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La Vergine di Guadalupe

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Il Papa in Messico alla Vergine di Guadalupe

Ricordando la visita del 2016

 

Con gli oltre venti milioni di pellegrini che lo visitano ogni anno, il santuario di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, è il più frequentato e amato di tutto il Centro e Sud America. Sono pellegrini di ogni razza e d’ogni condizione – uomini, donne, bambini, giovani e anziani – che vi giungono dalle zone limitrofe alla capitale o dai centri più lontani, a piedi o in bicicletta, dopo ore o, più spesso, giorni di cammino e di preghiera.
L’apparizione, nel XVI° secolo, della “Virgen Morena” all’indio Juan Diego e’ un evento che ha lasciato un solco profondo nella religiosità e nella cultura messicana. La basilica ove attualmente si conserva l’immagine miracolosa e’ stata inaugurata nel 1976. Tre anni dopo e’ stata visitata dal papa Giovanni Paolo II, che dal balcone della facciata su cui sono scritte in caratteri d’oro le parole della Madonna a Juan Diego: “No estoy yo aqui que soy tu Madre?”, ha salutato le molte migliaia di messicani confluiti al Tepeyac; nello stesso luogo, nel 1990, ha proclamato beato il veggente Juan Diego, che è stato infine dichiarato santo nel 2002.
Che cosa era accaduto in quel lontano secolo XVI° in Messico? Con lo sbarco degli spagnoli nelle terre del continente latino-americano aveva avuto inizio la lunga agonia di un popolo che aveva raggiunto un altissimo grado di progresso sociale e religioso. Il 13 agosto 1521 aveva segnato il tramonto di questa civiltà, quando Tenochtitlan, la superba capitale del mondo atzeco, fu saccheggiata e distrutta. L’immane tragedia che ha accompagnato la conquista del Messico da parte degli spagnoli, sancisce per un verso la completa caduta del regno degli aztechi e per l’altro l’affacciarsi di una nuova cultura e civiltà originata dalla mescolanza tra vincitori e vinti. E’ in questo contesto che, dieci anni dopo, va collocata l’apparizione della Madonna a un povero indio di nome Juan Diego, nei pressi di Città del Messico. La mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la città, l’indio e’ attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome con tenerezza. La Signora gli dice di essere “la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio” e gli ordina di recarsi dal vescovo a riferirgli che desidera le si eriga un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corre subito dal vescovo, ma non viene creduto.
Tornando a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. La Vergine promette di darglielo l’indomani. Ma il giorno seguente Juan Diego non può tornare: un suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo; giunto in vista del Tepeyac decide perciò di cambiare strada per evitare l’incontro con la Signora. Ma la Signora è là, davanti a lui, e gli domanda il perchè di tanta fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio. La Signora lo rassicura, suo zio è già guarito, e lo invita a salire sulla sommità del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi “fiori di Castiglia”: è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano allora vigente, e né la stagione né il luogo, una desolata pietraia, sono adatti alla crescita di fiori del genere. Juan Diego ne raccoglie un mazzo che porta alla Vergine, la quale però gli ordina di presentarli al vescovo come prova della verità delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e giunto al cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma si imprime e rende manifesta alla vista di tutti l’immagine della S. Vergine. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l’immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. La Dolce Signora che si manifestò sul Tepeyac non vi apparve come una straniera. Ella infatti si presenta come una meticcia o morenita, indossa una tunica con dei fiocchi neri all’altezza del ventre, che nella cultura india denotavano le donne incinte. E’ una Madonna dal volto nobile, di colore bruno, mani giunte, vestito roseo, bordato di fiori. Un manto azzurro mare, trapuntato di stelle dorate, copre il suo capo e le scende fino ai piedi, che poggiano sulla luna. Alle sue spalle il sole risplende sul fondo con i suoi cento raggi. L’attenzione si concentra tutta sulla straordinaria e bellissima icona guadalupana, rimasta inspiegabilmente intatta nonostante il trascorrere dei secoli: questa immagine, che non è una pittura, né un disegno, né è fatta da mani umane, suscita la devozione dei fedeli di ogni parte del mondo e pone non pochi interrogativi alla scienza, un po’ come succede ormai da anni col mistero della Sacra Sindone.
La scoperta più sconvolgente al riguardo è quella fatta, con l’ausilio di sofisticate apparecchiature elettroniche, da una commissione di scienziati, che ha evidenziato la presenza di un gruppo di 13 persone riflesse nelle pupille della S. Vergine: sarebbero lo stesso Juan Diego, con il vescovo e altri ignoti personaggi, presenti quel giorno al prodigioso evento in casa del presule. Un vero rompicapo per gli studiosi, un fenomeno scientificamente inspiegabile, che rivela l’origine miracolosa dell’immagine e comunica al mondo intero un grande messaggio di speranza. Nostra Signora di Guadalupe, che appare a Juan Diego in piedi, vestita di sole, non solo gli annuncia che è nostra madre spirituale, ma lo invita – come invita ciascuno di noi – ad aprire il proprio cuore all’opera di Cristo che ci ama e ci salva. Meditare oggi sull’evento guadalupano, un caso di “inculturazione” miracolosa, significa porsi alla scuola di Maria, maestra di umanità e di fede, annunciatrice e serva della Parola, che deve risplendere in tutto il suo fulgore, come l’immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, che la Chiesa ha recentemente proclamato santo.

Autore: Maria Di Lorenzo

 

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Miracoli fra storia e religione

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MIRACOLI

 

(Fatti religiosi e interpretazione storica)

 

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Si può affermare che, come la nozione di mistero, anche quella di «miracolo» (dal lat. miror, meravigliarsi) ha per ambito naturale ed originario quello religioso, sebbene ambedue si prestino ad una varietà di comprensioni e di impieghi lessicali che portano il significato anche verso altri contesti. Miracolo indica qualcosa fuori dell’ordinario, che rimanda ad una sfera di possibilità e di attività che oltrepassano quanto l’uomo è abituato a conoscere ed esperire nella sua vita quotidiana. Di qui il suo naturale collegamento con forze e possibilità che appartengano a qualcosa o a qualcuno che sia altro-dall’uomo”, e dunque si intende il miracolo come un intervento degli dèi o di Dio nel mondo degli uomini…. segue 

Edda CattaniMiracoli fra storia e religione
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Le apparizioni a Medjugorie

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I messaggi della Madonna a Medjugorie

 

24 giugno 1981

 

Il Podbrdo è il luogo delle prime apparizioni 

 

Ore 18 circa: ha inizio l'avvenimento del secolo.

La Madonna si e' fermata a Medjugorje.

Sei giovani della parrocchia di Medjugorje, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic (questi ultimi due solo in questo giorno), vedono sulla collina Crnica (nella frazione di Biakovici, una delle quattro che formano il villaggio di Medjugorje), nel luogo chiamato Podbrdo, un'apparizione, una figura bianca con un bambino nelle braccia. Sorpresi e spaventati, non si avvicinano ad essa.

Il giorno dopo alla stessa ora, il 25/06/1981, quattro di loro, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic ed Ivan Dragicevic, si sentono fortemente attirati verso il posto dove, il giorno precedente, hanno visto quella che hanno riconosciuto come la Madonna. Marija Pavlovic e Jakov Colo li raggiungono. Il gruppo dei veggenti di Medjugorje e' cosi formato. Pregano con la Madonna e parlano con essa. Da questo giorno hanno le apparizioni quotidiane, insieme o separatamente. Milka Pavlovic ed Ivan Ivankovic non hanno mai piu visto la Vergine.

Le apparizioni non sono legate a Medjugorje, ma alle persone: dovunque esse camminino per il mondo, li cammina anche Maria. 

 

Questa straordinaria immagine è stata scattata, durante un'apparizione della S.Vergine ai veggenti di Medjugorie. E' una testimonianza sconvolgente del come la Madonna voglia dare prova della Sua presenza. 

Messaggio del 25 gennaio 2011

Cari figli! Anche oggi sono con voi e vi guardo, vi benedico e non perdo la speranza che questo mondo cambierà in bene e che la pace regnerà nei cuori degli uomini. La gioia regnerà nel mondo perché vi siete aperti alla mia chiamata e all’amore di Dio. Lo Spirito Santo cambia la moltitudine di coloro che hanno detto si. Perciò desidero dirvi: grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

Messaggio del 25 febbraio 2011

Cari figli, la natura si risveglia e sugli alberi si vedono le prime gemme che porteranno un bellissimo fiore e frutto. Desidero che anche voi, figlioli, lavoriate sulla vostra conversione e che siate coloro che testimoniano con la propria vita, così che il vostro esempio sia il segno e l’esortazione alla conversione per gli altri. Io sono con voi e davanti a mio Figlio Gesù intercedo per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

Messaggio del 25 marzo 2011

Cari figli, oggi in modo particolare desidero invitarvi alla conversione. Da oggi inizi una vita nuova nel vostro cuore. Figli, desidero vedere il vostro “si” e che la vostra vita sia il vivere con gioia la volontà di Dio in ogni momento della vostra vita. Oggi in modo particolare Io vi benedico con la mia benedizione materna di pace, d’amore e d’unione nel mio cuore e nel cuore del mio figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

Messaggio del 25 aprile 2011

Cari figli, come la natura dà i colori più belli dell'anno, così anch'io vi invito a testimoniare con la vostra vita e ad aiutare gli altri ad avvicinarsi al mio Cuore Immacolato perché la fiamma dell'amore verso l'Altissimo germogli nei loro cuori. Io sono con voi e prego incessantemente per voi perché la vostra vita sia il riflesso del paradiso qui sulla terra. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

Messaggio del 25 maggio 2011

Cari figli, la mia preghiera oggi è per tutti voi che cercate la grazia della conversione. Bussate alla porta del mio cuore ma senza speranza e senza preghiera, nel peccato e senza il sacramento della riconciliazione con Dio. Lasciate il peccato e decidetevi figlioli, per la santità. Soltanto così posso aiutarvi, esaudire le vostre preghiere e intercedere davanti all’Altissimo. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

 

Messaggio da Medjugorje del 2 Giugno 2011

Cari figli, mentre vi invito alla preghiera per coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio, se guardaste nei vostri cuori capireste che parlo di molti di voi. Con cuore aperto domandatevi sinceramente se desiderate il Dio Vivente o volete metterlo da parte e vivere secondo il vostro volere. Guardatevi intorno, figli miei, e osservate dove va il mondo che pensa di fare tutto senza il Padre e che vaga nella tenebra della prova. Io vi offro la luce della Verità e lo Spirito Santo. Sono con voi secondo il piano di Dio per aiutarvi affinché nei vostri cuori vinca mio Figlio, la Sua Croce e Risurrezione. Come Madre desidero e prego per la vostra unione con mio Figlio e con la sua opera. Io sono qui, decidetevi! Vi ringrazio!

Messaggio dato a Mirjana Dragicevic

Message, February 2, 2010  – Apparizione a Mirjana

 

Cari figli, con amore materno oggi vi invito ad essere un faro per tutte le anime che vagano nella tenebra della non conoscenza dell’amore di Dio. Per poter illuminare più fortemente possibile ed attirare quante più anime possibili, non permettete che le falsità che escono dalle vostre bocche facciano tacere la vostra coscienza. Siate perfetti! Io vi guido con mano materna, con mano d’amore. Vi ringrazio."
  

PAOLO BROSIO: MI SONO CONVERTITO A MEDJUGORJE. ORA VOGLIO RESTITUIRE A DIO QUELLO CHE MI HA DATO

(16 dicembre 2009 a "Mattino Cinque")

 

 Oggi Paolo Brosio, giornalista e uomo di spettacolo è esplicito: " grazie a Medjugorje ho ritrovato la fede e mi sono convertito, oggi sono un’altra persona, mi sento vivo". Non è che io fossi ateo. Ma il mio era un cattolicesimo rituale, vuoto, anche stanco. Quello classico, ereditato dalla famiglia, messa di prima comunione, a Natale, Pasqua, e basta. Insomma, ero insoddisfatto del mio stile di vita, non piacevo a Cristo", né a me stesso". In più, due situazioni personali gravi ne avevano minato fede e certezze: " vero. Ho passato anni difficili. Prima la scomparsa di mio padre al quale ero molto legato,poi la separazione da mia moglie Gretel, molto dolorosa. Ero ridotto male". Grazie a quattro valenti e santi sacerdoti, Brosio si è avvicinato al pianeta Medjugorje: …… " devo a questi bravi preti se, prima sui libri, poi in pratica, ho conosciuto la realtà di Medjugorje". Sono stato a febbraio e sono tornato diverso, trasformato. Oggi credo davvero e voglio fare del bene. Devo dire che a Medjugorje la Madonna mi ha fatto avvicinare a Suo Figlio. La mia vita, grazie alla preghiera e al Santo Rosario è cambiata, si è stabilizzata sia in senso emotivo ed etico, che professionale.  Nel Rosario e nell’Avemaria ho trovato la mia bussola. Ora voglio restituire a Dio quello che mi ha dato". In concreto intendo aiutare e lo ho promesso a Gesù, una struttura di suor Cornelia, presente a Medjugorje che si occupa di bambini orfani e di anziani, l’alfa e l’omega, la fine e l’inizio della nostra vita". "… a maggio, con tutta probabilità, organizzerò da Pisa un volo Charter per Medjugorje, e oltre alla quota di iscrizione, da fissare, vi sarà un contributo da destinare appunto alla struttura di accoglienza per orfani ed anziani di suor Cornelia".  I particolari non sono ancora del tutto noti, ma chi volesse saperne di più potrà contattare la Onlus di Brosio a Milano denominata Fondatori Olimpiadi del Cuore al telefono               02 48 18 123       , un bella e nobile iniziativa che vi segnaliamo e che merita ogni favore. Dice ancora Brosio: " credo che sia giusto dire: la mia, a Medjugorje, è stata davvero una conversione fulminante, ho compreso la bellezza della fede, l’importanza dei sacramenti e dell’aiuto fraterno. Credo che questa esperienza vada divulgata e fatta conoscere. La Madonna ci parla, ci invita alla pace e alla solidarietà". Brosio non lo dice apertamente, lo rivelerà a giorni, ma nelle foto scattate vi è qualche segno strano: " preferisco mantenere prudenza, può darsi che sia un difetto di luminosità della macchina fotografica. Ma dagli scatti fatti nella Chiesa emergono inspiegabili macchie luminose difficilmente spiegabili. Ora non ne parlo, lo farò solo dopo attento studio tecnico per non dare appigli ai soliti scettici e denigratori. Una cosa è certa: a Medjugorje la mia vita è cambiata e mi sono convertito".

 
Edda CattaniLe apparizioni a Medjugorie
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La medaglia miracolosa

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QUALCHE CENNO SULLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

 

da "Un piccolo libro di fede"

È stato detto che la Medaglia miracolosa è un "piccolo libro di fede" e un "piccolo trattato di mariologia".

Perché? Perché basta esaminare con attenzione la medaglina così com'è, e leggervi le grandi verità che esprime nel suo disegno la potenza e la misericordia di Maria Madre Divina, Immacolata, Mediatrice, Corredentrice e Regina. Ricordiamo la prima apparizione a S. Caterina? La Madonna predice le sciagure dei suoi figli, e piange su di essi fino a non poter più parlare. La sua tenerezza materna e la sua premura affettuosa appaiono davvero commoventi. Ella è partecipe dei travagli in cui si dibattono e si perdono i figli. Promette la sua speciale protezione, e, infine, annuncia a Suor Caterina una missione particolare che intende affidarle per aiutare gli uomini a salvarsi e a ottenere grazie.

Il primo significato del dono della Medaglia miracolosa è proprio questo: la Madre tenerissima vede i figli tra i pericoli e offre loro un mezzo di grazia che li scampi dal male e li richiami al bene.

Per questo la medaglina è un dono della Celeste Madre, è un dono di grazia materna. E tutte le grazie che la medaglina ha ottenuto e otterrà portano questo sigillo della premura materna che la Madonna ha verso di noi suoi figli.

Moribondi risanati, peccatori convertiti, soldati che scampano la morte, tumori scomparsi, tentazioni fugate, pericoli sventati, aiuti insperati e mille e mille altre grazie, fanno della Medaglia miracolosa il segno concreto della cura tenerissima che la Mamma Celeste ha per le anime e i corpi degli uomini. Chi non ne ha fatto l'esperienza, la faccia. E non resterà certamente deluso.

Ed ora trascriviamo questa "Curiosità interessante"

dal Il Corriere della Sera 14.7.2003


a firma di Vittorio Messori

Che sia una di quelle ironiche «astuzie della Storia» di cui parlava Hegel?

Di certo, il caso è curioso. In effetti, giovedì 10 luglio, a Bruxelles, con solenne cerimonia è stata presentata la bozza definitiva della Costituzione d’Europa. E’ quella nel cui preambolo non si è fatto il nome del Cristianesimo, provocando le ben note polemiche e la protesta della Santa Sede.

Ma questa stessa Costituzione, nel definire i propri simboli, ribadisce solennemente che la bandiera europea è azzurra con dodici stelle disposte a cerchio.

Ebbene: sia i colori, che i simboli, che la loro disposizione in tondo, vengono direttamente dalla devozione mariana, sono un segno esplicito di omaggio alla Vergine. Le stelle, in effetti, sono quelle dell’Apocalisse al dodicesimo capitolo: «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle». Quella Donna misteriosa, per la tradizione cristiana, è la madre di Gesù. Anche i colori derivano da quel culto: l’azzurro del cielo e il bianco della purezza verginale. Nel disegno originario, infatti, le stelle erano d’argento e solo in seguito hanno preso il colore dell’oro.

Insomma: anche se ben pochi lo sanno, la bandiera che sventola su tutti gli edifici pubblici dell’Unione (e il cerchio di stelle che sovrasta l’iniziale dello Stato sulle targhe di ogni automobile europea) sono l’invenzione di un pittore che si ispirò alla sua fervente devozione mariana.

E’ una storia di cui circolano versioni diverse, ma che abbiamo ricostruito con esattezza già nel 1995, in un’inchiesta per il mensile di Famiglia cristiana , Jesus . La vicenda, dunque, inizia nel 1949 quando, a Strasburgo, fu istituito un primo «Consiglio d’Europa», un organismo poco più che simbolico e privo di poteri politici effettivi, incaricato di «porre le basi per un’auspicata federazione del Continente». L’anno dopo, anche per giustificare con qualche iniziativa la sua esistenza, quel Consiglio bandì un concorso d’idee, aperto a tutti gli artisti europei, per una bandiera comune. Alla gara partecipò pure Arsène Heitz, un allora giovane e poco noto designer che al tempo della nostra inchiesta era ancora vivo e lucido, pur se ultra novantenne. Heitz, come moltissimi cattolici, portava al collo la cosiddetta «Medaglia Miracolosa», coniata in seguito alle visioni, nel 1830, a Parigi, di santa Catherine Labouré. Questa religiosa rivelò di avere avuto incarico dalla Madonna stessa di far coniare e di diffondere una medaglia dove campeggiassero le dodici stelle dell’Apocalisse e l’invocazione: «Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te». La devozione si diffuse a tal punto nell’intero mondo cattolico da fare di quella «Medaglia Miracolosa» uno degli oggetti più diffusi, con molte centinaia di milioni di esemplari. Ne aveva al collo una di latta e legata con uno spago anche santa Bernadette Soubirous quando, l’11 febbraio del 1858, ebbe la prima apparizione della Signora, che apparve vestita proprio di bianco e di azzurro.

Ebbene, Arsène Heitz non era soltanto uno degli innumerevoli cattolici ad avere su di sé quella Medaglia nata da un’apparizione, ma nutriva una speciale venerazione per l’Immacolata. Dunque, pensò di costruire il suo disegno con le stelle disposte in circolo, come nella Medaglia, su uno sfondo di azzurro mariano. Il bozzetto, con sua sorpresa, vinse il concorso, la cui commissione giudicatrice era presieduta da un belga di religione ebraica, responsabile dell’ufficio stampa del Consiglio, Paul M. G. Lévy, che non conosceva le origini del simbolo, ma fu probabilmente colpito positivamente dai colori. In effetti, l’azzurro e il bianco (le stelle, lo dicevamo, non erano gialle ma bianche nel bozzetto originale) erano i colori della bandiera del neonato Stato d’Israele. Quel vessillo sventolò la prima volta nel 1891, a Boston, sulla sede della «Società Educativa Israelitica» e si ispirava allo scialle a strisce usato dagli ebrei per la preghiera. Nel 1897, alla Conferenza di Basilea, fu adottato come simbolo dell’Organizzazione Sionista Mondiale, divenendo poi nel 1948 la bandiera della repubblica di Israele.

In una prospettiva di fede è felicemente simbolica questa unione di richiami cristiani ed ebraici: la donna di Nazareth, in effetti, è la «Figlia di Sion» per eccellenza, è il legame tra Antico e Nuovo Testamento, è colei nel cui corpo si realizza l’attesa messianica. Anche il numero delle stelle sembra collegare strettamente le due fedi: dodici sono i figli di Giacobbe e le tribù di Israele e dodici gli apostoli di Gesù. Dunque, il giudeo-cristianesimo che ha costruito il Continente unito in uno stendardo.

Sta di fatto che alcuni anni dopo la conclusione del concorso d’idee, nel 1955, il bozzetto di Heitz fu adottato ufficialmente come bandiera della nuova Europa. Tra l’altro, a conferma dell’ispirazione biblica e al contempo devozionale del simbolo, il pittore riuscì a far passare una sua tesi, che fu fatta propria dal Consiglio d’Europa. Ci furono critiche, infatti, visto che gli Stati membri erano all’epoca soltanto sei: perché, allora, dodici stelle? La nuova bandiera non doveva rifarsi al sistema della Old Glory, lo stendardo degli Usa, dove ad ogni Stato federato corrisponde una stella? Arsène Heitz riuscì a convincere i responsabili del Consiglio: pur non rivelando la fonte religiosa della sua ispirazione per non creare contrasti, sostenne che il dodici era, per la sapienza antica, «un simbolo di pienezza» e non doveva essere mutato neanche se i membri avessero superato quel numero. Come difatti avvenne e come ora è stato stabilito definitivamente dalla nuova Costituzione. Quel numero di astri che, profetizza l’Apocalisse, fanno corona sul capo della «Donna vestita di sole» non sarà mai mutato.


Per finire con un particolare che può essere motivo di riflessione per qualche credente: la seduta solenne durante la quale la bandiera fu adottata si tenne, lo dicevamo, nel 1955, in un giorno non scelto appositamente ma determinato solo dagli impegni politici dei capi di Stato. Quel giorno, però, era un 8 dicembre, quando cioè la Chiesa celebra la festa della Immacolata Concezione, la realtà di fede prefigurata da quella Medaglia cui la bandiera era ispirata. Un caso, certo, per molti. Ma forse, per altri, il segno discreto ma preciso di una realtà «altra», in cui ha un significato che per almeno mille anni, sino alla lacerazione della Riforma, proprio Maria sia stata venerata da tutto il Continente come «Regina d’Europa».

 

 

Edda CattaniLa medaglia miracolosa
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