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Il suono del mare

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IL SUONO DEL  MARE

( L’ acquario di Cattolica)

Ogni anno raggiungiamo il nostro albergo Centro Congressi che é vicino all’Acquario di Cattolica!

Il mare è da sempre il principale protagonista all’Acquario di Cattolica e non poteva certo mancare un aspetto molto importante legato alla conoscenza del mondo marino attraverso “le case” di alcune specie marine. Molte persone sono attratte dalle forme e dai colori delle conchiglie, alcuni le collezionano, ma pochi conoscono l’aspetto degli esseri viventi che le “costruiscono” e che vivono al loro interno.

In fondo le conchiglie non sono altro che costruzioni di carbonato di calcio che proteggono alcune specie marine di invertebrati, diventando guscio al momento della difesa o sostegno alcune di loro. Hanno forme e colori diversissimi a seconda delle specie che li producono e dei mari in cui si trovano.

L’Acquario di Cattolica ha voluto rendere omaggio a queste speciali conchiglie dedicando loro una area  nel percorso “I suoni del mare”, realizzata in  collaborazione con la S.I.M. (Società Italiana di Malacologia),l’ Acquario Civico di Milano (il cui direttore, Dott. Mauro Mariani è anche Vice Presidente della S.I.M.) e con il prezioso supporto di 3 esperti e appassionati di questa scienza: Alberto Cecalupo, Angelo Baraggia e Gianpietro Gariani.

I tre ricercatori nel giro di pochi giorni hanno allestito nel percorso dedicato ai “Suoni, del Mare” (uno dei 4 percorsi dell’ Acquario, un’ interessante e curiosa area espositiva ricca di oltre 500 esemplari provenienti dai mari tropicali e dal Mediterraneo, dai piccolissimi esemplari di pochi cm. a una delle più curiose, considerata tra le più grandi del mondo, la Charonia tritonis del Madagascar che arriva a misurare circa 50 cm.

Tutta la nuova collezione esposta in teche con pannelli fotografici che ne descrivono la provenienza e l’origine è visitabile in orari compatibili e il parco è aperto fino a notte.

Ben arrivati a Cattolica!

 

 

 

Edda CattaniIl suono del mare
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S.Agostino: Tardi ti ho amato

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Tardi ti ho amato!

 (prepariamoci alla S.Pasqua)


«Tardi ti ho amato, Bellezza tanto antica e tanto nuova; tardi ti ho amato!

Tu eri dentro di me, e io stavo fuori, ti cercavo qui, gettandomi, deforme,

sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con te.

Mi tenevano lontano da te le creature che, pure, se non esistessero in te,

non esisterebbero per niente.

Tu mi hai chiamato e il tuo grido ha vinto la mia sordita’;

hai brillato, e la tua luce ha vinto la mia cecita’;

hai diffuso il tuo profumo, e io l’ho respirato, e ora anelo a te;

ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te; mi hai toccato,

e ora ardo dal desiderio della tua pace»

(S.Agostino di Tagore al Signore)

 

Lo sfondo del mare, espressione di bellezza e profondità,

è una ripresa  fatta a Ladispoli.

 


BLOG A PIU' VOCI


Penso sia bella la forma nuova di portare avanti questo spazio. Offrire agli amici la possibilità di postare è una forma di collaborazione, che darà una marcia in più al nostro andare  e divenire sempre più “testimoni digitali”.
La prima ad esprimersi oggi è S. L., con una sua originale riflessione sulla preghiera di S. Agostino “ Tardi ti ho amato”.Seguiamola con stima ed interesse, mentre personalmente la ringrazio del suo prezioso contributo.

Carissimi amici
Dopo aver letto sul Blog questa preghiera di S. Agostino ho continuato a meditarla facendola diventare parola mia. Da questo scritto emerge chiaramente come il Santo sia stato toccato da Dio in tutta la sua umanità. Nell’incontro con Dio tutta la sua persona è stata coinvolta. Dio non scavalca mai la nostra umanità ma la coinvolge per redimerla e realizzarla in pienezza. Agostino è toccato da Dio in tutti i suoi sensi, ed è per questo che mi permetto di offrirvi qualche riflessione proprio relativa ad ognuno di essi.
Bellezza tanto antica e tanto nuova […] hai brillato, e la tua luce ha vinto la mia cecita’
La prima realtà che ha affascinato S. Agostino è la bellezza ed in particolare la bellezza delle creature. In questo senso egli è molto vicino ai giovani d’oggi. Egli stesso afferma di essere stato ammaliato da questa bellezza fino a quando, continuando a ricercare la verità, la bellezza di Dio lo ha vinto. Fissando il volto di Dio, o meglio ancora, lasciando che quel Volto lo penetrasse in profondità, l’infinita Bellezza (che in greco è anche Bontà), come dice egli stesso lo “ha vinto”. I Santi spesso si sono soffermati a fissare il Volto di Cristo, S. Teresa d’Avila invitava spesso le sue figlie a “guardare” Gesù, il volto dell’Amato: “non vi chiedo altro che lo guardiate”. Sono sempre più numerosi i giovani che pongono domande di senso riguardo la propria esistenza. Come afferma il Santo Padre essi manifestano il desiderio di “voler vedere il Volto di Gesù” e spesso chiedono di insegnar loro ad avvicinarsi a Lui e di insegnar loro quella dinamica dell’incontro con Lui che è la preghiera.
Uno dei momenti iniziali della preghiera potrebbe proprio essere quello del guardare Gesù con amore, come si guarda l’immagine di colui a cui si vuole bene e da cui ci si sente amati. Agostino però in questa preghiera evidenzia ancora un’altra realtà. Egli afferma: “la tua luce ha vinto la mia cecità”. Solo quando Dio si presenta a noi siamo in grado di distinguere bene dal male, luce da tenebre, è solo “alla tua luce vediamo la luce” (Sl 35).
Agostino ha lottato con Dio ma solo nel momento in cui ha riconosciuto la sua cecità Dio ha potuto avvolgerlo con la Sua Luce. Come insegna il prologo del Vangelo di Giovanni la “Luce brilla nelle tenebre ma le tenebre non l'hanno sopraffatta”. Quando Agostino ha permesso alla Luce di invaderlo è stato un vero e proprio invaghimento e come Geremia ha potuto affermare: “mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza, e hai prevalso” (Ger 20,7). La luce di Dio ha infranto le tenebre del suo peccato e il suo essere, tutto il suo essere è divenuto luminoso.
La bellezza di Dio, il “pastore bello” attende di essere guardato, amato, attende di brillare anche in noi. Ognuno può diventare ciò che guarda.

Edda CattaniS.Agostino: Tardi ti ho amato
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