La preghiera dei Precari
(Luca 18,8-1)
XXIX domenica del Tempo Ordinario C
“Dove, Signore?”. Dove la vedi questa vita?
Dove la vedi questa quotidianità da abitare evangelicamente?
Ma, soprattutto, dove lo vedi questo Dio di cui parli
e che noi non riusciamo a sentire?
Gesù raccoglie quella domanda “Dove?”
e risponde che il luogo dell’incontro con il Signore è il quotidiano,
è il tempo vissuto come preghiera.
E quando parla di “pregare sempre”
non sta consigliando di “recitare” formule,
la vita non si recita, la vita si interpreta:
preghiera secondo Gesù è interpretare la vita secondo verità (A. Dehò).
…si interpreta…la preghiera come verità… ” Pregare è sentire la precarietà della solitudine (vedova) che grida il suo bisogno di Amore. Non stancatevi mai di gridare a Dio il vostro urgente e quotidiano bisogno di essere amati e custoditi.” Solo il Suo Amore può dare risposte di Verità.
Per la riflessione di questa domenica, il cui tema è la preghiera, una semplice ma intensa poesia
di David Maria Turoldo:
” ma questo è un tempo senza preghiera,
Onu, tempo di solitudine
Onu tempo d’infinite paure.
Voi non sapete cosa avete perduto:
Il dono più grande è pregare,
Saper pregare.
“parlare” con lui, o tacere,
Tariffa silenzio
E capire.
Immersi tutti nel suo oceano,
E tornare poi grondanti di luce.
Preghiera, tempo di contemplazione,
Tempo del giusto sulle cose, workers
E sentire la luce posarsi sulle mani…
Tariffa silenzio, senza franare nel vuoto,
mettersi in ascolto,
Sentire lui che parla nel silenzio.
Per questo nessuno ascolta nessuno:
L ” aria, il cielo, gli spazi
Sono una foresta assolo di rumori.
L’ anima è puro, frastuono
Ho cervelli sono tamburi:
Nostra civiltà del vuoto e del fracasso.
Questo è tempo senza silenzio,
Tempo senza preghiera,
Senza gioia e speranza.
Domeniche senza festa,
Anche nelle chiese è difficile pregare,
Anche le chiese, a volte, sono grancasse.
Ma Dio non è nel rumore,
È nel tuono, nel turbine,
Mai nel rumore.
Dio è solo, e tu sei solo:
Cristo, vero orante dentro
L’ infinito silenzio dei tabernacoli.
(David. Maria Turoldo)