano come gli angeli, non denotavano alcun peso ed ostentavano un’armonia infinita. Pensavo allora al mio Andrea e dicevo: “Anche tu caro, ora non hai più peso e voli nell’universo, molto meglio dei gabbiani e come gli angeli del Paradiso!”. Sono passati gli anni, veloci nella maturità, molto più che nella spensierata giovinezza, ed hanno portato con sé tutto il loro carico di dolore e qualche piccola gioia che ha addolcito l’amarezza di alcune giornate, ma contemporaneamente, il bagaglio si è fatto pesante sulle spalle sempre più in difficoltà nello sforzo dell’età. Ho ripensato ai gabbiani della nostra estate leggendo casualmente una poesia di Mons. Tonino Bello: Voglio ringraziarti, Signore, del dono della vita. Ho letto che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. Vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento: vivere è assaporare l’avventura della libertà, vivere è stendere l’ala, l’unica ala con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come te.
Eccomi rimasta sola, simile alla mia stagione della vita, ormai vecchia e stanca; il mio compagno non è più vicino a me… la sua anima vaga ormai in altre spiagge vicine al cielo ; il mio volo si è fatto ancor più pesante e solitario.
Ma non basta saper volare con te. Signore; tu mi hai dato il compito di abbracciare Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi. Non farmi più passare indifferente vicino al fratello, che, rimasto con l’unica ala inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con te. Soprattutto per questo fratello sfortunato dammi. Signore, un’ala di riserva. (Mons. Tonino Bello, vescovo)
Ora vorrei, Signore, anch’io un’ala di riserva perché non gliela faccio più a volare anche con Te, non riesco a raggiungerti, a parlarti, a godere dei tuoi spazi infiniti… come Madre Teresa, si è fatto buio intorno e arranco con la schiena curva. Eppure è ormai Primavera… l’inverno sta terminando e presto verrà il mese dedicato a Lei la Madre delle Madri che non manca di mostrare la Sua vicinanza con la Sua mistica presenza, fatta di silenzio e di fiduciosa speranza. I miei bambini ormai hanno festeggiato la loro santa Cresima…soldati di Cristo… non ne conoscono appieno il significato ma si divertono con tutte le ricorrenze… anche quelle sacre diventano un fatto commerciale. Per noi è invece un fatto religioso, come lo è lo spuntare improvviso di una bellissima rosa purpurea proprio nel mio roseto incolto, devastato dalla pioggia: una rosa vermiglia come il sangue del mio cuore lacerato e gialla al centro come l’oro prezioso dei gioielli. Grazie Andrea, ti sei ricordato di me anche in questa occasione; grazie, Madre di tutte le Madri, Rosa Mistica, Maria Immacolata.
“Mamma, ti ho messo in sintonia col diapason del Cielo”, dice Roland alla sua mamma. Il “diapason” è il punto più alto, la massima intensità del Cielo. Fra poco sarà Natale e poi verrà l’Epifania come “manifestazione” dello Spirito.
A questo punto aggiungo un pensiero ed un ricordo particolare per i papà che proprio in quest’anno festeggeranno ancora 19 marzo questa ricorrenza … la festa del Papà!
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