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Nuovi Angeli: Vera Lui

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Vera è una ragazza "speciale" che ha deciso di spiccare il volo in un'età in cui ogni genitore vede i propri obiettivi raggiunti…

La Mamma di Vera ne racconta la storia e i "segni" della sua presenza accanto a noi, nel libro "Volo libera!"

 

I proventi della vendita vanno a beneficio dei

"bambini dell'Angola" Mbanza Congo"

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"IO VOLO LIBERA"

Di Maria Pizzolitto Lui – Ediz. Segno

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Il racconto di una madre testimonia come da un evento tragico e dalla conseguente disperazione possa nascere qualcosa di buono: le durissime prove che possono capitare nella vita rafforzano l'animo e acquistano un senso nell'adesione alla volontà di Dio. "La fede è l'unica risposta alla quale ricorriamo quando risposte non ci sono più. E tuttavia anche la fede, messa faccia a faccia con la disperazione, ha bisogno di risorse straordinarie per aggredire con efficacia la tentazione di lasciarsi vivere in attesa di morire… Sarà Vera stessa a prendere per mano Maria e portarla sulla strada di una certezza meravigliosa e fondamentale: quella della Comunione dei Santi, in cui il velo tra aldiquà e aldilà si fa impalpabile, per consentire la condivisione di un comune cammino di avvicinamento al Padre".

 

 

 

Gli Angeli ci parlano: L'ultimo messaggio di Vera

 

 

Ecco mamma, è sempre con grande gioia che io rispondo al tuo richiamo, che, non solo ci fa recuperare il tempo perduto e ci fa ritrovare la voglia, la gioia, il coraggio di parlarci cuore a cuore, ma lenisce anche un po’ la tua sofferenza  e ti dà la necessaria certezza della mia immortalità.

Quello che è avvenuto, lo so, è terribile sotto il profilo umano, ed è anche qualcosa di non giustificabile contro cui,  tu stessa cozzi, per capire la motivazione.

Ebbene, io ti dico mamma, il mio percorso era giunto al capolinea. Era un percorso di pochi anni, ma molto intensi  e comunque, prima o poi avrei dovuto andar via.

Ricordi, credo, la mia fretta degli ultimi tempi. Il mio voler vivere, provare, assaporare tante cose, tutte contemporaneamente. Era così che io manifestavo quello che avvertivo a livello inconsapevole  e cioè che il mio tempo stava per scadere, che era giunto il momento di andar via.

Comprendo che oggi ti sembra assurdo, ma io sto bene così. Dove mi trovo ho trovato la pace, l’armonia, la mancanza di competizione, di fatica, di sofferenza, che ho sempre anelato quando ero in vita.

Ho trovato quell’ambiente di gioia, di comprensione, di condivisione, di reciprocità, che ho sempre immaginato fosse la situazione più bella da vivere.

Mamma adorata, io sono sempre con voi  e molti sono i segnali del mio passaggio nella vostra vita.

Imparate, vi prego, a riconoscerli di più!

Lampadine che tremolano senza fulminarsi, scricchiolii di mobili e di soffitto che non sono rumori di assestamento, spostamento di aria anche a finestre chiuse, l’audio della tv che si alza e si abbassa da sola, formicolii some sfioramenti sui capelli, sulle mani, sulla fronte, sul viso, che sono miei tentativi di carezze. Il letto che si incurva, come sotto il peso di un corpo.

Io ce la metto tutta, ma state attenti di più.

Mio fratello difficilmente parla di me, ma molto mi pensa e quanto è avvenuto gli ha scavato una traccia profonda. Non temere per lui, la sofferenza o ammazza o fortifica e lui si sta fortificando.

Digli, ti prego, che io seguo tutti i suoi passi e che so che talora il suo animo un pochino si adombra, ma che deve avere maggiore fiducia in se stesso e nelle sue belle capacità. La sua vita avrà talora un inizio un pochino problematico, ma poi la strada sarà più aperta, più agevole, più larga, più luminosa e lui riuscirà a percorrerla fino in fondo.

Di' al babbo che gli voglio un gran bene e che è necessario che tra di voi si crei una maggior condivisione e una unione più profonda. Il piccolo, grande terremoto che è avvenuto con la mia partenza, non deve lasciare macerie che non possano essere in qualche modo ricostruite, ricompattate.

Siete una famiglia,…siamo una famiglia, ed è importante che essa resti unita.

Capisco il tuo desiderio di comunicare quanto stai vivendo ed è bello che tu testimoni le tue certezze, la tua fede, il nostro esserci ritrovati. Tuttavia, credimi mamma, l’assenza grave, il dolore profondo è nella nostra casa, nel nostro nucleo famigliare. Gli altri capiscono, condividono, soffrono, ma poi hanno la loro vita, la loro casa, le loro situazioni da gestire. Quindi, credimi, non rimanere delusa se talvolta il tuo messaggio non giunge fino in fondo.   

Oggi voglio dirti che ho molto riflettuto sul nostro rapporto solido, affettuoso,profondo, ma che quando ero in vita ha anche conosciuto piccole frizioni, pause di silenzio, momenti di non comprensione. Normali, perché una madre e una figlia non sempre condividono la stessa visione delle cose e non sempre riescono ad aprirsi fino in fondo.

Ebbene, io ti dico, mamma cara, oggi abbiamo recuperato e ci tocchiamo l’anima l’un l’altra e che non c’e’ nulla che possa  più separarci. La separazione è solo apparente, ma io ti sono dentro, come quando mi attendevi nei nove mesi di gravidanza.

Abbi fiducia in te, so che ce la fai e che possiamo avere un nostro incontro. Impegnati di più, non dubitare, sappi che io ce la metto sempre tutta. Credimi, è bello ritrovarci,…anche se in una forma differente.

Io sono orgogliosa di te, di quanto sei cambiata e di come continui il tuo percorso evolutivo, nonostante le lacrime. Credimi, mamma, finché non ti sarai liberata totalmente dei tuoi sensi di colpa, del tuo senso di inadeguatezza,  difficilmente mi darai la possibilità di passare e di essere veramente il tuo canale, la tua forza, la tua energia.

Nessuno avrebbe potuto evitare quanto è avvenuto. Il mio tempo era scaduto, ero giunta al capolinea e comunque sarebbe successo. Del resto anch’io avevo le mie fragilità, le mie piccole grandi miserie, i miei limiti. Non idealizzarmi, te ne prego. Ho avuto anch’io la possibilità di evitare dei contatti,di evitare delle piccole, grandi curiosità e non l’ho fatto. Di questo oggi ho preso atto e mi sono liberata delle scorie, che comunque avevo accumulato.

Credimi, mamma, il percorso evolutivo tu lo stai facendo in terra ed io in cielo,  ma ci porterà entrambe nella stessa direzione.

Ti abbraccio, ti voglio bene. A presto, mamma.

Tua figlia.   

Bellaria, 16 aprile 2010

CONVEGNO DI CATTOLICA

SETTEMBRE 2009

Relazione della Mamma Sig.ra Maria Pizzolitto Lui

 

Sono  felice di essere qui. Sono grata a questa organizzazione , che mi ha dato l’opportunità di  poter  portare la mia piccola testimonianza derivante da una esperienza di dolore, ma anche di tanta speranza.

Ho  una figlia in cielo, come tanti di voi,… qui presenti. Una figlia “viva e attiva”.

Sono oltre cinque anni che nostra figlia Vera ha lasciato me, mio marito e suo fratello Stefano per raggiungere l’altra dimensione. Come ben può immaginare chi ci è passato, sono stati cinque anni di dolore, di preghiera , di ricerca, anche se mai di disperazione. Devo proprio dire che la preghiera è stata da subito il nostro pane quotidiano, la nostra grande medicina. Anzi, …ci siamo sentiti una preghiera in cammino, lungo un tunnel da percorrere. Questo tunnel ci ha portati sempre più a cercare Dio, a chiedergli aiuto.

 Gli  abbiamo chiesto di essere guidati nel nostro percorso, di incontrare le persone giuste, di fare le esperienze giuste, affinché potessimo rafforzarci e capire. Capire soprattutto il significato di questa nostra esperienza di dolore e di cosa voleva farci capire Lui.  Capire  quali  porte,  voleva che aprissimo,  con la nostra sofferenza.

Oggi, possiamo ringraziarLo,  per come ci ha condotti per mano. Abbiamo constatato la sua misericordia, il suo amore. Abbiamo retto, ci siamo rafforzati nella fede, siamo cresciuti. La mancanza fisica di Vera  si fa sentire , la nostalgia ed il rimpianto sono sempre più forti, ma altrettanto forte è la consapevolezza che la nostra ragazza è presente nella nostra vita, che è ancora  con noi, che vive la sua vita accanto alla nostra. Che ha il compito di portare  aiuto e conforto, mentre  continua la sua strada verso la Luce.

Tanti sono i segni che Vera  ci ha donato.. Tanti non visti e non percepiti, all’inizio. Poi, ne abbiamo avuti di forti, bellissimi e particolari, confermati  nei messaggi che abbiamo ricevuto da lei. Li approfondirò se ci sarà tempo)

Perché  anch’io  ho scritto un libro? Perché è stata Vera stessa a chiedermelo, un anno e mezzo dopo il suo trapasso, quando ho sentito il desiderio,… il bisogno di cercarla più profondamente. Ho chiesto a Dio di portarmi a lei, di farmela percepire. Non nascondo che ho avuto tante riserve, tanti timori  che la mia fede , il mio credo , mi imponevano. Dentro di me, avevo chiesto a Dio di non farmi percorrere strade sbagliate. Non volevo sbagliare.

Pochi giorni dopo il suo trapasso l’ho sognata. Mi appariva  come l’ultimo giorno che ci eravamo lasciate. Ci siamo abbracciate,  mi aveva detto che  stava bene. Questo sogno mi aveva tranquillizzata, ma è stato un  altro sogno , raccontatomi da una ragazza che era andata all’asilo con Vera , a generare in me una certa irrequietezza, un desiderio spasmodico di sapere qualcosa di lei. Quindi, tramite questa amica,  (che ha un rapporto particolare con il papà che è già nell’aldilà’, in quanto lo sogna in continuazione, ricevendo conforto e consigli da lui), mia figlia mi faceva  sapere che le ricerche riguardanti la sua vicenda, il suo trapasso,  non andavano  nella giusta direzione e di questo voleva che io fossi informata. Poi, dopo  che ci eravamo incontrate, questa amica l’aveva nuovamente sognata  più serena, vestita da sposa e Vera  la ringraziava per avermi parlato.

Questo  suo abbigliamento  aveva un significato particolare per me. Infatti qualche mese prima di lasciarci, Vera con amici,  aveva provato un vestito da sposa, definito da lei , bellissimo , tanto che se non fosse costato tanto l’avrebbe comprato (così si era espressa con me, dopo che mi aveva chiesto, dubbiosa,  se poteva portar male provare un vestito da sposa). Devo dire che non aveva progetti immediati di matrimonio, anche se aveva un legame. Mi resta il rammarico di non aver mai saputo come fosse quel vestito, ma questo sogno è stato per me un forte segno.

 Tramite un’altra mamma, sono entrata in un gruppo di genitori a Udine, dove colei che lo guida è un esempio per tutte le partecipanti,  per la fede e la forza che trasmette. Dopo la perdita del figlio, questa signora è diventata medium per incorporazione. Da lei ho avuto i primi messaggi. Altri messaggi ho ricevuto da mamme carismatiche nel corso di tre  anni, mentre nella mia ricerca conoscevo altri gruppi e andavo ai convegni.

Le modalità di ricezione di questi messaggi sono stata  diverse: scrittura ispirata, trance, locuzione interiore, visualizzazione, registrazione.

 Alcuni, sono arrivati senza che io li cercassi. La cosa che più mi ha convinto e colpito in questi messaggi di diverse provenienze, (quasi interamente riportati nel libro) è la linearità, la rispondenza con la realtà, l’evoluzione spirituale intravista, nonché lo stesso filo conduttore che li accumuna. Da notare che quasi mai, i genitori carismatici sapevano qualcosa del vissuto di nostra figlia.

 Ed è in uno di questi primi messaggi, arrivato all’improvviso, che  Vera mi chiedeva di scrivere il  libro. “ Fai un libro semplice”, mi aveva detto.”ma forte di esperienza”. “Racconta di me, di noi, dei nostri affetti più cari.  Sarà così che riscatterai  la mia vita. Sono stata segno e impegno per voi.  Sarò traccia per chi mi ha conosciuta, sarò traccia per chi mi leggerà. Togli lacrime ad altri  genitori e figli. Porta la speranza che ci si rivede.”

 E poi: “ Tu devi parlare di me dando fiducia ai giovani. Non è che sempre noi giovani sbagliamo. Se è successo qualcosa a me, era scritto nel disegno divino.” E ancora: “Questo tuo scrivere farà  bene a te prima che alle altre mamme.” ( E questo lo devo ammettere , è un modo che aiuta ad elaborare il lutto).

Il messaggio in cui mi invita a scrivere è il n.  cinque, riportato parzialmente in prima pagina. E’ stato traumatico, per me , questo messaggio. Non l’ho accolto subito. Non ne volevo sapere di “ mettere in piazza” la nostra vita, i nostri sentimenti, le nostre cose.   Già la stampa si era occupata per una settimana della vicenda che aveva strappato Vera, alla vita , in un modo, per noi inacettabile.

Lo so bene che non esiste un modo accettabile per perdere un figlio, ma alcune modalità sono forse più dolorose di altre,  perché alimentano tanti sensi di colpa e tanta rabbia.

Nostra figlia se n’è andata per overdose. Ma non era una tossica. Era una ragazza molto generosa, molto attenta ai bisogni degli altri,…una ragazza  normale,   come tanti altri ragazzi  che si sono trovati nel posto  sbagliato  e nel momento sbagliato, con amicizie, magari non tutte sane, in un “maledetto” rave party, dove noi non sapevamo che fosse. E  nonostante le indagini accurate, la sua dipartita  rimane avvolta nel mistero, comprese eventuali responsabilità di altri. La vicenda è successa all’estero, dove forse, non si è indagato piu’ di tanto e le ricerche intraprese in Italia non hanno dato alcun esito. Quanti ragazzi continuano a lasciarci così!

Ricordo  sempre con nostalgia l’ultima mattina trascorsa serenamente a parlare con lei, dei suoi sogni, dei suoi progetti, dei cambiamenti che voleva apportare alla sua vita. Se ne era andata al lavoro contenta e sorridente, dopo aver salutato il suo cane. Ed è per questo che abbiamo  vissuto con tanta incredulità, la modalità della sua morte. L’abbiamo sentita come una grande beffa. Speravo che  la mia ricerca mi avrebbe portato ad un chiarimento circa la modalità del  suo trapasso.  Abbiamo , infatti  , avuto da lei la conferma, che non  è stata totalmente cosciente e  consapevole dell’accaduto e  che ci sono state delle concause. Ma non siamo giunti alla verità degli eventi. Peraltro nei suoi messaggi , lei ci invita a perdonare, a non nutrire rancori, ad amare, incondizionatamente. Ci chiede di amare  e di aiutare chi è nel bisogno e nel dolore. Tanto amore trapela dalle sue parole,…  tanto amore ci invita a dare. Tanto ci parla della bellezza della sua nuova vita, dei suoi nuovi compiti  e dell’amore di Dio.

Ci chiede perdono per la sofferenza arrecata. Si scusa per le incomprensioni con noi, quando  era taciturna e scontrosa e non sapevamo  come capirla ed aiutarla.  Ci fa presente le sue sensazioni di allora,  la percezione  del poco tempo che  sentiva di avere davanti. Percepiva delle vibrazioni che le facevano intravvedere la nuova vita. “Amo la vita, ma la vita non ama me.” Così  pensava quando era ancora con noi. Ma  di queste sensazioni noi non avevamo avuto alcuna intuizione, pur vedendola a volte strana e pensierosa. Il nostro rammarico consiste  proprio  nel non averla saputa, forse,  aiutare nel modo giusto.

Ma lei  ci  viene incontro con questo altro pensiero.”Ricorda due parole, mamma:  una è destino. Niente avreste potuto fare per protrarre il mio tempo.  L’altra è amore. Ama chi ti è vicino e… lasciami libera di volare. Non pensarci, mamma! E’ stato un evento che ha dato il volo libero alle mie ali. Sono ali spiegate ,… mamma, e possono ancora posarsi alla tua destra, ma soprattutto possono permettermi di accovacciarmi vicino a mio padre, per dirgli che gli voglio bene.” Ci parla della comunione dei Santi, del suo percorso che si fa sempre più spirituale.  Ci fa presente di quanto noi possiamo aiutare loro e viceversa. Così si esprime: E un dare-avere. Capite che è così?” Ci guida, ci incoraggia,  ci sentiamo tenuti per mano anche se a volte ci rimprovera amorevolmente per il  nostro discontinuo proseguire.

 E ancora: “Ci sono i momenti di nostalgia, quando voi vi ritrovate, quando partecipate ad una festa, ad una Messa,..perché lì la festa e’ grande. Ma… non temere, io sono nella Luce. Guardate un po’ più in alto. Guardate il creato, guardate il cielo blu…ricordatevi che io volo libera, immersa in una serenità particolarmente intensa.”

Molto belle e commoventi sono anche le parole che ha nei confronti del fratello Stefano, dove lo esorta ad andare avanti sereno, promettendogli  il suo aiuto, il suo “riparo”. “Sarò il tuo ombrello cosmico” gli trasmette in un messaggio. “Esisto caro fratello, non sono polvere!” E ancora: “E vai, che sei grande, ora che hai superato il tempo  del dolore”.

Ci hanno fatto tanto bene questi messaggi , …  ci sembra di aver toccato con mano, sprazzi dell’altra vita. Devo dire, comunque, che non è stato facile accettare questi suoi  inviti al  cambiamento, soprattutto da parte mia.  La ribellione e la rabbia a volte rispuntano, ma so che l’aiuto di Dio e di tante brave persone non mancheranno.

Vera ci  ha invitato  ad allargare il cuore,  a non rimanere chiusi nel nostro dolore, a portare  aiuto e conforto, dal momento  che ,  anche noi facciamo parte di questo disegno che lei definisce : “perfetto.” Oggi, con mio marito lo sto constatando. Stiamo compiendo i primi passi nel sostenere,  accanto ad altre meravigliose persone,  un progetto missionario a cui andranno  anche i proventi  di questo libro.

Come ho detto, ho cominciato a scrivere dopo otto mesi dal  suo invito. Lo facevo man mano che crescevo nella mia consapevolezza, man mano che diminuiva la mia rabbia. Ho scritto la nostra storia, la sua storia, ho riportato i pensieri dei suoi amici e colleghi. Ho parlato del mio percorso,  della mia ricerca, soffermandomi  su come i gruppi dei genitori ed i convegni siano importanti per il conforto e la possibilità di conoscenza e di crescita  che sanno dare. Ho cercato di far capire a chi ancora non crede o non sa, come la medianità, quella vera, quella spirituale, possa venire incontro nella ricerca dei nostri cari.

 Come non credere a questa mia esperienza?  Vera, ne sono certa, come aveva promesso,  mi ha aiutata nella mia esposizione. L’ho sentita vicina , mentre ricordavo e scrivevo,  aiutata dalla sua musica.  Mi ha rincuorata, quando mi pareva di andare per le lunghe, affermando  in un messaggio, che il libro sarebbe stato stampato nel “modo e nel tempo migliore”. In un messaggio leggo: “Tu hai fatto la tua parte, grazie di aver aperto la porta, poi sarà Lui ad aprire il cuore di chi ancora dorme”.

Devo confessare che ho anche  tanto sperato di poterla sentire personalmente, ma Vera così si esprime:” mettiti in silenzio, parlami.  Sono dentro di te. Sentirai le mie risposte. Io ti parlo nel cuore.” Ed è così che la sento, così la sente anche mio marito.

Negli ultimi messaggi mi ringrazia, mi è riconoscente  per questo  mio lavoro e  sostiene che il libro sarebbe stato ben  accolto . A tale riguardo devo dire, con molta  umiltà,  che sto raccogliendo dei riscontri  positivi, anche se sono argomenti, questi,  come ben sappiamo , non accessibili a tutti.

Sono contenta di essere uscita allo scoperto con questa testimonianza. Era un atto dovuto, lo dovevo a mia figlia, soprattutto per cercare di dare la giusta immagine di lei. Ma spero, anche, di poter portare  un po’ di   speranza a chi continua ad essere nel dolore più fitto, perché non riesce ad andare oltre a ciò che vede , a ciò  che sente.

Ringrazio La Dr.ssa Cattani, la Dr.ssa Giovetti  e l’ organizzazione del convegno, per l’opportunita’ concessami.   Per altro , devo molto ai convegni di Cattolica , che mi hanno permesso di approfondire argomenti che riguardano tutto ciò che è ricerca dello spirito e dell’anima.

                                                                                                                       Maria Pizzolitto

 

Edda CattaniNuovi Angeli: Vera Lui
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Ragazzi di Luce

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I  nostri  Figli "Nuovi Angeli"

 

“RAGAZZI  DI  LUCE”

Sono troppi, sono tanti. Non chiedo ai governi la risposta. Trovo ridicola e meschina l’addebitare al caso, alla meccanizzazione, alla «volontà» di Dio, la dipartita di tante giovani esistenze. La grande verità del Corpo Mistico di Cristo ci apre orizzonti stupendi. Nulla dei nostri Cari va perduto e attraverso le nostre storie umane che si intersecano e si arricchiscono, in Cristo nessuno è solo a patire.

Così penso ad un Dio di Misericordia, circondato da uno stuolo di Anime partite innanzi tempo al nostro sguardo che si definiscono, Nuovi Angeli  che, insieme a noi, come Figli ricreati dall’amore, ci preparano un programma di riconciliazione nel passaggio di questo Millennio.

Non sono angioletti con le alucce, non figure eteree smaterializzate, ma splendide creature nella giovane esaltazione della loro bellezza. Essi ci chiamano, si fanno sentire, ci proteggono e  implorano per l’umanità derelitta il sentiero della pace per quella che sarà la dimensione della nostra vera e reale rinascita.

  Le testimonianze raccolte da Felice Masi:

http://www.ricercapsichica.it/sopravvivenza/ragazzidiluce.htm

 

Vincenzo Maizza: il pittore che sapeva della sua morte

Messaggi dal cielo : le piume di Marco

Le piume di Marco : seconda parte, altri fenomeni

 

 

    Edda CattaniRagazzi di Luce
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    I “Papa Boys”

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    Questa lettera è stata scritta dopo il trapasso di Papa Giovanni Paolo II° . Ora la sento più che mai attuale, in un momento tanto difficile per l’umanità.

     

    DAI “PAPA BOYS” AI “RAGAZZI DI LUCE”

     

     

    Santità,

                              con il cuore colmo di tristezza guardo il tuo volto sofferente nella compostezza del corpo ormai esanime e ti rivedo negli innumerevoli messaggi giunti alle nostre case in questi lunghi anni in cui hai ricoperto il soglio pontificio. Ti ricordo giovane vigoroso, con il desiderio di bruciare le tappe della tua intensa attività e ad usare il tuo corpo per un contatto fisico diretto con la gente. Sei stato un papa sportivo, un elemento che esula dalla storia dei papi e poi l’eroismo, il primo, con l’attentato in cui hai dimostrato con quanta resistenza volevi superare il male e continuare la tua missione. Di quel corpo “hostia cum hostia” hai dato prova con il male incurabile da cui sei uscito vincente e successivamente, ancora, con il morbo sottile che ti ha attanagliato giorno dopo giorno.

    Papa buono, con lo sguardo puntato alle vette delle montagne che scalavi con passo sicuro, papa determinato nella condanna della violenza e della guerra, papa amorevole nella carezza ai più deboli e indifesi: i bimbi e gli ammalati!  Ma qualcosa che ti contraddistingue e che è stato confermato nelle immagini di questi giorni è stata la tua presenza in mezzo ai giovani, che hai definito “Sentinelle del mattino in quest’alba del terzo millennio” da Torvergata al mondo intero. Da allora i tuoi “papa boys” sono giunti per tua espressa richiesta ovunque ed a loro hai chiesto: “Cosa cercate?” per riceverne la risposta più coerente di una fede indissolubile e di una militanza costante, negli ospedali, fra gli anziani, nel volontariato, testimoni della tua stessa certezza e speranza cristiana.

    Questi giovani non ti hanno abbandonato mai, vorrei dire, che sono stati la presenza viva della chiesa ad ogni tua apparizione; hanno dichiarato sempre le promesse che ti avevano fatto all’inizio, in quel bagno di folla con “quel chiasso che Roma non dimenticherà mai!”.

    Papa santo, li hai voluti tu, con le loro stranezze, i loro canti martellanti, le loro grida, il loro abbigliamento colorato e te li sei portati appresso al letto dove consumavi la tua “ultima cena”.

    Si è detto che li hai ascoltati e li hai benedetti fino all’ultimo respiro, con quel segno impercettibile della mano e quell’”AMEN” pronunciato in un sussurro. Ma io, Padre buono, ho voluto interpretare diversamente quegli estremi istanti della tua esistenza e mi sono chiesta come fosse possibile che tu, che avevi ormai perso conoscenza, potessi rispondere alle voci dei giovani presenti in Piazza S.Pietro. Sono propensa a credere che, in quei momenti, una falange di angeli ti abbia raggiunto, giovani altrettanto belli, vivi e coloratissimi, splendenti di luce con la stessa esuberanza, gli stessi canti, la stessa dedizione dei giovani “papa boys”. Sono stati i nostri “Ragazzi di Luce” a venirti incontro perché quale altro messaggero Dio avrebbe voluto per te, per rassicurarti in un momento di grande debolezza, per rallegrarti e confermare la tua fiducia nei giovani, speranza della storia dell’umanità?  E’ in quel momento che tu li hai benedetti, i nostri Figli, che ti venivano incintro e tu, benedicendoli, hai pronunciato il tuo AMEN.

    Non riesco a dare altra spiegazione e sono profondamente grata al Signore per il dono che ti ha fatto ed ha fatto a tutte noi madri della Speranza. Ringrazio Dio per averti avuto, “Giovanni Paolo IL GRANDE”, che hai preso su di te  il peso della Chiesa nella storia degli uomini; in te si compie un grande disegno ed il mistero della tua partecipazione al dolore e alle speranze della gente fino alla fine è un "luogo di speranza" per tutti noi.

    NON ABBIATE PAURA! APRITE LE PORTE A CRISTO! Hai detto all’inizio del tuo pontificato ed infine hai raggiunto l’apice con il TOTUS TUUS! Questa nostra speranza diventa ora certezza nella Resurrezione che tu hai voluto celebrare sulla terra e compiere in cielo nel giorno dedicato alla Misericordia. Ora ti vediamo in mezzo ad una grande cerchia con tutti nostri Figli che ti acclamano e ti conducono verso quella Luce che tu hai desiderato raggiungere per tutta la tua vita terrena.

     

    «Pace in terra agli uomini che sono amati da Dio» Pace e giustizia per i più deboli. Mai più in terra si udrà un “parlare” a Dio così perfetto, né un’invocazione più gran­de di questa che tu hai fatto e continuerai a trasmetterci.

     

    Il tuo messaggio e quello dei nostri angeli  va lontano e ci fa sperare che per l’umanità sia in arrivo il vento della Misericordia di un Dio che ci ama e che ci indica la possibilità di sconfiggere la guerra e di conseguenza l’odio, le divisioni, le contese, e le vendette, come tu hai sempre predicato. Non è un sogno la pace. E’ un traguardo rag­giungibile, appena gli uomini voglia­no riconoscersi fratelli.

     

    I nostri Ragazzi con te sono già in questo cammino. Te li affidiamo Papa buono, li affidiamo a te che hai tanto amato i giovani, di tutte le religioni, di tutte le razze. A te accompagnarli verso gli obiettivi della giusti­zia, della verità, della libertà e dell’amore. Ora siamo più sereni perché agli Angeli si è aggiunto un GRANDE che li ricolmerà del suo paterno affetto e canterà con loro un canto eterno di misericordia e di amore, oltre le nubi, accompagnato dalle corde dorate delle arpe celesti, lassù, in Paradiso.

     

                                                                Edda Cattani mamma di

                                                         Andrea “il tenente”

     

     

     

    Edda CattaniI “Papa Boys”
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