Ripropongo ora più che mai…
La mia Mamma è nata il 2 ottobre – Festa degli Angeli Custodi
La mia Mamma è mancata il 21 febbraio 2010
Mi fratello mi scrive: ” Sono anni che se n’è andata una parte di me!
Gli ho risposto: ” Ora più che mai, da che sono rimasta sola, la vivo presente… le parlo, le chiedo di aiutarmi anche nelle piccole cose di ogni giorno e so che lei mi capisce… ora sì… più che mai!
La mia Mamma tra gli Angeli mi parla…
La mia Cara Mamma, Nonna Lina, “la Matriarca” di cui tante volte ho scritto sul “L’AURORA” ha chinato il capo mentre riceveva l’Eucarestia e si è addormentata per sempre. L’hanno vista così coloro che le erano intorno, piccolo pulcino ormai implume, vissuto troppo a lungo per continuare un percorso iniziato da tanto tempo. Ho parlato con lei versando tutte le mie lacrime nascoste quando per prima chiuse ogni rapporto con l’esterno e venne a casa nostra, a Padova, dopo la dipartita di Andrea. La “Nonna Sprint” aveva lasciato ogni attività, interessi e amicizie per condividere con noi dapprima il nostro lutto e successivamente le prime esperienze di comunicazione, giungendo a ricevere lei stessa precisi segnali di presenza che ci confortavano. La Nonna sembrava dotata di una certa sensitività e il rapporto affettivo con Andrea la favoriva di contatti particolari. La sua storia, fatta di deprivazioni e di grandi sofferenze fin da bambina, l’avevano non solo fortificata spiritualmente, ma dotata di un acume che andava oltre la normale ricezione del messaggio, a cui sapeva dare la più semplice interpretazione. Aveva approntato un altarino con la foto di Andrea vestito con la tunica bianca, il giorno della prima comunione e ogni sera prima di andare a riposare gli dava la buonanotte. Ogni mattina la foto aveva fatto un giro di 180 gradi ed era girata dalla parte opposta. Lei era convinta che Andrea voleva salutarla in questo modo; ma raccontava non solo questo, ma di profumi, sogni e telefonate che ci lasciavano attoniti e contenti.
Nonna Lina era presente quando Mentore fece le prime registrazioni e quando noi non riuscivamo a decodificare le parole, lei, dotata di un udito finissimo sapeva darci la versione corretta delle parole incise. Posso dire che da allora la mia Mamma cambiò completamente le sue abitudini che furono rivolte a quello che sarebbe stato il suo arrivo nell’aldilà. Ripeteva sempre che non avrebbe avuto nessuna paura perché Andrea “il suo tenente” le sarebbe andato incontro e l’avrebbe presa in braccio. Si faceva presto a condividere queste aspettative considerando che le persone più care l’avevano preceduta innanzi tempo: la sua mamma mancata molto giovane, il suo papà, il figlio della sorella e tanti altri componenti di una larga parentela, primo fra tutti mio padre, il suo adorato sposo, mancato quando in casa mio fratello era appena undicenne. Eppure questa attesa si protrasse molto a lungo e molte vicende dovevano rendere più greve il suo già pesante fardello; la salute cagionevole e le ripetute crisi cardiache ci costrinsero a farla accogliere in una struttura dove, pur circondandola di efficienti cure, non le rendevano l’affetto di un clima familiare. Io, abitando in un’altra città e con gli impegni che mi hanno oberata oltre i normali ritmi giornalieri, non ho avuto la possibilità di vederla sovente e i nostri contatti sono avvenuti quasi quotidianamente per via telefonica. Quando si è ammalato Mentore poi, i miei orari non combinavano più con la disponibilità sua e pian piano ho sentito, con uno strazio indicibile, che non potevo più seguirla nel suo grande bisogno di calore e di vicinanza affettiva.
Si è consumata così, pian piano, la mia povera mamma, lucida fino all’ultimo, capace di farmi coraggio e dirmi sempre: “Prega, Edda, prega che il nostro Signore ti aiuta!” Quanta fede e quanta rassegnazione in una donna che aveva avuto in mano il comando di tutta una generazione, capace di sforzi e di grande energia psicologica: un esempio da tenere presente. Quante volte ho camminato qui in casa, nelle mie stanze vuote parlando con lei e magari scrivendole qualche poesia che poi le inviavo accompagnata da un mazzo di fiori “Bianchi o rosa pallido” come li voleva lei. Quando le giungeva questa sorpresa, chiedeva alla suora del residence di metterli in cappella, davanti alla Madonna, perché “..la mia figliola ne ha tanto bisogno!…”
I primi giorni di febbraio ha avuto una grossa crisi e la sua condizione non lasciava ormai più speranza, ma nel momento del risveglio da uno stato di perdita della coscienza si è rivolta ai presenti dicendo: “Ora posso dirlo davvero: ESISTE L’ALDILA’ il Paradiso c’è!” Quando sono andata a vederla sembrava aver recuperato un po’ di energia ed ho potuto godere di due giorni interi della sua vicinanza e parlarle di tutte le cose che da tempo non ci eravamo dette. Le ho tenuto la mano fra le mie, entrambe tanto esili e bianche e l’ho baciata a lungo pensando che quei dolci istanti sarebbero stati gli ultimi che Dio mi concedeva. Ricordo che, prima di partire le ho detto: “Tu lo sai, mamma, cosa abbiamo vissuto insieme quando è mancato Andrea. Quando arriverai, ti raccomando, parlami subito, dimmi se lo vedi, dimmi con chi sei!” Lei mi guardo intensamente poi fissò lo sguardo verso la porta, si portò il dito indice alla bocca e mi sussurrò: “Ssss… sono già qui…” In quel momento ho capito che la mia mamma era ormai pronta per il grande viaggio e mi avrebbe dato sicuramente ragguagli sul suo percorso.
I giorni successivi li ho trascorsi con il cellulare in mano in attesa di una comunicazione e con un malessere diffuso che mi costringeva al riposo a letto. Il ventuno mattina alle dieci mi sono alzata improvvisamente con una sensazione di sollievo… in quel momento il telefono squillava: “… la mamma è mancata ora. Si è addormentata mentre riceveva la Comunione… ha reclinato il capo poco alla volta…” “Coraggio, Mamma, ora non ti perdo più, perché so che mi vedi e comprendi tutto di me”. Ho acceso il registratore ed ho sentito distintamente : “Mi sono risvegliata nella mente di Dio!” La conferma al nostro patto avveniva nel modo più naturale. La mia mamma parlava come se fosse stata presente, col solo tasto premuto della ricezione, con una voce tonica e precisa. Finalmente, Mamma cara, sono scomparsi tutti i miei sensi di colpa per non esserti stata vicina quando eri più debole e sola perché altri avevano bisogno della mia presenza ed ora tu capisci tutto questo e comprendi appieno la mia condizione!
Il dialogo con la mia cara Mamma, continua tuttora e lei mi dà contezza di quanto vive e quanto è bello l’aldilà; ma mi dona pure segni di presenza di cui vorrei almeno scriverne uno:
“Quando la Mamma era a casa mia, molti anni fa, mi chiedeva sempre di portare per lei, nella cappella di Andrea un’orchidea e di metterla in un vasetto che era solo per lei. Io raccoglievo poi i bulbi ormai sfioriti e li mettevo in un vaso in fondo al giardino. Da quelle piante rinsecchite non è più spuntato un fiore e anche il fogliame ormai sciupato e sterile manifestava l’aridità delle piante che hanno terminato la loro stagione. Eppure il giorno dell’anniversario ho trovato un ramo di orchidea gigante, dai petali color oro, spruzzati di color rosso, che tuttora sopravvive con una stabilità superiore a qualsiasi fiore del giardino”.
Non mi sento più sola e i profumi che sentiamo io, mia figlia e mio marito sono inconfondibili segni, fra i tanti, della presenza della Nonna Lina vicino a noi. So che Andrea le ha reso possibile questo contatto così rassicurante della presenza degli angeli nelle nostre case.
Sono tornata da Cattolica con il cuore gonfio di commozione. Una signora presente che non sapeva nulla di me ha visualizzato Andrea e vicino a lui c’era una donnina, piccola e tutta raccolta… l’abbigliamento e il sorriso corrispondevano alla mia Cara Mamma che mi diceva: “Hai visto Edda, quasi non ci credevo quando dicevo che Andrea sarebbe venuto a prendermi… Proprio così! Ed ora mi porta con sè a visitare il Paradiso!” Agimus tibi gratias Omnipotens Deus pro universa beneficia tua!
Concludo con una frase di Auguste Valensin: “Non perché lo sogno Dio esiste, ma poiché esiste io lo sogno.”